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Alessandra Piga, 24 anni, mamma. Uccisa a coltellate dall’ex marito

Castelnuovo Magra (La Spezia), 12 Giugno 2021


Titoli & Articoli

Omicidio di Castelnuovo di Magra, Yassine ha ucciso Alessandra Piga per non darle 200 euro per il figlio (TgCom 24 – 17 giugno 2021) 
La 25enne è stata ammazzata il 12 giugno all’interno della casa dell’ex marito, che avrebbe poi tentato di togliersi la vita
L’ha accoltellata mortalmente per non darle qualche centinaio di euro che l’ex moglie gli aveva chiesto per mantenere il figlio di due anni che avevano in comune. E’ quanto emerso dall’interrogatorio in carcere di Yassine Eroum, il 29enne magrebino autore dell’omicidio dell’ex compagna Alessandra Piga, 25enne di Maracalagonis, in provincia di Cagliari. La donna è stata uccisa a Castelnuovo di Magra, nello Spezzino, dove viveva. Secondo le dichiarazioni dell’uomo, in quella villetta doveva abitata, la mattina del 12 giugno, sono arrivate Alessandra, la donna che da qualche mese la ospitava, e la nuova compagna di Yassine. Doveva essere un’occasione sia per far sì che il padre vedesse il bimbo sia perché la mamma avesse il denaro “per i pannolini e il latte”. Ma l’uomo non ha voluto consegnare i soldi e le tre donne se ne sono andate. Il pomeriggio sono tornate, è nata una pesante discussione e il 29enne ha afferrato un coltello. Dopo averla uccisa, ha detto nel corso dell’interrogatorio, avrebbe anche tentato di togliersi la vita.

 

Femminicidio a Castelnuovo Magra: ergastolo al marito di Alessandra Piga. Il pm: “Lei poteva fuggire, rimase perché temeva per il bambino” (La Stampa – 20 dicembre 2022)
Pena massima per Yassine Erroum, trentenne d’origini marocchine che il 12 giugno 2021 massacrò a coltellate la moglie
La Corte d’Assise della Spezia ha condannato all’ergastolo Yassine Erroum, trentenne d’origini marocchine che il 12 giugno 2021 massacrò a coltellate la moglie dalla quale ormai si stava separando, Alessandra Piga, appena 24 anni. Lo fece davanti al loro figlioletto che a un certo punto fu portato in bagno per pietà dall’amante di Erroum, un’altra giovane donna che era presente al momento dell’aggressione. Erroum si barricò nella sua casa di Castelnuovo Magra con il cadavere e poche ore dopo confessò davanti ai carabinieri, ma non è tutto.
Gli inquirenti hanno acquisito un documento eccezionale: la registrazione dell’omicidio in diretta. In quel momento Erroum era intercettato nell’ambito di un’indagine sullo spaccio di droga e dimenticò il telefono acceso che così fece da microfono. Il processo (presidente della Corte d’Assise Marta Perazzo, a latere Marinella Acerbi) si è celebrato soltanto per ricostruire nei dettagli i fatti e valutare le aggravanti contestate dalla Procura: l’aver commesso il delitto alla presenza di minorenni e a danno di un famigliare, in questo caso la moglie.
Il retroscena. Ieri in aula è emersa anche una circostanza di cui nel processo non si era mai discusso. L’ha evidenziata il pm Alessandra Conforti durante la sua requisitoria in cui a stento ha trattenuto le lacrime: «Alessandra poteva fuggire, ma non l’ha fatto – ha detto il pm -, la porta di casa era aperta. Quando Erroum è tornato dalla cucina impugnando il coltello con una lama di tredici centimetri le sarebbe bastato correre giù per le scale: ci sarebbe riuscita, aveva lo spazio. Lei però si era accorta che Erroum s’era fatto di cocaina, l’aveva capito dalla sua voce e dalla striscia bianca sul tavolino del soggiorno. E aveva paura per il suo bambino: non glielo avrebbe mai lasciato in quelle condizioni, anche se quel giorno era andata proprio lì per farglielo vedere. Così con il coraggio che soltanto una madre può mostrare è rimasta e ha lottato come una leonessa: è morta per il suo bimbo». Il pm ha ricontato i fendenti inferti da Erroum durante la mattanza: «I colpi mortali ai polmoni sono stati due, ma in totale, tra gravi e meno gravi, sono stati quasi trenta».
Il magistrato ha poi riletto la trascrizione dell’intercettazione – come premesso, captata casualmente nell’ambito di un’altra indagine della Procura di Massa – che documenta il femminicidio in diretta. «Alessandra l’ha implorato: “No Yas, no ti prego, sono la madre di tuo figlio”. Lui, invece, non s’è impietosito. Lui, che già in passato l’aveva picchiata e umiliata buttandola fuori di casa per fare entrare l’amante, ha continuato a colpirla: al volto, al collo, fino ai due fendenti mortali al costato».
Nella sua confessione Erroum (difeso dall’avvocato Riccardo Balatri) ha spiegato il motivo che scatenò la furia omicida: «Non sopportavo le sue urla, avevo consumato molta cocaina. Ho iniziato a colpire dalla rabbia e non lo so. Ero ubriachissimo, non dormivo da tre giorni», ha dichiarato durante gli interrogatori. La Procura ha raccolto numerose testimonianze, ma tra le più significative c’è quella di Martina Pellegrinelli, 32 anni, di Carrara, l’amante dell’omicida, che era presente in casa al momento dell’aggressione: s’è poi chiusa in bagno con il proprio figlioletto e quello di Erroum e Alessadra, di 2 anni (infatti il pm contesta l’aggravante per aver compiuto il delitto alla presenza di due minorenni).
Le parole dell’amante. La donna è una figura chiave della vicenda: «Conoscevo Alessandra Piga, da circa tre mesi ero l’amante di suo marito, lei sapeva di me…quel giorno ho cercato Alessandra su WhatsApp chiedendole se poteva lasciarmi suo figlio – ha dichiarato -. Le ho chiesto questo perché Yassine la sera prima era a casa mia e piangeva perché non vedeva il figlio da venti giorni. Lei mi diceva che me l’avrebbe portato se Yassine le avesse dato 200 euro…Alle 13.40 siamo partite da Carrara, io, Alessandra e Anna (un’amica di Alessandra, ndr) e i due bambini (il figlio conteso e il figlio avuto dalla donna presa a verbale con un altro uomo, ndr). Arrivati verso le 14 sono salita in casa di Yassine con mio figlio.
Quando siamo arrivate Yassine era sul terrazzo, quando sono entrata mi ha chiesto dove fosse suo figlio e io gli ho risposto – è riportato nel verbale dei carabinieri – che lo andavo a prendere giù di sotto perché non riuscivo a salire le scale con due bimbi in braccio». A quel punto Erroum ha aggredito Alessandra: «Io avevo il bimbo in braccio e Yassine l’ha preso sulle scale, allora Alessandra dalla macchina ha iniziato a urlare “lascialo stare sei un drogato, sei fatto”».
Alessandra poi è scesa ed entrata in casa: «Lui riesce a tirarle il piccolo, lei entra dentro casa e lui mi chiama – continua la testimone – e mi dà il bambino in braccio. Io dicevo di non fare male al bambino. Dopo circa cinque secondi è sbucato Yassine con il coltello. Non so dove l’abbia preso. Ero sempre sulla porta della cucina e gli urlavo “no, non farlo”».


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