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Nunzio Proscia, 40 anni, giardiniere. Strangola la donna che lo rifiuta e abbandona il corpo nascondendolo tra i cespugli. Condannato a 21 anni di cui 5 in isolamento

Gioia del Colle (Bari), 26 Dicembre 2013


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Gioianet
A distanza di tredici mesi dall’omicidio di Francesca Milano, avvenuto il 26 dicembre del 2013, martedì, 27 gennaio, presso il tribunale di Bari, si è concluso l’iter giudiziario nei confronti di Nunzio Proscia, suo assassino reo confesso. Alla iniziale richiesta di ergastolo da parte dell’accusa, e di 30 anni di reclusione in successiva udienza, il giudice ha ritenuto di dover condannare a 21 anni complessivi di carcere il Proscia, di cui cinque da trascorrere in isolamentoUna sentenza che delude profondamente la famiglia della vittima, in quanto vede sminuita la stessa premeditazione di un gesto così efferato. “A sessantadue anni quell’uomo sarà nuovamente liberose non prima con attenuanti e quant’altro, e questo non è giusto. C’è chi per aver commesso reati di gran lunga meno gravi, rimarrà in cella per gli stessi anni.”
Francesca Milano, 42enne gioiese separata e madre di due figlie, venne strangolata da Nunzio Proscia, all’epoca 40enne, giardiniere incensurato, che da circa dieci anni a fasi alterne aveva frequentato (GIOIA. ASSASSINIO FRANCESCA MILANO. ULTIMI SVILUPPI).
Dopo un iniziale “vuoto di memoria”, nel corso dell’interrogatorio durato circa sette ore, l’uomo confessò il delitto e condusse gli investigatori nel luogo in cui aveva lasciato il corpo senza vita della donna, un’oasi di verde in contrada Tafuri, nel comune di Castella in provincia di Taranto. La lite tra i due era scoppiata giovedì, 26 dicembre, intorno alle ore 22.30 nel parcheggio della sala Bingo. Nunzio Proscia, scoperto che la donna si sarebbe recata a Putignano, la raggiunse alla guida di un furgoncino preso in prestito, entrò all’interno della sala e le chiese di uscire. Francesca non voleva avere più nulla a che fare con lui, era spaventata e si sentiva perseguitata, e questo lo esasperava.
Il resto è cronaca: dopo una accesa discussione strangolò la povera donna e caricò il suo corpo sul furgone nel parcheggio del Bingo.Dopo la mezzanotte raggiunse la contrada Tafuri, nel tarantino, portò il corpo tra i cespugli e lo coprì di foglie e rami.Il 27 l’epilogo di una brutta storia che lascia nell’amarezza l’intera città. Nunzio Proscia – in carcere a Taranto – di cui nessuna foto è mai stata diffusa, con tutte le possibili attenuanti resta un uomo che ha ucciso una madre, e di questo dovrà rendere conto alla giustizia divina.


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