Loading

Pietro Zuppi, 84 anni, padre. Strangola la moglie e si impicca

Staranzano (Gorizia), 29 Marzo 2016


Titoli & Articoli

Staranzano, la moglie ha alzheimer. La soffoca e si impicca (Blitz – 31 marzo 2016)
Non ce la faceva più a vedere sua moglie, una donna di 82 anni, compagna di una vita, ridotta così dal morbo di Alzheimer. Quindi l’ha soffocata. Poi si è diretto nel suo garage, ha appeso una corda al soffitto e poi si è impiccato. Una tragedia avvenuta ieri 30 marzo a Staranzano in provincia di Gorizia. Lui aveva 84 anni e si chiamava Piero Zuppi, lei ne aveva 82 e si chiamava Luciana Torcello.  La racconta nei minimi particolari il quotidiano Il Piccolo: Ha soffocato la moglie e poi si è tolto la vita. Un gesto di amore estremo, quello di una coppia profondamente unita nella vita trovatasi a fronteggiare l’incedere dell’età che non fa sconti alla sofferenza. La tragedia si è consumata ieri mattina, in un appartamento di una palazzina di due piani, in via Mazzini, a Staranzano. Pietro Zuppi, 84 anni, e la consorte Luciana Torcello, 82 anni, erano una coppia indivisibile. Legati e indispensabili l’uno all’altra come l’ossigeno che si respira. Il tragico evento è avvenuto prima di mezzogiorno.
Secondo quanto s’è potuto apprendere, l’uomo ha strangolato la moglie sul divano per poi togliersi la vita, appartandosi in garage. Prima di porre fine alla propria esistenza, l’anziano ha telefonato ad uno dei due figli, Dario, residente a Milano, comunicandogli il suo disperato gesto compiuto nei confronti della consorte. Dario ha quindi cercato il fratello, Maurizio, residente a Monfalcone. Da qui l’allarme, con l’intervento delle forze dell’ordine. Sul posto sono giunti i carabinieri di Staranzano assieme alla Radiomobile e all’aliquota operativa di Monfalcone, nonchè gli operatori sanitari del 118, con due ambulanze. Una mobilitazione che ha suscitato evidente preoccupazione su quanto potesse essere accaduto. La palazzina è situata nel tratto finale di via Mazzini, di fronte a un condominio in cemento grezzo, che giace ormai abbandonato da tempo, dopo il fallimento della ditta costruttrice.
Una piccola via, in un susseguirsi di casette poco lontano dal collegamento principale tra Staranzano e Monfalcone, via Trieste. Una zona tranquilla, che ieri è stata squarciata dalla tragedia. I carabinieri hanno assunto le indagini, eseguendo i necessari rilievi. Sul posto è giunto anche il medico legale, con l’opportuna comunicazione dell’evento all’autorità giudiziaria di Gorizia. Un dramma che via, via è trapelato in zona, tra sconcerto e incredulità. Pietro e Luciana erano una coppia stimata e benvoluta. Lui si prendeva cura della consorte, che da qualche tempo era costretta a confrontarsi con le “ferite” di una malattia progressiva come l’Alzheimer.

Quella inutile corsa contro il tempo per salvare Pietro (Messaggero Veneto – 1 aprile 2016)
Una corsa contro il tempo, un disperato tentativo di poter almeno salvare Pietro Zuppi. L’altra mattina, verso mezzogiorno, quando gli operatori del 118 sono giunti nella palazzina di via Mazzini, a Staranzano, la tragedia s’era appena consumata. Tanto che i sanitari hanno praticato la rianimazione sull’anziano di 84 anni, impiccatosi in garage dopo aver strangolato la consorte, Luciana Torcello, di 82 anni, mentre era seduta nel divano. Un’opera di rianimazione rivelatasi vana, non riuscendo a strappare dalla morte l’anziano, evidentemente ormai esanime. Per la consorte, invece, non s’è potuto fare altro che constatarne il decesso.
È stata una questione di pochi minuti, forse di secondi. Da quando proprio Pietro aveva telefonato al figlio Dario, residente a Milano, comunicandogli di aver ucciso sua madre. Una telefonata piuttosto confusa, quella di un anziano disperato nel suo estremo gesto d’amore nei confronti della compagna, malata di Alzheimer. Dario ha subito capito, o quantomeno intuito, le intenzioni del padre, deciso a sua volta a togliersi la vita. Ha telefonato immediatamente al fratello Maurizio, residente a Monfalcone. E questi non ha perso tempo: ha chiamato il 118 e si è precipitato nell’appartamento dei genitori. L’opera di rianimazione per tentare di salvare Pietro è stata lunga e febbrile, ma purtroppo i sanitari si sono dovuti arrendere.
Erano una coppia unita Pietro e Luciana, stimata e benvoluta. Di loro rimane il tenero ricordo di quella passeggiata mattutina, per andare a prendere il pane al vicino panificio di via Trieste. Un’ uscita diventata poi solitaria. Pietro continuava a recarsi comunque in panetteria, puntuale come sempre. Acquistava i soliti due “fiorellini”. Venerdì Santo Pietro ha portato con sè Luciana in panetteria. Una presenza rassicurante agli occhi dei vicini. In panificio la coppia è stata accolta con affetto. Hanno chiesto loro come stavano, raccomandandogli di tornare il giorno successivo per scambiarsi gli auguri di Pasqua. Invece le cose sono poi andate diversamente, con un epilogo tragico.
L’altro ieri, intanto, all’obitorio dell’ospedale di San Polo è stata eseguita l’ispezione cadaverica, che ha confermato la ricostruzione dei carabinieri, giunti in via Mazzini con i militari della stazione di Staranzano, gli uomini del Nucleo radiomobile e l’aliquota operativa di Monfalcone. Da questa prima verifica non sarebbero stati rilevati segni o elementi tali da poter considerare possibili dinamiche alternative dell’evento. Spetta all’autorità giudiziaria dare ulteriori disposizioni prima del nullaosta per la sepoltura. Si è comunque in attesa dell’autopsia, peraltro dovuta ai fini della procedura giudiziaria, per escludere oltre ogni ragionevole dubbio una scansione dei fatti diversa da quanto appurato dai carabinieri.


Link