Sarath Moragoda, 45 anni, padre. Lega la moglie con un filo elettrico e dà fuoco all’appartamento. Muore ustionato
Catania, 20 Aprile 2013
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Donna muore in un incendio. Il corpo rinvenuto legato (FanPage – 21 aprile 2013)
Un uomo ridotto in fin di vita dalle ustioni, la moglie morta ma ritrovata legata.
Una donna cingalese di 42 anni, Maduri Warnacula, è stata ritrovata morta a seguito dell’incendio divampato nella sua abitazione nel rione Picanello. Il marito, Sarath Moragoda, anch’egli cingalese di 45 anni, ha riportato ustioni del 100 per cento del corpo. Resta un mistero sul perché corpo della donna sia stato ritrovato su un soppalco all’interno dell’abitazione con i piedi immobilizzati da un filo elettrico che le girava intorno al collo. Illeso il figlio quattordicenne della coppia, che al momento dell’incendio era a lezione di catechismo e adesso è affidato agli zii. La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio. Per gli inquirenti non ci sono dubbi circa la matrice dolosa dell’incendio. Le forze dell’ordine sono a caccia di una tanica, che però potrebbe essersi sciolta tra le fiamme. Dopo il boato, l’uomo è uscito in strada avvolto dalle fiamme chiedendo ai vicini aiuto per la moglie. I primi ad accorrere sono stati quelli che abitano al piano superiore. “Sono sceso subito – afferma Marco Geraci – e ho visto lui che era una torcia umana. L’ho avvolto in una coperta e soccorso, e lui gridava ‘aiutate mia moglie, c’è mia moglie dentro casa…‘”.
Donna carbonizzata: aveva collo e piedi legati da un filo elettrico (l’inchiesta Sicilia – 21 aprile 2013)
La Procura ha aperto un’inchiesta sulle cause della morte di una donna cingalese. Il cadavere di Maduri Warnacula, 42 anni, è stato trovato carbonizzato all’interno di una palazzina, a pianterreno. La donna aveva i piedi e il collo legati con del filo elettrico. Colpito dalle fiamme anche il marito della donna, che ha invece riportato ustioni ed è in pericolo di vita.
Omicidio di Maduri Warnacula, è morto il marito Sarath Moragoda (la Prima Pagina – 22 aprile 2013)
E’ spirato lunedì mattina nell’ospedale Cannizzaro il cingalese di 45 anni che aveva riportato ustioni su tutto il corpo nell’incendio di due giorni fa sua casa di Catania in cui è morta la moglie, Maduri Warnacula, di 42 anni. Il cadavere carbonizzato della donna era stato trovato con i piedi e il collo legati con filo elettrico. Nella casa sono stati trovati residui di una tanica. Secondo i militari dell’Arma a ucciderla sarebbe stata il marito Sarath Moragoda per gelosia.
Donna morta a Catania, l’assassino è il marito (lettera43 – 22 aprile 2013)
È morto il 22 aprile Sarath Moragoda, il cingalese che aveva riportato ustioni nell’incendio di sabato 20 aprile in cui è morta la moglie, Maduri Warnacula. Il cadavere carbonizzato della donna era stato trovato con i piedi e il collo legati con filo elettrico. Per i carabinieri a ucciderla sarebbe stata proprio il marito per gelosia.
La svolta nelle indagini è arrivata dal ritrovamento del ‘pezzo’ mancante nella dinamica del presunto uxoricidio: la ‘tanica’ con cui sarebbe stato portato il liquido infiammabile nell’abitazione per appiccare il fuoco.
TROVATA LA TANICA DI BENZINA. Durante un ultimo sopralluogo nella casa della coppia, nel rione Picanello di Catania, militari dell’arma hanno trovato un contenitore in plastica, che escluderebbe la presenza di una terza persona nella casa della coppia durante la tragedia. Il cancello del cortile era chiuso da dentro e non c’erano segni di effrazione.
Caduta dunque la tesi della presenza di una terza persona, per i carabinieri non è rimasta che una sola ipotesi, quella privilegiata dall’inizio: sarebbe stato Sarath Moragoda a uccidere la moglie, trovata, sdraiata supina per terra, con una corda al collo e i piedi legati con del filo elettrico. Dopo averla uccisa, l’uomoavrebbe cosparso del liquido infiammabile sul corpo e appiccato il fuoco.
MARITO TRAVOLTO DALL’ESPLOSIONE. Il movente sarebbe passionale: sembra che l’uomo fosse geloso della donna e da tempo le contestava sospetti di un’altra relazione. Per gli investigatori non è ancora chiaro se il cingalese volesse suicidarsi o se volesse crearsi un alibi, simulando un’ aggressione, o altro. Sicuramente i vapori del liquido infiammabile usato, probabilmente benzina, hanno saturato la piccola stanza della casa, a pieno terra con un tetto basso, dopo l’avvio della combustione hanno causato un’esplosione.
L’uomo è stato travolto dalle fiamme ed è uscito dall’ abitazione urlando. Il primo a soccorrerlo è stato un vicino di casa che l’ha avvolto con una coperta. Portato nell’ospedale Cannizzaro di Catania, con ustioni su quasi tutto il corpo, è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico e ricoverato nel reparto di rianimazione dove è morto la mattina del 22 aprile, alle 11. Alla tragedia non ha assistito il figlio della coppia, un 14enne che al momento dell’esplosione era nella parrocchia del rione per un corso di catechesi.