Emanuela Massicci, 45 anni, maestra. Massacrata di botte dal marito
Ripaberarda di Castignano (Ascoli Piceno), 19 Dicembre 2024
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Chi era Emanuela Massicci, uccisa dal marito ad Ascoli: lui già condannato per atti persecutori ad altra donna (Fan Page – 19 dicembre 2024)
Aveva 45 anni ed era una maestra Emanuela Massicci, la donna uccisa dal marito a Ripaberarda di Castignano, in provincia di Ascoli Piceno. L’uomo, il 48enne Massimo Malavolta, ha tolto la vita alla moglie mentre i figli di 10 e 11 anni si trovavano nella stanza accanto, poi ha tentato il suicidio.
Emanuela Massicci aveva 45 anni ed era una maestra. È stata uccisa dal marito a Ripaberarda di Castignano, in provincia di Ascoli Piceno, nella mattinata di oggi, giovedì 19 dicembre. L’uomo, Massimo Malavolta, ha tolto la vita alla moglie mentre i figli minori si trovavano nella stanza accanto, poi ha tentato il suicidio tagliandosi i polsi. Poco prima però aveva fatto una telefonata al padre, a cui avrebbe detto: “Papà, Emanuela sta male: non respira”, che subito aveva fatto intervenire i soccorritori. Ad aprire loro la porta d’ingresso sono stati i bambini, ora affidati ai nonni materni, mentre i Vigili del fuoco per forzare quella della camera matrimoniale dove si è consumato il delitto. Qui hanno trovato il 48enne, operaio dipendente di una fabbrica della zona, seduto sul letto, con i vestiti insanguinati e un coltello in mano, con accanto il corpo senza vita della donna. Adesso si trova piantonato all’ospedale Mazzoni per le ferite che si sarebbe inferto con un coltello. Le sue condizioni non destano preoccupazione. Per chiarire le cause della morte della donna sono stati disposti ulteriori rilievi autoptici. Da un primo esame cadaverico, la moglie presentava “numerose tumefazioni al volto e in varie parti del corpo”, mentre “non presentava, salvo più accurati e successivi approfondimenti, lesioni vitali da colpi di coltello”.
In base a una prima ipotesi, Malavolta avrebbe prima massacrato la moglie di botte, infierendo su di lei con un coltello, ma la morte potrebbe essere stata conseguenza diretta di un soffocamento.
Chi era la 45enne Emanuela Massicci. Emanuela Massicci, maestra di 45 anni, era figlia del proprietario dell’osteria del Pelo di Riberarda. “Una donna buonissima”, ha raccontato ai quotidiani locali un’amica di famiglia. Mentre il sindaco di Castignano Fabio Pollini la ricorda come “una mamma presente, attenta, che seguiva i suoi figli”. Molti abitanti del piccolo comune hanno parlato dell’accaduto come di “una tragedia che si poteva evitare”. Da quanto trapela, infatti, i rapporti fra i due da tempo non erano buoni. “Quando ci siamo incontrati la signora non mi aveva mai manifestato nulla. Non avevamo notizia di problemi particolari all’interno del nucleo familiare, non riesco a capire cosa abbia potuto scatenare la lite e l’omicidio. – ha proseguito il primo cittadino –. I familiari sono completamente sconvolti. Ora è difficile trovare parole”. “Siamo in 2.500 ed è stato un attimo che tutto il Comune venisse a conoscenza della tragedia appena avvenuta. Il pensiero mio e di tutti va ai due bambini, vittime inconsapevoli anche loro di questa tragedia enorme. Il Comune di Castignano – assicura – farà tutto quanto di propria competenza per star loro vicini”.
Il marito già condannato per atti persecutori a danni di un’altra donna. A quanto si apprende, il 48enne era stata sottoposto nel giugno 2015 alla misura cautelare degli arresti domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori ai danni di altra donna con disabilità. Nel gennaio 2016, mentre si trovava ancora ai domiciliari, era stato condannato dal Tribunale di Ascoli Piceno alla pena di 2 anni di reclusione, con la diminuzione di 1/3 per il rito abbreviato e senza pena sospesa. La sentenza era stata poi riformata dalla Corte di Appello di Ancona che riqualificava il reato di atti persecutori nella contravvenzione di molestia, con condanna alla pena di 6 mesi e 20 giorni di reclusione con pena sospesa, condanna che era diventata definitiva nel giugno 2018.
Emanuela, uccisa dal marito con i figli nella stanza accanto. Lui era già stato arrestato per stalking (Ancona Today – 20 dicembre 2024)
L’uomo era stato riconosciuto colpevole di stalking nei confronti di un’altra donna
Una giovane mamma uccisa dal marito, lui (già arrestato per stalking) che tenta il suicidio ed è ricoverato in ospedale, i figli minorenni della coppia che sono in casa quando tutto succede e che hanno loro malgrado il compito di aprire la porta ai soccorritori. Ora dopo ora emergono nuovi dettagli sul femminicidio di Castignano (Ascoli Piceno). Emanuela Massicci, maestra precaria di 45 anni, è stata uccisa dal marito Massimo Malavolta, 48 anni, che dopo aver infierito sulla moglie si è tagliato i polsi ed è ricoverato ad Ascoli Piceno. I figli della coppia, 5 e 10 anni, erano in casa. Non è chiaro cosa hanno visto o sentito. L’atroce sospetto è che abbiano assistito all’omicidio della mamma. Emerge anche che Malavolta era già stato denunciato da un’altra donna e arrestato. Emanuela è la vittima di femminicidio numero 108 in Italia dall’inizio dell’anno. Cosa sappiamo e cosa resta da chiarire.
La casa che Emanuela Massicci e Massimo Malavolta condividevano a Ripaberarda, frazione di Castignano, si è trasformata in teatro dell’orrore. Lei è stata picchiata, accoltellate e soffocata. Lui poi si è tagliato i polsi e adesso è piantonato in ospedale. I corpi sono stati trovati in camera da letto, con la porta chiusa dall’interno. In casa c’erano i figli della coppia: hanno 5 e 10 anni. Sono stati loro a fare entrare le forze dell’ordine in casa. Adesso sono stati affidati dai nonni materni. Questi sono i fatti nella loro tragica sequenza secondo quanto ricostruito finora. Ci sono però punti ancora da chiarire ed elementi che tratteggiano contorni di una tragedia quasi annunciata.
L’autopsia dovrà accertare cosa ha ucciso Emanuela, se le percosse o se è stata soffocata. Cosa hanno visto o sentito i figli di Emanuela e Massimo? Sappiamo che erano in casa quando la loro mamma veniva uccisa e sono stati loro a fare entrare nell’appartamento i soccorritori. Oggi dovevano essere a scuola per la recita di Natale, invece forse sono stati testimoni dell’orrore e adesso sono stati affidati ai nonni materni. Altro punto oscuro il movente. Non è chiaro se ci sia stata una lite. Le condizioni di Malavolta sono stabili e non sarebbe in pericolo di vita. L’uomo è piantonato dai carabinieri che lo hanno arrestato per omicidio volontario aggravato. Lui stesso, una volta sentito dagli inquirenti, potrebbe dare delle indicazioni sul perché della violenza. Sappiamo però che almeno all’inizio ha tentato di depistare le indagini: ha chiamato il padre fingendo che sua moglie aveva avuto un malore e non respirava.
Massimo Malavolta piantonato in carcere, era già stato arrestato . Intanto sono emersi i precedenti di Malavolta. A giugno 2015 era finito agli arresti domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori contro un’altra donna, con disabilità. A gennaio 2016, mentre si trovava ai domiciliari, è stato condannato dal tribunale di Ascoli a due anni di reclusione. La sentenza è stata poi riformata dalla Corte di Appello di Ancona che ha riqualificato il reato di atti persecutori nella contravvenzione di molestia, con condanna a 6 mesi e 20 giorni di reclusione con pena sospesa.
Non risultano però denunce da parte della vittima nei confronti del marito e neppure interventi da parte delle forze di polizia per liti o violenze in famiglia. “Non avevamo notizia di problemi particolari all’interno del nucleo familiare, non riesco a capire cosa abbia potuto scatenare la lite e l’omicidio”, ha detto il sindaco di Castignano Fabio Polini. Eppure molti abitanti del piccolo comune hanno parlato dell’accaduto come di “una tragedia che si poteva evitare”. Da quanto trapela, infatti, i rapporti fra i due da tempo non erano buoni. Emanuela, dicono adesso alcuni compaesani, aveva strani lividi ma la sua priorità erano i figli. I carabinieri stanno sentendo anche i genitori di lei e il padre di lui, che ha dato l’allarme. Anche dalle loro parole si spera di potere mettere insieme i pezzi mancanti di questa tragedia familiare. (di Nadia Palazzolo)
Femminicidio nell’Ascolano, Emanuela Massicci picchiata e uccisa dal marito (SkyTg24 – 21 dicembre 2024)
Emanuela Massicci, 45 anni, è stata massacrata di botte dal marito Massimo Malavolta, 48 anni, all’interno della loro abitazione, mentre in casa erano presenti anche i due figli. Nei confronti dell’uomo, arrestato in flagranza di reato, è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Attualmente ricoverato all’ospedale Mazzoni di Ascoli a seguito di un tentativo di suicidio, l’uomo sarà trasferito nel carcere di Marino del Tronto
Picchiata e uccisa dal marito. Emergono ulteriori dettagli sul femminicidio di Emanuela Massicci, 45 anni, massacrata di botte dal marito Massimo Malavolta, 48 anni, a Ripaberarda (Ascoli Piceno) nella notte del 19 dicembre all’interno della loro abitazione, mentre in casa erano presenti anche i due figli. Il 48enne, che aveva dato l’allarme avvisando i genitori della vittima (i quali a loro volta avevano chiamato il 112), è stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri. Ora, nei suoi confronti, è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Malavolta, che attualmente è ricoverato all’ospedale Mazzoni di Ascoli, sorvegliato a seguito di un tentativo di suicidio commesso dopo il delitto, sarà trasferito nel carcere di Marino del Tronto non appena i medici ne certificheranno le condizioni.
Il femminicidio di Emanuela Massicci. Secondo la ricostruzione della Procura, il femminicidio sarebbe avvenuto tra l’una e le due di notte, mentre i due figli della coppia dormivano nella loro cameretta. Massicci è stata colpita con violenza, riportando fratture multiple al naso, a sette costole e all’ulna sinistra. Sulle mani della vittima erano presenti segni di difesa. A seguito dell’aggressione, Malavolta avrebbe rivestito il corpo della vittima e si sarebbe autoinflitto un taglio all’avambraccio. Successivamente, dopo le 5 del mattino, l’uomo avrebbe telefonato ai genitori per informarli della morte della donna. Quando i carabinieri e i sanitari sono arrivati nell’abitazione di Ripaberarda, hanno trovato il 48enne seduto accanto al corpo della vittima, in stato di semi-incoscienza, con il coltello ancora in mano. Stando ai medici legali Sabina Canestrari e Francesco Brandimarti, la morte di Emanuela Massicci è stata causata dalle violenze e percosse e sarebbe avvenuta circa sette ore prima della ricognizione cadaverica effettuata nella prima mattinata di giovedì scorso, dopo la scoperta del cadavere.
L’arresto del carnefice. Nel disporre la custodia cautelare in carcere, la gip di Ascoli, Annalisa Giusti, ha evidenziato i gravi indizi di colpevolezza e l’estrema pericolosità dell’indagato, ritenendo necessario che l’uomo sia piantonato durante il ricovero in ospedale. Il 48enne, infatti era già stato sottoposto, nel giugno 2015 alla misura cautelare degli arresti domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori nei confronti di un’altra donna. Nel gennaio 2016, mentre si trovava ancora agli arresti domiciliari, era stato condannato dal Tribunale di Ascoli Piceno a due anni di reclusione. La sentenza era stata poi riformata dalla Corte di Appello di Ancona che aveva emesso una condanna per molestia di 6 mesi e 20 giorni di reclusione con pena sospesa; condanna diventata definitiva nel giugno 2018. La legale di difesa, Saveria Tarquini, aveva chiesto il trasferimento in una struttura sanitaria, sulla base di una perizia redatta nel 2015 relativa a precedenti problemi psichici e sollecitando una nuova valutazione psichiatrica sull’uomo. La gip ha invece respinto l’istanza, ritenendo la detenzione in carcere la misura più adeguata a prevenire ulteriori aggressioni.
Castignano senza Natale per il funerale di Emanuela: “La violenza deve sparire dal nostro cuore” (il Resto del Carlino – 24 dicembre 2024)
Chiesa gremita per l’ultimo saluto alla 45enne uccisa di botte dal marito Massimo Malavolta. Il vescovo Palmieri: “Oggi deve parlare solo il dolore”. Il sindaco proclama lutto cittadino e annulla tutte le iniziative per il 25 dicembre
Lacrime e incredulità, a Ripaberarda, per il funerale di Emanuela Massicci, la 45enne uccisa di botte dal marito Massimo Malavolta, giovedì scorso, nella loro abitazione che si trova nella piccola frazione picena di Castignano. La chiesa di Sant’Egidio Abate, questa mattina, non è riuscita a contenere tutte le persone che hanno voluto partecipare alle esequie della giovane mamma ammazzata dal compagno. Ad accompagnare il feretro coperto da fiori bianchi l’intera comunità di Castignano, ancora incredula per l’orrore che si è consumato. In tanti si sono stretti attorno ai due figli di soli 10 e 11 anni, rimasti orfani di madre e con un padre arrestato. Presente al funerale anche il sindaco Fabio Polini. “Oggi deve parlare solo il dolore – ha detto il vescovo Gianpiero Palmieri, che ha celebrato la messa -. Non basterà la legge, deve sparire ogni traccia di violenza nel nostro cuore”. “E’ insopportabile l’atteggiamento di Caino, come quello di chi se ne infischia” – ha sottolineato l’alto prelato in un passaggio dell’omelia, facendo riferimento alla lettura del vangelo scelta per la funzione -. Il maligno è accovacciato fuori dalla nostra porta e se ci lasciamo andare prenderà il sopravvento: per questo ognuno di noi dovrà vigilare sul proprio cuore, ma anche su quello degli altri”. “Oggi siamo qui in tanti ed è importante far sentire ai familiari di Emanuela affetto, stima e condivisione del dolore – ha concluso il vescovo -, ma è anche importante che ognuno di noi metta da parte i propri convincimenti e il proprio modo di interpretare i fatti e taccia, perché a parlare dev’essere solo il dolore. Un dolore che merita solo rispetto e attenzione”.
Massimo Malavolta è ancora piantonato in stato d’arresto presso l’ospedale Mazzoni, nel reparto di terapia intensiva. L’uomo è sottoposto a terapia farmacologica per contenere la sua aggressività. Ancora da valutare se il 48enne al momento dell’omicidio fosse o meno sotto effetto di droga. Per la giornata di oggi il sindaco Fabio Polini ha ordinato il lutto cittadino, a Castignano, e tutte le iniziative di Natale sono state annullate. Il primo cittadino ha letto in chiesa un breve messaggio: “Oggi non abbiamo voglia di accendere quell’albero che ci porta a Natale, perché quelle luci che portano gioia e serenità sono venute meno. Sarai tu, ora, Emanuela, torcia nella notte, cometa che indicherà la strada ai tuoi due angioletti orfani di una mamma strappata alla vita da una mano ricolma di violenza. Sarà il ricordo del tuo grande amore che donavi ai loro cuori a scaldare la loro vita in questo mondo freddo di sentimenti. Il tuo grande amore, donato nel silenzio, sarà un segno tangibile per tutta la nostra comunità, che non dimenticheremo mai. Ciao Emanuela”.