Loading

Rosario (Saro) Palermo, 60 anni, andava a vaccarelle e origano, padre. Condannato all’ergastolo per aver ucciso e fatto scomparire la figlia della ex compagna, dopo averla messa incinta

Acireale (Catania), 4 Giugno 2012


Titoli & Articoli

Omicidio Agata Scuto Acireale, il cadavere è a Siracusa? Intercettazioni e indagati (QdS – 19 maggio 2022)
Agata Scuto, ragazzina disabile di Acireale, è scomparsa nel 2012. La procura sostiene che sia stata uccisa dal patrigno Rosario Palermo che avrebbe aspettato un figlio da lei. Oggi la lista degli indagati si allunga. Ecco chi sono le persone accusate di favoreggiamento. Agata Scuto era affetta da epilessia e problemi psichici. Aveva anche una menomazione al braccio e alla gamba. Necessitava di continua assistenza da parte dei familiari e viveva in casa con la madre e il patrigno, Rosario Palermo, 60enne.
Prima della scomparsa aveva manifestato dei comportamenti ambigui: stando al racconto della madre Mariella, aveva delle vere e proprie sfuriate di gelosia nei confronti del patrignocon il quale spesso parlava la notte mentre la mamma dormiva. Il 4 giugno del 2012, Mariella è andata con il figlio Cristian dalla nonna, lasciando in casa la figlia più piccola. Al suo ritorno, però, non l’ha più trovata e ha avvertito i carabinieri. Agata, da allora, non ha mai risposto al telefono. E non è stata vista da nessuno. Soltanto Rosario Palermo sosteneva, a più riprese, di averla incontrata per caso ad Acireale e di aver ricevuto l’invito a non cercarla più. Rosario Palermo spinse dunque la compagna a ritirare la denuncia per la scomparsa della figlia. Ed è proprio su di lui – adesso detenuto in carcere – che si concentra la procura, accusandolo di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Il movente? Il fatto che Agata Scuto aspettasse un figlio da lui, come suggerito dalla madre Mariella che ha spiegato come alla ragazza non venissero le mestruazioni da due mesi. A carico di Rosario Palermo gravissimi indizi: le prove del rapporto particolare che aveva instaurato con la ragazza; la falsità delle notizie fornite agli inquirenti; gli spostamenti nel giorno della scomparsa di Agata; l’intercettazione ambientale in cui, da solo all’interno della sua auto, esprimeva il timore del ritrovamento del cadavere della giovane, strangolata e bruciata.
Gli inquirenti hanno potuto verificare che Rosario Palermo, il 4 giugno del 2012, non sia andato né a raccogliere lumache alla piana di Catania, né a raccogliere origano sull’Etna come invece aveva sostenuto. Ma la lista degli indagati si allunga. Rosario Palermo sarebbe stato aiutato da persone a lui vicine. All’amico Sebastiano – che ha minacciato persino di morte i giornalisti di “Chi l’ha visto?” con parole irripetibili -, all’ex compagna Rita – dalla quale ha avuto due figli – e all’attuale fidanzata Sonia avrebbe chiesto aiuto per avere un alibi.
Nella puntata di ieri del programma televisivo “Chi l’ha visto?”, sono andate in onda le interviste a questi tre soggetti. Se Sebastiano si chiude nel suo silenzio, intervallato da frasi spavalde, l’ex compagna Rita spiega di non avere più rapporti con Rosario Palermo da 18 anni, a esclusione di ciò che concerne i figli, difendendo però la sua innocenza rispetto alla scomparsa di Agata Scuto. E Sonia, trovata addirittura in casa di Rita, afferma di non aver aiutato l’attuale fidanzato in alcun modo e di “non ricordare” eventuali richieste nel merito.
Le intercettazioni degli inquirenti: le richieste di Rosario Palermo e l’ipotesi dell’occultamento del cadavere nel Siracusano
I fatti sarebbero andati diversamente secondo la procura, che ha intercettato le pressanti richieste di Rosario Palermo a Rita. “Se ti dovessero chiedere: ‘Che mestiere faceva quando era con lui?’…tu devi dire: ‘Se ne andava a vaccarelle (lumache di campagna)…se ne andava a fare origano”, diceva alla madre dei suoi figli. All’attuale compagna Sonia, invece, suggeriva di non menzionare mai ai carabinieri la provincia di Siracusa, nonostante lui la frequentasse abitualmente per lavoro. E aggiungeva di dire loro, durante la visita, che i suoi spostamenti non fossero mai lunghi. Non gli dire ‘se n’è andato lontano’. Se vengono di pomeriggio, dì che sono partito alle undici e mezza. Non ti scordare mai quello che ti sto dicendo”, sottolineava.
Adesso l’ipotesi è dunque che il cadavere di Agata Scuto sia stato occultato proprio nel Siracusano, forse a Pachino.
Il mistero del tondino di ferro: il depistaggio di Rosario Palermo e Sonia Un ulteriore depistaggio riguarda poi non solo Rosario Palermo, ma anche la presunta responsabilità della fidanzata Sonia. Il giorno della scomparsa di Agata Scuto, il patrigno rincasò con una vistosa ferita alla gamba che – a primo acchito – pareva essere una bruciatura. A posteriori, dopo la riapertura del caso per una segnalazione anonima, ha raccontato di essersi ferito con un tondino di ferro che fuoriusciva da un blocco di cemento e sul quale sarebbe caduto durante la raccolta dell’origano. Poco dopo, nella Punto verde dell’uomo, è stato ritrovato un tondino di metallo che secondo gli inquirenti avrebbe appositamente sporcato con il suo sangue per provare le sue dichiarazioni. Il tentativo di depistaggio, però, non è andato a buon fine. All’epoca dei fatti, Palermo stava già con la nuova compagna Sonia.

Agata Scuto scomparsa nel 2012: l’ex compagno della madre condannato all’ergastolo per omicidio (FanPage – 16 gennaio 2024)
La terza Corte d’assise di Catania ha condannato all’ergastolo Rosario Palermo, 63 anni, per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Agata Scuto, la 22enne figlia della sua allora compagna, scomparsa il 4 giugno del 2012 da Acireale.
È stato condannato all’ergastolo Rosario Palermo, 63enne unico indagato per la scomparsa e l’omicidio di Agata Scuto. La sentenza di primo grado presso il Tribunale di Catania è arrivata oggi, martedì 16 gennaio 2024. Erano presenti in aula l’avvocato dell’associazione Penelope Sicilia, Assunta Nicolosi, e gli avvocati di Penelope Italia Odv costituitasi parte civile. La sentenza accoglie le richieste del Pm Francesco Puleio.
“Sicuramente ricorreremo in appello, rispettiamo la sentenza ma non la condividiamo, altri commenti sono superflui in questo momento, dobbiamo prima leggere le motivazioni”, ha commentato subito dopo la sentenza l’avvocato di Rosario Palermo, che non considera una confessione quella che ha portato all’arresto dell’uomo dieci anni dopo la scomparsa della ragazza.
Rosario Palermo, detto Saro, è l’ex compagno della madre di Agatina Scuto: l’uomo avrebbe confessato le sue responsabilità verbalizzando un proprio pensiero in automobile. “Abbiamo trovato la ragazza, morta… il corpo l’abbiamo trovato in un casolare nelle campagne di Pachino.. l’abbiamo trovata strangolata. È morta strangolata e bruciata. E ora ci facciamo l’autopsia”, diceva a voce alta Palermo mentre era a bordo della sua automobile. Nell’ordinanza il Gip di Catania citava proprio l’intercettazione ambientale: “All’interno della propria autovettura spaventato dal suo possibile arresto, manifestava il proprio timore che il corpo di Agata Scuto venisse trovato in un casolare a Pachino e che si accertasse che la stessa era stata strangolata e bruciata, riflettendo sulla necessità, inoltre, di recarsi sul luogo per verificare cosa fosse rimasto del cadavere”.
Agata Scuto, una ragazza con disabilità cognitive e fisiche, scomparve improvvisamente all’età di 22 anni il 4 giugno del 2012 da Acireale: nella prima denuncia di scomparsa la madre raccontò di averla lasciata a casa da sola quel giorno e di non averla più trovata. Poco tempo dopo però la denuncia fu ritirata proprio in base ai racconti del compagno della madre che diceva di aver visto la ragazza. Poi, negli scorsi anni, anche grazie alla trasmissione “Chi l’ha visto?” si è tornati a parlare del caso e la procura ha aperto un fascicolo per omicidio.
Secondo l’accusa, l’omicidio sarebbe stato commesso per evitare che si scoprisse che la ragazza, con la quale avrebbe avuto una relazione segreta, era rimasta incinta. La Corte ha disposto anche l’isolamento diurno per un anno e il risarcimento alle parti civili da quantificare in separata sede. La Corte d’assise ha assolto invece l’ex convivente dell’uomo che era accusata di favoreggiamento personale nei confronti dell’imputato. Il corpo della giovane, malgrado le ricerche, non è stato mai trovato.


Link