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Katia Dell’Omarino, 40 anni. Uccisa a martellate e abbandonata sul greto di un fiume

San Sepolcro (Arezzo), 11 Luglio 2016


Titoli & Articoli

E’ mistero sulla morte di una donna in Altotevere: trovata in un dirupo, omicidio o disgrazia? (Perugia Today – 12 luglio 2016)
Il volto insanguinato, la testa “spaccata” e escoriazioni anche su braccia e gambe. E’ mistero sulla fine di Catia, una donna di 41 anni, il cui corpo è stato trovato in un piccolo strapiombo al confine tra Umbria e Toscana (San Sepolcro). Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire le ultime ore di vita della vittima per cercare di capire se si è trattata di una disgrazia oppure addirittura di un omicidio.  Sul posto oltre ai carabinieri del nucleo operativo di Arezzo e i ris di Firenze, anche il medico legale, che insieme al pm di turno, Julia Maggiore. L’ipotesi dell’omicidio non può essere esclusa anche se, le ferite subite, potrebbe essere compatibili con una caduta dall’alto. La zona è famosa per la presenza del ponte del diavolo.

 


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In memoria di

“Ciao Katia, adesso però vogliamo giustizia”, folla al funerale. La beffa della telecamera fuori uso (Arezzo Notizie – 30 luglio 2016)
“L’intera cittadinanza esprime solidarietà alle forze dell’ordine e si auspica che presto giustizia venga fatta”. Sono le parole lette da un’amica di Katia Dell’Omarino durante i funerali della donna che si sono svolti questo pomeriggio. Parole intense, accolte con un applauso dalla folla presente nella chiesa di San Paolo a Sansepolcro. Katia, 41enne trovata senza vita il 12 luglio, con la testa fracasssata in una stradina lungo il torrente Afra, a Sansepolcro era molto conosciuta. E in tanti a oltre due settimane dalla tragedia hanno partecipato alla cerimonia funebre. Un ultimo saluto alla ragazza con una vita fuori dagli schemi, sopra le righe, che amava ballare e che frequentava locali e sagre della valtiberina.
Il fragoroso applauso è arrivato alle orecchie dei militari dell’Arma – presenti in chiesa – che da giorni, trincerati nel silenzio, lavorano alacremente alla soluzione del caso. C’è un assassino in giro, un uomo della vallata, del quale hanno il profilo genetico, che cercano di stanare. Ma oggi le indagini per alcune ore hanno ceduto il passo alla commozione: lo stesso Tenente Luigi Grella ha parlato con la famiglia, ha portato i saluti e le condoglianze dell’Arma. Da domani però, le indagini ripartono. Secondo alcune indiscrezioni, i primi confronti tra i profili genetici non avrebbero portato risultati. Nessuna compatibilità tra i primi dna comparati a quello di “Ignoto 1”. Lo spettro di lunghe indagini come quelle del caso di Yara Gambirasio si allunga sulla vicenda di Sansepolcro. Anche se inquirenti e famiglia non nascondo di nutrire speranze in una veloce soluzione del caso.
“Quello che purtroppo differisce dal caso di Yara – spiega l’avvocato della famiglia Dell’Omarino, Anna Boncompagni – è l’assenza di filmati: la videocamera di sorveglianza che si trova in posizione migliore era fuori uso”. Come in una beffa del destino, gli inquirenti hanno dovuto fare i conti con un malfunzionamento della telecamera della alla Polizia Municipale di Sansepolcro. “Si trova proprio nella strada che dal parcheggio della piscina, dove Katia aveva lasciato l’auto, porta alla stradina di campagna”. La strada che Katia quasi sicuramente ha percorso nell’auto del suo assassino dopo aver parcheggiato la sua. Quelle immagini avrebbero potuto, da sole, fornire un indizio “principe”. Non è stato così. E le speranze sono riposte su quelle tracce lasciate nell’ultima, tragica, notte.