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Vito Cangini, 80 anni, pensionato. Uccide la moglie a coltellate. Condannato a 24 anni di reclusione, ottiene i domiciliari ma dice che preferisce stare in compagnia in carcere

Fanano di Gradara (Pesaro Urbino), 26 Dicembre 2021


Titoli & Articoli

Gradara, uccide la moglie a coltellate perché «non voleva fare sesso» (Centropagina – 27 dicembre 2021)
Emergono particolari sull’omicidio di Fanano. In carcere un uomo di 80 anni, l’avvocato è orientato a chiedere una perizia psichiatrica
Uccisa perché aveva rifiutato un rapporto sessuale. Emergono altri particolari agghiaccianti rispetto all’omicidio avvenuto nella notte tra Natale e Santo Stefano a Fanano di Gradara. Vito Cangini, 80 anni, è in carcere con l’accusa di aver accoltellato Natalia Kyrychoc, la moglie di 61 anni, ucraina. Una gelosia folle esasperata dal fatto che quella sera lei avrebbe rifiutato un rapporto sessuale, già concordato. Tanto che lui avrebbe preso anche il viagra. Di qui l’ira dell’uomo che ha preso un coltello e ha sferrato almeno 4 fendenti al petto della donna. Il legale che assiste l’omicida reo confesso, avvocato Stefano Vichi, parla di «un raptus improvviso scaturito dal rifiuto di avere rapporti intimi. Valuteremo se chiedere una perizia psichiatrica». Poi sarebbe rimasto a dormire in casa, col cadavere a fianco. L’indomani una passeggiata e poi la confessione prima al vicino di casa, poi a una collega della moglie, infine al titolare del ristorante con cui pensava che la moglie lo tradisse, cosa mai verificata. Di qui l’allarme ai carabinieri.
I carabinieri gli sono piombati a casa e lui ha ammesso l’omicidio. Nelle prossime ore l’affidamento dell’incarico per l’autopsia.

 

80enne uccide moglie a coltellate, pensava che lo tradisse (Ansa – 27 dicembre 2021)
Un pensionato di 80 anni ha ucciso a coltellate la moglie di 61, nella notte tra Natale e SantO Stefano nella loro casa di Fanano di Gradara. La donna si chiamava Natalia Kyrychok, faceva la cameriera in un ristorante ed era in Italia da oltre 20 anni. l marito, Vito Cangini, incensurato, era convinto che lo tradisse. Ieri ha vagato per tutto il giorno fermandosi a bere in diversi locali fino a ubriacarsi. Ieri sera il titolare del ristorante dove la donna lavorava ha dato l’allarme non vedendola arrivare e non ricevendo risposte al telefono. Quando i militari si sono presentati in casa, Cangini ha ammesso tutto. Il corpo di Natalia Kyrychok è stato trovato sul pavimento della camera da letto: secondo i primi accertamenti la donna sarebbe stata raggiunta da almeno 4 coltellate al petto. Gli accertamenti da parte dei carabinieri sono durati tutta la notte. Vito Cangini è stato rinchiuso nel carcere di Villa Fastiggi con l’accusa di omicidio volontario. Ritrovato il coltello da cucina utilizzato per colpire a morte la donna, che aveva origini moldave ed era madre di un ragazzo che abitava altrove. Natalia e il marito erano sposati da 17 anni.

 

Omicidio di Natalia, il marito denunciato dal datore di lavoro della donna per le minacce (Corriere Adriatico – 4 gennaio 2022)
Le minacce a colui che riteneva il presunto rivale fanno scattare la denuncia nei confronti di Vito Cangini, il pensionato 80enne reo confesso dell’omicidio di Natalia Kyrychok, 61 anni. E il figlio della donna si costituirà parte civile al processo. Dopo aver ucciso la moglie a coltellate nella notte tra Natale e Santo Stefano ha chiamato il ristoratore dove la moglie lavorava come cuoca: «Ho ucciso mia moglie e adesso vengo da te per fartela pagare. Se ho fatto questo è solo per colpa tua».
Parole di minaccia che hanno portato alla denuncia nei confronti dell’80enne, tenuto conto che il sospetto sul tradimento non ha trovato nessun riscontro. Il ristoratore di Misano Adriatico, dopo la chiamata si è subito messo in contatto con i carabinieri di Cattolica, mettendo così in moto l’indagine chiusa non appena i militari di Gradara hanno aperto la porta della casa di Fanano. Quelle parole minacciose, però, hanno continuato a ronzare nelle orecchie del ristoratore che, dopo essersi confrontato con l’avvocato Stefano Caroli, ha deciso di sporgere denuncia contro Cangini. Lo stesso legale, assieme al collega Guglielmo Guerra, entrambi iscritti al Foro di Rimini, si costituiranno parte civile per conto del figlio della vittima, arrivato in Italia dall’Ucraina alcuni giorni fa.
Nel carcere di Villa Fastiggi Vito Cangini è sottoposto al regime di quarantena preventiva come previsto dal protocollo anti Covid per chi entra in carcere. Questa situazione, così come le difficoltà di comunicazione con i figli avuti dalla prima moglie che abitano in Germania, sta “imponendo” al suo legale, l’avvocato Simone Romano del Foro di Bologna, una pausa in attesa degli sviluppi dell’inchiesta affidata al sostituto procuratore Giovanni Narbone. Dopo l’esame autoptico, l’accusa di omicidio volontario premeditato aggravato dal grado di parentela della vittima, sembrerebbe cristallizzarsi. Oltre alla coltellata mortale che ha spaccato in due il cuore di Natalia, i fendenti sul corpo raccontano di una donna che ha cercato disperatamente di sottrarsi alla furia omicida del marito che dopo averla uccisa, l’ha lasciata ai piedi del letto e, messosi a dormire, si è alzato come se nulla fosse accaduto. È uscito per due volte a passeggio con il loro cane, ha fatto il tipico pranzo delle festività a base di tortellini in brodo innaffiando il tutto con molto vino e solo nel pomeriggio ha chiamato il ristoratore che aspettava Natalia per il turno serale.

 

Gradara, uccise la moglie: va ai domiciliari perchè incompatibile col regime carcerario (Centropagina – 24 settembre 2022)
L’80enne Vito Cangini torna a casa per ragioni di età e di salute. Era stato condannato a 24 anni di reclusione
Uccise la moglie, va agli arresti domiciliari perché incompatibile per età e salute con il regime carcerario. Vito Cangini è tornato a casa. L’80enne reo confesso dell’omicidio della moglie Natalia Kyrychok, 61 anni ucraina, cuoca di un ristorante a Misano, era stato condannato lo scorso maggio a 24 anni di reclusione.
Gli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi hanno depositato una istanza per chiederne gli arresti domiciliari visto il cagionevole stato di salute dovuto all’età. Istanza accolta, Cangini è tornato a casa da circa un mese con braccialetto elettronico. Aiutato da alcuni familiari, vive comunque solo e ai suoi avvocati avrebbe confessato che stava meglio in carcere piuttosto che senza compagnia. Nel frattempo gli avvocati stanno preparando il processo d’appello per tentare di ridurre la pena a Cangini.
La moglie era stata uccisa nella notte tra il 25 e il 26 dicembre nell’abitazione di Fanano di Gradara, con 12 coltellate, una delle quali ha raggiunto cuore e polmone, cosa che le ha provocato la morte.


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