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Nunzio Proscia, 40 anni, giardiniere. Strangola la donna che lo rifiuta e abbandona il corpo nascondendolo tra i cespugli. Condannato a 21 anni di cui 5 in isolamento

Gioia del Colle (Bari), 26 Dicembre 2013


Titoli & Articoli

Strangolata e abbandonata in campagna. L’amante confessa: “L’ho uccisa per gelosia” (Bari Today – 28 dicembre 2013)
Francesca Milano, 42 anni, era scomparsa da Gioia del Colle la sera di Santo Stefano. A far ritrovare il corpo sarebbe stato proprio l’uomo, Nunzio Proscia, 40 anni: interrogato nella notte dai carabinieri, avrebbe ammesso l’omicidio
Uccisa, strangolata, dall’uomo con il quale aveva una relazione, che dopo l’omicidio ha tentato di disfarsi del suo corpo, abbandonandolo in campagna. Francesca Milano, 42 anni, di Gioia del Colle, separata e madre di due figlie, era scomparsa dal suo paese la sera di Santo Stefano. I carabinieri del Reparto Operativo di Bari e della Compagnia di Gioia del Colle avevano immediatamente avviato indagini, arrivando aNunzio Proscia, 40 anni, attuale compagno della donna. Interrogato nella notte dal pm di turno della Procura di Bari, Francesco Bretone, l’uomo sarebbe alla fine crollato, ammettendo l’omicidio e permettendo agli investigatori di ritrovare il corpo della donna, abbandonato in contrada ‘Tafuri’, nel territorio di Castellaneta, ad una ventina di chilometri da Gioia del Colle.
IL MOVENTE – Secondo quanto ricostruito dagli investigatori sulla base del racconto dell’uomo, a scatenare la follia omicida sarebbe stata la gelosiaLa relazione tra i due durava da qualche tempo, e Proscia voleva ufficializzarla, mentre la donna si rifiutava, e anzi aveva cercato di allontanarsi da lui. Di recente Francesca Milano aveva anche aperto un profilo Facebook sotto un altro nome. Lui l’aveva scoperto, ed era andato su tutte le furie, cercando di seguire i suoi movimenti creando a sua volta un falso profilo.
L’OMICIDIO E L’OCCULTAMENTO DEL CORPO – La sera di Santo Stefano Proscia ha aspettato che la compagna uscisse da una sala bingo a Putignano, dove era andata a giocare con degli amici. L’ha quindi costretta a salire a bordo della sua stessa auto, una Y10, e qui, dopo una discussione, l’ha strangolata. L’uomo ha poi caricato il cadavere nel suo automezzo, un Fiat Doblò, e l’ha portato nelle campagne di Castellaneta, dove l’ha abbandonato e dove è stato ritrovato dagli investigatori.

 

“Mi ha dato ancora del fallito, ho reagito e l’ho ammazzata” (la Repubblica – 29 dicembre 2013)
Non solo la gelosia per quel secondo profilo Fb che gli aveva nascosto. Nunzio Proscia ha confessato di aver reagito alle parole della compagna Francesca Milano, strangolata e abbandonata cadavere in campagna§
Avrebbe reagito all’ennesima umiliazione. Non soltanto la gelosia sarebbe stata alla base dell’omicidio della 42enne Francesca Milano, di Gioia del Colle. Nunzio Proscia, 40 anni, reo confesso del delitto, nel lungo interrogatorio al termine del quale ha ammesso di aver ucciso la donna con cui aveva una relazione da quasi dieci anni, ha riferito di aver avuto una reazione alle parole della donna, che non sarebbe riuscito a controllare. L’uomo ha ucciso la sua compagna strangolandola fino alla morte. “Fallito” sarebbe una delle offese che, stando al racconto dell’uomo, la compagna gli avrebbe rivolto spesso negli ultimi tempi.
All’uomo i carabinieri, coordinati dal pm della Procura di Bari Francesco Bretone, sono arrivati grazie ai sospetti segnalati dai familiari della donna che il 27 dicembre scorso ne avevano denunciato la scomparsa. I parenti di Francesca Milano avevano infatti riferito agli investigatori di una relazione “burrascosa” tra la 42enne e Proscia. L’uomo è stato quindi interrogato per ore e in tarda serata ha confessato. Domani mattina si celebrerà nel carcere di Bari l’udienza di convalida del fermo davanti al gip Gianluca Anglana. Proscia, difeso dall’avvocato di fiducia Maurizio Tolentino, dovrà ribadire al giudice quanto già dichiarato ai carabinieri e al pubblico ministero.  Il caso può dirsi chiuso con la confessione del presunto assassino e il ritrovamento del corpo e di ogni elemento utile a ricostruire la dinamica dei fatti, perfettamente coincidente con il racconto fatto dal 40enne. La Procura attende comunque le conferme che arriveranno dall’esito degli accertamenti scientifici e dell’autopsia eseguita ieri nell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti.

 

Omicidio Francesca Milano, l’assassino: “L’ho uccisa perchè mi aveva umiliato” (Bari Today – 29 dicembre 2013)
Nella sua confessione ai carabinieri il compagno della 42enne, reo confesso del delitto, avrebbe raccontato di aver agito non solo spinto dalla gelosia, ma anche perchè offeso dalla donna, che spesso – secondo il suo racconto – lo aveva definito un “fallito” Un raptus di gelosia, scatenato dal fatto di aver scoperto che lei, da qualche tempo, aveva creato un profilo Facebook sotto un altro nome. Ma non sarebbe stato solo questo il motivo che la sera di Santo Stefano, nel parcheggio davanti ad una sala Bingo di Putignano, ha spinto il 40enne Nunzio Proscia ad uccidere la sua compagna, Francesca Milano, 42 anni, di Gioia del Colle. Secondo quanto si è appreso, infatti, nel lungo interrogatorio nel corso del quale Proscia ha confessato l’omicidio, l’uomo avrebbe anche detto di aver reagito all’ennesima umiliazione. Secondo quanto raccontato dagli investigatori, la donna lo avrebbe offeso, come – sempre secondo la versione di Proscia – accadeva spesso negli ultimi tempi, definendolo “un fallito”. A quel punto Proscia, preso dall’ira, avrebbe stretto le mani intorno al collo della sua compagna, stringendo fino a soffocarla.
La relazione tra i due durava da circa una decina d’anni. Negli ultimi tempi Proscia sembrava intenzionato ad ufficializzarla. Lei, al contrario, aveva cercato di chiudere la storia, allontanandosi da lui.
A permettere ai carabinieri di arrivare a Proscia come responsabile della scomparsa di Francesca sono stati proprio i familiari della donna, che hanno raccontato agli investigatori della relazione burrascosa tra i due. Proscia, interrogato per ore, alla fine è crollato, confessando l’omicidio e portando i carabinieri nel posto in cui aveva abbandonato il cadavere.
Domani mattina si celebrerà nel carcere di Bari l’udienza di convalida del fermo davanti al gip Gianluca Anglana. Proscia, difeso dall’avvocato di fiducia Maurizio Tolentino, dovrà ribadire al giudice quanto già dichiarato ai carabinieri e al pubblico ministero. Il caso può dirsi chiuso con la confessione del presunto assassino e il ritrovamento del corpo e di ogni elemento utile a ricostruire la dinamica dei fatti, perfettamente coincidente con il racconto fatto dal 40enne. La Procura attende comunque le conferme che arriveranno dall’esito degli accertamenti scientifici e dell’autopsia eseguita ieri nell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti.

 

 

Gioianet
A distanza di tredici mesi dall’omicidio di Francesca Milano, avvenuto il 26 dicembre del 2013, martedì, 27 gennaio, presso il tribunale di Bari, si è concluso l’iter giudiziario nei confronti di Nunzio Proscia, suo assassino reo confesso. Alla iniziale richiesta di ergastolo da parte dell’accusa, e di 30 anni di reclusione in successiva udienza, il giudice ha ritenuto di dover condannare a 21 anni complessivi di carcere il Proscia, di cui cinque da trascorrere in isolamentoUna sentenza che delude profondamente la famiglia della vittima, in quanto vede sminuita la stessa premeditazione di un gesto così efferato. “A sessantadue anni quell’uomo sarà nuovamente liberose non prima con attenuanti e quant’altro, e questo non è giusto. C’è chi per aver commesso reati di gran lunga meno gravi, rimarrà in cella per gli stessi anni.”
Francesca Milano, 42enne gioiese separata e madre di due figlie, venne strangolata da Nunzio Proscia, all’epoca 40enne, giardiniere incensurato, che da circa dieci anni a fasi alterne aveva frequentato (GIOIA. ASSASSINIO FRANCESCA MILANO. ULTIMI SVILUPPI).
Dopo un iniziale “vuoto di memoria”, nel corso dell’interrogatorio durato circa sette ore, l’uomo confessò il delitto e condusse gli investigatori nel luogo in cui aveva lasciato il corpo senza vita della donna, un’oasi di verde in contrada Tafuri, nel comune di Castella in provincia di Taranto. La lite tra i due era scoppiata giovedì, 26 dicembre, intorno alle ore 22.30 nel parcheggio della sala Bingo. Nunzio Proscia, scoperto che la donna si sarebbe recata a Putignano, la raggiunse alla guida di un furgoncino preso in prestito, entrò all’interno della sala e le chiese di uscire. Francesca non voleva avere più nulla a che fare con lui, era spaventata e si sentiva perseguitata, e questo lo esasperava.
Il resto è cronaca: dopo una accesa discussione strangolò la povera donna e caricò il suo corpo sul furgone nel parcheggio del Bingo.Dopo la mezzanotte raggiunse la contrada Tafuri, nel tarantino, portò il corpo tra i cespugli e lo coprì di foglie e rami.Il 27 l’epilogo di una brutta storia che lascia nell’amarezza l’intera città. Nunzio Proscia – in carcere a Taranto – di cui nessuna foto è mai stata diffusa, con tutte le possibili attenuanti resta un uomo che ha ucciso una madre, e di questo dovrà rendere conto alla giustizia divina.


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