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Ilaria Pagliarulo, 20 anni. Il convivente le spara un colpo di pistola al rene, lei tampona la ferita tutta la notte, il giorno dopo lui le spara un altro colpo, al torace, ma Ilaria non chiama nessuno per paura di ritorsioni. La madre si accorge dell’accaduto e mentre l’ambulanza la porta in ospedale, lui spara sia all’ambulanza sia alla macchina della madre di Ilaria. Lei muore dopo una settimana di agonia. Non aveva mai denunciato per paura

Statte (Taranto), 16 Settembre 2013

2348391-ilaria_pagliaruloLui le spara ad un rene, lei tampona la ferita tutta la notte e dopo dodici ore lui le spara di nuovo. Ilaria muore dopo una settimana di agonia, non aveva mai denunciato le angherie e le violenze per paura e per difendere la madre.

 

de-biaso-230x300Cosimo De Biasio, 26 anni, sorvegliato speciale con precedenti penali. L’unico giornale che ne pubblica la foto lo rende irriconoscibile. Mentre la mamma di Ilaria segue l’ambulanza, tenta di uccidere anche lei. Sostiene che Ilaria si sia sparata da sola. Condannato a 20 anni in primo grado, gli viene riconosciuta la seminfermità mentale e ridotta la pena a 17 anni in appello, dove il tentato omicidio della madre di Ilaria viene derubricato a minaccia. L’avvocata valuta se ricorrere in Cassazione per eliminare la crudeltà.

 


Titoli & Articoli

L’avvocato del killer di Ilaria: l’ha istigato a spararle

Today Città
Uccisa dal fidanzato: morta Ilaria Pagliarulo a Statte
La ragazza, ventenne, è morta nella sala rianimazione dell’ospedale di Taranto. Il compagno le aveva sparato due volte
Non ce l’ha fatta Ilaria Pagliarulo, la giovane di 20 anni ferita una settimana fa con alcuni colpi di pistola a Statte (Taranto) dal suo compagno, il 24enne Cosimo De Biaso. Dopo una settimana di ricovero in rianimazione, sempre in gravi condizioni, la giovane è deceduta questa mattina. Al termine di un litigio, il suo compagno, Cosimo De Biaso, 24 anni sorvegliato speciale con precedenti penali, le aveva sparato colpendola a un rene. La ragazza, tuttavia, temendo che la violenza del fidanzato si sfogasse anche su altre persone, ha tamponato la ferita per tutta la notte senza chiedere aiuto. Il giorno dopo il litigio è continuato e De Biaso ha aperto di nuovo il fuoco colpendo la Pagliarulo al torace. La madre della ragazza, che abita nella stessa villa dove vivevano i due giovani, ha dato l’allarme e chiamato 118 e carabinieri. De Biaso ha anche inseguito e aperto il fuoco contro l’auto della madre, mentre questa cercava di seguire l’ambulanza nella corsa verso l’ospedale. Il ragazzo, che ora si trova in carcere, è accusato di omicidio, tentato omicidio nei confronti della suocera e porto di arma abusiva.
La difesa di De Biaso ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di far visitare l’indagato da un neuropsichiatra.

il Corriere del Giorno
Venti anni di carcere all’assassino di Ilaria Pagliarulo
Il gup del tribunale di Taranto Vilma Gilli ha condannato Cosimo De Biaso, il 26nne di Statte accusato dell’omicidio della compagna ventenne Ilaria Pagliarulo, compiuto nel settembre del 2013 a 20 anni di reclusione (con il riconoscimento dell’incapacità parziale di mente equivalente alle aggravanti) . L’imputato è stato processato con il rito abbreviato. La ragazza morì in ospedale una settimana dopo essere il ferimento subito dai colpi di pistola che gli vennero sparati per due volte a distanza di 12 ore l’uno dall’altro. Il suo fidanzato convivente Cosimo De Biaso l’aveva colpita la sera precedente a un fianco, perforandole un rene, e successivamente l’indomani mattina all’emitorace sinistro. Ilaria Pagliarulo nonostante la ferita rimase a letto , temendo ulteriori conseguenze.  Venne soccorsa solo da sua madre la mattina successiva , che chiamò il 118 mentre il De Blasio continuò a  sparare ancora contro la sua auto e persino contro l’ambulanza che portava la malcapitata in ospedale.
Clamorosamente il legale dell’uomo, l’avv. Maria Letizia Serra, aveva chiesto, all’epoca dei fatti  al pm Maurizio Carbone, un’integrazione di indagine in quanto non escludeva che la 24enne “possa essersi provocata da sola la ferita, L’arrestato in sede di interrogatorio di garanzia sostenne sfacciatamente di aver sparato una sola volta, e solo la mattina. L’autopsia effettuata non potette chiarire quale due colpi di pistola abbia inciso più dell’altro nel determinare la morte della ragazza. “I due proiettili – secondo i medici legali Marcello Chironi e Jmmy Carbotti – non hanno leso organi vitali, tanto è vero che la giovane è morta dopo una settimana. Ma le complicanze di queste due ferite sono state tali da provocare il decesso“.

Noi Notizie
Condannato a 20 anni Cosimo De Biaso: uccise nel 2013 a Statte la convivente Ilaria Pagluarulo, 20 anniAL VENTOTTENNE RICONOSCIUTA DAL GUP LA SEMINFERMITÀ DI MENTE EQUIVALENTE ALL’AGGRAVANTE. LA RAGAZZA MORÌ UNA SETTIMANA DOPO ESSERE STATA COLPITA A PISTOLETTATE DUE VOLTE IN 12 ORE
Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Taranto ha condannato in primo grado a venti anni di reclusione Cosimo De Biaso. Il ventottenne è stato dunque ritenuto responsabile dell’assassinio della convivente, Ilaria Pagliarulo, ventenne. La ragazza morì una settimana dopo essere stata vittima di due maltrattamenti a colpi di pistola nel giro di dodici ore. Accadde a Statto nel settembre 2013.

La Gazzetta del Mezzogiorno
IN APPELLO
Uccise convivente, condannato a 17 anni
La sezione distaccata di Taranto della Corte d’assise d’appello di Lecce ha condannato a 17 anni e due mesi di reclusione Cosimo De Biaso, 27enne di Statte (Taranto), accusato di aver ucciso nel settembre 2013 la compagna 20enne Ilaria Pagliarulo. La donna morì in ospedale una settimana dopo essere stata ferita con colpi di pistola per due volte a distanza di 12 ore. L’imputato, difeso dall’avv. Maria Letizia Serra, in primo grado era stato condannato dal gup Vilma Gilli a 20 anni di carcere con il riconoscimento della incapacità parziale di mente equivalente alle aggravanti contestate. De Biaso rispondeva anche del tentato omicidio della mamma della convivente, ma il reato è stato derubricato dalla Corte d’assise d’appello in minaccia aggravata. La procura generale aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado. L’avv. Serra ha annunciato che dopo il deposito delle motivazioni valuterà se ricorrere in Cassazione per cercare di far cadere l’aggravante della crudeltà.


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