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Salvatore Giuliano, 34 anni, parcheggiatore abusivo, pregiudicato, padre. Tiene segregata la moglie e la sottopone a continue violenze e sevizie, finchè un giorno la ammazza.

Marano (Napoli), 15 Gennaio 2012


Titoli & Articoli

Marano: 33enne arriva al Cardarelli già senza vita. Fermato il marito, presunto assassino (Napoli News 24 – 16 gennaio 2012)
Salvatore Giuliano è il nome del 33enne fermato a Marano dalle forze dell’ordine, con l’accusa di aver picchiato la moglie fino ad ucciderla, in seguito ad una lite scoppiata sabato sera. Enza Cappuccio, di 33 anni, questo è il nome della vittima, arrivata all’ospedale Cardarelli nel tardo pomeriggio di domenica. Sul corpo della donna, in evidente stato di denutrizione, segni di un presunto strangolamento e varie contusioni.
Il corpo, ormai senza vita, è stato trasportato all’opsedale dal marito stesso, accompagnato dalla sorella della vittima e un amico, che ha raccontato di averla trovata già a terra senza vita, forse in seguito ad un tentativo di rapina. Secondo le prime indagini dei carabinieri della compagnia di Giugliano, della tenenza di Marano e del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, Salvatore Giuliano, rientrato in casa ubriaco, avrebbe discusso con la moglie. Una discussione che dal nulla si è tramutata in tragedia. Dopo averla picchiata fino ad ucciderla, Giuliano avrebbe chiesto l’aiuto della cognata e di un amico per occultare il cadavere ma, forse visto da alcuni vicini, ha deciso di agire in maniera diversa aspettando il giorno successivo per portare il corpo direttamente al Cardarelli. I militari ritengono che l’omicidio sia maturato in un ambiente di profondo degrado sociale. L’abitazione nella quale vivevano i due è un bilocale nel quale, secondo informazioni assunte dai carabinieri, vivevano anche una nipote e un’altra parente disabile. L’omicidio è stato compiuto sabato sera, il trasporto in ospedale domenica, questo non lascia escludere che l’uomo abbia dormito la notte con accanto il cadavere della moglie.

Uccisa a calci e pugni: arrestato il marito (Internapoli – 16 gennaio 2012)
Uccide la moglie e simula una rapina, fermato dai carabinieri. Aveva detto di averla trovata morta sul pavimento di casa, e l’aveva portata in ospedale, invece la sera prima l’aveva riempita di botte e uccisa.
E’ morta così Enza Cappuccio, 33enne di Marano mamma di sei bambini. I militari ritengono che l’omicidio sia maturato in un ambiente di profondo degrado sociale. L’abitazione nella quale vivevano i due è un bilocale nel quale, secondo informazioni assunte dai carabinieri, vivevano anche una nipote e un’altra parente disabile.
L’omicidio e’ stato compiuto sabato sera, il trasporto in ospedale domenica. Per i militari non è escluso che l’uomo abbia dormito la notte con accanto il cadavere della moglie. I carabinieri della compagnia di Giugliano, con i colleghi della locale tenenza e del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, hanno sottoposto a fermo per omicidio Salvatore Giuliano, 33 anni, residente in via San Tommaso, già noto alle forze dell’ordine.
Ieri sera, alle ore 19 circa, l’uomo con l’aiuto della sorella e di un amico ha trasportato il cadavere della moglie con la sua auto all’ospedale Cardarelli di Napoli, riferendo vagamente ai sanitari di averla trovata, poco prima, morta nella sua abitazione dopo un tentativo di rapina. I militari dell’arma hanno subito avviato le indagini senza trovare riscontro nel racconto della rapina subita, ma hanno accertato che l’uomo, la sera del 14 gennaio, è tornato a casa ubriaco e al culmine di una lite, per futili motivi, ha picchiato a calci e pugni la moglie Enza Cappuccio, 33enne del luogo, fino ad ucciderla e il giorno dopo con l’aiuto di 2 complici ha tentato di simulare una rapina in casa portando poi il cadavere della moglie in ospedale.
La vittima 33enne era madre di sei figli, ed è arrivata in ospedale con i segni di uno strangolamento sul collo, fratture su diverse parti del corpo, sul volto emaciato i tratti di un lungo periodo di malnutrizione. I medici appena vista la donna non hanno creduto alla versione del marito, troppi sospetti per i segni sul collo di Enza Cappuccio, 33 anni, ormai priva di vita su una barella dell’ospedale. I complici sono stati denunciati in stato di liberta per favoreggiamento personale, mentre il fermato è stato associato nel carcere di Poggioreale.


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