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Ruggiero Lodola, 70 anni. Uccide la moglie massacrandola di pugni, poi va al bar a bere una birra e finge di averla trovata morta al rientro. Dal carcere scrive al giornale per trovare un’amica

Torino, 10 Ottobre 2016


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Uccide la moglie poi finge il ritrovamento del cadavere, fermato 70enne (Torino Today – 11 ottobre 2016)
Il coniuge l’ha ammazzata al culmine di una lite per futili motivi colpendola con una serie di pugni
Santina Lodi, di 70 anni, è morta per mano del marito dopo che questi ha simulato il ritrovamento del cadavere. La donna è stata trovata lì dove lui l’aveva lasciata per ore
, all’interno del loro appartamento al primo piano di via Crevacuore, 41.
E’ stato proprio il marito Ruggiero Lodola, suo coetaneo, a lanciare l’allarme al 118 e al 112. L’anziana è stata ritrovata con una ferita alla testa, ma nell’abitazione non c’erano tracce né di colluttazione né di intrusioni. Dopo un accurato sopralluogo nella casa, il marito è stato ascoltato dai carabinieri della Compagnia Torino Mirafiori. Alle 5 di questa mattina l’uomo ha confessato di aver ucciso la moglie, prendendola a pugni, al culmine di una lite per futili motivi. Il 70enne è stato sottoposto a fermo di indiziato del delitto di omicidio emesso dalla Procura della Repubblica di Torino.
Il marito, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe lasciato a terra la moglie morta e sarebbe uscito per diverse ore finché non ha fatto ritorno a casa per chiamare i soccorsi e simulare di averla trovata morta.
Ruggiero, che aveva lavorato nella Marina Militare, passava gran parte del suo tempo al bar vicino a casa a leggere i Tex che poi lasciava nel locale. Lo descrivono come un uomo dal carattere chiuso. Generalmente pendeva un tagliere di affettati e un bicchiere di vino, sempre da solo. Spesso andava al bar anche due volte al giorno, la moglie nel locale l’hanno vista una volta sola. Anche lunedì si è recato al bar a bere una birra, dopo l’omicidio.

Uccide la moglie a pugni e poi va al bar (l’Arena – 12 ottobre 2016)
Ai carabinieri aveva detto di aver trovato la moglie morta. Ma in casa, in via Crevacuore 41, a Torino, non c’era traccia di colluttazione né di intrusione. Quando nella lavatrice sono stati trovati abiti sporchi di sangue, i militari hanno sospettato che fosse un femminicidio, il quarto in Piemonte negli ultimi due mesi e mezzo. «Abbiamo litigato e l’ho presa a pugni. Quante volte? Non lo so: non riuscivo a fermarmi». Ruggiero Lodola, 70 anni, pensionato e giocatore di scacchi, ha confessato dopo una notte di interrogatorio.
Lunedì sera aveva telefonato al 112 per denunciare la morte della moglie, Santina Lodi, coetanea. Il cadavere era sotto una coperta sul letto della figlia, uscita all’ora di pranzo. «L’ho trovata per terra e ho cercato di soccorrerla, ma non c’è stato nulla da fare». aveva dichiarato Lodola, con una freddezza che ha insospettito i carabinieri.
«Erano una bella coppia: lei silenziosa, tranquilla, lui gentile, educato», raccontano i vicini. Il figlio maggiore della coppia, che vive fuori di casa da qualche anno, ha confermato che i rapporti tra i genitori erano normali e che non si erano mai verificati episodi di violenza. Ai carabinieri Lodola aveva detto di essere uscito per andare in un negozio di computer, di avere parcheggiato l’auto in garage e di essere passato al bar per birra come faceva ogni tanto. Un alibi con tanto di scontrino fiscale per una perfetta ricostruzione. Troppo per i carabinieri che hanno portato l’uomo in caserma. mentre alcuni inquilini del palazzo, raccontavano che a metà pomeriggio c’erano state urla. E qualcuno aveva sentito «lamenti forti e continui di una donna». Dopo sette ore di interrogatorio Lodola avrebbe confessato: «Non so perchè l’ho fatto, non ce la facevo più», avrebbe detto prima di chiudersi nel silenzio.

Ha ucciso la moglie e scrive dal carcere: «Cerco un’amica» (Torino Cronaca – 25 agosto 2018)
Quando il mondo è delimitato dalle sbarre e da una porta d’acciaio, ogni piccolo gesto di quella che era la vita passata può aiutare a sentirsi ancora uomini e donne, a trovare libertà per la mente. In carcere, forse ultimo posto al mondo, la lettera cartacea è ancora il collegamento principale con la vita, con la società. E anche un uomo incarcerato per omicidio può desiderare il conforto di una compagnia sia pure solo epistolare, un sorriso scritto sulla pagina.
Ruggiero Lodola, settant’anni, ha scritto al nostro giornale per chiedere di fare da tramite «per una relazione epistolare con persone di sesso femminile che potrebbero essere interessante». Lodola è comparso fugacemente alla ribalta della cronaca un paio d’anni fa, quando uccise la moglie Santina Lodi, coetanea, nel loro appartamento di via Crevacuore.


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