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Bruna Bovino, 29 anni, estetista, mamma. Uccisa con 20 colpi di forbice, strangolata e data alle fiamme dall’ex amante

Mola di Bari (Bari), 12 Dicembre 2013

 


Titoli & Articoli

Donna trovata morta nel centro estetico a Mola: è giallo, spunta l’ipotesi omicidio (Bari Today – 13 dicembre 2013)
Il corpo semicarbonizzato di Bruna Bovino, 29 anni, di origini brasiliane, è stato trovato ieri pomeriggio all’interno di un centro estetico in via Vitulli. L’incendio potrebbe essere stato un incidente, ma tanti punti restano da chiarire e non è escluso che possa essersi trattato di un omicidio
Continuano le indagini per chiarire le circostanze della morte di Bruna Bovino, 29enne di origini brasiliane, il cui corpo senza vita è stato trovato ieri all’interno del centro estetico Arwen, in cui lavorava, in via Vitulli, a Mola. A dare l’allarme sono stati alcuni residenti della zona, che hanno visto del fumo uscire dal locale e hanno chiamato i vigili del fuoco. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri. All’interno del centro estetico, in una delle stanze, i militari hanno rinvenuto il cadavere della 29enne.
Il corpo semicarbonizzato della donna, era disteso per terra, accanto ad un lettino. La 29enne era vestita, anche se le fiamme hanno in parte distrutto gli abiti. Il cadavere presenterebbe alcune ferite all’altezza della nuca, ma non è ancora chiaro se tali lesioni siano state provocate accidentalmente, magari da una caduta, o se siano il frutto di un’aggressione. Oltre all’ipotesi iniziale, infatti – ovvero quella secondo cui le fiamme sarebbero state provocate accidentalmente da alcune candele trovate all’interno della stanza – gli investigatori non escludono neppure che possa essersi trattato di un omicidio. Bruna Bovino, sposata e separata, madre di una bimba di due anni, potrebbe essere stata aggredita e uccisa da qualcuno, che poi avrebbe appiccato il fuoco per cancellare le tracce.  Al momento tuttavia gli investigatori non escludono alcuna ipotesi, perchè la scena del delitto non è chiara e saranno necessarie ulteriori verifiche. A fornire dettagli determinanti per le indagini sarà l’autopsia, prevista per lunedì, che dovrà accertare le cause della morte della 29enne.

Nonna Diva: Bruna era la nostra vita (La Centra – 19 aprile 2014)

Intervista alla mamma di Bruna Bovino: “Vogliamo giustizia, vogliamo la verità” (Polignano Blu – 11 dicembre 2018)
Il processo sull’omicidio di Bruna Bovino è giunto ad una svolta, l’unico imputato Antonio Colamonico è stato assolto in secondo grado per non aver commesso il fatto. Questo il verdetto della Corte d’Assise d’Appello di Bari a proposito dell’omicidio della 29enne di Polignano. Bruna Bovino è stata uccisa il 12 dicembre 2013, presso il suo centro estetico a Mola di Bari.
La mamma Lilian Baldo vuole giustizia per l’omicidio di sua figlia, che dopo quattro anni non ha ancora un nome. Recentemente è stata ospite della trasmissione di Giancarlo Magalli e ha rilasciato una lunga intervista ad alcuni rotocalchi nazionali. Noi di Blu abbiamo voluto intervistarla, partendo proprio da Bruna.
Le festività del Natale si avvicinano sempre di più e sappiamo che queste sono le feste della famiglia. Vorremmo parlare di Bruna attraverso i suoi ricordi… Può sembrare scontato chiederle cosa le manca di più di sua figlia…
«Di Bruna mi manca tutto, non solo a me, manca soprattutto ai suoi bambini. La bambina più piccola adesso ha sei anni, e comincia a chiedere come è morta sua madre. Noi le parliamo sempre di Bruna, delle cose che le piacevano, guardiamo le foto. Vogliamo mantenere vivo il suo ricordo. L’altro giorno mi ha detto “Nonna come è morta la mamma? È caduta?” Non sapevo cosa rispondere.
Anche il fratello più grande, adesso ha 14 anni, è turbato da questa storia. Entrambi vivono una condizione di stress pesante per via di tutta questa storia. Sfido chiunque a vivere una vita serena sapendo che tua madre è stata uccisa e non si sa chi è stato l’autore dell’omicidio. Manca molto anche a mia sorella, a sua nonna. Siamo davvero in una brutta situazione. Mio padre è venuto a mancare un anno e mezzo fa, ed è morto chiamando Bruna fino all’ultimo respiro.
Io avevo un bellissimo rapporto, noi litigavamo sempre come cani e gatti, come si litiga tra sorelle, però eravamo tutti i giorni insieme e condividevamo tutto. Nella mia famiglia era anche l’unica nipote, per cui le attenzioni di tutti erano dedicate a Bruna. Adesso abbiamo un vuoto incolmabile e una tristezza nel cuore infinita, soprattutto in questo periodo dell’anno, quando arrivano queste feste da passare con tutta la famiglia. È un dolore che comunque non ci lascia mai»
Qual è uno dei ricordi più belli che ha di Bruna?
«Ho tanti ricordi belli, perché noi abbiamo vissuto insieme molte cose. Posso dire l’ultimo ricordo bello che ho, ed è stato quando siamo andati tutti a Lussemburgo. Abbiamo voluto portare la bambina. È stato ad ottobre, poi a dicembre è successa la tragedia. È stato bello perché siamo state insieme tutto il tempo a casa di mia sorella e in 15 giorni abbiamo fatto tante cose, ci siamo fatte tantissime fotografie».
È mai più tornata sul luogo dell’omicidio?
«No, non ho avuto il coraggio, a dire il vero vado poco anche al cimitero, è come se non lo volessi accettare. Però ci tornerò presto, anche con mia madre che vuole andare a salutare Bruna. È in buona compagnia con mio padre, che le sta vicino adesso. Per realizzare quel centro estetico, Bruna, ha fatto tanti sacrifici, mettendoci più di un anno».
Come è cambiata la sua vita? Adesso cosa si aspetta dal futuro?
«La mia vita, come quella di tutta la mia famiglia è distrutta. Abbiamo tutti un vuoto dentro che non sarà mai colmato e troviamo la forza di andare avanti nei bambini di Bruna ma anche nel fatto che devo lottare per avere giustizia. Mia figlia non meritava di morire in questo modo, strangolata, accoltellata con le forbici e poi bruciata. Nessuna donna merita questo. Abbiamo bisogno di giustizia e continueremo a lottare. Nonostante siamo soli, continueremo a lottare».
L’avvocato Isa Masi, che difende la mamma di Bruna, fa alcune precisazioni sul caso: “La Corte d’Assise d’Appello di Bari si è espressa, ma noi attendiamo di leggere la motivazione – spiega l’avvocato – Non è stata ancora depositata ma lo sarà nel giro di qualche mese. Pertanto non sappiamo quale sia stato il ragionamento logico che ha portato all’assoluzione, in quanto in primo grado c’era stata una condanna a 25 anni con le pene accessorie. Probabilmente sarà stato il famoso video a portare questa decisione. Per quello che ci riguarda, noi l’abbiamo già esplicato in sede processuale: quel video non apporta nulla di nuovo. Ci sono tante cose che non tornano e non collimano a nostro avviso con la testimonianza che nel primo grado era stata non era ritenuta attendibile poiché lacunosa. Adesso si vedrà cosa dirà la Cassazione in terzo grado. Come ho già avuto modo di dichiarare in altre circostanze, a noi per legge è preclusa la possibilità in quanto parte civile di poter fare il ricorso in Cassazione. Aspettiamo che vengano depositate le motivazioni, di certo non ci arrenderemo e faremo di tutto affinché si apra il terzo grado di giudizio. Noi abbiamo tante perplessità, ma al momento non possiamo far altro che attendere le motivazioni. Non ci fermeremo, siamo convinti che la Procura della Repubblica ricorrerà in Cassazione».

“Bruna ha lottato prima di essere uccisa dal suo ex”: i giudici ricostruiscono gli ultimi istanti di vita dell’estetista vittima nel Barese di femminicidio (la Repubblica – 5 aprile 2022)
E’ un passaggio delle motivazioni in base alle quali la Corte di Assise di Appello di Bari ha condannato alla pena di 26 anni e 6 mesi di reclusione il 42enne Antonio Colamonico
Bruna Bovino “aveva subito un’aggressione nel corso della quale aveva lottato prima di subire quei brutali colpi al volto” e “quando fu atterrata e sovrastata dall’assassino, non potè più muovere le braccia e difendersi dai colpi che le venivano inferti, riusciva però a muovere il capo e le mani, assai verosimilmente in maniera convulsa, nell’istintivo e disperato, ma altresì vano, tentativo di sottrarsi ai colpi che il suo assassino continuava a infliggere”. E’ un passaggio delle motivazioni in base alle quali la Corte di Assise di Appello di Bari ha condannato alla pena di 26 anni e 6 mesi di reclusione il 42enne Antonio Colamonico, imputato per l’omicidio della ex Bruna Bovino, estetista 29enne italo-brasiliana uccisa a Mola di Bari il 12 dicembre 2013.
In primo grado, nel luglio 2015, Colamonico era stato condannato a 25 anni di reclusione. In appello, nel novembre 2018, era stato assolto e il 20 settembre scorso, dopo l’annullamento con rinvio da parte della Cassazione, un nuovo collegio della Corte di Assise di Appello ha ribaltato nuovamente la sentenza dichiarandolo colpevole di omicidio volontario e incendio doloso. I giudici, nel negare le attenuanti generiche, evidenziano che “l’imputato non ha mai manifestato segni di resipiscenza e ha reiteratamente fatto dichiarazioni mendaci”.
Nelle motivazioni si analizza l’esito degli accertamenti tecnici, come quelli sulle lesioni sulle mani di Colamonico, “neppure lontanamente compatibili con l’azione di autolesionismo – scrivono – simulata la sera stessa dell’omicidio” e “invece compatibili con l’aggressione”: le “graffiature e unghiature connesse al tentativo della Bovino di difendersi nel corso dell’aggressione” e le “ustioni durante l’appiccamento del fuoco” per occultare le prove del delitto.
I capelli rossi trovati tra le dita della vittima, poi, secondo i giudici “è una congettura che appartenessero” ad una terza persona, ad un “aggressore verosimilmente di sesso femminile”, mentre è più probabile che le mani della vittima durante l’aggressione “restarono impigliate nei capelli che si intinsero di sostanza ematica” e quando, “già sanguinante, si ritrovò le mani dell’assassino intorno al collo, verosimilmente tentò di afferrare le mani del suo aggressore nel tentativo di difendersi”.

 


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