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Ilaria Maiorano, 41 anni, mamma. Massacrata di botte dal marito davanti alle figlie, muore dopo cinque ore di agonia

Osimo (Ancona), 11 Ottobre 2022


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Osimo, il racconto choc delle figlie di Ilaria Maiorano: «Così papà ha ucciso nostra mamma»
Abbiamo visto papà che aggrediva mamma. L’ha colpita a mani nude e poi con una sedia». Una sequenza micidiale, tragica, atroce vista e raccontata dagli occhi innocenti di due bimbe, di 6 e 8 anni. Sono le figlie di Ilaria Maiorano e Tarik El Ghaddassi: lei, 41 anni, è morta nella casa di Padiglione lo scorso 11 ottobre. Per la procura è stata massacrata di botte al termine di un furioso litigio con il marito marocchino. Lui, 42 anni, è in carcere dal giorno del delitto con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
L’incidente probatorio. Le bambine sono state ascoltate dal gip nel corso dell’incidente probatorio che si è tenuto in tribunale nei giorni scorsi. A valutare positivamente la loro capacità testimoniale era stata in prima battuta una psicologa nominata dal giudice. Le due hanno dunque riferito – per quanto è stato possibile, considerando la tenera età e un contesto non certo facile – di quell’orrore vissuto otto mesi fa tra le mura domestiche. Quando, stando a quanto emerso, avrebbero visto il papà aggredire la mamma.
La violenza. Una violenza maturata prima a mani nude, con schiaffi e pugni, poi con una sedia di plastica, identica a quelle dove siedono i bambini. Ilaria sarebbe stata colpita più volte, anche alla testa, tanto da innescare la rottura di un piede della sedia. L’uomo, difeso dall’avvocato Domenico Biasco, non ha mai smentito l’esistenza di un litigio. Ma ha sempre sostenuto, al culmine del parapiglia al primo piano della casa di Padiglione, la caduta accidentale dalla scale di Ilaria. Fatto, questo, le bimbe non ricorderebbero.
Il processo. Le dichiarazioni delle bimbe, assistite legalmente dagli avvocati Arianna Benni e Giulia Marinelli, potranno essere utilizzare nell’ambito dell’eventuale processo contro il 42enne marocchino. Non ci sarà bisogno di chiamarle ancora in aula e far vivere loro le immagini di una sequenza da incubo. Ovviamente, ci sarà da valutare la chiarezza e l’attendibilità delle parole delle bimbe, in riferimento anche agli esiti dell’autopsia sul corpo della 41enne.
L’autopsia. Una prima relazione aveva parlato di plurimi traumi alle braccia e al viso. Per la procura segni compatibili con una aggressione a mani nude e con spinte contro un mobile appuntito, uno spigolo o una sedia. Per la difesa compatibili invece con una colluttazione, prima, e una caduta dalle scale, poi.
La versione di Tarik: la mattina dopo il litigio notturno sarebbe uscito di casa senza sincerarsi delle condizioni della donna, che aveva dormito in un’altra stanza dopo la caduta dalle scale. Si sarebbe insospettito solo dopo non aver visto la 41enne portare le figlie a scuola, nella struttura che si trova a pochi passi dal bar dove quella mattina Tarik attendeva un passaggio per andare al lavoro. Tornato a casa, a suo dire, aveva provato a rianimare la moglie. Per la procura a scatenare l’aggressione, sarebbe stata la gelosia del marocchino provata nei confronti della moglie.

Omicidio Maiorano: Ilaria colpita più volte e con violenza, si cerca l’arma del delitto
Dai primi risultati dell’esame autoptico di Ilaria Maiorano – la 41enne originaria di Introdacqua, madre di due figlie di 5 e 8 anni, trovata morta l’11 ottobre a Padiglione di Osimo (Ancona) – emerge che la vittima presentava numerose ferite e lesioni, in particolare alla testa e agli arti. Riscontrate, inoltre, ferite e graffi alle braccia, riconducibili a un gesto estremo, disperato di difesa.
Gli esami condotti non consentono ancora di individuare il possibile orario del decesso, saranno necessari ulteriori approfondimenti tossicologici ma, a quanto emerso, sembra che la donna sarebbe morta poco dopo l’aggressione. Il marito, Tarik El Ghaddassi, 42 anni, è in stato di fermo per omicidio volontario aggravato.
L’autopsia, disposta dal pm Daniele Paci, sembrerebbe dunque avvalorare la tesi che la donna sia stata colpita più volte e, con buona probabilità, non solo a mani nude ma anche con calci, con un oggetto o sbattuta contro un mobile. Gli investigatori sono attualmente impegnati nella ricerca della possibile arma del delitto, un oggetto contundente non appuntito e non da taglio, forse un martello. Il breve lasso di tempo intercorso tra l’aggressione e il decesso potrebbe contraddire la versione fornita dal marito della donna, secondo cui, dopo la colluttazione avvenuta la sera precedente – a causa di una lite per gelosia – e una caduta dalle scale di lei, i due sarebbero andati a dormire in camere separate e lui l’avrebbe rivenuta senza vita, a letto, solo la mattina successiva.
L’uomo, di origine marocchina, saltuariamente operaio edile con precedenti per vari reati, è in carcere a Montacuto, dopo il fermo come indiziato di omicidio volontario aggravato chiesto dal pm e disposto dal gip. La sua difesa è curata dall’avvocato Domenico Biasco. Per oggi alle 11 è prevista udienza per la  convalida. Le due bimbe, di 5 e 8 anni, sono state già affidate alla cura dei servizi sociali.
I funerali della donna si celebreranno sabato 15 ottobre, alle 10, nella Chiesa di San Marco di Osimo. In concomitanza con le esequie, è stato indetto un giorno di lutto cittadino. Domenica 16 ottobre si terrà, sempre a Osimo, una fiaccolata per ricordare Ilaria Maiorano:  l’iniziativa, promossa dal sindaco, Simone Pugnaloni, ex compagno di scuola della vittima alle elementari, intende tra l’altro ribadire il no a qualsiasi forma di violenza sulle donne che, nella maggior parte dei casi, si registra proprio tra le mura domestiche. Il punto d’incontro per la fiaccolata sarà piazza del Teatro e il corteo raggiungerà piazza Boccolino, per gli interventi istituzionali.

 

La mamma di Ilaria Maiorano: “Tarik doveva essere allontanato da casa, mia figlia ora sarebbe viva”
Silvana Salvatore non si dà pace per la morte della figlia 41enne: “Un condannato per violenza sessuale non doveva stare ai domiciliari”, ha detto riferendosi a Tarik El Ghaddass.
“Tarik doveva essere allontanato da quella casa, ora mia figlia sarebbe ancora viva”. Sono le parole di Silvana Salvatore, mamma di Ilaria Maiorano, la 41enne trovata morta l’11 ottobre a Padiglione di Osimo, in provincia di Ancona. Il riferimento è al marito, Tarik El Ghaddassi, 42 anni, in stato di fermo per omicidio volontario aggravato. L’uomo aveva detto agli investigatori che dopo un litigio la sera precedente e una caduta dalle scale di lei, sarebbero andati a dormire in camere separate e lui l’avrebbe trovata morta a letto la mattina seguente. Tuttavia i segni trovati sul corpo di Ilaria non sarebbero compatibili con una semplice caduta: l’autopsia ha infatti decretato che la vittima avrebbe cercato di difendersi in quella che ha tutta l’aria di un’aggressione. Per la Procura dunque la donna, mamma di due bambine piccole, è stata uccisa.
Madre e figlia erano solite sentirsi al telefono la mattina. “Lei mi faceva uno squillo presto – racconta Silvana – alle 7-7.15 e io la richiamavo. Martedì non ho ricevuto quello squillo così l’ho chiamata, una, due, tre volte ma lei non ha mai risposto. Verso le 9.15 mi ha chiamata il marito, al telefono fisso di casa. La linea era disturbata, ho capito che diceva ospedale, che Ilaria stava poco bene” ricorda.
“Allora gli ho chiesto delle mie due nipoti, come stavano, e lui ho sentito che aveva la figlia più grande vicino. Gli ha detto dì a nonna come stai e la bambina ha risposto “sto bene”. Poi Tarik ha detto che mi avrebbe richiamata più tardi ma non l’ho più sentito” continua Silvana.
È quasi ora di pranzo, quando la madre prova a richiamare la figlia. Quest’ultima però non risponde. Poi il cellulare addirittura viene spento. Così inizia a chiamare ospedale è pronto soccorso dove chiede se c’era la figlia. “Siccome aveva la bronchite – continua Silvana – mi sono preoccupata, ho pensato potesse essersi sentita male per quello. Invece dopo le 13 mi chiama una assistente sociale per farmi le condoglianze e mi sono sentita morire”. Silvana è una mamma distrutta, pensa che “un uomo accusato di violenza sessuale non doveva stare ai domiciliari, avevo detto a mia figlia di lasciarlo ma lei voleva la famiglia unita”.

Osimo, in tanti ai funerali di Ilaria Maiorano. “Tragedia annunciata, tutti responsabili”
Presenti i familiari, il sindaco ex compagno di scuola e alcuni esponenti della comunità islamica. Le figlie non c’erano
Folla ai funerale di Ilaria Maiorano stamattina, la 41enne morta martedì scorso nella sua abitazione di via Montefanese di Osimo. Presenti i familiari, arrivati anche dall’Abruzzo dove i suoi erano originari, e alcuni esponenti della comunità islamica che hanno salutato la madre e il fratello di lei al termine della cerimonia. Don Dino Cecconi ha officiato la messa che si è tenuta nella chiesa del San Marco in centro. In prima fila il sindaco Simone Pugnaloni, compagno di scuola della donna, in fascia tricolore, e la giunta.
“Penso che questa non sia l’unica storia di sofferenza attorno a noi – ha continuato, portando anche il messaggio di vicinanza dell’arcivescovo -. Anche altri stanno lottando e sono vittime di violenza. Mi domando: stiamo dando dovuta attenzione? Capisco bene che è difficile aiutare e tentare di risolvere i problemi degli altri. Io come prete quante volte vorrei far miracoli per risolverli ma ancora non ci riesco”. “Ci sentiamo un po’ tutti responsabili di questa barbarie preannunciata, non accolta e capita nella sua gravità”.
La bara di Ilaria era ricoperta di fiori, lasciati dalla scuola delle figliolette di 5 e 8 anni, non presenti alla funzione, “rappresentate” da un bellissimo mazzo di fiori a loro nome, da amici e parenti. La salma è proseguita poi verso il cimitero Maggiore per la tumulazione. Resta in carcere il marito, Tarik El Ghaddassi, 42 anni, marocchino

Osimo, il fratello di Ilaria Maiorano: «Basta sparlare di noi»
E’ una lettera fiume quella che ha scritto Daniele Maiorano, fratello di Ilaria, 41 anni, morta nella sua abitazione di via Montefanese a Osimo l’11 ottobre scorsocon segni di percosse su tutto il corpo. L’udienza davanti al gip ha convalidato il fermo per il marito, Tarik El Ghaddassi, 42 anni, marocchino, per gravi indizi di colpevolezza. L’uomo ha sempre detto che Ilaria avrebbe fatto tutto da sola, sarebbe caduta dalle scale della loro abitazione ma non è quello che risulta dall’autopsia. L’uomo si trova tuttora in carcere a Montacuto in isolamento. Dietro la loro relazione ci sarebbe stata una storia di violenza.
«Dicono che l’abbiamo abbandonata a se stessa la nostra Ilaria, ma non è vero.
Girano voci che certe persone, sia di Osimo che frazioni, stiano sparlando ancora, a due mesi e mezzo dalla sua morte. Se non la smettono cominceranno a partire le denunce. Io e mia madre siamo stanchi e ci sentiamo offesi come famiglia.
Tutto quello che ci è successo è un dolore troppo grande che non auguriamo a nessuno – ha scritto Daniele -. Era lei che veniva a cena a casa nostra una volta alla settimana per almeno un’ora, la chiamavo due volte al giorno. A casa sua non ci potevamo andare, lui ce lo impediva, e non ci raccontava mai niente. Tutto quello che c’era da sapere l’abbiamo saputo solo dai giornali. Poi dicono che prendeva le botte anche da mio padre quando era piccola ma come fanno a dirlo? Vivevano a casa nostra? Così infangano la memoria anche di mio padre che è morto nel 2007, che lo lascino riposare in pace. Prima di parlare di certe cose delicate è meglio che si informino. Quel che dicono non è vero».
Le figlie della coppia, cinque e otto anni, sono state collocate provvisoriamente in una casa famiglia.
Le istituzioni troveranno presto una soluzione definitiva per le sorelline che hanno perso la mamma. «Non abbiamo potuto vederle per Natale, un altro strazio che si è aggiunto allo strazio enorme che viviamo. Abbiamo saputo da fonti ufficiose che è stato chiesto l’incidente probatorio. Le bambine parlano con gli psicologi e sono in grado di raccontare cosa subivano sia loro che la mamma».

 


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