Gisella Mazzoni, 37 anni, mamma. Uccisa con violenze psicologiche, massacrata a calci e pugni, infine trucidata dal marito, che si lancia dal sesto piano insieme al figlio di 1 anno
Rapallo (Genova), 11 Dicembre 2014
Gisella subiva violenze psicologiche ormai da anni. Aveva provato anche a denunciarlo. Alla fine è morta, uccisa insieme al suo piccolo Francesco.
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Il diario della trentasettenne uccisa mercoledì e custodito da sua madre
Sul tavolo del salotto di Monica Revello c’è una quaderno: è il diario di Gisella Mazzoni, 37 anni, sua figlia. Fogli di carta ai quali la donna affidava il racconto delle sue giornate, durante i mesi della gravidanza. In fondo alla prima pagina, in stampatello, una frase chiara: «Non ce la faccio più. È fuori controllo». Nei quadretti, con una calligrafia complicata ma ordinatissima, Gisella annotava le liti, si sfogava contro Alessio Loddo, che nonostante il bimbo nel grembo non le dava tregua e che per lei, appunto, era «fuori controllo».
A leggere, si incappa nell’autoritratto desolato di una donna in crisi – «sono rimasta a casa sola», incinta, rassegnata a non potersi neppure riposare sotto le lenzuola di un letto: «Ho dormito sul divano anche stanotte – scrive Gisella – Perché tanto abbiamo litigato». Nella nota del giorno successivo, il clima non cambia e il rapporto teso e fragile con Loddo non dà pace: «Stamattina abbiamo litigato tanto. Volevo andare via ma non mi dava le chiavi di nessuna auto».
Mamma Monica guarda le pagine, cerca di interpretare la scrittura. «Mia figlia scrive “lite al coltello”», dice la madre. Non può non saltare all’occhio. Gisella è morta per le botte e per le dodici coltellate che ha ricevuto da Alessio: «Mentre mia figlia camminava a fatica per la pancia, perché incinta, lui le diceva che era grassa, che faceva schifo. Anche in ospedale, dopo la nascita di mio nipote, l’aveva insultata».
Gisella scrive e spiega a se stessa che il medico le ha detto che «posso prendere la valeriana per la depressione». Ripercorre una lite perché il gatto piangeva e Alessio non dormiva. E di come lui la incolpasse del fatto che un’auto era rimasta sotto una grandinata: «Urla perché la Fiesta è fuori e può rovinarsi per colpa mia. Non ce la faccio più. È fuori controllo».
Alessio Loddo litigava con Gisella Mazzoni per affidamento figlio: li ha uccisi tutti e 2
Litigavano spesso. E più di una volta si erano anche rivolti ai carabinieri. Litigavano perché si stavano separando e non trovavano un accordo sull’affidamento del loro piccolo. Fino al 10 dicembre, quando Alessio Loddo ha ucciso a coltellate la compagna, Gisella Mazzoni, 37 anni, e poi si è lanciato dal quinto piano portando con sé il loro figlio di 13 mesi. Più volte entrambi si sono rivolti ai carabinieri ma sono sempre stati convinti dai rispettivi legali a non sporgere denunce per non aggravare la situazione. Negli ultimi dieci giorni sembrava avessero raggiunto un equilibrio: l’uomo vedeva regolarmente in bambino nell’appartamento dove si è consumata la tragedia. Intantoil sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco, che conosceva la coppia, ha fatto sapere che il giorno dei funerali sarà proclamato lutto cittadino e verranno annullati gli eventi natalizi programmati.
Gisella Mazzoni aveva provato, un mese fa, a denunciare Alessio Loddo
L’uomo le aveva versato alcune gocce di tranquillanti nel bicchiere e la donna aveva perso conoscenza per ore. L’episodio raccontato ai Carabinieri. Intanto, il pm Airoldi non disporrà l’autopsia sui cadaveri
Prosegue l’indagine relativa alla tragedia di via Lamarmora a Rapallo, dove Alessio Loddo, 37 anni, ha ucciso la compagna Gisella Mazzoni, 35 anni, e si è gettato dalla finestra portandosi dietro il loro figlioletto, Francesco Gregorio, 1 anno. Loddo avrebbe colpito più volte la Mazzoni, utilizzando due diversi coltelli da cucina, poi riposti in lavastoviglie dopo il delitto. Lo stesso Loddo, prima di gettarsi nel vuoto e mandare un messaggio sms alla sorella, ha anche scritto una lettera nella quale spiegava ai familiari come comportarsi dopo la sua morte, per quanto riguardavano conti correnti e i due cagnolini della coppia.
E’ anche emerso che, nel mese scorso, Gisella Mazzoni si era recata dai Carabinieri per raccontare questo episodio: Loddo le avrebbe versato del tranquillante dentro una bevanda e lei avrebbe perso conoscenza per diverse ore. Questo è stato il motivo della decisione della donna di abbandonare la casa dove vivevano tutti insieme per trasferirsi dalla madre. La Mazzoni non aveva poi sporto denuncia dopo il racconto ai Carabinieri. Il pubblico ministero Marco Airoldi, che coordina le indagini, non disporrà l’autopsia: “Siamo orientati in tal senso – ha detto il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce – visto che la dinamica di quanto avvenuto e le cause dei decessi sono chiare e le colpe attribuibili con certezza”.
Gisella Mazzoni colpita con 2 coltelli, messi in lavastoviglie da Alessio Loddo prima di uccidersi
Emergono nuovi dettagli in merito alla tragedia avvenuta ieri a Rapallo dove Alessio Loddo, 37 anni, prima ha ucciso a coltellate la compagna, Gisella Mazzoni, 37 anni, e poi si è lanciato dal quinto piano portando con sé il loro figlio di 13 mesi. Secondo quanto riferito da persone vicine alla coppia, i due, non regolarmente sposati, litigavano per l’affidamento del bambino.
Più volte entrambi si sono rivolti ai carabinieri, ma sono sempre stati convinti dai rispettivi legali a non sporgere denunce per non aggravare la situazione. Negli ultimi dieci giorni sembrava avessero raggiunto un equilibrio: l’uomo vedeva regolarmente in bambino nell’appartamento dove si è consumata la tragedia.
Intanto il sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco, che conosceva la coppia, ha fatto sapere che il giorno dei funerali sarà proclamato lutto cittadino e verranno annullati gli eventi natalizi programmati.
Alessio Loddo avrebbe massacrato a pugni la compagna Gisella Mazzoni prima di colpirla con 2 diversi coltelli; le armi improvvisate sarebbero poi state messe in lavastavoglie, quindi Loddo avrebbe atteso circa 40 minuti prima di uccidersi: questo, almeno, sarebbe emerso dalla prima ispezione sul cadavere della donna, effettuata dal medico legale nominato dal tribunale, Marco Salvi.
Nessuna autopsia Il pubblico ministero Marco Airoldi, che coordina le indagini, non disporrà l’autopsia: «Siamo orientati in tal senso – ha detto il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce – visto che la dinamica di quanto avvenuto e le cause dei decessi sono chiare e le colpe attribuibili con certezza».
Una lettera e l’sms di addio Loddo ha lasciato una lettera scritta a mano nella casa di via Lamarmora 25 dove si è consumata la tragedia, che è stata sequestrata dai carabinieri; ha anche inviato due sms alla sorella, rendendo piena confessione dell’omicidio.
Funerali separati per Gisella Mazzoni, il figlio e Alessio Loddo
Tutta Rapallo si è stretta intorno ai feretri di Gisella Mazzoni e del suo piccolo Francesco di 13 mesi uccisi dal compagno della donna, Alessio Loddo, padre del bambino che si è suicidato.
Tantissime le persone che hanno voluto dimostrare vicinanza alla madre di Gisella che, nei manifesti funebri, ha invitato a ricordare Gisella e Francesco non con fiori ma con donazioni per l’ospedale pediatrico Gaslini e al centro antiviolenza sulle donne.
In chiesa, anche i rappresentanti dell’amministrazione comunale con il sindaco Carlo Bagnasco. Sulla bara del piccolo Francesco alcuni disegni e un orsacchiotto.
Il funerale di Alessio Loddo è stato, invece, celebrato stamani poco dopo le 8 nella chiesa di Sant’Anna