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Michele Buoninconti, 47 anni, vigile del fuoco, padre. Condannato in via definitiva a 30 anni, in carcere ad Alghero studia e si laurea in Economia e Commercio

Costigliole d'Asti (Asti), 24 Gennaio 2014

michele buonincontri “personalità malvagia, che non ha mai mostrato pentimento e che non merita attenuanti. Ha ucciso la madre dei figli per il più atavico dei sentimenti maschili, la sete di dominio e un malinteso senso dell’onore”


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La vicenda di Elena Ceste e Michele Buoninconti è una delle dieci+una Favole da Incubo contenute nel libro scritto da Roberta Bruzzone ed Emanuela Valente, con il titolo “La Sirenetta che voleva andare in bicicletta”
Favole da Incubo 

 

Interrogatorio Michele Buonincontri

“Elena Ceste aveva una doppia vita. È fuggita da casa e morta assiderata”
“Elena Ceste è morta di freddo”. Assiderata. Questa  è la tesi sostenuta dalla difesa di Michele Buonincontri, marito della donna scomparsa di casa e poi trovata morta vicino a un canale ad Costigliole d’Asti. Il pompiere salernitano è accusato di aver ucciso la moglie e poi di aver nascosto il cadavere. Buoninconti è anche l’uomo che, intercettato, faceva dei discorsi inquietanti ai figli e gli chiedeva di mentire. Ma secondo i suoi avvocati lui con l’omicidio della moglie nulla c’entra. Era lei quella “disturbata”
La difesa durante il processo ha dichiarato che “Elena Ceste era una psicotica, con personalità bipolare, una madre esemplare ma incapace di reggere il peso della sua doppia vita, le avventura extraconiugali”. I legali di Michele Buoninconti, Enrico Scolari e Giuseppe Marazzita, chiedono al giudice monocratico Roberto Amerio che “sia assolto perchè il fatto non sussiste”.
L’intendo degli avvocati è quello di smontare l’intero impianto accusatorio: “Non è vero che il cadavere di Elena Ceste, la mattina del 18 ottobre 2014, sia stato trovato così come lo descrivono i consulenti del pm, cioè come “un soldato sull’attenti”, le braccia parallele al corpo, prono”. Un altro passaggio è quello del percorso in auto di Michele che è stato ricostruito, dal perito del pm, in base agli impulsi del suo telefono agganciati dalle celle. “Quesito sbagliato, capovolto – dice la difesa – Bisognava partire dagli impulsi e individuare tempi e percorso. Si è partiti da una teoria. Le prove contaminate, i vestiti ritrovati custoditi in contenitori che avevano già tracce di terriccio; il numero di particelle esaminate che, secondo la difesa, avrebbero dovuto essere almeno 2 mila per formare una prova, ma ne furono esaminate solo sei; l’utilizzo di una perizia psichiatrica per «costruire» sopra la personalità di un killer, quando l’art. 220 del codice penale vieta l’utilizzo di questi esami per sostenere l’imputabilità dell’indagato. Scolari definisce il lavoro dei periti come un esempio di deprecabile superficialità e si richiama alla sentenza della Cassazione sul caso Meredith. Nel frattempo  i genitori di Elena, sono molto addolorati per il ritratto della figlia dipinto in particolare da Marazzita. Racconta l’avvocato di parte civile Deborah Abate Zaro: “La madre ha commentato: ’Se il marito pensava che mia figlia fosse una pazza, perchè non me l’ha restituita? Oggi sarebbe ancora viva”

Omicidio Elena Ceste, le inquietanti lettere di Michele Buonincontri ai figli dal carcere: “State attenti, non fate come vostra madre…”
Condannato in primo grado a 30 anni di carcere per aver ucciso la moglie Elena Ceste, Michele Buoninconti scrive ogni giorni ai suoi quattro figli dal carcere. Pagine che sono in realtà nelle mani dei giudici, che devono valutare l’assegnazione della patria potestà, e delle quali il quotidiano La Stampa ha reso noti alcuni passaggi. Il diario, che è la base per convincere i giudici del Tribunale dei minori di Torino a non privarlo della potestà genitoriale o, in subordine, a consentirgli di incontrare i figli in carcere, sarebbe secondo i pm una prova di come l’uomo stia tentando di manipolare la testimonianza proprio i figli. Ecco alcuni estratti dell’autore dell’omicidio di Elena, trovata morta in un canale non lontana dalla sua casa a Costigliole d’Asti.
“G., tu hai un ruolo importante per il mio ritorno a casa, ti dovresti ricordare quel pomeriggio del 23 gennaio quando dal balcone sei venuto a chiamarmi insistentemente e ti dovresti anche ricordare che mamma piangeva e ancora uno sforzo, il letto ti ricordi che l’hai fatto insieme a mamma e lei ti ha detto ciò che mi hai riferito”. “A. anche tu potresti contribuire a ricordarti che mamma piangeva mentre tu le eri vicino, sino a quando sono arrivato io e l’ho tranquillizzata al punto di farla ridere“, si legge nel diario. Buoninconti si rivolge ai figli dicendo loro di amarli e pensarli continuamente. In un’occasione, avrebbe parlato con la figlia di una sua eventuale iscrizione a Facebook: “Ho saputo che hai Facebook, spero che non sia vero, perché chi c’è a controllarti? Ma io a te ti voglio controllare primo per non commettere lo stesso errore con mamma e secondo perché sei troppo giovane ed ingenua, ti farai fregare senz’altro”.

ELENA CESTE, ECCO COSA FACEVA AI 4 FIGLI: LE RIVELAZIONI DEI NONNI MATERNI
Il noto programma condotto da Federica Sciarelli ha fatto luce nuovamente sul caso di Elena Ceste. Dopo la denuncia della sua scomparsa a Costigliole d’Asti nel gennaio del 2014, la donna fu ritrovata senza vita nelle acque dei Rio Mersa a distanza di diversi mesi. Per l’omicidio fu condannato all’ergastolo il marito Michele Buoninconti, accusato di aver premeditato l’assassinio della moglie.
Nell’ultima puntata di ‘Chi l’ha visto’ è stato mandato in onda un filmato inedito nel quale compaiono l’assassino insieme alla sua nuova compagna 56nne Marilinda. Proprio quest’ultima si è ritrovata ora nel mirino della giustizia a causa di un atteggiamento davvero preoccupante, i genitori della povera Elena Ceste non hanno esitato a prendere provvedimenti: ecco cosa è successo. L’omicidio di Elena Ceste è tra quelli che più hanno toccato l’opinione pubblica. Si è trattato di un crimine particolarmente efferato, per il quale l’assassino sta pagando ora la sua giusta pena. Negli ultimi giorni, la nota trasmissione Chi l’ha visto ha comunicato le ultime novità sul caso, ad essere coinvolta è la compagna del Buoniconti. E’ stato riproposto un vecchio filmato in cui l’assassino era a colloquio con l’attuale compagna e commentava così la sua permanenza in carcere: “Sono in carcere, ma mi sembra di essere in vacanza“. Parole davvero raccapriccianti che fanno intuire come non avesse nessuna pentimento per quello che aveva fatto. Purtroppo, negli ultimi giorni è emerso che proprio la compagna Marilinda si sia trovata al centro di accuse molto gravi. Come racconta Federica Sciarelli, i genitori della povera vittima che si occupano ora dei suoi figli, hanno segnalato che la compagna del Buoniconti si sia avvicinata ai ragazzi facendo loro delle pressioni. Non si capisce ancora il motivo di questo strano atteggiamento, ma sta di fatto che i nonni dei ragazzi l’hanno querelata intimandole di non avvicinarsi più ai figli di Elena Ceste.

Michele Buoninconti studia in carcere ad Alghero (dove è stato trasferito sette mesi fa) e punta a conseguire la laurea in Economia e commercio. Il marito di Elena Ceste condannato in Cassazione a 30 anni per l’omicidio premeditato della moglie e per occultamento di cadavere, ha chiesto e ottenuto il trasferimento per avere la possibilità di conseguire il titolo di studi. L’ex vigile del fuoco sta scontando ad Alghero la pena definitiva per la morte della moglie Elena Ceste, e in questi giorni l’investigatore incaricato dall’uomo e dai suoi legali ha rilanciato l’ipotesi che la condanna di Buoniconti sia «un grave errore giudiziario». Ne è convinto Davide Cannella, della Falco Investigazioni, che proprio su incarico dell’uomo e dei suoi famigliari da un mese e mezzo ha ripreso le indagini sul delitto. «Non c’è una sola prova che Elena sia stata assassinata: non lo dimostrano gli atti, nemmeno le perizie, non l’ha dimostrato nessuno, si è soltanto ipotizzato», sostiene l’investigatore.
«In carcere con Michele abbiamo parlato del momento in cui la moglie è scomparsa, quella mattina in cui lui stava portando i figli a scuola, di quando è rientrato e ha trovato gli abiti della donna. Noi abbiamo una tesi diversa». Buoninconti si è sempre dichiarato innocente, nonostante la condanna di primo grado sia stata confermata in appello e Cassazione. Non è escluso che chieda la revisione del processo.
Elena Ceste, è scomparsa da Costigliole D’Asti (Torino) nel gennaio del 2014, all’epoca dei fatti aveva 37 anni. Secondo la ricostruzione processuale sarebbe stata uccisa dal marito che in tal modo avrebbe inteso punirla. E secondo i giudici Michele Buoninconti ha una “personalità malvagia, che non ha mai mostrato pentimento e che non merita attenuanti. Ha ucciso la madre dei figli per il più atavico dei sentimenti maschili, la sete di dominio e un malinteso senso dell’onore”. Proprio di recente la figlia maggiore di Elena Ceste, Elisa che ha 19 anni, ha scritto una lettera (pubblicata dal settimanale Giallo) nella quale la ragazza parla di sè e ringrazia i nonni per averli «aiutati a superare difficoltà e momenti tristi» e per essere riusciti nel miracolo di tenere unita la famiglia. I quattro figli, con la madre morta e il padre in carcere, si sarebbero trovati in una condizione di difficoltà ancora maggiore se non avessero avuto l’aiuto dei nonni con i quali vivono attualmente. «Sono loro gli artefici di questo miracolo di unità – conclude nella lettera – con il loro impegno e i grandi sacrifici e rinunce hanno creato un forte legame diventato ancora più solido, che ci ha aiutato a superare i momenti tristi. E noi saremo grati per tutta la vita».

Caso Elena Ceste, l’investigatore sul marito condannato: “O è un genio o un cogl***e”


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