Alessandra Zorzin, 21 anni, parrucchiera, mamma. Uccisa e sfigurata con un colpo di pistola da un amico ossessionato da lei
Montecchio Maggiore (Vicenza), 15 Settembre 2021
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Montecchio Maggiore, 21enne uccisa a colpi di pistola: lascia figlia di 2 anni, assassino in fuga (FanPage – 15 settembre 2021)
A Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, nella frazione di Valdimolino, pochi minuti fa una ragazza di 21 anni, Alessandra Zorzin, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco nella sua abitazione. Il killer si sarebbe dato alla fuga: è ricercato dalle forze dell’ordine. A scoprire il cadavere della giovane sarebbe stato il marito.
Tragedia a Montecchio Maggiore, precisamente nella frazione di Valdimolino, in provincia di Vicenza, dove oggi una ragazza di 21 anni, Alessandra Zorzin, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco nella sua abitazione. Il killer si sarebbe dato alla fuga. Testimoni lo hanno visto scappare, con una fisionomia assolutamente diversa dal marito e che è salito su una Y nera. L’uomo, di cui non sono state diffuse ancora le generalità, che potrebbe essere un amico della vittima, pare fosse in possesso dell’arma con cui ha freddato la 21enne per motivi di lavoro (si tratterebbe di una guardia giurata). È al momento ricercato dalle forze dell’ordine, che si stanno concentrando nella zona del Garda, dove sarebbe stato avvistato l’ultima volta.
Sul posto gli investigatori tentano di ricostruire la dinamica di quanto successo. Secondo le prime informazioni disponibili, a scoprire il cadavere nel primo pomeriggio è stato il marito, che era a pranzo dai genitori e che è stato allertato a sua volta dai vicini di casa che avevano sentito prima delle urla e poi lo sparo. Il delitto potrebbe risalire all’ora di pranzo. Il suo corpo è stato trovato nel letto e in una pozza di sangue. Sarebbe stata colpita con un solo proiettile. La vittima, che faceva la parrucchiera, è mamma di una bimba di due anni che al momento della tragedia si trovava a scuola. Secondo quanto appurato dai Carabinieri, la ragazza aveva conosciuto da poco il sospettato, un 40enne.
I precedenti. “È un fatto che ci lascia senza parole – ha detto Gianfranco Trapula, il sindaco di Montecchio che si è recato sul posto – non conoscevo personalmente Alessandra, stiamo pensando al dramma che vivrà la bambina piccola e tutta la famiglia. È un atto veramente incomprensibile. Prima di uccidere una persona ci sono tante cose che si sono possono fare”.
Si tratta dell’ennesimo femminicidio che si consuma in Italia: solo nell’ultima settimana ce ne sono stati 7 tra cui quello di Noventa Vicentina, dove la 31enne Rita Amenze è stata freddata a colpi d’arma da fuoco dal marito Pierangelo Pellizzari, che è stato arrestato dopo essersi dato alla fuga. L’uomo si era infatti barricato, ancora con la pistola in tasca, in una casa di Villaga, a poca distanza dalla casa di via Quargente dove la coppia risiedeva.
Chi è Alessandra Zorzin, la mamma di 21 anni uccisa con un colpo di pistola a Montecchio Maggiore (FanPage – 15 settembre 2021)
Alessandra Zorzin, parrucchiera e mamma di 21 anni, è la vittima del femminicidio consumatosi oggi a Montecchio Maggiore, nel Vicentino: ad ucciderla con un colpo di pistola al volto un uomo sui 40 anni che si è poi dato alla fuga e che lei conosceva da poco. Su Facebook le foto con la figlia di due anni: l’ultima è stata postata solo due giorni fa.
È sorridente e felice, con la sua bimba di 2 anni in braccio, Alessandra Zorzin, la 21enne uccisa a Montecchio Maggiore, nel Vicentino, con un colpo di pistola al volto. Così appare nell’ultima foto profilo su Facebook, aggiornata solo due giorni fa, ignara di quello che le sarebbe successo: il marito nel primo pomeriggio di oggi, mercoledì 15 settembre, l’ha trovata nel suo letto, riversa in una pozza di sangue e con una ferita procurata da un proiettile che la ha sfigurato il viso. È stato allertato dai loro vicini, che avevano sentito la ragazza litigare con un uomo, e poi uno sparo. La loro bambina, in quel momento, era a scuola, lui a pranzo dai genitori ed Alessandra era rimasta da sola in casa.
Il killer di Alessandra ancora in fuga. Cosa sia successo oggi nella casa dove Alessandra e suo marito si era trasferiti da poco più di un anno nella frazione di Valdimolino è al vaglio degli inquirenti. Ciò che è certo è che il killer, dopo averla uccisa, è scappato via a bordo di una Lancia Y scura. Al momento è ancora ricercato e gli sforzi delle forze dell’ordine si stanno concentrando nelle zone del Garda, dove sarebbe stato avvistato. Secondo le prime indiscrezioni, si tratterebbe di un uomo sui 40 anni del padovano, in possesso dell’arma del delitto per motivi di lavoro, probabilmente si tratta di una guardia giurata, che conosceva la vittima, anche se da poco. Alcuni vicini, che lo hanno visto scappare via dopo aver sentito lo sparo, hanno dichiarato che non era la prima volta che entrava a casa di Alessandra.
Sui social tutto il suo amore per la figlia. Alessandra Zorzin aveva 21 anni e faceva la parrucchiera. Tante le foto con la sua bambina che ha condiviso sui social nel corso degli ultimi anni, bellissima, bionda e sorridente, che la nonna chiama affettuosamente “la mia piccola donna”. Una vicenda terribile, che ha lasciato sotto choc la comunità locale. “È un fatto che ci lascia senza parole – ha detto Gianfranco Trapula, il sindaco di Montecchio, – non conoscevo personalmente Alessandra, stiamo pensando al dramma che vivrà la bambina piccola e tutta la famiglia. È un atto veramente incomprensibile. Prima di uccidere una persona ci sono tante cose che si sono possono fare”.
Femminicidio Alessandra Zorzin, le colleghe: “Era innamorata della sua bimba” (il Resto del Carlino – 16 settembre 2021)
“Noi non abbiamo mai visto in questo negozio Marco Turrin“, il 38enne che si è suicidato ieri dopo aver ucciso la 21enne Alessandra Zorzin alla frazione Valdimolino di Montecchio Maggiore. Lo dicono tutte le parrucchiere del salone di bellezza di Vicenza dove Alessandra aveva iniziato l’apprendistato.
La giovane vittima di femminicidio viene descritta come una “ragazza solare, sorridente, innamorata della sua bimba”, come dimostrano anche le tante foto pubblicate su Facebook che la ritraggono insieme alla sua bambina di 2 anni. Una delle giovani dice che con l’apprendistato Alessandra “stava coronando il suo sogno”.
Gli investigatori sono certi che Zorzin e il suo assassino si conoscessero da tempo. Il pm che si occupa dell’inchiesta, Luigi Salvadori, conferirà nelle prossime ore l’incarico per l’autopsia. Si dovrà chiarire, in particolare, la direzione del colpo di pistola che ha sfigurato il volto di Alessandra provocandone la morte. Ma anche fare chiarezza sulle motivazioni del gesto anche se pare evidente il movente passionale.
La ricostruzione di una giornata drammatica. Alessandra Zorzin, che lascia una bimba di 2 anni, ieri mattina aveva aperto al suo assassino. Verso l’ora di pranzo i vicini avevano sentito delle urla, avevano visto l’uomo allontanarsi e, dato che la giovane non rispondeva al citofono, avevano alletato ril marito. Era stato lui a ritrovarla esanime sul letto, col volto devastato dallo sparo. Sul posto erano giunti i carabinieri che avevano dato vita a una caccia all’umo.
Ieri sera, verso le 20.30, il fuggiasco, il 38enne padovano Marco Turrin, residente a Vigodarzene, guardia giurata, si è tolto la vita, sparandosi con la pistola che aveva utilizzato per commettere il delitto. Nel corso della giornata era stato più volte individuato il passaggio dell’auto di Turrin nelle province limitrofe, senza però che le numerose pattuglie riuscissero ad intercettarlo. In serata, l’autovettura è stata rilevata nuovamente nella zona di Creazzo. Di lì a breve l`auto è stata intercettata nella zona di Vicenza Ovest da Carabinieri e Polizia di Stato: alla vista delle pattuglie Turrin si è sparato all`interno dell’autovettura. Immediatamente soccorso, nonostante i tentativi di rianimazione del personale sanitario, è morto poco dopo.
Lunedì convocato il Tavolo regionale contro la violenza sulle donne. “Siamo di fronte a una sequela di tragedie orrende con l’unico comun denominatore della violenza sulle donne, con conseguenze umane e sociali drammatiche anche per le famiglie e in particolare per i bambini, che spesso ne vengono coinvolti, come nell’ultimo caso accaduto nel vicentino. Dobbiamo fare di più, anche nel Veneto dove, per fortuna, possiamo contare su una rete articolata di26 Centri Antiviolenza, di Sportelli di Ascolto e di 27 Case Rifugio”. Con questa premessa, l’Assessora alla sanità e sociale della Regione Veneto Manuela Lanzarin, ha convocato per lunedì il nuovo Tavolo di Coordinamento Regionale per la Prevenzione e il Contrasto alla Violenza Contro le Donne. Compito del cooridnamento è formaulre proposte alla giunta, raccordarsi con gli enti pubblici, monitorare i casi le iniziative di prevenzione.
Bandiere a mezz’asta fino al funerale “Da oggi e fino al giorno del funerale le bandiere esposte in Municipio saranno abbassate a mezz’asta – ha dichiarato il sindaco di Montecchio Maggiore, Gianfranco Trapula -. Con la proclamazione ufficiale del lutto cittadino l’Amministrazione comunale intende dare un segnale di profonda vicinanza non soltanto alle famiglie colpite da questa tragedia, ma anche a tutta la nostra comunità che sta vivendo ore di terribile sgomento. Invitiamo inoltre i negozi e i locali del nostro territorio – prosegue il primo cittadino – ad abbassare le serrande delle loro attività durante l’ultimo saluto ad Alessandra Zorzin in segno di lutto”. Bandiere a mezz’asta anche nella sede della Provincia di Vicenza, per volontà del presidente Francesco Rucco, che ha invitato i sindaci vicentini a fare altrettanto per dare un segnale contro ogni forma di violenza sulle donne e per promuovere la cultura del rispetto. “Due giovani donne sono state uccise nel Vicentino negli ultimi giorni, 82 in Italia nel solo 2021. Una situazione drammatica. Non importa quali sono i moventi, perché una cosa è certa: la colpa è solo di uomini violenti che usano la forza come arma per imporsi”.
“Dobbiamo fare squadra con la comunità per mettere all’angolo i violenti, emarginarli, sconfiggerli – ha aggiunto il Presidente -. Facciamolo assieme, facciamolo per ricordare chi non c’è più e per tutelare chi vive situazioni di rischio e di fragilità. Facciamolo per le nostre mamme, le nostre sorelle, le nostre figlie, le nostre amiche. Facciamolo per tutte le donne, per ribadire il rispetto che meritano sempre”. E “stava coronando il sogno” di fare la parrucchiera. Tutto cancellato dallo sparo in volto del killer Marco Turrin. Ora l’autopsia, le bandiere a mezz’asta, il tavolo antiviolenza di lunedì
Femminicidio di Montecchio. «Ridammi il telefono», l’ultimo urlo di Alessandra prima dello sparo (Corriere della Sera – 18 settembre 2021)
L’autopsia sul corpo della giovane e del suo assassino: si cercano ancora i telefonini per trovare la chiave del delitto
Ha cercato le risposte ai suoi dubbi, ai suoi logoranti sospetti, sul cellulare dell’amica ancora prima di premere il grilletto contro di lei. Deve averle strappato lo smartphone dalle mani con violenza, facendole cadere gli occhiali, e deve aver scorso i messaggi davanti a lei. Che lo supplicava, urlando: «Ridammi il telefono, ridammi il telefono», così come udito dai vicini di casa che hanno poi allertato Suem e carabinieri.
La chiave del movente. E quando Marco Turrin ha capito di essere stato messo da parte, di non avere futuro con lei, allora ha fatto partire il colpo. Il 38enne padovano ha puntato la canna della pistola all’altezza dello zigomo sinistro di Alessandra Zorzin, seduta su un angolo del letto, vestita di tutto punto e già con lo zainetto in spalla, pronta ad andare a prendere la sua bimba all’asilo, la figlia avuta dal convivente 28enne. Un unico colpo, sparato a contatto con la pelle della guancia o distante di appena un centimetro. Uscita dall’appartamento della contrada di Valdimolino a Montecchio Maggiore, la guardia giurata di Vigodarzere ha spento il suo cellulare e pure quello della vittima e se n’è liberato. In quegli apparecchi poteva esserci la spiegazione al delitto, la chiave, il movente tra i messaggi, ma sarà alquanto difficile riuscire a recuperarli.
Attesa per l’autopsia. Queste le presunte sequenze dell’omicidio che si è consumato mercoledì all’ora di pranzo, vittima la mamma e parrucchiera di 21 anni, su cui il sostituto procuratore Luigi Salvadori ha delegato l’autopsia che verrà eseguita sabato 18 settembre assieme all’esame sul corpo dell’amico e assassino. Che, dopo sette ore di fuga tra Lombardia ed Emilia senza contattare nessuno, è tornato nel Vicentino. E l’ipotesi è che volesse avvicinarsi nuovamente all’abitazione di Zorzin, tornare in qualche modo da lei, come a volersi ricongiungere per farla poi finita. Ma non gli è stato possibile visto che gli specialisti della scientifica stavano ancora passando al setaccio l’appartamento, trovato in ordine. Così Turrin deve aver preso tempo e si è fermato a comprare due panini al Mc di Ponte Alto a Vicenza, arrivando al bancone per ordinare. Non erano ancora le 20. Acquistata la cena, ritrovata poi in auto, è transitato davanti al targa system di Creazzo ed è scattato l’allarme alle forze dell’ordine che gli stavano dando la caccia da ore.
Le spiegazioni sulla vita privata. Pochi minuti dopo è stato intercettato dalle pattuglie dei carabinieri e della polizia all’altezza di viale degli Scaligeri. Lì il vigilante ha arrestato la marcia e, accostato, ha puntato contro se stesso la semiautomatica Glock usata per ammazzare la donna di cui sarebbe stato ossessionato. Ora verranno svolti anche accertamenti balistici per quanto vi siano pochi dubbi: il bossolo 9×21 trovato dai carabinieri del nucleo investigativo di Vicenza nella camera da letto corrisponde infatti a quello rinvenuto nell’abitacolo dell’utilitaria. Un fascicolo, quello aperto per omicidio volontario, destinato comunque ad essere archiviato per morte del reo. La pista è quella del delitto premeditato. Turrin aveva la giornata libera mercoledì (sarebbe tornato in servizio la sera dopo) ed era uscito di casa verso le 10, «lavato, sbarbato e profumato» come ha raccontato il padre con cui conviveva. Con sé la sua seconda pistola (non quella di lavoro). Ma non avrebbe solo voluto intimorire e minacciare l’amica alla quale era legato da circa sette mesi. Si è presentato da lei per l’ennesima visita (anche se di recente si erano diradate a sentire i vicini), innescando una discussione, accesa dalla gelosia. Chiedendole spiegazioni sulla sua vita privata, sui rapporti intrecciati, cercando riscontri sullo smartphone di lei. Poi la brutale esecuzione.
Ammazzata dall’amico. Lo voleva allontanare: «I vicini pensano male» (Torino Cronaca – 17 settembre 2021)
Ha aspettato che la 21enne Alessandra Zorzin, fosse sola in casa. A pranzo, quando il marito era dai genitori, la figlia all’asilo, le ha sparato al volto mentre era in camera da letto, all’apice di una discussione su quella loro amicizia particolare. E quando ha varcato la porta, ai vicini che gli chiedevano spiegazioni per quel rumore anomalo che aveva squarciato il silenzio della zona, il killer ha risposto: «È solo caduto un mobile». Raggiunta la sua auto l’uomo, un 38nne padovano, di professione guardia giurata, ha tentato la fuga. In serata, sentendosi braccato da decine di pattuglie di carabinieri e polizia, Marco Turrin si è tolto la vita con la stessa arma con la quale aveva ucciso Alessandra. Ancora un femminicidio nel Vicentino, a distanza di cinque giorni da quello di Noventa Vicentina, dove una donna nigeriana di 30 anni è stata uccisa dal marito, fermato dopo una fuga di 30 ore. Il delitto ha come scenario Valdimolino, poche case in un polmone verde nel comune di Montecchio Maggiore. La vittima, «Ale» per quanti la conoscevano, faceva la parrucchiera ed era mamma di una bambina di due anni e mezzo, che adorava e di cui postava spesso foto su Facebook. A trovarla, intorno alle 13, in camera con i vestiti insanguinati, il convivente, Marco Ghiotto, tornitore di 28 anni. Erano stati i vicini a chiamarlo, insospettiti da quel rumore anomalo che non poteva essere stato provocato dalla caduta di un mobile. Gli stessi vicini che lo hanno visto allontanarsi in auto. La vittima conosceva bene Turin, che era stato visto altre volte da queste parti. I vicini li hanno sentiti discutere. I toni accesi, le urla, poi quel «tonfo sordo» che – raccontano alcuni testimoni – «sembrava uno sparo».
Parla la mamma di Alessandra Zorzin: Uno non va a trovare una persona con una pistola in tasca (Telenuovo – 18 settembre 2021)
Conosceva bene il suo assassino. Ad aprirgli la porta di casa, mercoledì 15 settembre all’ora di pranzo, è stata proprio lei. Prima una semplice chiacchierata, poi la lite fino alla tragedia.
E’ morta colpita da un colpo di pistola al volto Alessandra Zorzin, 21 anni, mamma di una bambina di due, per mano di Marco Turrin, guardia giurata di Vigodazrzere. Il 38enne dopo un pomeriggio in fuga a bordo della sua auto, si è tolto la vita con la stessa arma quando aveva capito di essere ormai in trappola.
La giovane mamma viveva a Montecchio Maggiore con il compagno, Marco Ghiotto. Erano andati a vivere nell’appartamento all’ultimo piano di una palazzina in contrà Viale da un anno e mezzo. Alessandra, per tutti “Ale”, lavorava come parrucchiera in un salone a Vicenza e la mamma, Carla Mazzucato, intervistata dal ‘mattino di Padova’ racconta: “Né io né le sorelle eravamo a conoscenza di questa frequentazione. Non ci spieghiamo perché non ci abbia mai detto nulla. Dico solo una cosa. Uno non va a trovare una persona con una pistola in tasca. Lui è andato lì per ucciderla”.
Carla Mazzuccato dovrà spiegare alla nipote, assieme al suo papà, che non potrà più rivedere la sua mamma. Una storia straziante che parla di una vita stroncata troppo presto. La 21enne aveva ripreso a lavorare da poco.
Il compagno qualche mese fa aveva visto all’interno del suo garage il killer e lo aveva invitato ad andarsene, a lasciare in pace la sua compagna. Quando il vicino di casa lo ha chiamato chiedendogli di tornare a casa perchè Alessandra non apriva la porta di casa mai avrebbe potuto immaginare di trovarla morta in camera da letto in una pozza di sangue.
La donna racconta ancora: “L’ho sentita quel giorno, alle 10.00. Doveva passare da me alle 13 a prendere delle cose e poi sarebbe andata a prendere la piccola alla materna. Non è mai arrivata. Sono venuta a conoscenza del suo precedente del 2005 quando anche quella volta era con una ragazza ed era partito un colpo dalla sua pistola. Se è vero forse un’arma non dovevano lasciargliela. Me l’hanno tolta, mi manca da morire. Aveva 21 anni e una bellissima bimba di cui era innamoratissima. Anche se si sbaglia non si merita la morte”.
Il papà di Marco Turrin ha chiesto scusa alla famiglia: “Io non ho nulla contro di loro, non hanno nessuna colpa. Immagino stiano soffrendo anche loro. Il peso da portare è grande” ha concluso la donna.
Alessandra Zorzin, folla al funerale: per lei messaggi di addio scritti con i pennarelli sulla bara (FanPage – 23 settembre 2021)
Si sono svolti oggi a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, i funerali di Alessandra Zorzin, la mamma di 21 anni uccisa lo scorso 15 settembre nella sua casa da Marco Turrin. Oltre 300 persone hanno partecipato alle esequie: ai presenti sono stati donati fiori e ai familiari dei pennarelli con cui sono stati lasciati messaggi di addio sulla bara.
Circa 300 persone hanno partecipato questa mattina al funerale di Alessandra Zorzin, la mamma di 21 anni uccisa con un colpo di pistola al viso da Marco Turrin per motivi che devono ancora essere chiariti. Amici, parenti e comuni cittadini si sono dati appuntamento alle 10:30 al duomo di Santa Maria e San Vitale di Montecchio Maggiore, nel Vicentino, per dare l’ultimo saluto alla giovane, ai familiari sono stati consegnati dei pennarelli con cui hanno scritto messaggi di addio direttamente sulla bara e fiori a tutti i presenti da portare a casa e da regalare alle persone che si amano. Don Paolo Bussato, che ha celebrato la funzione, ha detto durante l’omelia che le cause di quanto successo ad Alessandra “non trovano risposta umana”. Presente alla cerimonia anche il sindaco Gianfranco Trapula, che nei giorni scorsi aveva invitato la cittadinanza a partecipare alle esequie in maniera disciplinata e discreta. Il primo cittadino ha ribadito il suo no alla violenza contro le donne. “Cominciamo a dirlo con questi fiori”, ha detto, sottolineando di impegnarsi affinché le istituzioni agiscano concretamente per contrastare “la violenza di genere in ogni sua forma”.
Alessandra è stata uccisa lo scorso 15 settembre nella sua casa di Valdimolino, frazione di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, mentre si trovava da sola: il marito era a pranzo dai genitori e la sua bambina di 2 anni era all’asilo. A far partire l’unico colpo di pistola che le ha sfigurato il volto è stato Marco Turrin, guardia giurata padovana di 38 anni. Erano stati i vicini di casa a lanciare l’allarme: avevano sentito litigare, poi un forte rumore, e infine avevano visto un uomo lasciare quell’appartamento a bordo della sua Lancia Y. Era l’assassino che si dava alla fuga. Una fuga continuata fino a tarda sera quando, braccato da carabinieri e polizia, in quella stessa vettura si è suicidato con la stessa arma usata per ammazzare Alessandra. Indagini sono ancora in corso per capire il movente del delitto. Il papà del killer, Pietro, ha raccontato alla stampa che “sapeva che il figlio e la vittima si frequentavano da 6/7 mesi, ma qui lei non è mai venuta”.