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Alla Smirnova, 42 anni, colf. Accoltellata dall’ex marito di un’amica che l’aveva già minacciata e aggredita

Locatello (Bergamo), 17 Settembre 2008


Titoli & Articoli

«Mi ha lasciato per un’altra»: le uccide tutte e due (il Giornale – 18 settembre 2008)
Il perché in tante brutte copie di quella che avrebbe dovuto essere una lettera. Una confessione stracciata, incompiuta, scritta in notti d’ossessione, spese a provare a spiegare l’incubo che lo stava trasformando in assassino. Righe accartocciate, lasciate sul tavolo.
Ieri mattina lo ha fatto. Due delitti nel giro di mezz’ora. Due donne ammazzate a coltellate: la sua ex moglie e l’amica di lei.
Lui, Anacleto Roncalli, 67 anni, idraulico in pensione con una vita già segnata dal lutto e i capelli troppo bianchi per pensare di ricominciare daccapo, è uscito di casa all’alba. Armato di gelosia e di un coltello da cucina. Doveva spezzare i fili di quel destino che lo aveva lasciato solo, convinto che quella sua giovane, bella donna lo avesse abbandonato per un amore omosessuale.
Nataliya Holovko, 43 anni, badante ucraina con due figli grandi avuti da un precedente matrimonio, se l’è visto comparire mentre usciva dal garage di casa in via Ca’ de Passeri, a Villa d’Adda. L’ultimo tentativo di riaverla, la lite, parole urlate con disprezzo, gli insulti. Poi il coltello che affonda. Due, tre forse più fendenti al ventre. Erano le sette e mezzo. È stata una vicina di casa a dare l’allarme. Mentre lui, l’idraulico, era già partito per la sua prossima missione di morte. Trenta chilometri di strada, sulla sua Punto blu per arrivare a Locatello. Qui lungo la strada per Fuipiano Imagna (la provinciale principale della Valle) ha intercettato la persona che considerava la causa del suo divorzio: Alla Smirnova, 42 anni, anche lei badante, russa, convivente con un carpentiere della zona. L’assassino l’ha bloccata mentre era in macchina, su una Volkswagen Lupo. Attimi. Dopo aver aperto lo sportello l’ha accoltellata diverse volte finendola con un colpo alla gola.
Epilogo tragico di un caso già chiuso.
Roncalli, vedovo e padre di due figli avuti dalla prima moglie, aveva già deciso cosa fare. Proprio come quando spediva lettere minatorie alla sua giovane ex o le imbrattava i muri di casa con scritte minacciose. Sapeva che non avrebbe potuto andare lontano. Così dopo qualche ora si è diretto verso il carcere bergamasco di via Gleno.
Una pattuglia dei carabinieri lo ha bloccato verso mezzogiorno mentre andava a costituirsi. In auto aveva ancora il coltello sporco di sangue, docile si è lasciato portare in caserma. E qui, davanti al magistrato, ha raccontato la storia della sua vita finita.
Anacleto Roncalli e Nataliya si erano sposati sei anni fa. Per lui una seconda giovinezza. L’illusione di una storia vera con una donna che provava a ricostruirsi un futuro, due figli da mantenere, Nikita, 16 anni, e Alexander, di 21, lui lasciato nel Paese d’origine. Un’unione che non funzionò fin da subito. Lei giovane e attraente, lui geloso e possessivo. Era la sua ultima occasione di felicità. Ma un anno e mezzo fa la separazione, la scelta d’andarsene da parte di lei.
L’idraulico non si era rassegnato. Continuava a cercarla, a seguirla, a minacciarla. Voleva trovare una spiegazione al fallimento, un colpevole. Fino a quando la sua paranoia omicida ne ha disegnato uno: Alla, l’amica del cuore di Nataliya. Il suo compagno, stava lavorando in cantiere quando ha saputo. E disperato piange: «Non posso crederci, non ne troverò mai più un’altra come lei».

L’emigrante bergamasco innamorato della russa Alla: “Volevo sposarla” (Bergamo News – 17 settembre 2008)
Bruno Locarini, cresciuto in Svizzera, frequentava Alla Smirnova, la badante russa assassinata: “Il matrimonio era il nostro sogno. Lei era una persona splendida, che si guadagnava il rispetto di tutti. Non aveva colpe, ha solo aiutato la sua amica Nataliya. Lei, come tanti altri immigrati, ” venuta qui solo per stare un po’ meglio”.
Sua madre è stata badante, in Svizzera, durante quegli anni ’50 e ’60 in cui la Valle Imagna si svuotava a vista d’occhio, in cui operai, muratori, casalinghe, si trasferivano Oltralpe, in cerca di pane per sfamarsi, di un tetto dove dormire e abitare in modo decente. Suo padre Giovanbattista, sempre in Svizzera, è stato muratore per 40 anni: ancora oggi mischia il suo dialetto ad un po’ di francese d’Elvezia. Lui è Bruno Locarini, muratore di Locatello, cresciuto in Svizzera, mentre mamma e papà lavoravano tutto il giorno, ottenendo vitto e alloggio da una famiglia ebrea. Bruno un paio di anni fa si era innamorato di Alla Smirnova, la badante russa alla quale sua padre aveva affittato un appartamento in via Castel Legno, vicino alla casa di famiglia. Alla, che come tante altre connazionali ha vissuto nel nuovo millennio quel che il papà e la mamma di Bruno hanno passato negli anni ’50, se non addirittura prima. Alla, che la mattina del 17 settembre è stata travolta dalla furia omicida di un idraulico bergamasco in pensione, Anacleto Roncalli, che l’accusava di aver fatto saltare il suo matrimonio con l’ucraina Nataliya Holovka.
“Ero innamorato di Alla Smirnova, è difficile trovare delle persone come lei – racconta Bruno -. Già sette anni fa mio padre le aveva affittato un appartamento. Poi la scintilla tra noi è scattata un paio d’anni fa, l’ho aiutata quando aveva bisogno, lei ricambiava con un sorriso, per noi è stato facile avvicinarci. Di recente mi aveva confessato che aveva un sogno: voleva sposarmi, e io ero d’accordo, sarebbe stato bellissimo iniziare a vivere insieme definitivamente. Ovunque andasse Alla si guadagnava un certo rispetto: faceva la badante da un’anziana di 93 anni di Bergamo città. E mi sono stupito quando mi ha raccontato che quell’anziana, ogni sera, la chiamava a casa a Locatello per vedere se era rientrata, per vedere se era tutto a posto. L’anziana che lei curava si prendeva cura di lei. Era felice di tutto questo”.
Bruno prosegue nel racconto, è commosso: “Quando mi sono avvicinato ad Alla non ho pensato a lei come ad un’immigrata. Poi mi ha raccontato di tutti i problemi che ha dovuto affrontare prima di arrivare in Italia, mettersi in regola, e trovare un lavoro con contratto. Ho ripensato ai miei genitori. Noi valdimagnini quando abbiamo avuto bisogno siamo andati in Svizzera, in Francia. Io sono cresciuto là. E anche le persone come Alla hanno cercato qui da noi un posto dove star meglio. Lei non doveva fare questa fine: aveva solo voluto far ragionare la sua amica di Villa d’Adda, la supportava, la aiutava. Non aveva colpe. Non avevano colpe né Alla né Nataliya”.

Duplice omicidio, lunedì i funerali di Alla Smirnova (l’Eco di Bergamo – 20 settembre 2008)
I risultati delle autopsieRoncalli confessa: «Volevo già ucciderla due mesi fa»Ascolta il commento di Emilio FedeLa cronaca del doppio omicidio«L’aveva aggredita già 24 ore prima»
Lunedì pomeriggio 22 settembre alle 15 nella chiesa di Locatello dedicata a Santa Maria Assunta si svolgeranno in rito ortodosso i funerali di Alla Smirnova, la colf russa 42enne uccisa a coltellate mercoledì mattina dal pensionato 67enne Anacleto Roncalli mentre si recava al lavoro. Le esequie verrano celebrate da padre Giovanni Vaccaro, parroco di Bergamo e Provincia per il Patriarcato di Mosca, alla funzione parteciperà il parroco di Locatello don Roberto Favero. Nella tarda mattinata di sabato 20 settembre la salma di Alla è stata trasportata a Locatello nella casa in via Colle Aperto dove abitava da alcuni anni e ultimamente conviveva con Bruno Locarini.
A Locatello sabato mattina al termine del Consiglio comunale il sindaco Mario Locatelli con voce commossa ha ricordato quanto accaduto nel loro paese e ha ricordato la colf Alla, rimasta vittima inconsapevole di una mano omicida.
«Ai miei consiglieri ho detto poche parole perché la triste vicenda è nota a tutti – commenta il sindaco Locatelli – però ho voluto evidenziare questa grave fatto di sangue che  ha scosso in modo quasi violento la vita del nostro piccolo paesino di montagna che improvvisamente è diventato il luogo dove si è consumato un efferato delitto. Ho espresso le mie condoglianze e dell’Amministrazione comunale pubblicamente ai famigliari di Alla Smirnova che sono in Russia, al convivente Bruno Locarini, agli amici e a tutti coloro che hanno conosciuto questa donna che si era molto affezionata al nostro paese».
Venerdi 19 settembre il servizio di onoranze funebri ha trasportato al cimitero di Villa d’Adda il feretro di Nataliya Holovko. La salma è stata benedetta dal parroco don Renato Del Bello e da don Matteo Bettazzoli che si sono raccolti in preghiera con il sindaco Adelvalda Carsaniga e altre persone che erano nel cimitero quando è arrivato il feretro. La bara è stata sistemata nella camera mortuaria dove la gente potrà rendere l’estremo saluto alla colf ucraina domenica e lunedì: alla mattina, alle 10 alle 12 e nel pomeriggio dalle 15 alle 17.


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