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Dao (Stella), 43 anni, colf, mamma. Strangolata con due fascette da elettricista e poi presa a bastonate dal marito

Scandicci (Firenze), 29 Dicembre 2017


Titoli & Articoli

Tragedia a Scandicci, uccide la moglie e tenta il suicidio (La Nazione – 29 dicembre 2017)
A dare l’allarme è stata la figlia più grande. L’omicida è Rosario Giangrasso: nel luglio scorso, per protesta, era salito sulle impalcature della cupola del Duomo
Uccide la moglie e tenta il suicidio. Accade a Scandicci.Rosario Giangrasso, 54 anniha ucciso sua moglie, 43 anni thailandese. Teatro della tragedia un appartamento al piano terreno di un condominio di quattro piani in una zona popolare di Scandicci, poco distante da una casa del popolo. L’uomo, dopo l’omicidio, invece si sarebbe tagliato le vene con coltelli presi dalla cucina.
E’ stata proprio la figlia più grande, rientrando a casa, ad accorgersi di cosa era accaduto e a dare l’allarme. Il padre, sanguinante, era in camera da letto. La madre, ormai priva di vita, era sul letto, ma nascosta sotto un piumone. L’uomo ha lasciato anche un biglietto in cui accusava diverse persone e istituzioni di averlo abbandonato e ringraziava invece un parroco e altre persone che lo hanno seguito. L’uomo è stato portato all’ospedale di Torregalli ed è piantonato in stato di arresto. La tragedia è accaduta a Scandicci, in provincia di Firenze. Sul posto sono arrivati i sanitari del 118 e i carabinieri che svolgono le indagini.
Giangrasso, ex muratore e giardiniere, da tempo disoccupato, era conosciuto per i suoi gesti eclatanti con i quali cercava di richiamare l’attenzione delle istituzioni, da cui si aspettava un aiuto per uscire dalla grave situazione economica in cui versava. L’ultima sua iniziativa balzata agli onori della cronaca risaliva al 2 luglio scorso, quando era riuscito a salire su un’impalcatura allestita sul retro del duomo di Firenze per protestare per la sua condizione economica, disoccupato e sotto sfratto. La piazza era gremita di turisti che, incuriositi, seguirono l’evolversi della vicenda. Dopo aver ottenuto dal sindaco di Scandicci, Sandro Fallani, la garanzia di un incontro, Giangrasso era sceso da solo dalle impalcature. Nel marzo del 2012, disperato per aver perso il lavoro, si arrampicò su una gru alta 50 metri a Scandicci. Nel 2013 salì su un traliccio, sempre a Scandicci, perché temeva di perdere la camera che gli aveva messo a disposizione il Comune in un affittacamere.
In quell’occasione, sul suo profilo Facebook, postò le foto del gesto e scrisse: “Il confine tra la vita e la morte, cosa mi tocca fare per non farmi portare via moglie e figlioli dai servizi sociali”. Poco tempo dopo, sempre temendo che i servizi sociali gli togliessero i figli, affisse un cartello all’ospedale di Torregalli, tra Firenze e Scandicci, dichiarandosi disposto a vendere un rene per mantenere la famiglia.
“E’ una tragedia che ci lascia tutti sconvolti: siamo attoniti, senza parole, rispetto a quello che è successo”, ha commentato il sindaco di Scandicci, Sandro Fallani, “conosciamo la famiglia, i figli, ed è una vicenda che davvero ci tocca da vicino. Seguivamo queste persone da tempo. Adesso cercheremo di capire come sia potuto accadere qualcosa di così terribile”. Ad aggravare la situazione di Giangrasso, negli ultimi tempi, anche la consapevolezza che il rapporto con la moglie stava per finire. Sembra, infatti, che di recente la donna avesse manifestato l’intenzione di lasciarlo, anche per la difficoltà di vivere con una persona che aveva mostrato in più occasioni esplosioni di rabbia e squilibrio mentale.

Uccisa in casa, i figli sotto shock. “Il babbo è sporco di sangue” (La Nazione – 31 dicembre 2017)
Scandicci, testimonianza dei due ragazzi. Ipotesi omicidio premeditato
Il trauma dei due figli di Dao, Stella per gli amici, la 43enne thailandese ammazzata in casa dal marito Rosario Giangrasso, 54 anni, alle 6 di venerdì. Il Comune nella persona del sindaco Sandro Fallani ha promesso che si occuperà di loro, che li aiuterà in tutti i modi possibili. Per ora sono in casa dei nonni paterni. Ieri intanto i due minori sono stati ascoltati dal sostituto procuratore Christine Von Borries, che coordina l’indagine dei carabinieri. Il pm ha fatto ricorso a tutto il tatto e le accortezze di cui è capace, ma la ragazza di 16 anni e il fratello di 14 hanno dovuto ‘rivivere’ la tragedia.
In attesa di quanto vorrà raccontare il loro padre uxoricida martedì nell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice Fabio Frangini, i figli della coppia sono gli unici testimoni: erano nella casa di via Lorenzo Ghiberti 9. E’ stata lei, promettentissima giocatrice di calcio adocchiata da società importanti, a scoprire lo scempio e a chiamare il 112. “Carabinieri? venite, c’è qui mio padre sporco di sangue. E’ incosciente. E non vedo la mamma…”, il suo allarme dato alle 11, ben cinque ore dopo l’omicidio: il medico legale ha fissato la morte della donna verso le 6.
“Mi sono svegliata, sono andata a cercare i miei genitori. Mi sono avvicinata alla loro camera da letto (ma marito e moglie non dormivano più insieme, primo passo di lei sembra per separarsi da Rosario, ndc) e ho aperto la porta. Il babbo era come assente, tutto macchiato…”. La ragazza non vede la madre: è sotto il piumone, il corpo coperto dal marito, dicono sia un gesto estremo di pietà. Fuori tempo massimo. La verità è molto più tragica.
Martedì giorno importante per inquirenti e investigatori impegnati nella ricostruzione del delitto. E del presunto tentativo di suicidio di Rosario, che dopo aver trasportato la moglie cadavere dalla stanza dove lei era andata a dormire alla camera matrimoniale, l’ha adagiata sul letto, coperta, e poi si è tagliuzzato gli avambracci con un coltello. Prima l’autopsia, che stabilirà con certezza quasi assoluta causa e orario della morte; poi l’interrogatorio dell’uomo, ammesso che non decida di avvalersi della facoltà di non rispondere. Nel mezzo i dati oggettivi repertati dal Ris (reparto investigazioni scientifiche) dell’Arma: il bastone trovato sotto il letto matrimoniale con cui Rosario ha colpito Dao alla testa; le fascette da elettricista trovate sul letto matrimoniale dove l’uxoricida ha deposto il cadavere. In che ordine Rosario ha usato queste armi, se di queste effettivamente si tratta, visto che contro di lei non avrebbe usato il coltello?
L’indagine è orientata verso il delitto premeditato. E non in un black out di follia. Movente: la decisione di lei, ormai esasperata, di lasciare il marito. Altro indizio in questo senso, il messaggio scritto lasciato dall’uomo in cui oltre ad accusare alcune Istituzioni di non averlo aiutato nella ricerca di un lavoro e di una casa stabili, e a ringraziare il sacerdote di Giogoli e le assistenti sociali, raccomanda a chi scoprirà i corpi di prendere per la coppia «una bara grande. Metteteci dentro insieme, abbracciati».
Giangrasso, appena arrivato in ospedale, al San Giovanni di Dio, piantonato in stato di arresto in flagranza in attesa delle medicazioni alle braccia, subito dichiarato fuori pericolo e dimesso a tarda sera, per essere rinchiuso a Sollicciano, ha chiesto di poter parlare con uno psicologo. E di problemi psichici si parla, a proposito delle sue tante difficoltà passate lungo una vita disperata e spericolata, scandita anche da proteste eclatanti (il 2 luglio salì su una impalcatura del Duomo per chiedere di poetr parlare con il sindaco di Scandicci), lavori saltuari, alcuni pregiudizi di polizia per lesioni e rissa, mai però in ambito familiare.

 

Funerali con rito buddista per Dao Giangrasso, uccisa dal marito a Scandicci (Go News – 9 gennaio 2018)
Si sono tenuti nel pomeriggio di ieri, lunedì 8 gennaio, i funerali della donna di origini thailandesi uccisa dal marito a Scandicci. Lo scorso 17 dicembre Dao Giangrasso, così si chiamava, venne strangolata e colpita con un bastone da Rosario Giangrasso, che poi provò invano a togliersi la vita . Le esequie si sono tenute al cimitero di San Colombano con rito buddista, celebrato da due monaci. Hanno partecipato mole persone della comunità thailandese e tanti scandiccesi. C’erano pure le istituzioni: il sindaco Fallani, gli assessori Capitani e Toscano, la consigliera De Lucia, e il consigliere Batistini, oltre ai carabinieri di Badia a Settimo. La salma della donna sarà cremata, ma prima bisognerà attendere l’esito della vicenda giudiziaria.


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