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Giovanni, 48 anni, proiezionista. Ucciso insieme alla mamma, e ai gatti, dal padre (strage di Ferrara)

Ferrara, 4 Agosto 2017


Titoli & Articoli

I funerali della famiglia Bartolucci: “Nessuno vi caccerà dalla casa del Signore” (TelEstense – 18 agosto 2017)

I funerali di Galeazzo Bartolucci, 77 anni, del figlio Giovanni, 48 anni, e della madre Mariella Mangolini, 74 anni, si sono tenuti ieri in Certosa.
La tragedia della famiglia (Galeazzo nelle prime ore del 4 agosto scorso avrebbe ucciso figlio e moglie per poi torgliersi la vita, un gesto probabilmente dettato anche dai gravi problemi economici e dall’imminente sfratto) ha sconvolto Ferrara e tutta la città, e ieri, amici e familiari, hanno potuto dare l’estremo saluto nell’aula del commiato della Certosa. Il rito funebre è stato officiato da monsignor Massimo Manservigi, vicario generale della Diocesi, il quale ha portato un messaggio dell’arcivescovo di Ferrara e Comacchio, monsignor Gian Carlo Perego, tratto dal Salmo 26:

“Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario”.

“La certezza che nessuno caccerà più Galeazzo, Mariella e Giovanni dalla casa del Signore, dove ora sono familiarmente insieme per “gustare la dolcezza del Signore” e per ritrovare e ammirare la bellezza che ha appassionato la vita di Galeazzo, di suo figlio Giovanni e di Mariella. Per sempre. Ancora insieme”. Questo ha detto l’Arcivescovo attraverso il messaggio letto da monsignor Manservigi.
Stanno emergendo nuovi particolari sulla tragedia che ieri ha sconvolto Ferrara. Il dramma del duplice omicidio-suicidio di Galeazzo Bartolucci e della sua famiglia è maturato dopo anni di difficoltà economiche. Secondo gli investigatori, il figlio, Giovanni, però, stava guardando avanti. La famiglia, infatti, dopo lo sfratto, sarebbe andata a vivere, in affitto, in un’abitazione in via Bologna. L’incendio appiccato dall’antiquario poteva provocare danni ben più gravi, visto che i vigili del fuoco, ieri mattina impegnati a domare le fiamme, hanno segnalato tracce di gas all’interno dell’appartamento al primo piano. Crucianelli (Polizia di Stato): “Probabilmente Galeazzo ha lasciato aperto il gas prima” di dar fuoco alle pelliccole delle “pizze”.
COSA AVREBBE PORTATO AL GESTO ESTREMO. Un fulmine a ciel sereno, giovedì 3 agosto scorso, il giorno prima dello sfratto, un episodio che potrebbe aver scatenato il dramma: il pignoramento dei beni contenuti nel negozio d’antiquariato di Galeazzo Bartolucci, oggetti che sono stati la sua vita negli ultimi vent’anni.
L’uomo di 77 anni che poi, venerdì mattina poco dopo le 5 avrebbe sparato e ucciso, nel sonno e probabilmente con colpi letali alla testa, la moglie Mariella Mangolini, di 73 anni, e il figlio, Giovanni Bartolucci, di 48 anni, per poi appiccare un incendio al piano terra dello stabile e farla finita, in strada, poco distante. L’antiquario, forse, non si aspettava questo procedimento legato al mancato pagamento di debiti precedenti. Dello sfratto, invece, Galeazzo ne era a conoscenza.
Secondo il dirigente della Polizia di Stato, Andrea Crucianelli, Bartolucci non aveva problemi di salute o psichici: anzi, Galeazzo e la sua famiglia si sarebbero dimostrati sempre sereni e collaborativi con gli operatori e gli ufficiali giudiziari. Come il 5 luglio scorso, quando venne fatto l’inventario dei beni all’interno della loro casa e venne stabilita la modalità di uscita dall’immobile. Oggetti e mobilio che, come hanno riferito dalla Polizia di Stato, sarebbero finiti nei depositi pubblici, un accordo per aiutare la famiglia nel trasloco. Il pignoramento dello stabile e delle relative pertinenze, da parte del Tribunale di Ferrara, partì dal 2011 e la vendita all’asta si è conclusa ad aprile scorso con il passaggio di proprietà a due nuovi intestatari. Ma lo sfratto, che sarebbe stato eseguito venerdì, poche ore dopo il duplice omicidio-suicidio, forse sarebbe stato prorogato. Questo secondo Crucianelli, il quale ha raccontato che il figlio, Giovanni Bartolucci, aveva chiesto al proprio avvocato qualche settimana, oltre la data ufficiale dello sfratto, per lasciare la casa.
La famiglia dell’antiquario, infatti, dal primo ottobre prossimo sarebbe andata ad abitare in affitto in un appartamento in via Bologna, e sembrerebbe che, fino ad allora, nessuno si sarebbe opposto alla dilazione della loro permanenza, fino a fine settembre, in via Boccaleone. Come ha poi ricordato Chiara Sapigni, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Ferrara, la famiglia Bartolucci non si è mai rivolta all’ufficio abitazioni per richiedere un’eventuale assistenza e non risultano contatti negli ultimi anni con l’Asp per problematiche sociali.

Probabilmente, Galeazzo Bartolucci, nella notte tra giovedì e venerdì, non avrebbe retto e avrebbe messo in atto il suo piano, con una “Smith&Wesson” cinque colpi a tamburo. E’ attesa per la prossima settimana l’autopsia sui tre corpi: ancora non è ufficiale il numero dei colpi sparati dall’antiquario che, alle 5.45 di venerdì mattina, decise di farla finita sotto i portici di via Boccacanale di Santo Stefano, dove il corpo venne notato da una passante un ora e mezza dopo il gesto estremo.

Il suo negozio di dischi ha fatto storia in città e poi, oltre vent’anni fa la cessione e una nuova vita che ha dovuto affrontare la crisi prima, il terremoto poi. Tutte prove difficili per Galeazzo Bartolucci, il vecchio proprietario del negozio di dischi che questa mattina ha ucciso prima la moglie e il figlio e poi, poco lontano da casa, ha deciso, con un colpo di pistola al cuore, di togliersi la vita. Lo ha fatto nel giorno in cui davanti alla sua porta di casa si sarebbero dovuti presentare gli ufficiali giudiziari. La sua casa dal 2011 era stata pignorata e ad aprile era subentrato un nuovo proprietario.

Giovanni Bartolucci, il ricordo del Ferrara Film Festival. Grande sgomento in città per la scomparsa di questa famiglia molto conosciuta: come il figlio dell’antiquario, Giovanni, grande appassionato di cinema e impegnato nel Ferrara Film Festival: il direttore, Maximilian Law, ha affidato il suo ricordo a un post pubblicato su Facebook.

  • Sabato 5 ore 10. MANIFESTAZIONE CINEMATOGRAFICA DEDICATA AL FIGLIO, GIOVANNI BARTOLUCCI
    La settima edizione del «Dario Argento Tour Locations Torino» sarà dedicata a Giovanni Bartolucci, il cinefilo
    ucciso a Ferrara dal padre Galeazzo, che ha sparato anche alla moglie prima di suicidarsi. Lo hanno deciso Stefano Oggiano e Davide Della Nina, organizzatori della manifestazione in programma nel capoluogo piemontese domenica 3 settembre, come riporta la versione online de “La Stampa Torino”.
giovanni bartolucci
Una vittima: Giovanni Bartolucci, figlio di Galeazzo

«Giovanni – ricordano – appassionato cinefilo e proprietario di una importante collezione di film in pellicola (andata distrutta nell’incendio della casa), era da anni in contatto con gli organizzatori e con molti dei partecipanti abituali del DatlTO, con i quali giornalmente scambiava opinioni sul cinema nei gruppiFfacebook dedicati alla settima arte. Quest’anno, finalmente, Giovanni avrebbe preso parte al DatlTO, e sarebbe stata l’occasione per conoscerlo dal vivo. Purtroppo non ci sarà questa possibilità».

Stefano Oggiano, sul suo profilo Facebook, ricorda Giovanni così: «Addio Giovanni! Dovevamo incontrarci il mese prossimo al Dario Argento Tour Locations Torino. Era tua intenzione partecipare per scambiarci finalmente senza il filtro dei tasti, insieme a tutti i ragazzi, tutta la nostra voglia di celluloide! Eri un numero uno. Il Tour di quest’anno è dedicato a te! Buon Viaggio!».

 

 


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