Nunzio Annunziata, 36 anni, autotrasportatore occasionale, padre separato. Già denunciato 20 volte per stalking e tentato omicidio, insegue l’ex compagna e la trucida in strada con una raffica di colpi. Condannato a 30 anni con rito abbreviato
Terzigno (Napoli), 14 Settembre 2015
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Donna uccisa a Terzigno, arrestato ex compagno. Era fermo davanti a una scuola (Il Mattino – 15 settembre 2015)
E’ stato arrestato all’alba, a Poggiomarino (Napoli), dai Carabinieri di Torre Annunziata (Napoli), il presunto assassino di Vincenza Avino, la donna di 35 anni, uccisa ieri sera a Terzigno con colpi di arma da fuoco sparati da un’auto in corsa. Si tratta di Nunzio Annunziata, suo ex compagno. Indagini, ricerche e battute per individuare e bloccare il presunto assassino sono durate tutta la notte.
Nunzio Annunziata era davanti a una scuola di Poggiomarino: è lì che lo hanno trovato i carabinieri poco prima delle 6 di questa mattina, dopo una notte di ricerche. L’uomo è stato cercato tutta la notte tra Sarno, Striano, Poggiomarino. Ci sarebbe stato persino un inseguimento, quando i carabinieri lo hanno individuato per strada. L’uomo si trovata a Poggiomarino quando è sceso dalla sua vettura (forse finita in panne) ed ha cominciato a vagare a piedi. Quando i carabinieri lo hanno individuato è partito l’inseguimento: Annunziata ha provato a far perdere le sue tracce nascondendosi tra i vicoli di Poggiomarino, poi ha scavalcato il cancello della scuola plesso Miranda ma lì è stato arrestato.
Ieri la ex compagna Vincenza è stata seguita in auto, quando è scesa dall’auto lui ha sparato all’impazzata. Enza è stramazzata al suolo. Poi è morta in ospedale. Nunzio è scappato, con la borsa e il telefonino della donna. Poi ha iniziato a minacciare i parenti: «Ammazzo anche voi». L’uomo era stato denunciato più volte.
La telefonata di pochi secondi è arrivata poco dopo il raid omicida sul cellulare di Francesco, il fratello di Vincenza Avino, 35 anni, trucidata dall’ex compagno con una scarica di proiettili. «Il prossimo sei tu…». La furia assassina e l’incubo che continua. «Pensate, non è bastato denunciarlo per fermare l’assassino», si sfoga il fratello minore della giovane uccisa. Una frase che condensa tutto l’odio, il rancore, l’astio che hanno armato la mano di Nunzio Annunziata. Una macabra telefonata, arrivata dal cellulare di Vincenza. «Quando ho sentito squillare il telefono – racconta Francesco, il più piccolo di casa Avino – ed ho visto il nome di mia sorella apparire sul display, ho pensato si fosse risvegliata e mi stesse chiamando dall’obitorio. Invece era lui». E il delitto di Terzigno allunga la lista nera: la Campania per il secondo anno consecutivo, si attesta ai vertici per numero di reati contro le donne.
Uccise ex compagna, condannato a 30 anni (ansa – 8 novembre 2016)
Trenta anni di reclusione è la condanna inflitta oggi, al termine del processo con rito abbreviato, a Nunzio Annunziata, 37 anni, che il 14 settembre 2015 a Terzigno (Napoli) uccise in strada a colpi di pistola l’ex compagna Vincenza Avino, di 36 anni. La sentenza è stata emessa dal gup del Tribunale di Nola.
Per l’imputato – al quale il procuratore Paolo Mancuso e il pm Maurizio De Franchis avevano contestato anche l’aggravante della premeditazione e il reato di stalking – il pm aveva chiesto la condanna all’ergastolo. Annunziata alcuni mesi prima dell’omicidio era già stato arrestato per stalking e aveva tentato di scaraventare dal balcone l’ex compagna. L’uomo fu catturato dai carabinieri alcune ore dopo il delitto a Poggiomarino, a poca distanza della stazione della Circumvesuviana. Testimoni riferirono che la Avino era ossessionata da quell’uomo, che la molestava e maltrattava in continuazione, tanto da indurla a denunciarlo e a farlo arrestare.
Tre anni dall’omicidio di Enza Avino, vittima innocente della criminalità (Napoli Today – 14 settembre 2018)
La 36enne è stata uccisa da due colpi d’arma da fuoco esplosi da un’auto in corsa. L’ex di Enza è stato condannato a 30 anni di reclusione
Enza aveva sporto la prima denuncia nei confronti diNunzio Annunziata già nel 2012, una denuncia ritirata successivamente. I due avevano una relazione tormentata e Enza più volte aveva sporto denuncia ai carabinieri per le minacce e le violenze subite. L’episodio più grave risale alla notte del 1 maggio 2015, quando l’uomo, ubriaco, si arrampica fino al terzo piano dell’abitazione della donna, e cerca di trascinarla con lui nel vuoto. Fortunatamente accorrono i genitori di Enza che, abitando al piano di sotto, intervengono tempestivamente riuscendo a salvare la giovane donna e a mandare via l’uomo. Dopo questa ennesima aggressione la situazione diventa sempre più pesante.
Minacce e violenza. Enza ritorna in caserma il 12 giugno per denunciare il suo stalker che, indifferente alle forze dell’ordine, entra finanche in caserma continuando a lanciare minacce. Dal 22 giugno all’8 luglio Enza si reca ancora dai carabinieri per segnalare che è stata di nuovo avvicinata e molestata da quell’uomo. Quest’uomo era stato descritto dal Gip di Nola Martino Aurigemma nel decreto di ordinanza di custodia cautelare come un uomo violento non incline a rispettare le regole del vivere civile. Per lui erano stati disposti gli arresti domiciliari. Il Riesame aveva poi attenuato la misura cautelare, trasformandola in divieto di avvicinamento alla donna, ma del divieto l’uomo non ha tenuto conto alcuno.
Omicidio. Enza Avino viene uccisa da due colpi di arma da fuoco esplosi da una macchina in corsa, il 14 settembre 2015. La macchina era guidata da Nunzio Annunziata che, dopo aver esploso i colpi mortali, scende dalla vettura e porta via la borsa di Enza. Con il telefonino della donna chiama poi il padre e il fratello di Enza annunciando che di lì a poco avrebbe ucciso anche loro. Nunzio Annunziata, 36 anni, viene arrestato il 15 settembre a Poggiomarino. I familiari di Enza parlano di tragedia annunciata perché Enza, dopo la denuncia, era stata lasciata completamente sola.
A distanza di un mese dal delitto il Comune di Terzigno ha organizzato uno sportello di ascolto per accogliere le denunce e vigilare sul fenomeno ed anche un memoriale dedicato ad Enza, che si è svolto nel comune di Angri. Un campionato di wrestling alla sua memoria è voluto dal figlio Carmine, di 17 anni, appassionato di questo sport. L’incasso per volontà del figlio è stato donato all’associazione Artemide che si occupa a Poggiomarino proprio di tutela delle donne, con ausilio di psicologi e di esperti. In un convegno tenutosi all’ISIS “Eiunaudi Giordano”, docenti e alunni hanno ricordato Enza che è stata alunna della scuola nel corso serale. Durante il convegno si è discusso di femminicidio.
Processo Nel mese di novembre 2016 il Tribunale di Nola condanna a trent’anni di carcere Nunzio Annunziata, il killer reo confesso di Enza Avino, spiegando di aver eliso l’aggravante della crudeltà, pur respingendo tutte le attenuanti chieste della difesa. La sentenza ha sorpreso i legali di parte civile (presente per la famiglia Avino l’avvocato Angelo Bianco), che si erano associati alla richiesta del pm Maurizio De Franchis di comminare il massimo della pena.
Il figlio di Enza, nel mese di novembre 2016, viene ricoverato al Cardarelli per un blocco intestinale legato allo stress. L’intervento chirurgico viene effettuato tempestivamente permettendo al giovane di non rischiare la vita. Dopo alcuni giorni lascia la terapia intensiva ma è costretto ad un lungo periodo di convalescenza. Il 30 marzo 2018 la sentenza di primo grado viene confermata anche in appello: Nunzio Annunziata viene condannato a 30 anni di carcere. A pronunciarsi sono stati i giudici della Corte d’Assise d’Appello del tribunale di Napoli, dove si è tenuta l’udienza, alla quale hanno assistito anche i familiari della vittima, accompagnati dai legali di parte civile Salvatore Annunziata e Angelo Bianco.
Amore criminale: la storia di Enza Avino, uccisa dal suo stalker dopo 20 denunce (FanPage – 31 marzo 2019)
A Nunzio Annunziata erano stati revocati i domiciliari quando ha ucciso a colpi di pistola la sua ex Enza Avino, 36 anni, mamma di un ragazzo di 17. Il riesame aveva ritenuto appropriato per lui un semplice divieto di avvicinamento alla vittima. Quando è stata ammazzata, Nunzia, che lo aveva denunciato 20 volte, usciva proprio dalla caserma dei carabinieri di Terzigno. La storia è al centro della quinta puntata di Amore Criminale.
Uccisa dal suo stalker. Nessun femminicidio fu più annunciato di quello di Enza Avino, 36 anni, braccata e uccisa dall’uomo che diceva di amarla. La storia della giovanissima mamma di Terzigno, uccisa dopo aver lasciato la caserma dei carabinieri per l’ennesima denuncia, è anche al centro della quinta puntata di ‘Amore criminale’, in onda domenica 31 marzo su Rai3.
Una storia segnata dalla gelosia. Anche quella di Enza, all’epoca madre di un figlio di 17 anni, è una storia del Sud. Vincenza, che gli amici chiamavano Enza è una ragazza solare e frizzante, timida ma anche fragile. Si sposa giovanissima e ha avuto subito il figlio Carmine, il vero grande amore della sua vita, oggi un uomo di 21 anni. Con suo marito le cose non funzionano, così, Enza decide di riprendersi la propria libertà. È allora che conosce Nunzio Annunziata, autotrasportatore spesso fuori regione per lavoro, anche lui padre separato. È il 2010, i due vanno a vivere insieme in un appartamento di Terzigno, alle porte di Napoli, ma subito nella coppia nascono i primi problemi legati alla gelosia si lui, soprattutto quando è fuori per lavoro. Il rapporto va avanti tra litigi e riconciliazioni fino alla prima spaccatura: nel 2012, infatti, dopo due anni di convivenza, lei lo denuncia per stalking. Due anni dopo l’accusa viene archiviata perché Enza, come spesso accade al principio delle storie di stalking, ritira la denuncia. Segue, come da copione, un nuovo inizio in un appartamento diverso, ma è solo un modo per procrastinare la fine inevitabile di quel rapporto che due mesi dopo, termina per sempre.
Denunce, ripensamenti e separazioni. Enza va a vivere in un appartamento di proprietà dei suoi, esattamente un piano sopra a quello dove vivono la mamma, il papà e suo fratello Francesco. Dopo quell’esperienza di maltrattamento, Enza vuole tornare in famiglia, vicina ai suoi affetti, ma questo, Nunzio, non vuole accettarlo. La perseguita, le invia centinaia di messaggi, la segue perfino al corso serale che Enza frequenta in un istituto superiore di Terzigno, dove addirittura, in diverse, occasioni, alcuni docenti sono costretti a intervenire per allontanare o segnalare quell’uomo pericoloso.
Al culmine di questa escalation da manuale, Nunzio si introduce in casa di lei per implorarla di tornare insieme: “Ti amo”, supplica, ma Enza è irremovibile. Chiede aiuto ai carabinieri, firmando ben 20 querele in tre mesi contro Annunziata, pur che questo valga a ottenere un provvedimento restrittivo efficace. E lui, infatti, finisce agli arresti domiciliari, poi però ci pensa il Tribunale del Riesame a revocarli. Secondo il giudice Mario Morra, infatti, non essendo stati disposti per Annunziata i domiciliari con il braccialetto elettronico, che avrebbero tracciato con esattezza i suoi movimenti, la misura poteva essere tranquillamente commutata in un divieto di avvicinamento alla vittima.
L’agguato. Non avrà problemi a eludere la misura, Nunzio Annunziata, quando, il 14 settembre 2015, dopo l’ennesimo passaggio di Enza in caserma, la segue con l’auto fino alla farmacia di via Fiume, dove la costringe a fermarsi tagliandole la strada e le scarica addosso una pioggia di proiettili. L’arma, legalmente detenuta, l’aveva presa poco prima a casa di suo padre. Enza si accascia sull’asfalto, ma è viva, lui, però, è determinato verso la fuga. Prende la borsa e il cellulare della ragazza e scappa con l’auto del padre. Dal telefonino rivendica l’assassinio della compagna, e minaccia i parenti. “Il prossimo sei tu”, minaccia il fratello, Francesco. Intanto Enza viene soccorsa e ricoverata in condizioni gravissime nell’ospedale Martiri del Villa Malta di Sarno, dove le forze dell’ordine hanno messo su un presidio speciale per un eventuale ritorno del killer. Enza soccombe quasi subito mentre per Annunziata, la corsa finisce l’indomani quando viene catturato, dopo una notte di ricerche tra Sarno, Striano, davanti a una scuola di Poggiomarino.
La condanna. Enza soccombe poco dopo l’arrivo in ospedale, mentre per Annunziata, la corsa finirà l’indomani quando verrà catturato, dopo una notte di ricerche tra Sarno, Striano, davanti a una scuola di Poggiomarino. Nonostante l’attività di stalking precedente al delitto, le violenze psicologiche nei confronti di Enza e anche dei suoi familiari perfino dopo il delitto, la pena calcolata dal giudice per l’assassinio della giovanissima madre è di 30 anni. Nunzio Annunziata è stato giudicato con il rito abbreviato.