Chiara Gualzetti, 15 anni, studentessa e arciera. Massacrata a calci, pugni e coltellate dal ragazzo di cui era infatuata, che poi abbandona il corpo in un bosco
Monteveglio (Bologna), 27 Giugno 2021
Titoli & Articoli
Bologna, Chiara Gualzetti, 15 anni, trovata morta: fermato un minorenne italiano che confessa l’omicidio (Corriere di Bologna – 28 giugno 2021)
Chiara Gualzetti viveva a Monteveglio, Valsamoggia: i genitori avevano segnalato la scomparsa. Trovate profonde ferite da armi da taglio alla gola e al torace
Una ragazza di 15 anni, Chiara Gualzetti, scomparsa da casa da domenica 27 giugno è stata trovata morta in un campo in zona Monteveglio, territorio di Valsamoggia, nel Bolognese. Dopo i primi accertamenti si indaga per omicidio e c’è anche un indagato: un amico minorenne della ragazza. Il ragazzo avrebbe inizialmente fatto alcune ammissioni, diventate subito una confessione di colpevolezza. Sul corpo della ragazza sarebbero state trovate profonde coltellate alla gola e al torace. Sono impegnate sia la Procura ordinaria che quella per i minorenni, che coordinano i carabinieri: si stanno ricostruendo le ultime ore della ragazza e i suoi contatti.
Il cadavere è stato trovato a meno di un chilometro da casa, nel territorio del parco regionale dell’Abbazia di Monteveglio, in un campo ai margini di un bosco. Lo hanno trovato gli stessi volontari impegnati nelle ricerche avviate da alcune ore, dopo gli appelli dei familiari.La famiglia, chiusa nel dolore, vive in un’abitazione nel paese di Monteveglio, poco più in basso, ai piedi della collina che termina in cima con l’abbazia e un piccolo borgo medievale. Una zona con sentieri e molto frequentata, in particolare nei week-end. Domenica pare che molte persone fossero nella zona. Non è ancora chiaro da quanto tempo il corpo era nel luogo in cui è stato ritrovato.
L’ipotesi di un incontro con un amico. Gli investigatori hanno fatto accertamenti su un incontro con un amico: è stata ricostruita la possibilità che la 15enne avesse un appuntamento con un altro giovane. Il corpo è stato trovato da uno dei volontari impegnati nelle ricerche che erano state coordinate dalla prefettura di Bologna. Nella notte è stato fermato un minorenne, 16 anni, italiano. Il provvedimento è stato eseguito alle 4.30 dai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Borgo Panigale e del nucleo investigativo del comando provinciale. A suo carico ci sarebbero diversi riscontri oggettivi, oltre alla confessione
I genitori avevano segnalato la sparizione e dopo alcune battute di ricerca anche il sindaco di Valsamoggia, Daniele Ruscigno, aveva lanciato un appello sui social per ritrovarla. «Se vedete questa ragazza, chiamateci subito»: sul web il disperato appello dei due genitori, che aveva subito avuto grande condivisione. «Vi prego segnalateci se la vedete – scrivevano – è vestita con maglia e pantaloncini neri. Contattate anche le autorità e scriveteci». La minorenne era uscita di casa domenica mattina e poi non aveva più fatto ritorno a casa.
Per questo, proprio il padre Vincenzo aveva deciso di prendere in mano situazione: «Allerta persona scomparsa, cerchiamo volontari per le ricerche, quelli del primo turno partiranno dalle 15, area scoscesa parco Abbazia – recitava l’annuncio postato sui social -. Rispondete solo se realmente disponibili». E i post si erano subito moltiplicati: «È uscita di casa, zona Monteveglio e non si è più vista: un primo giro di ricerche ha dato esito negativo. Chi avesse notizie chiami i carabinieri o la Polizia locale».
A confermare il drammatico epilogo era stato il sindaco Ruscigno: « È stato ritrovato senza vita il corpo di Chiara – scrive sulla sua pagina Facebook -. Durante le ricerche sul campo avviate nel pomeriggio da parte di tutte le autorità competenti, favorite da un numeroso gruppo di volontari cittadini che ringrazio. Una tragedia per tutta la famiglia e per l’intera comunità. Le indagini sulle cause del decesso sono in corso».
Il racconto sui social: «Viviamo in un mondo di predatori». Sui social network la ragazza raccontava le sue gioie e spensieratezze da 15enne ma manifestava anche un certo malessere nei confronti di attenzioni che le venivano rivolte: allo stesso tempo non nascondeva le insicurezze dovute all’aspetto fisico.
L’assassino di Chiara Gualzetti: “La colpivo, ma non moriva. Mi ha stupito la resistenza del corpo umano” (Huffington Post – 1 luglio 2021)
Una “ricostruzione inoppugnabile per coerenza interna e riscontri esterni”, una storia “a dir poco raccapricciante, sia per i numerosi dettagli macabri e cruenti sia per la freddezza del racconto sia per il movente, che può apparire sotto certi aspetti incredibile e sotto altri estremamente inquietante”. Così si legge nella convalida del fermo per il 16enne indagato per l’omicidio della 15enne Chiara Gualzetti, ritrovata senza vita non lontano dall’abbazia di Monteveglio (Bologna). Il giudice che ha confermato il fermo ha accolto la richiesta della procura perché il ragazzo potrebbe uccidere ancora. A riportare i contenuti della confessione è il Corriere della Sera: “Ricordo che non moriva e mi sono stupito di quanto fosse resistente il corpo umano”, dice. Lei era già caduta a terra dopo le coltellate, lui la stava prendendo a calci e, appunto, “ricordo che non moriva”. Il giovane – scrive il Corriere – ha parlato nuovamente di “voci demoniache”: Anche stavolta ha raccontato delle sue figure demoniache, soprattutto Samael, l’angelo del giudizio con cui “parlo da molto tempo” e che “ho anche visto, un uomo di fuoco”.
L’Ansa riporta la ricostruzione degli ultimi momenti di vita di Chiara, che avrebbe provato a difendersi: nelle mani sarebbero stati ritrovati i capelli dell’assassino, strappati in un tentativo di estrema difesa. Si tratta di un particolare che restituisce la violenza di un delitto efferato, confessato da un giovanissimo killer, che poi se n’è andato e ha abbandonato il corpo della vittima tra i cespugli. Per il legale della famiglia Gualzetti si tratta di atto “feroce e disumano”: l’avvocato Giovanni Annunziata, infatti, non crede all’ipotesi del gesto di un pazzo, ai racconti su un “demone” che lo avrebbe spinto alla violenza: “Non c’è follia. Dalla ricostruzione degli eventi una persona cha ha la lucidità di cancellare le chat, di tornare a casa e di rispondere al cellulare come se nulla fosse accaduto è poco compatibile con la follia”, ha detto all’esterno del tribunale per i Minorenni di Bologna, mentre dentro era in corso l’udienza per l’indagato, fermato nella notte tra lunedì e martedì per un omicidio commesso domenica mattina sulla collina dell’Abbazia di Monteveglio.
Per la Procura, che coordina le indagini dei carabinieri, la ragazza intorno alle 10 di domenica è stata colpita ripetutamente con un coltello da cucina, con una serie di fendenti di punta e di taglio. Le ferite al collo saranno esaminate nel corso dell’autopsia, conferita ieri e prevista per venerdì, così come le altre lesioni sul corpo della ragazza, che sarebbe stata anche picchiata a mani nude dal giovane. Lui le aveva dato appuntamento, l’ha portata vicino al bosco e l’ha aggredita, ha detto. Le immagini delle telecamere di sorveglianza di una casa vicina a quella dove vive la famiglia di Chiara, acquisite agli atti, li mostrano qualche minuto prima che tutto succedesse, mentre camminano uno accanto all’altro in strada, un po’ distanziati tra loro. Sul movente restano dubbi. L’Ansa scrive: Ci sono le parole confuse e irrazionali, riferite agli investigatori, dall’indagato. Da un lato il “fastidio” per il fatto che lei era attratta da lui, che non ricambiava. Dall’altro le “presenze demoniache” sentite dall’assassino, unite al desiderio della ragazza di morire, in qualche insensata maniera esaudito. La Procura valuta di mettere tutto in mano a un perito psichiatrico, ma non lo ha ancora formalizzato.
La famiglia di Chiara, intanto, vuole giustizia. Per l’avvocato Annunziata la custodia in carcere ”è una decisione che tutela nell’immediatezza l’esigenza di giustizia, ma si tratta di una tutela temporanea”, ma l’obiettivo ”è una sentenza di condanna proporzionata all’efferatezza e alla ferocia di quello che definisco un gesto disumano”.
“Sicuramente Chiara si fidava di lui. È praticamente un amico di famiglia. Un ragazzo che ha fissato un appuntamento, come mi raccontava il padre ieri sera, è andata a prenderla a casa. Quale migliore condizione di serenità per un genitore sapere che la figlia va a fare un giro accompagnata da un amico. Se questa è la premessa nessun genitore potrebbe mai immaginare un epilogo di questo tipo. È disumano immaginare una cosa del genere. Non è un comportamento umano”, ha aggiunto. La legale dell’indagato, Tanja Fonzari, è andata via dal centro di giustizia minorile in silenzio, scortando la madre dell’assistito. La donna, prima di entrare in tribunale e stare vicina al figlio, ha detto di sentirsi “dentro una bolla”.
L’omicidio di Chiara, l’autopsia: uccisa con due coltellate al torace (La Stampa – 3 luglio 2021)
Da quanto è emerso l’assassino della ragazza, ammazzata domenica mattina a Monteveglio (Valsamoggia), ha anche infierito sul corpo della 16enne
E’stata effettuata l’autopsia sul corpo di Chiara Gualzetti, la ragazzina di Monteveglio trovata morta lunedì 28 giugno a poche centinaia di metri dall’abitazione dove viveva con i suoi genitori. Per il suo brutale omicidio è stato arrestato un 16enne, un giovane come lei, che credeva amico e del quale si era invaghita: il ragazzino, dopo essere passato a prenderla a casa, ha percorso poche centinaia di metri con Chiara e poi l’ha aggredita.
La ragazza è morta dopo essere stata colpita con due colpi frontali al torace, che hanno provocato lesioni polmonari, causando una morte pressoché istantanea. Ed è stata poi anche presa a calci mentre era già esanime per terra. I risultati dell’autopsia condotta dal medico legale Emanuela Segreto si sapranno con certezza solo nelle prossime ore, ma i primi risultati avrebbero confermato la dinamica raccontata dall’amico coetaneo, indagato e fermato dai carabinieri. Chiara, secondo le carte dell’inchiesta, è stata uccisa da un killer, «capace di intendere e di volere», con «mancanza di scrupoli, freni inibitori, di motivazioni e segnali di resipiscenza». E che inizialmente ha tentato di depistare le indagini.
Un’aggressione che non ha dato alla vittima modo di difendersi. I genitori di Chiara con la conclusione dell’esame potranno riavere il corpo della figlia e organizzare i funerali, ai quali parteciperà tutta la comunità del piccolo paesino della Valsamoggia. Il sindaco, Daniele Ruscigno, ha fatto sapere che su richiesta dei genitori della 16enne è stata attivata una raccolta fondi nata proprio per aiutare la famiglia a sostenere le prime necessarie spese legali. Una gara di solidarietà che in poche ore ha già raccolto circa 10mila euro.
«Chiunque – ha detto il primo cittadino – può partecipare con la cifra che preferisce proprio perché ognuno si deve sentire libero di muoversi se e come meglio crede. In questo caso i fondi raccolti, che con massima trasparenza saranno visibili sulla piattaforma in ogni momento, andranno direttamente alla famiglia. Questa è attualmente l’unica raccolta ufficiale e mi raccomando – ha sottolineato infine il sindaco – di fare attenzione ai tentativi di truffa che purtroppo anche in queste dolorose vicende possono esserci».
L’iniziativa, però, ha incredibilmente fatto scoppiare una polemica sul profilo Facebook del primo cittadino, dopo che alcuni utenti hanno contestato le modalità e l’uso del denaro raccolto, costringendo Ruscigno, e i genitori di Chiara, a prendere di nuovo la parola. «Sull’uso dei fondi a me sembrava tutto chiaro, ma evidentemente non lo è. In questi casi vengono svolte perizie di parte di varia natura – ha sottolineato il sindaco -, da quelle mediche a quelle informatiche, oltre alla consulenza di legali incaricati che tutelano gli interessi della parte offesa in ogni fase di un procedimento, di cui, a oggi, è difficile prevedere la durata».
Per i genitori di Chiara i post rilasciati da alcuni utenti sono «squallide osservazioni, che non fanno altro che peggiorare uno stato d’animo oramai pessimo… Le cause legali nel settore penale hanno dei costi non indifferenti… a cominciare dai periti a finire con gli avvocati. Sono cause – sottolineano – che possono durare anni ma soprattutto dove si parte già sconfitti… già perdenti… anche se riuscissi ad ottenere il massimo della pena io ho già perso – ha detto il padre di Chiara – considerando oltretutto che non ci saranno mai rimborsi per danni in quanto minorenne».
Link
In memoria di
Un sito contro i femminicidi, il progetto del padre di Chiara Gualzetti (Ansa- 3 dicembre 2023)
Una “piattaforma contro i femminicidi” con la richiesta di pene certe per i killer. E’ online all’indirizzo www.certezzadellapena.it il progetto di Vincenzo Gualzetti, padre di Chiara, uccisa a 15 anni da un coetaneo a Monteveglio (Bologna) il 27 giugno 2021.
L’obiettivo, spiega Gualzetti al Resto del Carlino, è raccogliere più adesioni possibili da parte di chi ha subito un lutto come il suo, parenti di altre vittime, per portare avanti proposte e iniziative comuni. “Perché la morte di Chiara non sia vana”, si legge sul sito.
Tre i punti subito chiari sulla pagina web: certezza di scontare la pena. Pena adeguata al crimine commesso. Possibilità di eliminare l’attenuante della giovane età. “Chi ha sofferto come me la perdita di una figlia, di una sorella, di una madre, si faccia avanti. Insieme potremo cambiare le cose”, è l’invito di Gualzetti, che ha lanciato anche una raccolta fondi per sostenere il progetto. “Martedì – dice Gualzetti al Carlino – andrò al funerale di Giulia Cecchettin e lì spero di incontrare suo padre. Capisco il suo dolore e lo rivivo sulla mia pelle, perché è tanto simile al mio e mi piacerebbe creare un legame con lui e invitarlo a una battaglia comune”.