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Anna Maria Gandolfi, 57 anni, mamma. Uccisa dal marito con una spinta che le ha sfondato il cranio

Porto Recanati (Macerata), 27 Marzo 2013

1990081-anna_maria_gandolfiUn dramma lungo vent’anni, quello di Amedeo e Anna Maria, che non ne voleva sapere di essere ricoverata in una struttura per malati mentali dopo che il marito aveva smesso di pagare l’affitto dell’appartamento in cui lei viveva. E proprio poco prima dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario lei cade e sbatte la testa contro il tavolo, morendo per incidente domestico.

 

amedeo_belli_0Amedeo Belli, 60 anni, geometra, padre. Aveva un’altra e problemi economici, ma portava sempre da mangiare alla moglie (anche se lei poi non lo mangiava e lo regalava) e stava attento a che prendesse le medicine. Un uomo distrutto, secondo il suo avvocato.


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Il resto del Carlino
“Un profondo squarcio nel cranio” Anna Maria uccisa da un colpo solo – Il giallo di Porto Recanati
Macerata, 29 marzo 2013 – È COMINCIATO alle 16 di ieri pomeriggio ed è proseguito fino a tarda sera, all’ospedale di Civitanova, l’esame autoptico sul corpo di Anna Maria Gandolfi, la donna di 57 anni affetta da gravi problemi psichici e trovata morta mercoledì mattina nella sua casa nella frazione Grotte di Porto Recanati, dopo un litigio con il marito Amedeo Belli, 60 anni.
Come noto solo poche ore dopo l’ufficiale giudiziario le avrebbe notificato lo sfratto esecutivo dall’alloggio in cui era rimasta a vivere dopo la separazione. Un alloggio di cui il marito aveva pagato l’affitto per oltre un anno, prima di smettere per problemi economici connessi anche alla chiusura, qualche mese fa, del suo laboratorio di stampaggio per materie plastiche a Loreto. Proprio lo stress per questa delicata situazione, con il marito deciso a convincere la moglie ad affidarsi a una struttura residenziale di cura, sarebbe alla base del violento litigio, culminato nella spinta e nell’incidente domestico. Anna Maria sarebbe caduta battendo la testa nello spigolo del tavolo della cucina, morendo praticamente sul colpo. Il medico legale Loredana Buscemi farà un sopralluogo nell’abitazione della vittima per chiarire cosa possa aver provocato la larga ferita alla testa costatale la vita. Il corpo non presenterebbe altri segni di violenza esterna, salvo una lesione alla bocca.

IN BASE ai primi riscontri, il racconto del Belli — sottoposto a fermo con l’accusa di omicidio preterintenzionale e attualmente detenuto nel carcere di Montacuto — sarebbe compatibile con quanto emerso dall’autopsia. Ovviamente i medici si riservano di condurre — nel corso del prossimo mese — ulteriori e più approfonditi esami diagnostici per escludere ogni dubbio. Anche per quanto riguarda l’ora del decesso, che già a un primo esame era stata indicata dal medico legale Antonio Tombolini come non antecedente alle 3 o 4 ore, sembrerebbe confermata la ricostruzione dello stesso Belli, che aveva raccontato di un litigio avvenuto nelle prime ore del mattino. Gli esami lo collocherebbero in particolare tra le 8.40 e le 10. Belli avrebbe poi chiamato il figlio Mario, 32 anni, raccontando di avergli ucciso la madre nel corso di un contrasto tra i due per la vicenda legata al trasferimento. Al culmine della discussione l’avrebbe spinta, provocandone la caduta, senza immaginare — dice lui — che il corpo della moglie rovinasse proprio sullo spigolo del tavolo della cucina, fracassandosi la testa e perdendo molto sangue. Era evidente che Anna Maria fosse morta: per questo Amedeo non avrebbe chiamato il 118, ma il figlio e i carabinieri. PROPRIO con il cranio fracassato, anche se con la ferita coperta da un asciugamano e il corpo adagiato sul letto, i primi soccorritori hanno trovato il corpo di Anna Maria. A far ipotizzare al sostituto procuratore Cristina Polenzani il reato di omicidio preterintenzionale sono state le attenzioni che da sempre Belli aveva avuto per la moglie. Nel corso del lungo interrogatorio, l’uomo ha spiegato di non aver mai voluto separarsi dalla donna, e di aver sempre continuato a occuparsi di lei, anche se la sua schizofrenia glielo rendeva davvero difficile. La donna, ad esempio, si rifiutava di mangiare, per questo lui più volte l’aveva portata in ospedale, per farla alimentare in maniera coatta attraverso le flebo. I vicini, che conoscevano benissimo la situazione, gli avevano raccontato che a volte, quando lui le portava qualcosa da mangiare, lei lo regalava. Nel suo frigo, in effetti, non c’era nulla.

Il resto del Carlino
Uccisa dal marito, il legale: “E’ un uomo distrutto”  – Il giallo di Porto Recanati. L’avvocato Paolo Giustozzi: “Dietro quel gesto c’è un dramma familiare lungo vent’anni”
Macerata, 28 marzo 2013 -‘’Un momento di rabbia e una spinta, ma dietro quel gesto c’è un dramma familiare lungo vent’anni. Gravi problemi legati alla condizione psichica della vittima, da ultimo appesantiti dalle difficoltà economiche della famiglia’’. Queste le parole dell’avvocato Paolo Giustozzi che difende con la collega Valeria Attili Amedeo Belli, il piccolo imprenditore sessantenne che ieri, durante una lite, ha ucciso la moglie Anna Maria Gandolfi, 57 anni. Poi si è costituito nella caserma dei carabinieri di Loreto. ”Era in stato confusionale – ha spiegato il difensore – ma non ha tentato in alcun modo di nascondere cosa era successo”. Dopo un interrogatorio fiume nella caserma di Porto Recanati, Belli è stato sottoposto a fermo per omicidio preterintenzionale.
Il pm Cristina Polenzani ha disposto l’autopsia sul cadavere della vittima, per chiarire la dinamica del delitto. Ma per l’uxoricida, afferma il legale Giustozzi, ‘’il processo e’ solo parte di una tragedia immane: Belli e’ un uomo distrutto. Nonostante vivessero ormai separati non ha mai smesso di prendersi cura della moglie. La andava a trovare tutti i giorni per farle prendere le medicine, che altrimenti lei si rifiutava di assumere, e cercava di starle vicino, comunque’’. Il fatto che avesse una nuova compagna ‘’non c’entra nulla con quello che e’ accaduto’’.

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Porto Recanati, donna trovata morta in casa. Arrestato l’ex marito
Al termine di un lungo interrogatorio è stato fermato per omicidio preterintenzionale e detenzione illecita d’arma da fuoco Amedeo Belli, ex marito 59enne di Anna Maria Gandolfi. La donna è stata trovata morta in casa con segni di violenza sul corpo.
Potrebbe essere l’ennesimo femminicidio quello avvenuto a Porto Recanati (Macerata). Una donna di 57 anni, Anna Maria Gandolfi, è stata trovata morta in casa con segni di violenza sul corpo. E dopo un lungo interrogatorio alla stazione dei carabinieri il procuratore di Macerata Cristina Polenzani ha emesso un decreto di fermo, con l’accusa di omicidio preterintenzionale e detenzione illecita di arma da fuoco, nei confronti dell’ex marito della donna. L’uomo si chiama Amedeo Belli e ha 59 anni. Il provvedimento nei suoi confronti è stato eseguito in nottata dai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Civitanova Marche, che hanno condotto le indagini con i colleghi del Reparto operativo del Comando provinciale di Macerata e della stazione di Porto Recanati. Belli si era presentato in caserma descrivendo la caduta accidentale della donna – Nel pomeriggio di ieri era stato compiuto prima un accurato sopralluogo nella casa in cui viveva la donna, poi altre perquisizioni hanno portato al ritrovamento di una pistola illegalmente detenuta dall’ex marito. Amedeo Belli si trova ora nel carcere di Ancona. L’arrestato, due ore dopo la morte della moglie, si era presentato dai carabinieri di Loreto affermando che la donna era caduta dopo una lite violenta e aveva battuto la testa contro uno spigolo. In caserma Belli aveva anche detto di non sapere se la moglie, affetta da tempo da problemi psichiatrici, era viva o morta. Il magistrato inquirente ha disposto l’autopsia sul cadavere della vittima.


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