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Gisella Treglia, 17 anni, maestra d’asilo. Uccisa a coltellate e bruciata viva da un conoscente

Scauri (Latina), 30 Gennaio 1989


Titoli & Articoli

Corriere della Sera – 30 gennaio 1989

 

Corriere della Sera – 31 gennaio 1989

 

 

GISELLA CONOSCEVA IL SUO KILLER (LA Repubblica – 31 gennaio 1989)
SCAURI Gisella conosceva il suo assassino. Sabato scorso aveva un appuntamento alle 12 e 30. Nella piazza centrale del paese, proprio a fianco dell’ edicola. Con chi, non lo sappiamo. Ma sappiamo che non sarebbe mai salita in macchina con uno sconosciuto. Non era il tipo. Chi l’ ha uccisa, quindi, la frequentava, oppure godeva della sua fiducia.
Gennaro Treglia, 23 anni, ha la voce rotta dall’ emozione. Al telefono piange e si dispera. Da 48 ore cerca di trovare un appiglio, un indizio, anche fragile, per spiegare un omicidio particolarmente efferato. La sorella, Gisella, 18 anni il prossimo 9 aprile, è stata violentata, pestata brutalmente, uccisa e poi bruciata.
L’ ultima persona che l’ ha vista in vita è un parente: chiaccherava proprio vicino all’ edicola di Scauri, con una ragazza alta e scura di capelli. Una ragazza che nessuno aveva visto prima e che la gente del piccolo paese sulle sponde del fiume Garigliano classifica con certezza come forestiera, venuta da fuori.
L’ hanno ritrovata due cacciatori in cerca di fagiani domenica nel primo pomeriggio. In mezzo alla pineta di Monte d’ Argento, a Marina di Minturno: un luogo appartato, prescelto dalle coppiette, a pochi metri dal mare. Il corpo della giovane, devastato dalle fiamme, riverso sotto un grande pino, era ridotto a un mucchio informe carbonizzato. Aveva il femore della gamba sinistra fratturato all’ altezza del ginocchio e una profonda ferita alla nuca. Una telefonata anonima ha fatto scattare l’ allarme.
Sul posto sono arrivati i carabinieri della stazione di Minturno, della caserma di Scauri e del reparto di Formia. E poi ancora il pretore, dirigenti della questura, i responsabili della squadra mobile, il magistrato di turno della Procura di Latina. Le indagini stentano a decollare. Ma il tremendo assassinio sconvolge la vita tranquilla della cittadina del sud pontino. Tutti si conoscono, la voce in pochi minuti arriva anche in casa Treglia.
Il padre, Nino, gestore di una pasticceria di Scauri, vive ore di angoscia. La figlia è sparita da sabato pomeriggio. L’ aspettavano al negozio: doveva dare il cambio alla madre in pasticceria. L’ avevano attesa invano fino a notte inoltrata. Alla fine avevano deciso di denunciare la scomparsa ai carabinieri. Il comandante della caserma di Scauri, il maresciallo Pinto, collega le due circostanze. Avvisa Nino Treglia e lo prega di adempiere al triste rito del riconoscimento. Il padre di Gisella accorre sul posto con il cuore in gola: non si rassegna. Ma di fronte a quel corpo è costretto ad accettare la terribile realtà. Era ancora una bambina, continua a ripetere, quasi ossessivamente, non riesco a capire cosa possa essere successo. Era così fragile, indifesa... spesso si sedeva sulle mie gambe per farsi coccolare. Non era solo una figlia, per me era tutto.
Il pasticcere non ha dubbi: gli anelli sulle dita di entrambe le mani, un collier, il paio di stivali risparmiati dal fuoco e un portachiavi con una piccola scarpa da tennis appesa sono prove inequivocabili. Tutti oggetti che appartenevano a Gisella. Si fanno i primi rilievi, si raccolgono le prime testimonianze. Polizia e carabinieri scavano a fondo nella vita della ragazza. Una giovane pulita, tranquilla, diplomata in maestra d’ asilo, regolare negli orari. Tutto casa e lavoro, come si dice. Piena di amici, un recente legame sentimentale con un ragazzo di San Marcellino, centro dell’ entroterra napoletano. Gli inquirenti finora hanno interrogato oltre 60 persone. Ma non hanno imboccato una pista precisa.
La tecnica usata dagli assassini fa pensare ad una tipica vendetta per uno sgarro: ma anche l’ ipotesi droga non trova alcun riscontro. Le indagini si concentrano quindi sulla vita sentimentale di Gisella. E si scopre così che negli ultimi tempi, il suo ex ragazzo, Maurizio Liguori, un giovane di Sessa Aurunca, si era fatto nuovamente sentire per tentare di riallacciare un rapporto. Conferma il fratello dell’ uccisa, Gennaro Treglia: Maurizio telefonava continuamente. Voleva tornare con Gisella. Ma lei, ormai, stava con un altro ragazzo, Luigi. Sia Luigi che Maurizio sono stati interrogati dai carabinieri. Ma la loro testimonianza non è servita a imprimere nuove svolte alle indagini. Così come la ricostruzione degli ultimi istanti in cui la giovane assassinata è stata vista ancora in vita.
Sabato mattina, Gisella Treglia è uscita con due coetani, Graziella e Alfonso. Graziella ha detto di averla lasciata con il suo ragazzo. E Alfonso, a sua volta, ha raccontato di averla salutata nella piazza centrale di Scauri, davanti all’ edicola. Il posto dove aveva fissato un appuntamento. Un parente dice di averla vista parlare con una ragazza che non abita a Scauri. Erano le 12,30, forse le 12 e 45. Poi è scomparsa. L’ autopsia adesso cercherà di chiarire altri particolari. Il primo: l’ esatto momento della morte. Gli inquirenti, infatti, sono convinti che Gisella sia stata uccisa in un altro posto e solo dopo portata nella pineta. Il fuoco, bruciare il cadavere, aggiunge un investigatore, può essere un depistaggio. Un tentativo di accreditare la pista della vendetta. Oppure il folle gesto di un maniaco.

Corriere della Sera – 1 febbraio 1989

 

Corriere della Sera – 9 febbraio 1989

 

ARRESTATO L’ ASSASSINO DI SCAURI ‘MA NON VOLEVO UCCIDERLA’ (La Repubblica – 11 febbraio 1989)
I carabinieri di Formia hanno arrestato l’ assassino di Gisella Treglia, la diciassettenne uccisa e bruciata nella pineta di Monte d’ Argento a Scauri dieci giorni fa. E’ Alfonso Coppola, di 19 anni, fidanzato di una cugina della ragazza. Il giovane è stato fermato dai carabinieri nella tarda mattinata ed ha confessato dopo alcune ore di interrogatorio. Verso le 17, per evitare reazioni della popolazione riunita davanti la caserma, è stato trasferito al carcere di Latina.
I carabinieri di Scauri hanno arrestato Alfonso Coppola mentre vagava sulla spiaggia con una corda in mano. La sua scomparsa era stata denunciata dai genitori, agricoltori a Cellole, in provincia di Caserta. Il giovane era nella rosa dei sospettati perchè era stato l’ ultimo a vedere Gisella da viva. Portato in caserma, Coppola ha confessato dopo qualche ora l’ omicidio ed ha indicato il luogo dove aveva nascosto il coltello con il quale aveva inferto 17 colpi a Gisella.
Il giovane ha raccontato di aver compiuto il delitto perchè la ragazza si era rifiutata di adoperarsi per farlo riappacificare con una cugina con la quale aveva avuto una relazione. Ha raccontato di aver convinto Gisella a salire sulla sua auto e di averle parlato del suo desiderio di riprendere il rapporto sentimentale, interrotto da tre mesi, con la cugina Angela Nocella.
Gisella l’ ha scoraggiato, ha cercato di convincerlo che la rottura era definitiva e gli ha rinfacciato i suoi comportamenti violenti verso la cugina. Coppola ha perso la testa e l’ ha colpita con un pugno facendole perdere i sensi. Ma la ragazza non rinveniva e lui ha creduto di averla uccisa. Allora l’ ha portata nel bosco di Scauri e, volendo inscenare un omicidio a sfondo sessuale, l’ ha colpita ripetutamente con il coltello e poi ha bruciato il corpo.

 

Corriere della Sera – 11 febbraio 1989


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