Jacopo, 3 anni. Nicolò, 6 anni. Filippo, 9 anni. Uccisi insieme alla mamma, a colpi di pistola, dal padre (strage di San Michele Extra)
Verona, 20 Novembre 2008
Titoli & Articoli
Verona, stermina la famiglia: uccide moglie e 3 figli, poi si suicida (la Repubblica – 21 novembre 2008)
Strage nel quartiere residenziale di San Michele Extra. Lui commercialista, lei avvocato
Avevano tre bambini di tre, sei e nove anni. Trovati dalla donna delle pulizie, uccisi ieri sera
Ha ucciso la moglie, i tre figli poi si è sparato un colpo alla testa. Ancora non si sa perchè un commercialista di Verona ha sterminato la famiglia, perchè ha sparato alla moglie e ai suoi bambini di nove, sei e tre anni.
Jacopo giocava con i soldatini. Ieri sera i vicini hanno sentito rimbombare nell’aria sei colpi secchi ma non ci hanno fatto caso. Credevano fossero petardi. Invece era una strage. Stamane la donna delle pulizie ha trovato i cadaveri: sul pavimento della taverna, davanti alla tv, il figlio più piccolo, Jacopo, freddato mentre giocava ai soldatini, e sua madre, l’unica colpita con due colpi di pistola, l’uno alla testa l’altro al braccio, forse perchè ha tentato istintivamente di coprirsi il volto.
Due pistole, nessun biglietto. In una camera gli altri due bambini, Filippo di nove anni e Nicolò di 6, colpiti mentre dormivano. Nel letto matrimoniale, infine, il corpo dell’uomo, suicida con un colpo di pistola alla tempia. Accanto, le due pistole semiautomatiche di grosso calibro utilizzate per la strage, una aveva ancora il cane alzato. “Ma nessun biglietto che possa spiegare tanta violenza”, ha detto il procuratore uscendo dall’appartamento. Nessun apparente problema economico; mai segnali di crisi nel rapporto di coppia. “Alessandro era uomo di grande equilibrio”, ha detto un suo collega; “Era una coppia serena”, come l’ha definita il parroco di San Felice.
Lui commercialista, lei avvocato. Alessandro Mariacci e Maria Riccarda Carrara Bottagisio avevano entrambi 43 anni. Lui, uno stimato tributarista, lavorava in uno studio associato a Verona, occupandosi in particolare di diritto fallimentare. Lei, avvocato civilista, da tempo aveva abbandonato la professione per occuparsi a tempo pieno della famiglia. Si erano trasferiti da un paio d’anni in un elegante palazzo storico ristrutturato nel quartiere residenziale di San Michele Extra.
I bambini indossavano il pigiamino. Secondo il medico legale, l’ora degli omicidi è da “collocare presumibilmente tra le 22.30 e le 23 di ieri sera”. Qualche vicino di casa ha confermato agli investigatori di aver sentito intorno a quell’ora dei colpi, ma “come potevamo immaginare che fosse il dottore a sparare“, ha detto un’inquilina. Conferma indiretta dell’ora del delitto viene anche dagli abiti indossati dalle vittime: i bambini erano in pigiama, la donna portava una tuta da ginnastica.
“Troppe armi in circolazione”. La presenza in casa del commercialista di due pistole, seppur denunciate, riapre il dibattito sui permessi a detenere armi. “Ci sono troppe armi in circolazione”, denuncia Enzo Marco Letizia, segretario nazionale dell’Associazione nazionale funzionari di polizia. La famiglia italiana uccide più della mafia: un morto ogni due giorni, oltre 1.300 vittime in sei anni. Sette delitti su dieci avvenuti nella sfera familiare nel 2006, sono stati compiuti tra le mura domestiche. Dai dati degli ultimi due rapporti Eures-Ansa sull’omicidio volontario in Italia – relativi agli anni 2005 e 2006 – emerge una realtà inequivocabile: un omicidio su tre avviene in ambito familiare. (di Bruno Persano)