Giulia Ballestri, 39 anni, imprenditrice, mamma. Uccisa a bastonate dal marito
Ravenna, 16 Settembre 2016
Titoli & Articoli
Ravenna, donna trovata morta in uno scantinato: fermato il marito (TgCom24 – 19 settembre 2016)
I familiari hanno dato l’allarme perché non riuscivano a contattarla da alcuni giorni. A fare il macabro ritrovamento gli agenti
Il cadavere di una donna di 40 anni, Giulia Ballestri, è stato ritrovato la scorsa notte nello scantinato di un’abitazione di Ravenna. A Firenze è stato fermato il marito, Matteo Cagnoni, 51 anni, noto dermatologo. L’uomo è stato bloccato dalla polizia dopo un inutile tentativo di fuga per i campi. Recuperata l’arma del delitto: un bastone. La coppia si stava separando. Il corpo è stato rinvenuto nello scantinato di una vecchia villa disabitata nei pressi dei giardini pubblici della città dopo che i familiari avevano dato l’allarme perché non riuscivano a contattarla da qualche giorno.
La donna è stata uccisa a bastonate: aveva la testa fracassata. Sono stati gli agenti della volante a fare il macabro ritrovamento. Anche nella villa, che al momento non era abitata, sono presenti tracce di sangue in varie stanze anche se le più copiose si trovano nello scantinato dove è stato rinvenuto il cadavere della donna, che addosso aveva solo il reggiseno. Gli inquirenti hanno ipotizzato che la donna possa essere stata colpita, trascinata giù per le scale battendo la testa sui gradini e finita nello scantinato. Il suo omicida ha infierito con più colpi in testa. Secondo una prima ispezione cadaverica, la morte risale a circa 72 ore prime del ritrovamento del corpo.
Marito accusato anche di occultamento cadavere – Matteo Cagnoni, oltre che dell’omicidio aggravato, deve rispondere anche di occultamento di cadavere. Questo per via delle posizione – in uno scantinato all’interno di una villa chiusa a chiave – nella quale è stato trovato il corpo della donna. L’uomo, la cui famiglia è originaria di Firenze, in passato era stato indagato per una vicenda legata a prescrizioni di farmaci. Nel capoluogo toscano secondo gli inquirenti era andato subito dopo il delitto assieme ai tre figli – tra i 6 e gli 11 anni – per essere ospitato nella casa di famiglia.
Ha massacrato la moglie con un bastone: arrestato il noto dermatologo Matteo Cagnoni (Ravenna Today – 19 settembre 2016)
A dare l’allarme sono stati i familiari, che non riuscivano a contattarla telefonicamente da alcuni giorni.
E’stata trovata senza vita nello scantinato di casa, con il cranio massacrato. Il macabro ritrovamento è stato effettuato nel cuore della nottata tra domenica e lunedì in una villa in via Padre Genocchi, nei pressi dei giardini pubblici. La vittima, Giulia Ballestri, avrebbe compiuto 40 anni il prossimo 17 novembre. Le ultime notizie della donna risalivano a giovedì, quando aveva inviato un messaggio al fratello (il contenuto non era preoccupante). La denuncia di scomparsa è stata presentata domenica. La morte risale probabilmente a 72 ore prima del ritrovamento.
LE INDAGINI – Subito si sono attivati gli agenti della Volante, affiancati dai Vigili del Fuoco. Entrati in casa, gli uomini in divisa hanno trovato il corpo della donna senza vita.Sul posto si è portato il medico legale per una prima ispezione cadaverica. Fin da subito la pista seguita dagli inquirenti, coordinati dal procuratore capo di Ravenna Alessandro Mancini e dal sostituto Cristina D’Aniello, è stata quella dell’omicidio. La Squadra Mobile ha fermato il marito Matteo Cagnoni, noto dermatologo di Ravenna. Dovrà rispondere delle accuse di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. Il quadro probatorio nei confronti del 51enne è stato definito “sostanzioso” dal sostituto procuratore D’Aniello. Tra gli elementi rientra anche il fatto che a possedere le chiavi della villa, trovata chiusa a chiave e con l’allarme inserito, fossero solo Cagnoni e la moglie. Non si sa con quale pretesto l’assassino abbia portato la vittima nella villa familiare del dermatologo. Cagnoni è stato bloccato nella villa della sua famiglia a Firenze, in via Bolognese. Gli agenti della squadra contrasto al crimine diffuso, diretti dal commissario capo Maria Assunta Ghizzoni, hanno bloccato il 51enne prima che si allontanasse. Quando la villa era già accerchiata, il dermatologo si sarebbe allontanato a piedi lungo via Faentina, per tornare indietro poco dopo. Una volta braccato ha detto: “Voglio un avvocato”. In casa dei genitori sono stati ritrovati dei soldi su un letto e i passaporti dei tre figli della coppia, dai 6 agli 11 anni. Al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine i piccoli stavano dormendo.
Omicidio Ballestri, l’autopsia su Giulia. “Morta dopo una lunga agonia” (il Resto del Carlino – 4 marzo 2017)
La donna si è difesa strenuamente dai colpi dell’omicida ed è stata inseguita
Processo Cagnoni: “Giulia era braccata da lui, soffocata da mille chiamate” (la Repubblica – 22 giugno 2018)
Durante il processo a Ravenna le amiche raccontano della donna uccisa dal celebre dermatologo condannato, in primo grado, all’ergastolo
“E Giulia come era, per come la ha conosciuta lei?” Alla domanda dell’avvocato Giovanni Trombini, il difensore del dottor Matteo Cagnoni, condannato oggi, venerdì 22 giugno, all’ergastolo per l’omicidio della moglie Giulia Ballestri avvenuto il 16 settembre 2016, Daniela Belcastro, moglie di un amico fiorentino del medico imputato, è sopraffatta dall’emozione. E’ lei, Daniela, che come pochi altri testimoni del processo dà il senso della perdita irreparabile, dell’atroce ingiustizia perpetrata contro Giulia, i suoi tre bambini, le persone che la amavano. “Giulia era una mamma meravigliosa, fagocitata da questi bambini”, risponde Daniela Belcastro in un’udienza del processo che si è svolto a Ravenna, poi non riesce a proseguire, piange, beve un sorso d’acqua, si fa forza e prosegue: “Era sempre con un bambino in braccio, tutte le cene che facevamo ci aveva sempre qualcuno che la baciava, ci era Gianni, poi ci era Lorenzo, poi ci era Rebecca, persona generosissima, meravigliosa, positiva…” (I nomi dei bambini sono stati modificati). “Quando Giulia tornava a Ravenna io non avevo rapporti con lei però quando arrivava a Firenze era solare, felice, e poi era sempre con questi bambini…”
Il 16 settembre 2016, quando è stata barbaramente uccisa, Giulia Ballestri non aveva ancora 39 anni. Aveva i capelli neri e grandi occhi azzurri. Non amava più suo marito. Era innamorata di un altro, l’imprenditore Stefano Bezzi. Matteo Cagnoni la accusava di averlo disonorato e minacciava di toglierle i figli. La soffocava con continue telefonate, la controllava incessantemente, la braccava, la costringeva a prendere farmaci contro la depressione di cui non aveva affatto bisogno, la stremava con interminabili soliloqui, la costringeva ad avere rapporti sessuali a cui lei si rassegnava “come un sacco di patate”, “come una morta”, perché – confidava al compagno e all’amica più cara – “lui mi repelle”. Il marito minacciava di ucciderla, poi giurava sulla testa dei figli che non le avrebbe fatto del male. Da settimane Giulia viveva nella paura. Pochi giorni prima di essere uccisa aveva scoperto che il marito aveva ceduto tutte le sue proprietà al fratello, a prezzi irrisori, per timore delle sue pretese. Ma Giulia in realtà voleva solo respirare liberamente, vivere, riprendere il lavoro. E aveva talmente paura di lui al punto di non bere più da bottiglie già aperte e di nascondere le chiavi della cassaforte perché al suo interno c’era una pistola. Anche al processo Matteo Cagnoni ha cercato velatamente di svilire la figura di Giulia. L’ha definita “fabulante”, ha insinuato che avesse un altro amante, di cui non è stata trovata la minima traccia, neppure dagli investigatori che Cagnoni aveva ingaggiato per spiare la moglie.
In una conversazione intercettata pochi giorni dopo il delitto, la madre di Cagnoni si confidava con una amica: “Diciamo che l’ha fatta grossa ma ha avuto un trauma grosso lui, per la distruzione della sua famiglia non ci ha visto più… chi l’avrebbe mai detto, sembrava che Matteo fosse il Dio in terra… si vede che gli (a Giulia – ndr) è venuto un frullo in testa che non ha saputo resistere… delle donne giovani con un marito bravo, un marito buono così, andare a commettere degli errori… per… per rovinare tutto così”. Ma Giulia non aveva “commesso un errore”. Giulia era innamorata. Nell’udienza del 15 dicembre 2017 lo ha raccontato la sua tata, Emilia Valmaggi. In maggio, nel periodo delle ciliegie, erano andate insieme a Savignano a prenderle e lì c’era anche l’amore di Giulia, Stefano Bezzi: “Ho capito subito chi era”, ha raccontato la tata: “Giulia lo teneva in una mano, che sembrava avesse il Bambin Gesù. Sì, lei lo teneva sempre in una mano. Si vedeva che era innamoratissima. Alla pazzia.” “Quindi le disse che era una storia importante?”, le chiede l’avvocato. “Sì”, risponde Emilia senza esitazione.
Matteo Cagnoni era offeso. Si sentiva disonorato perché la moglie era innamorata di un uomo che a suo giudizio non era all’altezza. Un camionista ignorante, lo definiva. Nel corso della sua requisitoria la pm Cristina D’Aniello ha sostenuto che Giulia, attraverso i messaggi che ha lasciato al suo amore, è divenuta una testimone qualificata del suo feroce omicidio. La pm ha letto molti di quei messaggi. Ecco uno scambio fra Giulia e il compagno. Cagnoni aveva vietato alla moglie di incontrarlo, era una condizione che le aveva imposto per acconsentire alla separazione. E’ il 15 agosto, un mese prima della mattanza. Giulia: “Ti amo”. Stefano: “Vorrei venire lì”. Giulia: “Mi uccide”. Stefano: “Non fa”. Giulia: “Lo ho disonorato”. Stefano: “Io ti porto via”. Giulia: “Se tu mi porti via perdo i miei figli”. E’ rimasta, nonostante le minacce, per non fare del male ai bambini, per non rischiare di perderli. E’ finita uccisa a bastonate, sfigurata, abbandonata ancora agonizzante nella cantina della villa degli spiriti. (di Franca Selvatici)
Cronache criminali – Il femminicidio di Giulia Ballestri (Rai Play)
La storia di Giulia Ballestri, brutalmente uccisa dal marito Matteo Cagnoni. È il 18 settembre del 2016 quando alla Questura di Ravenna arriva la denuncia della scomparsa di Giulia Ballestri, una giovane donna di trentanove anni, madre di tre bambini. L’improvvisa sparizione appare fin da subito come un caso insolito agli occhi degli inquirenti, i quali non credono a un allontanamento volontario, e si muovono immediatamente nel solco della sua vita privata. La donna è sposata con Matteo Cagnoni, un dermatologo di fama nazionale, che conta numerose apparizioni in vari programmi televisivi, rampollo di una delle famiglie più in vista della borghesia di Ravenna: un uomo al di sopra di ogni sospetto, si direbbe. Le indagini mettono, però, in luce il rapporto ossessivo che Cagnoni aveva instaurato con la moglie, e come la controllasse costantemente. Proprio quando Giulia conosce un altro uomo e decide di porre fine a quella relazione che non la fa sentire libera, il marito premedita un delitto, attuato poi efferatamente.
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In memoria di
Dopo il funerale, una messa aperta a tutti per ricordare Giulia Ballestri (Ravenna Today – 29 settembre 2016)
Messa che arriva dopo il funerale che è stato celebrato lunedì mattina nella chiesa di San Giovanni Evangelista in forma strettamente riservata
Dopo la cerimonia di addio a Giulia Ballestri, con un funerale che è stato celebrato lunedì mattina nella chiesa di San Giovanni Evangelista in forma strettamente riservata e alla presenza di una manciata di famigliari più intimi, la famiglia ha scelto di indicare un secondo momento religioso aperto ai tanti conoscenti e amici che conoscevano, stimavano e volevano bene alla donna uccisa la scorsa settimana nella villa di via Padre Genocchi. Infatti, sabato pomeriggio, alle 18, la stessa chiesa che ha accolto l’ultimo saluto a Giulia tornerà a riempirsi con una messa in memoria della 39enne morta sotto i colpi di bastone, che sarebbero stati scagliati – secondo le accuse della Procura di Ravenna – dal marito Matteo Cagnoni, che attualmente si trova in carcere.
Nel manifesto funebre che annuncia la messa di ricordo e in cui campeggia una foto della donna, la famiglia, “la sua vera famiglia” come si rimarca, “ringrazia per le dimostrazioni di affetto ricevute in questi giorni” e rimanda appunto a sabato 1 ottobre, alle 18, nella chiesa di San Giovanni Evangelista per una cerimonia senza feretro, ma che permetterà a tutte le persone che si sentono toccate da questa tragedia di testimoniare la loro presenza.
Femminicidi, un fiore-opera d’arte per ricordare la morte di Giulia Ballestri (Ravenna Today – 22 novembre 2020)
Il fiore è stato realizzato anche grazie ai proventi che l’autrice Carla Baroncelli ha donato alla Casa delle Donne con la vendita del libro. L’evento è stato trasmesso in diretta Facebook
Più di quattro anni fa, la città di Ravenna veniva scossa da un crimine cruento, l’assassinio per mano del marito di Giulia Ballestri, che lasciò tre piccoli orfani di madre. Spiega una nota delle associazioni femminili Casa delle Donne, Udi e Linea Rosa: “Numerosi sono gli episodi di questo tipo che si susseguono a ritmo allarmante, le donne vengono uccise da chi professa loro di amarle, soprattutto nel momento in cui decidono di sottrarsi a quella che è una vita costellata di violenze a soprusi. I centri antiviolenza, le associazioni femminili, da decenni si impegnano nel contrasto e nella prevenzione della violenza di genere che si manifesta in maniera trasversale e subdola, e per questo, ancora più difficile da debellare, violenza che, ancora troppo frequentemente trascende in femminicidio, come atto di estrema sopraffazione sulla donna che vuole sottrarsi alla relazione violenta”.
Quest’anno, all’interno della rassegna “Una società per relazioni”, promossa dall’Assessorato alle Politiche e Culture di Genere del Comune di Ravenna, che racchiude numerosi eventi per ricordare il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, Linea Rosa, UDI e Casa delle donne hanno installato un nuovo fiore in ricordo di Giulia Ballestri al monumento dedicato alle vittime di femminicidio sito in Piazzetta Serra. All’inaugurazione, con presenza limitata alle sole rappresentanti delle associazioni e all’assessora Ouidad Bakkali, in ottemperanza alle vigenti normative anti COVID, sono stati letti brani tratti dal libro di Carla Baroncelli “Ombre di un processo” che racconta, udienza dopo udienza, il processo di primo grado di Matteo Cagnoni, il marito di Giulia Ballestri, accusato e condannato all’ergastolo anche in secondo grado, per il femminicidio della moglie.
Il fiore è stato realizzato anche grazie ai proventi che l’autrice Carla Baroncelli ha donato alla Casa delle Donne con la vendita del libro.
L’evento è stato trasmesso in diretta Facebook sulle pagine di Linea Rosa, Casa delle Donne e UDI. Gli alunni delle due classi 5E Arti Figurative pittura/mosaico e 2E Progetto Mosaico (Dafne Morigi, Vincenzina Ignini, Michela Betti, Alessia Perra, Gaia Pescosolido e Glenis Xhuveli) del Liceo Artistico Nervi – Severini con il contributo fondamentale delle professoresse arinella Tassinari e Elena Pagani hanno realizzato il fiore. Il restauro completo dell’opera è stato realizzato dall’Associazione Dis-ordine costituita da ex allievi e insegnanti delle Scuole d’Arte di Ravenna ed ha visto il coinvolgimento delle ex-allieve del Liceo Artistico Sofia Laghi, Chiara Sansoni, Martina Di Mattia, Giulia Baschetti, Beatrice Santi. Al monumento sarà affiancato un leggio esplicativo della scultura, in modo che residenti e turisti ne possano conoscere il progetto. Il leggio è stato commissionato alla ditta Venturi Umberto SNC che ha deciso di donarlo alla città come segno di adesione e contributo alle azioni contro la violenza sulle donne. Il leggio sarà installato non appena possibile.