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Renato Berta, 85 anni, dipendente comunale in pensione, padre. Uccide la moglie con una coltellata al petto e tenta il suicidio

Venezia, 19 Aprile 2019


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Uccide la moglie malata con due coltellate (il Mattino di Padova – 20 aprile 2019)
Difficile chiamarlo gesto d’amore. Ma Renato Berta, 85 anni, non riusciva più a veder soffrire la moglie Licia Zambon, 81 anni, da tempo malata di Alzheimer. Renato, con un gesto estremo, ha deciso di far terminare le sofferenze della donna e con due coltellate – una di queste ha centrato il cuore – l’ha uccisa.
L’omicidio è avvenuto al 400/b di Castello, in ramo de l’Erba a San Pietro Di Castello, giovedì in tarda serata. Un gesto inspiegabile per i familiari e i conoscenti della coppia che viveva insieme da oltre 50 anni. Renato aveva un cruccio: temeva di rimanere da solo con la moglie malata. Anche se una delle figlie quotidianamente faceva loro visita e c’era una badante che li seguiva. Una paura non giustificata, almeno stando a quanto emerso fino a questo punto delle indagini della Squadra Mobile. Ora Berta, dipendente del Comune di Venezia in pensione, è agli arresti domiciliari per omicidio all’Ospedale Civile. È ricoverato perché dopo aver ucciso la moglie ha ingerito degli psicofarmaci.
Il delitto viene scoperto ieri mattina alle 10,20. A chiamare la polizia è stata la badante che di giorno seguiva la coppia di anziani. Quando è arrivata nell’abitazione, al piano terra di un complesso di case popolari, ha trovato sulla porta d’ingresso un cartello con scritto: «Non disturbare, chiamate i carabinieri (112)». Lei e un vicino hanno avvertito il 113, forse per un errore nel digitare il numero. Quando i poliziotti delle volanti sono arrivati sul posto e si sono fatti aprire la porta dalla badante, hanno trovano l’anziano in stato confusionale. E in camera da letto la donna, priva di vita, distesa supina sul letto. Immobile, il corpo freddo e un rivolo di sangue che le usciva dal torace. Morta. Renato Berta, alle domande degli agenti, ha risposto con discorsi sconnessi. A terra, un coltello sporco di sangue.
Avvisato il magistrato di turno, il pm Paola Tonini, sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra Mobile e quelli della Scientifica per i rilievi. Sono stati sentiti a verbale i vicini e la badante. E si sono cercati i familiari. La più vicina è la figlia Elisabetta, che vive in terraferma, a Mestre. Mentre iniziavano i rilievi, l’anziano è stato portato in ospedale. Qui si è scoperto che aveva ingerito, dopo aver ucciso la moglie, diversi psicofarmaci. Sul posto è arrivato anche il medico legale. In base al suo sopralluogo cadaverico, l’omicidio risalirebbe alla sera prima. Due le coltellate che il medico ha riscontrato sul torace della donna. Ma bisogna attendere l’esito dell’autopsia per stabilire con esattezza il numero dei fendenti. Sempre stando alle primi riscontri della Polizia scientifica e del medico, la donna sarebbe stata uccisa con una coltellata al cuore. Sul coltello ritrovato ci sarebbero le impronte lasciate dall’anziano. La polizia è rimasta all’interno dell’appartamento diverse ore per completare i rilievi.
Gli investigatori della Squadra Mobile hanno interrogato i vicini per capire se la sera prima, o nel pomeriggio di giovedì, avevano sentito rumori o discussioni tra gli anziani. Discussioni che in passato c’erano state, anche vivaci. Tutti hanno ribadito che i due, fino a quando lei usciva di casa, li vedevano sempre insieme. Sono stati sequestrati il coltello e i vestiti dell’anziano, con tracce di sangue. Mentre i poliziotti del dirigente Stefano Signoretti terminavano i rilievi e le relazioni, in ospedale, dove era accorsa la figlia della coppia, cercavano di tranquillizzare l’anziano e di stabilire il grado di intossicazione da farmaci nel sangue. Una volta sentito dagli inquirenti e valutato quanto trovato all’interno dell’appartamento, Renato Berta è stato arrestato per omicidio. Il pm ha disposto che l’uomo venga messo agli arresti domiciliari nel reparto di Psichiatria dell’ospedale. Infatti si teme che tenti il suicidio. Considerata l’età, l’uomo non finirà in carcere. Il pm ha disposto l’autopsia che sarà conferita oggi. Nei prossimi giorni, quando sarà possibile, l’anziano sarà interrogato dal gip per la convalida dell’arresto.

 

Corriere del Veneto – 21 aprile 2019

 


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