Donatella Briosi, 64 anni, sommelier. Uccisa a colpi di pistola dall’ex marito nello studio del notaio
Udine , 13 Giugno 2018
Titoli & Articoli
Donatella Briosi, sommelier, donna dolcissima, se n’è andata per mano del marito (Lavinium – 13 giugno 2018)
Uccisa dall’ex marito mentre stavano vendendo la casa. Sono quelle notizie che ti gelano il sangue. Donatella Briosi, sommelier AIS molto attiva e dinamica, l’avevo conosciuta un anno fa, durante uno dei tanti eventi sul vino a cui partecipiamo, ma comunicavamo già da anni via web sui social.
La sua espressione sempre gioiosa non nascondeva nel suo sguardo un qualcosa di malinconico che l’accompagnava, ma io la conoscevo appena, non sapevo nulla dei suoi problemi relazionali con il marito. Però quello che ho sentito era la sua dolcezza, i modi gentili, garbati, così cordiali da mettere in secondo piano la sua indubbia professionalità.
La notizia della sua morte, avvenuta per mano del marito che l’ha uccisa a colpi di pistola per poi suicidarsi subito dopo, nello studio notarile del dottor Amodio, in via Rialto a Udine, mi ha letteralmente sconvolto.
Si sente praticamente ogni giorno parlare di casi di femminicidio, una situazione allarmante in Italia, che la dice lunga su quanto l’uomo stia dimostrando sempre più spesso di avere seri problemi nel relazionarsi con la donna.
Ma quando questo accade a una persona che conosci, l’effetto è quasi devastante, sono scoppiato in lacrime, non sono riuscito a farne a meno, mentre lo dicevo al telefono a mia moglie.
Cosa ha scatenato questo mio pianto così forte non so dirlo, ho rivisto il suo volto sorridente, ho ripensato a tutte le volte che ho letto i suoi bellissimi commenti agli articoli che pubblicavo, ma soprattutto ho avuto un tonfo perché improvvisamente è arrivato il vuoto, l’assenza, la consapevolezza che Donatella non c’è più, che è tutto finito, non la vedremo più.
Se n’è andata a soli 64 anni, vittima di un marito che aveva perso la testa, ma che doveva avere ben chiare le sue intenzioni, visto che si trovavano dal notaio per vendere una casa e lui era armato. È uscito di casa che aveva già deciso di porre fine alla sua vita e alla propria.
Cosa scateni una simile violenza è difficile comprenderlo, certo aveva 80 anni, un gesto folle e inspiegabile, soprattutto perché erano separati da anni e lui conviveva con un’altra donna.
Ciao Donatella, ti porterò sempre nel cuore, mi mancherai moltissimo.
(di Roberto Giuliani)
Uccisa dall’ex marito nell’ufficio del notaio (il Centro – 14 giugno 2018)
La vittima è Donatella Briosi, 64 anni, della famiglia delle ferramenta. Era separata da 8 anni dall’architetto che le ha sparato e poi si è tolto la vita. Lui si era sposato tre volte
Deve aver covato il suo risentimento a lungo. Non per questioni passionali, ma economiche. Col tempo, Giuliano Cattaruzzi, 80 anni, architetto, ha fatto di quell’astio un progetto di morte nei confronti della ex moglie, Donatella Briosi, una sommelier di 64 anni, originaria di Pescara, trapiantata a Udine che ha sempre mantenuto un contatto forte con la sua città, che amava profondamente. Ieri l’uomo ha approfittato di un appuntamento con la ex davanti al notaio, a Udine, per ucciderla con un colpo di pistola alla nuca e poi togliersi la vita usando la stessa arma.
Un omicidio-suicidio che fa ripiombare l’Abruzzo nello stesso incubo vissuto il 20 maggio quando Fausto Filippone, 49 anni, dirigente della Brioni, ha sterminato la famiglia. Prima ha ucciso la moglie Marina Angrilli, insegnante di 51 anni, spingendola da un balcone a Chieti Scalo, e poi la figlia Ludovica, di appena 10 anni, che ha lanciato da un viadotto alto 39 metri lungo l’autostrada A14, a Francavilla al mare. È rimasto per ore attaccato al guard rail del viadotto. Poi, dopo una lunga trattativa con chi cercava di dissuaderlo, si è fatto cadere nel vuoto e si è ucciso. Nessuna spiegazione razionale su quella tragedia.
E nessuna spiegazione sul femminicidio che si è consumato ieri in via Rialto, a Udine. Sono circa le 10. Donatella e il suo ex marito (sono divorziati da circa otto anni) raggiunge lo studio notarile Amodio-Andrioli per stipulare la compravendita un immobile di proprietà dell’uomo gravato da un’ipoteca a favore della ex moglie. Non sono soli. Oltre a loro due e ai rispettivi legali c’è il personale dello studio e la famiglia che deve acquistare. Cattaruzzi raggiunge la ex alle spalle, le appoggia un braccio alla schiena, estrae un revolver a tamburo calibro 38 e esplode un primo colpo che rimbalza sul pavimento e sfiora gli acquirenti dell’immobile, al lato opposto del tavolo per poi conficcarsi in due libri della parete di fronte. Subito dopo le appoggia la pistola alla nuca e esplode un secondo colpo che trapassa il corpo della donna ferendo di striscio l’avvocatessa al suo fianco. A quel punto fa qualche passo indietro, si ferma in un angolo della stanza e si punta la pistola alla gola, uccidendosi.
Dopo i primi colpi alcuni dei presenti si precipitano in strada e dallo studio notarile parte la telefonata al numero unico di emergenza per segnalare l’accaduto. L’avvocatessa è ferita solo in maniera lieve, viene medicata sul posto. Arriva la polizia, che ricostruisce l’accaduto e avvia le indagini, perquisendo l’abitazione di Cattaruzzi, a Tarcento, in provincia di Udine. Lì spuntano le tracce sul movente. In alcune lettere l’uomo avrebbe preannunciato il gesto pur non parlando espressamente dell’intento di uccidere l’ex moglie e poi di suicidarsi. Avrebbe scritto, però, che il gesto che avrebbe compiuto sarebbe stato l’unica soluzione ai suoi problemi. Negli scritti, l’uomo avrebbe espresso la preoccupazione che l’ex moglie potesse sottrargli il patrimonio, almeno in parte, anche dopo la vendita della casa. Donatella, in base a una prima ricostruzione degli inquirenti, avrebbe avuto un’ipoteca sulla casa di circa 80 mila euro per vedersi riconosciuto l’assegno divorzile. Cattaruzzi, che aveva già avuto una figlia da un precedente matrimonio, ora viveva a Tenerife con la terza moglie e un figlio di 8 anni.
La Procura ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di reato di omicidio premeditato seguito da suicidio. Nei prossimi giorni si attende l’autopsia sul corpo delle vittime, dopodiché Donatella tornerà a Pescara, la città che ha sempre portato nel cuore. Nel frattempo, sono in corso accertamenti sull’arma dell’omicidio-suicidio. Che ha consentito all’ottantenne di realizzare il suo progetto.
A Udine sono attesi i parenti di Giuliano Cattaruzzi . L’uomo, friulano, aveva avuto dalla prima moglie una figlia, che vive in Emilia Romagna e che dovrebbe arrivare oggi nel capoluogo friulano per le pratiche di rito. Fallito il primo matrimonio, si era poi sposato a inizi anni ’90 con la vittima, dalla quale non aveva avuto figli. Naufragato anche questo matrimonio, Cattaruzzi si era dunque sposato in terze nozze con una donna di origini africane, con cui viveva alle Isole Canarie, e dalla quale ha avuto un bambino di 8 anni. Donatella Briosi, invece, era giunta in Friuli negli anni ’90, da Pescara dove era nata e dove è rimasta fino a circa 20 anni d’età. In Abruzzo vive oggi un fratello che è in contatto con gli inquirenti da ieri, il cui arrivo in Friuli è previsto prossimamente. Non è ancora stata fissata la data dell’autopsia sui due corpi, ma è presumibile che l’esame venga effettuato lunedì prossimo. (di Flavia Buccilli)
A Pescara i funerali della sommelier Donatella Briosi (il Centro – 26 giugno 2018)
Sabato, alla chiesa del Mare, le esequie della donna 64enne uccisa dal marito a Udine
I funerali di Donatella Briosi, sommelier (64 anni) uccisa dal marito in uno studio notarile a Udine, si svolgeranno a Pescara sabato 30 giugno, alle 16, nella chiesa di San Pietro Apostolo _ chiesa del Mare _ in via Mazzini. Ad annunciarlo è l’associazione delle Donne del vino di cui faceva parte la vittima del femminicidio.
Era una «donna solare, generosa, costruttiva, piena di voglia di fare. Una grande professionista, una persona con la quale entravi subito in empatia. Chi l’ha conosciuta le ha voluto subito molto bene!» ha ricordato Donatella Cinelli Colobini, presidente nazionale dell’associazione Donne del Vino, in una lettera diffusa alle socie. Le Donne del Vino del Friuli Venezia Giulia, per salutare Donatella, hanno organizzato una messa domani, mercoledì 27 giugno, alle 11.30, nella parrocchia San Quirino in via Gemona, a Udine. Le Donne del Vino, sottolineano che «sono sempre state molto sensibili al tema del femminicidio e, oggi, più che mai hanno manifestato la volontà di dare un messaggio sempre più forte, non solo in memoria di Donatella, ma per tutte quelle donne, in Italia e nel mondo, che ogni giorno perdono la vita per mano di un uomo. Non fiori, ma offerte». Chi volesse fare una piccola donazione può versarla su: iban IT21W0558401700000000045008 intestato all’associazione nazionale Le Donne del Vino, con la causale erogazione liberale per Donatella. I fondi _ precisa il sodalizio che mette in rete produttrici di vino, enotecare, esperte e giornaliste di settore _ saranno destinati a un centro antiviolenza e versati totalmente entro un mese.