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Lamberto Albuzzani, 67 anni, presidente di Banca indagato, padre. Uccide moglie e figlio con un fucile da caccia e poi si suicida (strage di Campi Bisenzio)

Campi Bisenzio (Firenze), 17 Gennaio 2014

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Titoli & Articoli

Il raptus del banchiere indagato: uccide moglie e figlio e poi si spara (la Nazione – 18 gennaio 2014)
I DUE FUCILI erano già pronti, la morte era già decisa. L’avvocato Lamberto Albuzzani, 67 anni, presidente della Banca del Credito Cooperativo Pratese di Carmignano è tornato a casa due ore prima del solito, poco dopo le 18 di ieri. Ha varcato la soglia di casa, una bella villetta alla periferia nord di Firenze nel comune di Campi Bisenzio, ha imbracciato il primo fucile automatico, ha mirato alla moglie all’altezza del cuore e ha sparato. Maria Angela Bellini, 66 anni è morta sul colpo.
Il figlio, Marco, 23 anni, dal piano di sopra ha sentito la sparo e si è precipitato di sotto. Non ha fatto in tempo a rendersi conto di nulla. È morto senza aver capito perché, con la chiave di un telecomando in mano. Stava tentando di sfuggire al destino, ma una fucilata di un calibro 12 micidiale lo ha fulminato sul colpo. Il padre killer era un cacciatore. Forse ha sparato un secondo colpo per essere sicuro che il ragazzo non soffrisse. Poi la dinamica resta un inutile mistero perché cambia poco nella drammatica sostanza dei fatti. Serve a riempire i verbali.
LAMBERTO Albuzzani ha preso il secondo fucile automatico, sempre un calibro 12 che possedeva regolarmente, se l’è puntato al petto e ha sparato. Per la quarta volta in meno di un minuto. Una esitazione all’ultimo istante gli ha leggermente deviato il colpo: non è morto subito il ‘presidente’. E allora ha ripreso il fucile e si è sparato di nuovo. Cinque colpi. Poi ha avuto la forza di comporre un numero rapido sul telefonino cellulare, quello di un amico di vecchia data che abita poco lontano. Lui ha risposto subito vedendo chi lo stava chiamando, quasi un presentimento, ma ha sentito solo dei rantoli inquietanti. Lì per lì ha pensato che il suo ‘amico presidente’, come lo chiamava scherzoso, fosse stato di nuovo colpito da un attacco di cuore e si è precipitato in via Sant’Angelo 280. La porta di casa, al primo piano della villetta, aveva la chiave nella toppa e il corpo di Albuzzati era riverso a terra a faccia in giù. Accanto a lui i cadaveri della moglie e del figlio. Il sangue stava cominciando a rapprendersi. Non era un attacco di cuore, ma un black-out della mente.
Sono stati chiamati i soccorsi: nulla da fare. Il medico ha solo constatato il decesso. Sono arrivati i carabinieri che hanno informato il magistrato. La prima cosa da fare era quella di escludere un triplice omicidio. La ‘scientifica’ del Reparto operativo dei carabinieri l’ha fatto quasi subito. Il resto è il triste rituale della ricostruzione di un dramma di cui non si capisce l’origine. E’ vero che il padre era rimasto coinvolto nell’indagine della Guardia di Finanza e della procura di Prato su alcuni comportamenti della banca di cui era presidente, ma la sua posizione sembrava marginale. Problemi economici non ne aveva, almeno per quello che si sa al momento. E allora perché questa strage?


Strage di Campi, trovata la lettera alla moglie: “Lascia tutto a Marco” (Firenze Today – 18 gennaio 2014)

Strage di Campi, trovata la lettera alla moglie: “Lascia tutto a Marco”. Cinque colpi, tre morti. Lamberto Albuzzani ha sparato alla moglie, al figlio. Poi si è puntato il fucile da caccia e si è tolto la vita. Il giorno dopo la strage, Campi Bisenzio è ancora scossa da una strage che ha ammutolito la Piana
”Lascia che dell’eredità si occupi il notaio, che deve andare tutta a Marco”. ”Ricordati di pagare la multa che è sul tavolo”. Poche righe manoscritte, trovate nello studio della casa di Lamberto Albuzzani. Quell’eredità a Marco, il dar tutto a chi si ama prima di tutto. E pochi attimi dopo annientare tutto, perfino quell’amore. Ha sparato alla moglie, al figlio. Poi si è puntato il fucile da caccia contro e si è tolto la vita. E la dinamica fa pensare agli inquirenti che l’uomo sia stato sorpreso dalla moglie poco prima di suicidarsi. Probabilmente l’uomo, vistosi scoperto, ha rivolto il fucile anche contro i familiari. La stessa dinamica, tuttavia, dimostrerebbe la pianificazione di un suicidio e non di una strage.
LA DESCRIZIONE DEI VICINI DI CASA Ha sparato alla moglie, al figlio. Poi si è puntato il fucile da caccia contro e si è tolto la vita. Il giorno dopo la strage, Campi Bisenzio è ancora scossa da una strage che ha ammutolito la Piana. Un doppio omicidio-suicidio, per ora senza un apparente motivo scatenante. Sì perché Lamberto Albuzzani, avvocato di 67 anni, presidente della Banca Credito Cooperativo Area Pratese, era indagato dalla procura di Prato in un’inchiesta sulla gestione dell’istituto di credito, ma gli inquirenti tendono a escludere che possa esserci un legame fra la vicenda giudiziaria e quanto avvenuto ieri sera.
La famiglia Albuzzani viveva in una villetta a due piani in una frazione di Campi. Albuzzani, a quanto pare, avrebbe prima ucciso la moglie, Maria Bellini, di 66 anni, poi il figlio, Marco, di 23. Poi l’avvocato si è ucciso, senza lasciare nessun biglietto. Prima della morte, in fin di vita, ha chiamato un vicino, senza riuscire a dir nulla. L’altro, sapendo che l’anno scorso Albuzzani aveva avuto problemi di cuore, è corso alla casa, trovando i cadaveri. L’allarme, tuttavia, era scattato qualche istante prima, quando i vicini di casa, sentiti i cinque spari (prima una serie di tre e poi un’altra di due), avevano allertato le forze dell’ordine.

 

Lo sconcerto del paese. “La migliore famiglia di Sant’Angelo”. Il cordoglio del sindaco Fossi (Piana Notizie – 18 gennaio 2014)
Per la strada, stanotte, davanti alla villetta della tragedia c’erano vicini, amici, gente di Sant’Angelo e di Carmignano, comune in cui era nata Maria Angela Bellini, per tutti Angela, ex dipendente della segreteria delle scuole medie di Poggio a Caiano. E il comune in cui c’è la sede della banca del Credito cooperativo Area Pratese, di cui Lamberto Albuzzani era presidente, riconfermato a maggio scorso. E in tanti per strada hanno collegato il gesto dell’avvocato con l’inchiesta in corso, condotta dalla guardia di finanza su disposizione della Procura pratese.
”Non mi capacito – dice Paola, una vicina – una famiglia di persone una migliore dell’altra. Si sono sposati 40 anni fa e avevano tanto cercato un figlio: Marco è arrivato dopo 17 anni. Lo adoravano, lo chiamavamo il principino da quanto era adorato”.
“Lo conoscevo da quando abbiamo fatto il militare a Orvieto – dice commosso Claudio Manetti, ex benzinaio di via Pistoiese – mio padre trasportava la loro merce: il padre di Lamberto, Bruno, aveva una sfilacciatrice a Ponte all’Asse. La migliore famiglia di Sant’Angelo, non avevano problemi, gente per bene”. E’ passato anche il pediatra di Marco, amico di famiglia. Nessuno si capacita. Che la tragedia sia avvenuta davvero lì, in quella villetta, in quella famiglia così perfetta. Anche il sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi è venuto sul luogo della tragedia, a sincerarsi di quanto era successo e a testimoniare il cordoglio dell’amministrazione.
In disparte, un gruppetto di ragazzi. Il loro pensiero va a Marco e alla sua ragazza, Silvia che sta a Galceti. A dicembre avevano festeggiato la laurea in Economia di Marco e adesso avrebbe voluto fare la specialistica. Lo conoscono da quando erano bambini, questi ragazzi di Sant’Angelo, ci hanno studiato insieme, lo hanno visto andare allo stadio a tifare la Fiorentina. E invece stanotte erano davanti a quel cancello così familiare, senza riconoscerlo più.


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