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Claudia Bortolozzo, 51 anni. Massacrata a coltellate dal marito, muore dissanguata

Marghera (Venezia), 22 Febbraio 2019


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Omicidio a Marghera: sei coltellate, Claudia si è difesa ma è morta dissanguata sul letto (Corriere del Veneto – 28 febbraio 2019)
I risultati dell’autopsia sulla donna uccisa dal marito
Quando ha visto la luce accendersi si è svegliata. Ha avuto il tempo di chiedergli solo «Cosa stai facendo?» prima che lui la aggredisse. L’ha colpita con almeno sei coltellate. Lei ha cercato di difendersi ma il fendente alla gola le è stato fatale ed è morta dissanguata. È quanto emerso dall’autopsia sul corpo di Claudia Bortolozzo, 51 anni, uccisa venerdì scorso dal marito Gianfranco Duini nella casa in cui vivevano in piazza Mercato a Marghera. Martedì pomeriggio il medico legale Silvano Zancan ha effettuato l’esame che ha stabilito il numero di coltellate inferte alla vittima, ma non ancora l’evolversi dela dinamica. Serviranno, infatti, altri accertamenti per scoprire se Duini, 43 anni, abbia colpito la compagna prima alla gola o al torace, dove aveva altre ferite più superficiali.
Il racconto al Gip. Il delitto è avvenuto qualche minuto prima delle 3 ed è stato lo stesso assassino lunedì, durante l’interrogatorio, a raccontare al gip cosa è accaduto. L’uomo ha spiegato che la moglie lo aveva svegliato per chiedergli di accompagnarla in bagno a bere e che dopo averla portata entrambi erano tornati a letto. «Ad un certo punto non mi sono sentito bene, ho cominciato a sudare – ha detto Duini, assistito dal suo legale Baldassare Mistretta – Non capivo cosa mi stesse accadendo, sono andato a lavarmi la faccia e poi non ricordo più nulla». Secondo la ricostruzione della polizia, il 43enne si sarebbe diretto in cucina dove ha preso un grosso coltello e sarebbe tornato in camera. Quando lui ha acceso la luce, Claudia Bortolozzo si è svegliata. A quel punto Duini l’avrebbe aggredita, quando lei si trovava ancora stesa a letto. L’esame autoptico ha rivelato che la donna ha cercato di difendersi (sarebbero state trovate tracce di tessuti sotto le unghie) ma non è riuscita a divincolarsi. Anche perché il fendente alla gola non le ha dato la possibilità di reagire. La donna ha perso molto sangue. Subito dopo Duini, rendendosi conto di ciò che aveva fatto, ha chiamato la polizia e confessato. Quando gli agenti sono arrivati è stato lui ad aprire, ancora coperto di sangue. L’uomo inizialmente ha parlato di un raptus e non è stato in grado, almeno per il momento, di chiarire i motivi che lo hanno spinto a uccidere la compagna. Ha continuato a ripetere che lui l’amava, che loro si amavano, come d’altra parte ha raccontato chi li vedeva tutti i giorni camminare mano nella mano.
Secondo gli investigatori, un possibile movente sarebbe da ricercare nella difficoltà a continuare ad affrontare la malattia della moglie. Entrambi, infatti, erano in cura da anni al centro di salute mentale di Marghera e la compagna aveva una patologia più grave che richiedeva anche la presenza di un amministratore di sostegno. Nell’ultimo periodo, a detta dei medici, la situazione era in miglioramento ma secondo informazioni raccolte dagli investigatori, nei giorni precedenti all’omicidio la coppia aveva avuto delle discussioni. Litigi che Duini, invece, ha negato. Con ogni probabilità il pm Carlotta Franceschetti disporrà un incidente probatorio con una perizia psichiatrica su Duini proprio per comprendere il motivo del presunto raptus.


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