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Alessio Loddo, 37 anni, imprenditore, padre. Già denunciato per violenze anche da altre donne, dopo anni di maltrattamenti, massacra la moglie con calci e pugni, infine la uccide con due coltelli che poi mette in lavastoviglie. Si getta nel vuoto portando con sè il figlio di 1 anno (Strage di Rapallo)

Rapallo (Genova), 11 Dicembre 2014

 


Titoli & Articoli

Uccide la moglie e si butta nel vuoto assieme al figlio (L’Arena – 11 dicembre 2014)
Il gesto annunciato con un sms La donna era in casa: accoltellata
L’ha uccisa con quattro coltellate, poi ha afferrato suo figlio, un anno appena, e con lui si è gettato dal quinto piano della palazzina dove viveva con sua moglie Gisella Mazzoni, il piccolo Francesco e due cani. Alessio Loddo si è ucciso così ieri, mettendo fine anche alla vita di suo figlio dopo aver trucidato la donna che viveva con lui a Rapallo (Genova). Un omicidio-suicidio annunciato con un sms alla sorella, poco prima delle 17: «La uccido poi uccido me stesso». L’ha detto e l’ha fatto.
I passanti hanno sentito il tonfo sul selciato e hanno avvertito i soccorsi. Che però hanno potuto solo constatare il decesso di Francesco e Alessio. I carabinieri giunti sul posto sono quindi entrati in casa per cercare una causa al suicidio. E sulla porta dell’appartamento c’era un biglietto: «Non suonate», l’indizio di un’altra tragedia.
Per questo la porta è stata sfondata, trovando così il corpo di Gisella, in terra. Quattro coltellate, un lago di sangue, un omicidio che ha chiuso una storia fatta di litigi e violenze.
Un omicidio che sembra annunciato. Secondo quanto si dice in paese, Gisella da un po’ di tempo cercava di mandare via di casa Alessio che aveva sposato da un paio d’anni.
Loddo, che gli amici di lei definiscono violento, avrebbe già avuto alcune denunce per maltrattamenti formalizzate da altre donne della sua vita. «Era una coppia che litigava tanto», raccontano adesso i volontari della Croce Bianca di Rapallo, che proprio al primo piano della palazzina dove abitavano Alessio e Gisella gestiscono una casa-rifugio per le famiglie in difficoltà. La coppia apparentemente non aveva problemi di soldi. Ma aveva problemi di convivenza: lei voleva separarsi, lui non l’accettava. Da qui, forse, il gesto.

 

«L’ammazzo, poi uccido me stesso» Manda un sms alla sorella prima di accoltellare moglie e figlio (Corriere della Sera – 27ma Ora – 11 dicembre 2014)
L’ha uccisa a coltellate dopo averla picchiata, poi ha preso il figlio di un anno fra le braccia e si è buttato da un balcone del quinto piano della palazzina dove viveva con la moglie Gisella Mazzoni, il piccolo Francesco e i due cani jack russel: è morto così Alessio Loddo, 37 anni, piccolo imprenditore alle prese con la crisi, forse in difficoltà per investimenti sbagliati.
È successo ieri pomeriggio in centro a Rapallo, a un centinaio di metri dalla stazione: i soccorritori hanno tentato di rianimare il bimbo che era stato protetto dalle braccia del padre nell’impatto. Il piccolo è morto poco dopo, aveva compiuto un anno l’11 novembre. Una manciata di minuti per bruciare tre vite. Loddo non accettava la separazione dalla moglie. Il matrimonio era finito fra i litigi, Gisella tornava sempre più spesso dai genitori. Nelle ultime settimane le discussioni con il marito si erano fatte più violente: Loddo voleva tenere il bambino con sé. La casa di via Lamarmora era di Gisella e lei gli aveva intimato di andarsene entro fine anno. Si sono ritrovati lì ieri, Gisella, Alessio e il piccolo Francesco Gregorio. L’ultima lite, poi la tragedia. Un omicidio-suicidio annunciato con un sms alla sorella, poco prima delle 17: «L’ammazzo, poi uccido me stesso».
I passanti hanno sentito il tonfo sul selciato, si sono dati la voce, è arrivata l’ambulanza. I corpi del padre e del bambino sono stati raccolti e portati via mentre arrivavano i carabinieri di Santa Margherita che in fretta si sono diretti verso l’appartamento. Sulla porta c’era un biglietto: «Non suonate». La porta è stata sfondata e i militari hanno trovato il corpo di Gisella a terra in un lago di sangue.
La gente del quartiere ricorda Gisella, «una bella ragazza bionda», spingere la carrozzina con la madre al fianco e i due inseparabili cagnolini al guinzaglio. C’è chi dice che la coppia vivesse oramai separata in casa e che ieri pomeriggio Gisella avrebbe detto al marito di andare via. Qualcuno l’ha sentita gridare: «È finita. Non ne posso più». Il marito avrebbe reagito come una furia: gli ematomi sul corpo della moglie sono il segno della scarica di calci e pugni che lui le ha assestato prima di ucciderla a coltellate. Alessio, secondo gli amici di lei che lo definivano violento, avrebbe già avuto denunce per maltrattamenti formalizzate da altre donne in passato.


Omicidio-suicidio Rapallo: Gisella Mazzoni presa a pugni e uccisa con due coltelli (Genova24 – 11 dicembre 2014)
Alessio Loddo, l’uomo che ieri ha ucciso a Rapallo la moglie e poi si è tolto la vita gettandosi dalla finestra insieme al figlioletto di un anno, ha prima massacrato a pugni Gisella Mazzoni e poi l’ha colpita con due coltelli. E’ quanto emerso dalla prima ricognizione sul cadavere della donna eseguita dal medico legale Marco Salvi. Molto probabilmente il pm Marco Airoldi non disporrà l’autopsia sul corpo della donna. ”Siamo orientati in tal senso – ha spiegato il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce – dato che la dinamica e le cause dei decessi sono chiare e le colpe attribuibili con certezza”.
Loddo ha lasciato una lettera scritta a mano nella casa di via Lamarmora 25, dove si è consumata la tragedia, poi inviato due sms alla sorella confessando l’omicidio. In base ai rilievi effettuati dai carabinieri del nucleo investigativo Loddo, dopo l’omicidio ha messo i due coltelli nella lavastoviglie e ha bevuto del liquore. Ci ha messo circa quaranta minuti dal delitto a decidere per il gesto estremo, prendendo in braccio il figlioletto Francesco e gettandosi dal sesto piano.


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