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Clara Ceccarelli, 69 anni, commerciante, mamma. Uccisa dall’ex con 115 coltellate, si era già pagata il funerale

Genova, 19 Febbraio 2021


Titoli & Articoli

La donna uccisa si era pagata il funerale. Clara aveva capito tutto (il Tempo – 20 febbraio 2022)
Una lunga scia di mimose accompagna tutto il marciapiede di via Colombo dove è stata uccisa Clara Ceccarelli, vittima dell’ex compagno che non accettava la fine della loro relazione. Il fiore simbolo delle donne, scelto non a caso per ricordare l’ennesima vittima di femminicidio. Quattro sono state le donne uccise a Genova nel 2020 mentre Clara è stata la prima del 2021. Clara è stata uccisa all’interno del suo storico negozio di pantofole, colpita da trenta coltellate dall’ex convivente, operaio edile con il vizio dei gioco e che in passato aveva tentato più volte il suicidio. Dopo aver colpito la donna, morta prima dell’arrivo dei soccorritori, l’uomo si era dato alla fuga per poi essere intercettato dalla Polizia qualche ora dopo: «Sono io l’uomo che cercate».
In questura l’uomo, 59 anni, non è stato sottoposto a interrogatorio formale ma è stato immediatamente trasferito nel carcere di Marassi per poi essere sottoposto a fermo di polizia Giudiziaria per omicidio volontario aggravato. Nei prossimi giorni ci sarà l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice: «Sono andato lì e abbiamo discusso, avevo un coltello e l’ho colpita» ha raccontato. La perizia psichiatrica sarà affidata lunedì al medico Gabriele Rocca mentre lunedì pomeriggio è in programma l’autopsia sul corpo della vittima, che sarà eseguita dal medico legale Lucrezia Mazzarella. Oggi sono anche emersi dettagli inquietanti: l’uomo la perseguitava da mesi, era stato anche visto urinare contro la sua saracinesca. Clara era spaventata «faceva sempre brutti sogni – ha detto il commesso che saltuariamente Clara chiamava nel suo negozio – e due settimane fa era andata a pagarsi il suo funerale». A confermarlo anche il titolare del bar della via dove è stata uccisa: «Mi ha detto, Piero sai sono andata a prendermi un posto a Staglieno, voglio farmi cremare».

 

Il padre: “Quell’uomo non mi piaceva. Lei non diceva tutto” (FanPage – 22 febbraio 2021)
“Ho dovuto spiegare a suo figlio di 30 anni che Clara non c’è più. Ha la mente di un bambino” ha raccontato Sergio, il padre 84enne della donna uccisa con 30 coltellate a Genova davanti al suo negozio in centro. “Il suo compagno non mi è mai piaciuto, gliel’ho detto subito. Ma sembrava essere felice all’inizio”
“Le dissi subito che quel Renato non mi piaceva. Hanno detto che ha il brutto vizio del gioco” ha detto il papà di Clara Ceccarelli, uccisa dal suo ex compagno con più di 30 coltellate nel suo negozio in centro a Genova. Sergio ha 84 anni e viveva insieme alla figlia e al nipote di 30 anni da quando Clara aveva lasciato quell’uomo. “Lei però stava bene con lui. Almeno all’inizio”, continua. I due si erano incontrati dodici anni fa e Sergio aveva subito dimostrato la sua contrarietà a quella relazione.
Il giorno dell’omicidio i due avevano pranzato a casa. “C’era suo figlio Marco e a tavola abbiamo parlato del più e del meno, come una qualunque famiglia. Lei è uscita quando il suo commesso le ha citofonato per dirle che avrebbe staccato. Il negozio è a due passi, ci andava a piedi”. La madre di Clara era morta nel 2011. Prima di allora, i due coniugi vivevano insieme al nipote e alla figlia. “Non so come ho trovato le parole per spiegare a Marco che sua mamma non c’era più: ha 30 anni, è un uomo buono, la sua mente però è quella di un bambino” spiega ancora l’84enne al Corriere della Sera. “Ho capito che era uno stalker quando Clara ha troncato la relazione. Da allora sono passati dodici mesi in cui lui le ha fatto qualunque dispetto. Faceva pipì sulla saracinesca del negozio, rigava la macchina, rompeva la serratura della portiera. Suonava spesso al portone e io non gli aprivo. Poi telefonava di continuo. Clara riappendeva ogni volta che capiva che era lui – racconta l’84enne -. Non è stata picchiata, ma voleva denunciarlo. Me ne aveva parlato, ma non credo lo abbia poi fatto davvero. Non voleva raccontarmi tutto”. Di Clara racconta un grande coraggio e un grande senso di responsabilità. “Non si aspettava quello che è accaduto. Solo quei dispetti. Se avessimo pensato ad altro, sarei stato ancora più vicino a lei. L’avrei accompagnata a lavoro più spesso, anche se in questo momento la mia condizione di salute non è felice. Quando potevo, facevamo il tragitto insieme. Mi teneva per il braccio, facevamo passeggiate lente ma belle. Io poi mi sedevo sulla panchina davanti al negozio e aspettavo che finisse”. L’8 marzo quella panchina sarà dipinta di rosso. “Un modo per ricordarla, anche se di mia figlia mi manca tutto. E mi mancherà per sempre”.

 

I risultati dell’autopsia: uccisa con 115 coltellate. La morte dopo un lento dissanguamento (il Fatto Quotidiano – 23 febbraio 2021)
I risultati dell’esame autoptico sul corpo della commerciante 69enne assassinata il 19 febbraio nel suo negozio di pantofole in via Colombo, nel pieno centro di  Genova. Da quanto si apprende quasi tutti i colpi sferrati dall’ex compagno Renato Scapusi – che ha confessato nelle ore successive al delitto – non hanno colpito organi vitali
Non sono 30 – come ricostruito in un primo momento – ma ben 115 le coltellate che hanno ucciso Clara Ceccarelli, commerciante 69enne assassinata il 19 febbraio nel suo negozio di pantofole in via Colombo, nel pieno centro di Genova. È il risultato dell’autopsia eseguita lunedì dal medico legale Lucrezia Mazzarella. Non solo, ma a quanto si apprende quasi tutti i colpi sferrati dall’ex compagno Renato Scapusi – che ha confessato nelle ore successive al delitto – non hanno colpito organi vitali, con la conseguenza che la vittima è morta solo dopo un lento dissanguamento: pare addirittura fosse ancora cosciente all’arrivo dei primi soccorsi, e abbia seguito, per qualche minuto, con gli occhi la scena di fronte a sé.
Il reo confesso, 60 anni, ex installatore di parquet affetto da disturbo bipolare e borderline di personalità, è accusato dal pm Giovanni Arena di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, dell’efferatezza e del passato legame affettivo con la vittima. Lunedì il magistrato ha affidato una consulenza tecnica psichiatrica al perito forense Gabriele Rocca, chiedendo di stabilire se Scapusi fosse o meno capace di intendere e volere al momento del gesto. Lo specialista si è riservato trenta giorni per rispondere e martedì ha incontrato l’omicida in carcere per il primo colloquio.
Ed è proprio sulla perizia psichiatrica che punta la difesa – rappresentata dall’avvocato Stefano Bertone – per evitare l’ergastolo, pena prevista dal codice per l’omicidio aggravato. “Abbiamo totale fiducia nel consulente del pm, tanto da non averne indicato uno nostro”, dice il legale al fattoquotidiano.it, “ma è chiaro che Scapusi è un uomo affetto da problemi psichici diagnosticati, che lo hanno portato a un ricovero in ospedale nelle ore precedenti al delitto. Perché sia stato fatto uscire, e se in questo sia individuabile una responsabilità, è un aspetto su cui la procura dovrà far luce”. Due giorni prima dell’omicidio, infatti, l’ex artigiano aveva minacciato di buttarsi giù dalla scala antincendio di un istituto scolastico nel quartiere di Sturla, su cui si era arrampicato. Agli agenti accorsi sul posto aveva detto di volersi suicidare per il lavoro perso e i pesanti debiti da gioco. Ricoverato in psichiatria al Policlinico San Martino nella serata di mercoledì, era stato trasferito all’ospedale Galliera e dimesso dopo due giorni. “È estremamente confuso e da ciò che ha dichiarato mi pare difficile ipotizzare la premeditazione del delitto, in particolare se la consulenza dovesse riscontrare un vizio di mente anche parziale”, dice l’avvocato.
Al tema della premeditazione si lega quello dell’arma del delitto, ancora non rinvenuta. Nell’interrogatorio di garanzia Scapusi ha sostenuto che il coltello si trovasse già nel negozio: durante una colluttazione, dice, lo ha strappato dalle mani di Clara per ucciderla, dopodiché non ricorda nulla di che fine abbia fatto. La versione non convince gli inquirenti, perché – trapela dalla Procura – in un primo momento l’indagato ha invece ammesso di aver portato l’arma da casa, correggendosi nelle risposte alle domande successive. Se si dimostrasse che l’ex compagno aveva con sé il coltello al proprio arrivo, diverrebbe difficile sostenere la tesi di un omicidio d’impeto.
Tra i testimoni ascoltati dalla Squadra Mobile c’è però un negoziante di via Colombo che ha raccontato di un proprio coltello scomparso: non è escluso che Scapusi se ne sia impossessato con un blitz, per quanto l’ipotesi sia difficile da verificare.
Nel frattempo l’amministrazione comunale, tramite la partecipata ai servizi funebri Asef, si è offerta di sostenere le spese del funerale di Clara, quello che lei stessa – secondo la testimonianza del suo commesso – si era pagata nell’ultimo periodo, forse temendo ciò che poi le è accaduto. Martedì mattina, in apertura del consiglio regionale, i consiglieri leghisti Mabel Riolfo e Brunello Brunetto hanno posizionato sui proprio scranni un paio di scarpe rosse per sensibilizzare sul tema del femminicidio, con un ordine del giorno sul tema è stato approvato all’unanimità.
Il sindaco di Genova Marco Bucci, da parte sua, ha raccolto l’appello di decine di amici della donna uccisa assicurando sostegno al figlio Mauro, affetto da disabilità intellettiva: “Non sarà lasciato solo. Le strutture del Comune di Genova insieme al servizio sanitario hanno individuato diverse soluzioni per fare in modo che Mauro possa godere del sostegno adeguato, le giuste tutele e l’aiuto morale e materiale di cui avrà necessità”, ha scritto sui social.


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