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Anna Carusone, 50 anni, mamma. Uccisa a colpi di fucile dal marito davanti alla figlia 15enne

Bellona (Caserta), 22 Gennaio 2018


Titoli & Articoli

Lui era violento ma lei non voleva lasciarlo: come farà senza di me. Uccisa a fucilate. Gelosia e rabbia: il mix della strage (Paese News – 23 gennaio 2018)
Bellona  – Più volte Anna Carusone aveva subito la violenza di suo marito, Davide Mango. Ma lei non lo avrebbe mai lasciato. Quando qualche amica o qualche familiare la sollecitava a porre fine a quella relazione, lei era chiara: “non posso lasciarlo, come farebbe senza di me?”.
Anna e Davide si conoscevano da molti anni. Dalla loro relazione nacque la loro unica figlia, molti anni prima del matrimonio.  La strage di ieri, nel centro di Bellona, ha diverse facce e diverse cause. Davide e Anna non sono le uniche vittime. Le vittime, infatti, non sono solo le vite spezzate dal pomeriggio di follia dell’ex vigilantes. Sono sicuramente vittime anche i genitori di Davide che hanno cercato fino all’ultimo di convincerlo ad arrendersi; c’è la famiglia di Anna che parla di strage annunciata. Poi c’è quella ragazzina, la figlia della coppia, scampata alla furia del padre.
Gelosia e rabbia sarebbe stata la miscela che avrebbe innescato la follia di Davide. Gelosia – immotivata – verso la moglie che nonostante tutto era sempre pronta a giustificarlo, sempre pronta a ricucire gli strappi che l’uomo apriva con vicini e conoscenti.
Lei era solare, sorridente, gentile. Lui era introverso, quasi mai sereno. Davide era arrabbiato con il mondo intero, soprattutto, dopo aver perso il lavoro. Voleva, giustamente, una vita dignitosa. Inviava curriculum ovunque e riceveva sempre la stessa risposta negativa. E lui non riusciva a passarci sopra. Il tempo poi, peggiorava ogni cosa.  Ieri pomeriggio dopo l’ennesima lite, probabilmente, dopo che la moglie aveva deciso di lasciarlo, lui ha imbracciato un fucile freddandola sulle scale. La figlia, adolescente e iscritta all’istituto alberghiero, riesce a scappare, lanciando l’allarme. Poi sei ore di follia durante le quali ha tenuto in ostaggio un paese intero, impedendo anche ai soccorsi di raggiungere la moglie sulle scale e sparando decine e decine di colpi di fucile e di pistola. Cinque le persone ferite, fra cui anche il comandante della stazione dei carabinieri di Vitulazione, Iannarella. Alla fine il suicidio con un colpo di pistola alla testa.

Il fratello di Anna punta l’indice: donne tutelate solo in apparenza (Paese News – 29 gennaio 2018)
“La legge italiana tutela solo in apparenza le donne. Se vogliono denunciare violenze e abusi in famiglia devono sottoscrivere le querele, esponendosi ulteriormente a maltrattamenti e umiliazioni. Lo Stato solo in apparenza mostra di tutelare le donne. In realtà è molto più difficile per una donna sottrarsi ad un marito o un compagno violento e prevaricatore”. Questo, in sintesi, il concetto espresso dal fratello di Anna Carusone, uccisa dal marito, al termine del funerale dell’ex cognato.
L’uomo, distinto, deciso, ma con il volto sfregiato dal dolore per l’improvvisa e violenta morte della sorella, ha atteso che la cerimonia funebre finesse, ha atteso che le nostre telecamere finessero di registrare quelle scene, per esternare – con molta compostezza – il suo pensiero. Poi, con gli occhi rotti dalle lacrime ha aggiunto: “vi prego scrivetelo, ditelo a tutti. E’ importante”. Più volte Anna Carusone aveva subito la violenza di suo marito, Davide Mango. Più volte avrebbe cercato di denunciare quelle violenze. Si sarebbe sempre arresa però davanti alla necessità di sottoscrivere quelle denunce. Temeva, probabilmente, ulteriore e maggiori violenza da parte di Davide Mango. Questa sua prudenza, purtroppo, non è bastata per salvargli la vita.


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