Ultimo addio a Concetta e Angelina | “Il paese si svegli”
Il dolore nel paesino in provincia di Agrigento, dove si sono svolti i funerali di Concetta Traina e Angelina Reina. Il sacerdote: “Troppa omertà, la comunità reagisca a quanto accade”.  Domani, le esequie dell’assassino-suicida, Mirko Lena.
Una grande folla ha assistito oggi ai funerali di Concetta Traina e Angelina Reina, le due donne – mamma e figlia- uccise dalla furia omicida di Mirko Lena, il ventisettenne di San Giovanni Gemini. Nella chiesa Madre del paese dell’entroterra agrigentino regna il silenzio, rotto soltanto dalle lacrime degli amici di Concetta. L’intera comunità è rimasta sconvolta da un duplice omicidio i cui particolari hanno inorridito ancor di più gli abitanti del piccolo paese di montagna.
L’arciprete, don Luca Restivo, nella sua omelia si rivolge proprio ai ragazzi che fuori attendono piangendo e ai genitori di questi, usando parole dure e decise scritte in una lettera ad Angelina e Concetta: “Questa tragedia ha colpito duramente il nostro paese. Ai molti che mi hanno chiesto come sia potuto accadere io rispondo che dobbiamo svegliarci, questa comunità si deve svegliare. Questo omicidio è frutto di un inquinamento dello spirito. Tutti noi siamo inquinati dal male, il male che ha spento il nostro cuore”.
Il prelato trova il frutto del male dentro la società che ha portato Mirko all’orribile gesto: “Oggi siamo arrabbiati con Mirko per l’orrendo gesto che ha commesso, ma voglio farvi capire che il suo gesto è stato figlio di una società violenta, la stessa società in cui viviamo ha generato questo omicidio. Dio ci ha lasciato liberi di decidere cosa fare e molti non stanno scegliendo il bene. San Giovanni sta vivendo un periodo di decadenza morale”. Senza giri di parole il prete lancia accuse ben precise, cercando di smuovere gli animi dei presenti: “La decadenza di cui parlo è dimostrata dall’immenso uso di droghe, lo spaccio di cocaina a San Giovanni Gemini è enorme. Questo è un paese in cui regna ancora l’omertà”. L’ultimo appello è rivolto ai genitori: “A loro dico di avere figli con le tasche vuote e cervelli pieni, non viceversa. Bisogna evitare che queste tragedie accadano ancora. Dopo questo pomeriggio dovete riprendere la difficile arte dell’educare. Dio in questo può aiutarci, la sua luce penetra nel buio del male. Il suo amore ci può aiutare. L’amore vince sul male. Come diceva un grande filosofo “l’uomo senza Dio Diverrà matto”.
Alla fine della messa, le bare escono accompagnate dai pianti dei più giovani. Fra tutti quelli che hanno assistito all’estremo saluto c’erano amici di entrambi, amici che ancora si chiedono se questa tragedia era evitabile con il loro aiuto. A seguire le bare, oltre ai parenti, il fratello di Concetta, che non si dà pace per la loro morte. Un lungo applauso scandisce i momenti della partenza delle auto che accompagnano le due donne al cimitero. Poi resta il silenzio, un silenzio in cui molti ripensano al monito lanciato dal parroco. Fuori dalla chiesa un manifesto ricorda Concetta con le parole di De Andrè: “…e come tutte le più belle cose vivesti solo un giorno, come le rose”. Una rosa spezzata troppo presto.