Marco Siciliano, 32 anni, fisioterapista, padre. Soffoca la moglie incinta, tenta di decapitarla e getta il corpo nel lago. Ergastolo
Obino di Castel San Pietro (Ticino), 24 Marzo 2010
Lui aveva già un’altra ma Beatrice, sua moglie, era incinta. Così lui ha messo un quantitativo micidiale di sonnifero nella tisana, ma lei era ancora cosciente e così lui l’ha soffocata. Poi ha caricato il corpo in macchina, è andato verso il lago, ha provato a farla a decapitarla con una sega e ha gettato il corpo in acqua, poi è andato a denunciare la scomparsa e ha mandato sms dal cellulare di lei inscenando un allontanamento volontario. Finchè il cadavere non è emerso davanti alla villa di George Clooney …
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“Beatrice Sulmoni uccisa perché d’intralcio per la nuova relazione di Siciliano”
LUGANO – E’ iniziato questa mattina alle 9.30 il processo per l’omicidio di Beatrice Sulmoni, avvenuto lo scorso 25 marzo ad Obino, frazione di Castel San Pietro. Le assise criminali di Mendrisio a Lugano dovranno decidere il destino di Marco Siciliano, il 32enne fisioterapista, marito della vittima.
Folla – Una piccola folla di giornalisti, addetti ai lavori e semplici curiosi si è assiepata nei corridoi della pretura di Lugano, per questo che è indubbiamente il processo più atteso dell’anno. La famiglia Sulmoni, costituitasi parte civile, si è presentata manifestando una comprensibile emozione. La sala in cui si svolge il dibattimento non ha potuto accogliere tutte le persone che desideravano assistere al processo, e molti sono quindi restati fuori.
Siciliano – Marco Siciliano è arrivato scortato da due agenti della Polizia. Visibilmente dimagrito rispetto alle fotografie pubblicate dalla stampa negli scorsi mesi, il 32enne è entrato nell’aula vestito in maniera molto semplice: camicia chiara e jeans.
Decreto d’accusa – Il decreto d’accusa nei suoi confronti è implacabile: tra la sera del 25 marzo 2010 e le prime ore del 26 marzo nel salotto dell’abitazione il Siciliano ha ucciso la moglie incinta “agendo con particolare mancanza di scrupoli con movente, scopo e modalità particolarmente pervese ovvero nel principale intento di eliminare per egoistico movente la moglie incinta che gli era d’intralcio a una sua nuova relazione sentimentale sia perché era incinta e sia per evitarsi le gravose conseguenze personali di relazione con il figlio L. di 7 anni ed economiche di un eventuale divorzio o separazione“.
Ricostruzione – L’omicidio è stato così ricostruito: Beatrice Sulmoni è stata uccisa da Siciliano intenzionalmente. Le è stata somministrata una tisana con una massiccia dose di sonnifero, poi, mentre era distesa sul divano, il marito l’ha uccisa tappandole con le mani la bocca e il naso fino a soffocarla. Allo scopo di occultare ogni traccia del suo operato, Siciliano ha caricato il cadavere nel baule della sua Passat caravan e in seguito lo trasportava in Italia, dove lo gettava nel Lago di Como, dopo aver tentato con una sega od un coltello di decapitarlo. Nelle ore successive Siciliano cercò di depistare i parenti della moglie, preoccupati per la sua scomparsa, mandando sms con la scheda Sim della moglie. Il contenuto di questi messaggi indicava una partenza volontaria, e con essi Siciliano cercò di prendere tempo.
Corte – La corte, ricordiamo, è presieduta dalla giudice Agnese Balestra- Bianchi. Il Ministero pubblico è rappresentato dalla procuratrice generale aggiunta Rosa Item, mentre il difensore di Siciliano è l’avvocato di Chiasso Marco Frigerio. Un momento speciale per il Canton Ticino è, infine, lo stesso processo, dato che in questa forma, nel futuro, non ci sarà più. Dal 1° gennaio, infatti, entrerà in vigore il nuovo Codice Penale.
“Mentre la soffocavo, Bea era cosciente”
L’orrore ha fatto la sua comparsa in aula venerdì mattina al tribunale di Lugano dove è in corso il processo per il delitto del lago: l’omicidio di Beatrice Sulmoni, 36 anni, uccisa a Obino in Ticino dal marito, Marco Siciliano, 32 anni, e poi gettata nel lago di Como.
Dopo una prima udienza molto tecnica, venerdì mattina il marito ha deposto ricostruendo i momenti in cui ha soffocato la moglie nel salotto della loro abitazione, dopo che le aveva somministrato un sonnifero: la donna era però ancora semicosciente, un particolare che ha impressionato il pubblico presente in aula (fra questi anche diversi familiari della vittima).
Sono stati scanditi i minuti della sera del 25 marzo quando si consumò il delitto: «Verso le 20,25 – ha dichiarato Marco Siciliano – ho incominciato a parlare a Beatrice, per dirle che intendevo lasciarla e la discussione è diventata un litigio quando Beatrice mi ha detto che non mi avrebbe più fatto vedere nostro figlio se l’avessi lasciata per un’altra». Una minaccia che il marito ha ritenuto credibile al punto che al giudice ha poi dichiarato: «A quel punto ho pensato che se lei non mi avesse più fatto vedere mio figlio io non le avrei più fatto vedere il bimbo che portava in grembo e ho deciso di sciogliere un potente sonnifero nella sua tisana, otto pastiglie di Stilnox da 10mg» un passaggio questo che ha scosso l’aula che in un silenzio carico di tensione ha seguito l’udienza.
Quando Beatrice Sulmoni, dopo aver bevuto la tisana, ha incominciato ad accusare giramenti di testa e uno svenimento, il marito l’ha soffocata e questo è stato il suo racconto: «Ho preso una piccola felpa e l’ho premuta sulla sua bocca: lei mi ha preso le braccia, ha cercato di divincolarsi e si è inginocchiata per terra. Non ho mollato la presa, ero dietro di lei e con le ginocchia facevo leva sulla sua schiena fino a quando ho sentito che esalava l’ultimo respiro».
Alla fine di questo racconto l’aula si è raggelata: istanti carichi di commozione mista a tensione per un omicidio che aveva sconvolto l’opinione pubblica non solo ticinese, ma anche della nostra provincia.
SICILIANO NON SI SA SPIEGARE PERCHÉ HA UCCISO BEATRICE
Sentendola dire “se mi lasci per un’altra non ti faccio più vedere tuo figlio!” gli è salita la rabbia e l’ha uccisa
La crisi coniugale, i numerosi tradimenti dell’imputato, la relazione con la dottoressa di Novaggio. Nel primo giorno di dibattimento del processo a carico di Marco Siciliano per l’uccisione della moglie Beatrice Sulmoni sono stati ricostruiti gli antefatti, le situazioni che hanno portato al delitto e le circostanze del ritrovamento del corpo della donna, nel lago di Como.
Siciliano avrebbe ucciso la moglie perché “d’intralcio” alla sua nuova relazione; un divorzio, inoltre, avrebbe avuto pesanti “conseguenze personali ed economiche”. Ieri la commozione di fronte ad una foto della moglie e del figlio ha poi lasciato il posto a numerosi “non so” e ” non ricordo” durante la ricostruzione di quanto accaduto.
I tabulati telefonici Stamattina i giurati si sono trovati sul tavolo i tabulati della polizia sul traffico telefonico tra Siciliano e l’amante: sms e chiamate effettuate con tanto di testo, durata e localizzazione delle chiamate. Poi è iniziato il dibattimento.
Ci si avvicina al 25 marzo: Beatrice organizzava le vacanzeDopo aver analizzato ieri gli ultimi mesi prima dell’assassinio, il rapporto dell’imputato con la moglie e quello con l’amante, oggi le parti si stanno pian piano avvicinando al 25 marzo, il giorno dei fatti. L’introduzione imprescindibile è il contesto in cui avvenne il delitto: il rapporto clandestino di Siciliano proseguiva regolarmente, tra giornate passate al lavoro e spezzate da fugaci incontri. Beatrice intanto stava organizzando le vacanze estive al mare col bambino.Molti elementi fanno pensare al giudice che Bea non riteneva immediata una separazione. Anzi, aveva una visione chiara di vita a tre anche per il futuro; presto a quattro con l’arrivo del secondo figlio.
Il giorno del delitto inizia con un sms all’amante. Il giorno del delitto per Marco Siciliano iniziò con un sms all’amante: “Buongiorno principessa, sei riuscita a dormire? Ero preoccupato per te”. Poi si recò al lavoro. Passò la pausa pranzo con l’amante; i due ebbero un battibecco. Lei criticava Siciliano per la sua “mollezza”, non prendeva decisioni, insomma non si decideva a lasciare la moglie. Lui le rispose di calmarsi e più tardi, con un nuovo sms, le disse di tenere conto del fatto che a casa aveva due persone a cui pensare. E aggiunse: “Per ora”.
L’ultimo litigio. Sono le 20.30 del 26 marzo ad Obino. Marco Siciliano dopo aver messo a letto il figlio, scende in sala e comincia a discutere con Beatrice. “Volevo dirle che la nostra storia era finita. Ero stufo stanco di quella relazione”. La situazione è tesa. Beatrice Sulmoni chiede al marito se ha una relazione extraconiugale. Lui nega. Beatrice dice al marito: “Se mi lasci per un’altra non ti faccio più vedere tuo figlio!”, racconta Siciliano in aula. Poi le parole che gelano i presenti oggi a Lugano: “Dopo quelle parole di Bea ho pensato senza dirglielo che se lei non mi faceva più vedere mio figlio io non le avrei permesso di vedere il figlio che portava in grembo”. E dopo quel pensiero, quella sera, Siciliano sale in bagno e prende un blister intero di Stilnox, un sonnifero. Un medicamento che avrebbe compromesso, come ha detto l’imputato in aula, la gravidanza della moglie. Siciliano versa nella tisana che sta preparando per la moglie otto pastiglie del sonnifero. Gelo in aula.
Siciliano esclude la premeditazione Beatrice, presa la tisana con il sonnifero, dopo qualche minuto comincia a sentire i primi capogiri. “Ho visto chiaramente che era rallentata. Parlava più adagio. E faticava a rispondere. In quel momento stavamo parlando della separazione e di nostro figlio”, ha raccontato Siciliano in aula. Un racconto che ha ripetuto più volte e che ha fatto infuriare la giudice Agnese Balestra Bianchi: “Siciliano, questa è una donna che ha avuto quattro aborti e lei mi vuole far credere che no
“Non volevo che Beatrice seguisse una cura ormonale per rimanere incinta”
Il rapporto tra Marco Siciliano e Beatrice Sulmoni è stato uno dei momenti emotivamente più toccanti del dibattimento che si sta tenendo questa mattina a Lugano.
Conoscenza – “Ci siamo conosciuti al carnevale, eravamo entrambi alla Spacatimpan”, ricorda Siciliano, facendo riferimento alla Guggenband di Chiasso. Correva l’anno 1998. I due cominciano a frequentarsi. Beatrice ha lavorato in banca, presso due differenti istituti, per circa sei anni, fino alla nascita del piccolo L. Sposatisi il 6 aprile del 2002, Siciliano dice: “Ero innamorato, l’amavo. Il nostro non era un matrimonio d’interesse, ma d’amore”.
Figlio – “Non credevo che un figlio potesse appianare le nostre divergenze, ma lo volevo per non lasciare solo mio figlio L.” Tema di estrema delicatezza, quello della seconda maternità di Beatrice, considerata l’imputazione di interruzione punibile di gravidanza che pesa sul capo di Siciliano. “Voi volevate altri bambini?” ha chiesto la presidente Agnese Balestra-Bianchi. “Sì” risponde Siciliano che ha aggiunto che dopo la nascita del primo figlio “Beatrice ha avuto quattro aborti spontanei”. Circostanze, queste, che lo rattristarono e delusero molto.
Terapia ormonale – Nel settembre 2009, Beatrice Sulmoni si é rivolta ad una dottoressa per iniziare una cura ormonale per riavere altri figli. Una voglia di avere figli condivisa da entrambi?, chiede il magistrato. Siciliano conferma, aggiungendo che non voleva che il suo primogenito restasse figlio unico.
Relazione – Il 32enne, però, non condivideva la decisione della moglie di iniziare la cura ormonale. “A quel tempo c’erano gia problemi tra di noi, e lei era convinta che un figlio avrebbe risolto questi problemi. Io non ne ero convinto” afferma Siciliano. La donna reputava che la loro fosse una relazione buona, era innamorata del marito e credeva in quella che era una sorta di famiglia allargata, che comprendeva anche i suoi fratelli e sorelle.
Raporti tesi – Il giudice Balestra-Bianchi ripercorre nel dettaglio gli ultimi mesi del matrimonio. “Nel settembre 2009 era già stufo?” chiede a Siciliano, che risponde: “Stufo no, ma c’erano dei problemi. Ma non potevo lamentarmi di Bea. era una brava mamma, precisa e organizzata”. Forse, però, Siciliano era meno contento di lei come moglie. “Prima venivano il bimbo e poi Marco”, afferma, indicando come sul piano sessuale si era spento l’ardore. “I sentimenti erano cambiati. Le volevo bene”.
L’amore – L’amore, però, non c’era più. “Non avevamo piu trasporto”. Balestra-Bianchi chiede al 32enne se l’avere una casa, una famiglia e una posizione non lo facessero sentire realizzato. “In parte sì” risponde Siciliano. Ma quanto, osserva il giudice, poteva ancora andare avanti questo matrimonio? “Non lo so. non ero piu soddisfatto della vita che stavo facendo. Si era spento qualcosa tra di noi. Qualsiasi cosa era un pretesto per avere discussioni”.
“Tutto organizzato” – Infine un accenno al carattere di Beatrice Sulmoni, giudicata una ragazza dal carattere forte e deciso. Siciliano conferma, ed aggiunge: “Inizialmente mi andava bene e l’accettavo serenamente. col tempo invece la situazione si è appesantita”. Si sentiva forse inferiore, sottovalutato? “No, ma forse schiacciato. era tutto programmato”. La loro, afferma Siciliano, era una vita quadrata e organizzata.
Marco Siciliano in aula a capo chino: un uomo ormai rassegnato
Così è apparso oggi il 32enne ticinese che ha ucciso la moglie e poi gettata nel lago di Como. Anche possibili ripercussioni economiche in caso di divorzio alla base del delitto. Per lui si profila una condanna severissima. Jeans, capo chino, lo sguardo perso. Quasi un uomo rassegnato, in difficoltà. Marco Siciliano è apparso così oggi in Tribunale a Lugano dove è iniziato il processo per il delitto per il delitto della moglie Beatrice Sulmoni, strangolata e poi gettata nel lago di Como ad aprile. Ha sentito il gravissimo capo di imputazione del Procuratore generale Rosa Item, spesso ha annuito. Ha anche risposto alle sue domande, cercando di spiegare il suo folle gesto. Sapeva che la moglie era incinta e questo avrebbe potuto creare un ostacolo alla sua nuova relazione con una dottoressa della clinica dove lavorava come fisioterapista. “Era un uomo infedele” lo ha bollato il procuratore generale Item nella sua relazione. Citando frequenti contatti con le chat in internet. Tutto accertato dalla polizia sul suo pc. Alla base del delitto anche un possibile problema economico in caso di divorzio. Ipotizzato, accennato ad un legale per cercare di capire eventuali ripercussioni. “Non sarebbero state semplici”, ha ammesso l’uomo davanti al giudice delle Assise Criminali di Lugano.
Condanna a vita per Marco Siciliano
È colpevole dell’assassinio della moglie Beatrice
Marco Siciliano è stato condannato mercoledì alla reclusione a vita per l’assassinio della moglie Beatrice Sulmoni, avvenuto la sera del 25 marzo nella loro casa di Obino (Castel San Pietro). La sentenza della Corte delle Assise criminali di Lugano, riunita da giovedì scorso, è stata letta poco dopo le 19 dalla presidente Agnese Balestra-Bianchi. Il 33.enne è stato riconosciuto colpevole dell’assassinio della donna e di interruzione punibile della gravidanza, poiché la 36.enne era incinta al quarto mese del loro secondogenito.
La Corte ha accolto interamente le tesi dell’accusa, sostenuta dalla procuratrice generale aggiunta Rosa Item. Siciliano ha deciso che “la sua unica via d’uscita era eliminare la moglie» ha detto la presidente. E lo ha fatto “per un motivo che più egoistico non si può: inseguire un sogno di libertà per proseguire la sua relazione con l’amante”. Oltre che “con una doppia modalità particolarmente perversa: con il sonnifero prima e col soffocamento poi”. Siciliano ha “risolto il problema nel peggior modo possibile, in spregio di Beatrice e del figlio” di 7 anni.La detenzione a vita è una condanna emessa raramente nei tribunali svizzeri, ma si giustifica con l’efferatezza del delitto commesso da Siciliano che ha agito in modo egoistico e cruento. Prima di poter chiedere un’eventuale liberazione condizionale, Siciliano dovrà scontare almeno quindici anni in penitenziario.