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Gisella Mazzoni, 37 anni, mamma. Uccisa con violenze psicologiche, massacrata a calci e pugni, infine trucidata dal marito che uccide anche il figlio di 1 anno

Rapallo (Genova), 11 Dicembre 2014

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Gisella Mazzoni aveva provato, un mese fa, a denunciare Alessio Loddo (Levante – 11 dicembre 2014)
L’uomo le aveva versato alcune gocce di tranquillanti nel bicchiere e la donna aveva perso conoscenza per ore. L’episodio raccontato ai Carabinieri. Intanto, il pm Airoldi non disporrà l’autopsia sui cadaveri
Prosegue l’indagine relativa alla tragedia di via Lamarmora a Rapallo, dove Alessio Loddo, 37 anni, ha ucciso la compagna Gisella Mazzoni, 35 anni, e si è gettato dalla finestra portandosi dietro il loro figlioletto, Francesco Gregorio, 1 anno. Loddo avrebbe colpito più volte la Mazzoni, utilizzando due diversi coltelli da cucina, poi riposti in lavastoviglie dopo il delitto. Lo stesso Loddo, prima di gettarsi nel vuoto e mandare un messaggio sms alla sorella, ha anche scritto una lettera nella quale spiegava ai familiari come comportarsi dopo la sua morte, per quanto riguardavano conti correnti e i due cagnolini della coppia.
E’ anche emerso che, nel mese scorso, Gisella Mazzoni si era recata dai Carabinieri per raccontare questo episodio: Loddo le avrebbe versato del tranquillante dentro una bevanda e lei avrebbe perso conoscenza per diverse ore. Questo è stato il motivo della decisione della donna di abbandonare la casa dove vivevano tutti insieme per trasferirsi dalla madre. La Mazzoni non aveva poi sporto denuncia dopo il racconto ai Carabinieri. 
Il pubblico ministero Marco Airoldi, che coordina le indagini, non disporrà l’autopsia: “Siamo orientati in tal senso – ha detto il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce – visto che la dinamica di quanto avvenuto e le cause dei decessi sono chiare e le colpe attribuibili con certezza”.

Alessio Loddo litigava con Gisella Mazzoni per affidamento figlio: li ha uccisi tutti e 2 (Blitz – 11 dicembre 2014)
Litigavano spesso. E più di una volta si erano anche rivolti ai carabinieri. Litigavano perché si stavano separando e non trovavano un accordo sull’affidamento del loro piccolo. Fino al 10 dicembre, quando Alessio Loddo ha ucciso a coltellate  la compagna, Gisella Mazzoni, 37 anni, e poi si è lanciato dal quinto piano portando con sé il loro figlio di 13 mesi. Più volte entrambi si sono rivolti ai carabinieri ma sono sempre stati convinti dai rispettivi legali a non sporgere denunce per non aggravare la situazione. Negli ultimi dieci giorni sembrava avessero raggiunto un equilibrio: l’uomo vedeva regolarmente in bambino nell’appartamento dove si è consumata la tragedia. Intantoil sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco, che conosceva la coppia, ha fatto sapere che il giorno dei funerali sarà proclamato lutto cittadino e verranno annullati gli eventi natalizi programmati.

 

Gisella Mazzoni colpita con 2 coltelli, messi in lavastoviglie da Alessio Loddo prima di uccidersi (Il Secolo XIX – 11 dicembre 2014)
Emergono nuovi dettagli in merito alla tragedia avvenuta ieri a Rapallo dove Alessio Loddo, 37 anni, prima ha ucciso a coltellate la compagna, Gisella Mazzoni, 37 anni, e poi si è lanciato dal quinto piano portando con sé il loro figlio di 13 mesi. Secondo quanto riferito da persone vicine alla coppia, i due, non regolarmente sposati, litigavano per l’affidamento del bambino.
Più volte entrambi si sono rivolti ai carabinieri, ma sono sempre stati convinti dai rispettivi legali a non sporgere denunce per non aggravare la situazione.
Negli ultimi dieci giorni sembrava avessero raggiunto un equilibrio: l’uomo vedeva regolarmente in bambino nell’appartamento dove si è consumata la tragedia.
Intanto il sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco, che conosceva la coppia, ha fatto sapere che il giorno dei funerali sarà proclamato lutto cittadino e verranno annullati gli eventi natalizi programmati.
Alessio Loddo avrebbe massacrato a pugni la compagna Gisella Mazzoni prima di colpirla con 2 diversi coltelli; le armi improvvisate sarebbero poi state messe in lavastavoglie, quindi Loddo avrebbe atteso circa 40 minuti prima di uccidersi: questo, almeno, sarebbe emerso dalla prima ispezione sul cadavere della donna, effettuata dal medico legale nominato dal tribunale, Marco Salvi.
Nessuna autopsia Il pubblico ministero Marco Airoldi, che coordina le indagini, non disporrà l’autopsia: «Siamo orientati in tal senso – ha detto il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce – visto che la dinamica di quanto avvenuto e le cause dei decessi sono chiare e le colpe attribuibili con certezza».
Una lettera e l’sms di addio Loddo ha lasciato una lettera scritta a mano nella casa di via Lamarmora 25 dove si è consumata la tragedia, che è stata sequestrata dai carabinieri; ha anche inviato due sms alla sorella, rendendo piena confessione dell’omicidio.

Quando Gisella raccontava all’amica: «Non so se arrivo a Capodanno» (il Secolo XIX – 13 dicembre 2014)
La tragedia di Rapallo. Nel racconto della donna, mesi di insulti: «Le diceva: “ti butto dal poggiolo”»
«Di nascosto, al telefono Gisella mi raccontava che Alessio le diceva “se mi lasci ti ammazzo”. O, da luglio, anche “ammazzo nostro figlio per farti un dispetto”. Perché nonostante questo non se ne andava? Perché lui l’aveva plagiata e Gisella soffriva a stare da sola. E perché nonostante tutto non voleva che suo figlio avesse una brutta immagine del suo papà. Ma… cavolo, tre giorni prima di morire aveva detto a un’altra amica che le chiedeva cosa volesse fare per Capodanno, che nemmeno sapeva se sarebbe arrivata, a Capodanno». Sara parla senza perdere mai il filo del discorso. È un’amica fidata di Gisella Mazzoni, la donna di 37 anni uccisa mercoledì scorso in via Lamarmora dal compagno Alessio Loddo, ilquale poi si è tolto la vita e l’ha tolta al piccolo Francesco, il loro bimbo, con il quale si è gettato dal balcone.
Sara era una delle poche, forse l’unica amica che «Alessio non aveva allontanato da Gisella, magari perché non abito più a Rapallo e venivo qui solo per le vacanze». Così lei si sfogava con Sara, che in realtà ha un altro nome, ma che celiamo come ci ha chiesto: «Perché ho paura». Sara, venerdì scorso, è andata dai carabinieri e ha raccontato tutto: «Gisella me lo aveva fatto promettere: “Ti confido queste cose perché, se un giorno dovesse uccidermi davvero, tu potrai dirle a tutti”. Quando a fine novembre le avevo detto che sarei venuta io a Rapallo per denunciarlo, lei mi aveva bloccata: “Non farlo, altrimenti capisce che abbiamo parlato e mi uccide. Ho detto tutto agli avvocati, a mia mamma e a mio cugino”. Mi sono fidata e non avrei dovuto, perché non era vero. Una responsabilità enorme».

 

Funerali separati per Gisella Mazzoni, il figlio e Alessio Loddo (Primo Canale – 15 dicembre 2014)
Tutta Rapallo si è stretta intorno ai feretri di Gisella Mazzoni e del suo piccolo Francesco di 13 mesi uccisi dal compagno della donna, Alessio Loddo, padre del bambino che si è suicidato.
Tantissime le persone che hanno voluto dimostrare vicinanza alla madre di Gisella che, nei manifesti funebri, ha invitato a ricordare Gisella e Francesco non con fiori ma con donazioni per l’ospedale pediatrico Gaslini e al centro antiviolenza sulle donne. In chiesa, anche i rappresentanti dell’amministrazione comunale con il sindaco Carlo Bagnasco. Sulla bara del piccolo Francesco alcuni disegni e un orsacchiotto.
Il funerale di Alessio Loddo è stato, invece,  celebrato stamani poco dopo le 8 nella chiesa di Sant’Anna


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