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Hounafi Mehdi, 34 anni, lavoratore saltuario. Uccide a coltellate una ragazza che rifiuta il suo approccio e ferisce le amiche. Condannato a 18 anni con rito abbreviato, aumentati a 30 in appello, ricorre in Cassazione

Luserna San Giovanni (Torino), 5 Ottobre 2021


Titoli & Articoli

“Allah mi protegge”: così Hounafi ha ucciso Carmen (il Giornale – 6 ottobre 2021)
Carmen De Giorgi è stata massacrata in un bar da un marocchino. Mentre colpiva invocava Allah. Ferite anche due amiche che tentatavano di difendere la vittima
Una donna uccisa a coltellate. Altre due, amiche della vittima, ferite in modo non grave mentre tentavano di difenderla. A colpirle è stato Hounafi Mehdi, 34 anni, origini marocchine con regolare permesso di soggiorno, che avrebbe gridato “Allah mi protegge mentre ammazzava la 44enne Carmen De Giorgi. L’omicidio è avvenuto alla 1.20 circa del 5 ottobre in un bar di Luserna San Giovanni, una cinquantina di chilometri a sud-ovest di Torino.
Come siano andate le cose, come una serata al bar sia sfociata nel sangue, è ancora da verificare. Perché le prime testimonianze raccolte dai carabinieri divergono con quelle fornite più tardi dalla barista del locale. A notte ancora fonda, i militari si sono sentiti raccontare che Carmen e le due amiche conoscevano Medhi, tanto che sarebbero stati seduti allo stesso tavolino per consumare assieme. Poi le avances troppo spinte e insistenti del magrebino, il rifiuto secco e il coltello da cucina – con lama di 30 centimetri – che Medhi estrae prima di scagliarsi contro la vittima, invocando Allah e la sua protezione. Che il movente sia di matrice terroristica, dicono gli inquirenti, è da escludere. Per questo, inizialmente si sono concentrati su quell’approccio senza successo.
Ipotesi smentita poche ore dopo da Anna, la barista che ha assistito inerme a quello che in un’intervista al Corriere di Torino definisce “un finimondo horror“:Ha fatto la foto alle tre donne che c’erano al tavolo, e loro gli hanno solo chiesto il perché. ”Perché sono marocchino” , ha risposto, e ha tirato fuori il coltello dalla caviglia. Era lungo e ha colpito Carmen, per prima“. Il marocchino, continua Anna, “era un habitué del bar, non aveva mai dato problemi, ma esclude che lui e Carmen si conoscessero. Dopo aver ucciso invocando Allah, conclude Anna, ha scattato delle foto o girato un video, poi è uscito dal bar per tentare una fuga che è durata il tempo di percorrere qualche decina di metri. I carabinieri, allertati dagli altri clienti, l’hanno fermato e poco dopo hanno recuperato l’arma del delitto. Medhi, disoccupato che tira avanti con lavori saltuari, non aveva precedenti penali. Ora è in carcere a Torino. Carmen De Giorgi lavorava nella fabbrica di acqua minerale Sparea. Lascia una figlia appena maggiorenne. Su Facebook, un’amica lascia l’ultimo saluto: “Nessuna merita una fine del genere, mi dispiace tanto per te e per tua figlia, il tuo sorriso e i tuoi occhioni dolci rimarranno per sempre nel mio cuore, fai buon viaggio“.

 

Omicidio di Carmen De Giorgi, imputato condannato a 18 anni. I familiari della donna: «Questa non è giustizia» (Corriere della Sera – 16 gennaio 2023)
La sentenza della Corte d’Assise di Torino nei confronti del 34enne marocchino Medhi Hounafi. Il pm aveva chiesto 26 anni
Carmen De Giorgi aveva 44 anni e nella notte tra il 5 e 6 il ottobre 2021 venne uccisa con numerose coltellate alla schiena da Medhi Hounafi. Il delitto avvenne all’hotel Primavera di Luserna San Giovanni. Il 16 gennaio 2022 il marocchino di 34 anni è stato condannato a 18 anni di carcere: il pm Delia Boschetto aveva chiesto una pena di 26. La sentenza pronunciata dalla Corte d’Assise, presieduta dal giudice Alessandra Salvadori, tiene conto di alcuni aspetti procedurali che hanno consentito all’imputato, difeso dall’avvocato Alberto Bosio, di ottenere uno sconto di pena. Medhi era accusato di omicidio con l‘aggravante dei futili motivi. In udienza preliminare, il legale aveva chiesto che l’uomo venisse giudicato con rito abbreviato: l’istanza era stata respinta proprio a fronte della contestazione dell’aggravante. In dibattimento, però, non sarebbe emerso con chiarezza il perché della violenta aggressione.
«Il movente non è noto – ha spiegato Boschetto nella requisitoria -. Probabilmente lei ha rifiutato l’approccio sessuale». La Corte d’Assise, nel pronunciare il verdetto, ha fatto cadere l’aggravante dei futili motivi. E così al momento del calcolo della pena i giudici hanno applicato le regole dell’abbreviato e ridotto di un terzo la pena. Da qui la condanna a 18 anni che tiene conto del fatto che il marocchino era anche accusato di lesioni per aver aggredito e ferito due amiche della vittima, che erano al bar dell’hotel e vennero travolte dalla furia omicida dell’uomo.

 

Omicidio Carmen De Giorgi, killer condannato a 30 anni (Corriere della Sera – 27 settembre 2023)
Fu un omicidio aggravato «da futili e abietti motivi», per questo, in parziale riforma della sentenza di primo grado (18 anni di reclusione), la corte d’Assise d’Appello di Torino ha condannato a trent’anni, Mehdi Hounaifi
Fu un omicidio aggravato «da futili o abietti motivi»: per questo, in parziale riforma della sentenza di primo grado (18 anni di reclusione), la corte d’Assise d’Appello di Torino ha condannato a trent’anni, Mehdi Hounaifi, marocchino, 36 anni, che nella notte tra il 4 e 5 ottobre 2021 aveva ucciso a coltellate Carmen De Giorgi, 44 anni, nel centralissimo bar Primavera di Luserna San Giovanni, e ferito le due amiche. Quelle che tentarono di salvarla.
Le aggredì alle spalle, con un coltello che si era portato da casa e teneva nascosto in un doppio paio di calze. Accolta dunque la tesi della Procura generale (sostituto Alberto Benso) che aveva appunto chiesto trent’anni, dopo che la corte d’Assise aveva invece escluso l’aggravante – all’epoca contestata anche dal pubblico ministero Delia Boschetto, che aveva coordinato le indagini dei carabinieri) – e quindi, recuperato anche lo sconto di pena previsto dal rito abbreviato. Cosa che, insieme alle generiche, aveva fatto evitare l’ergastolo. Una lettura ora modificata dalla corte di secondo grado, presieduta da Cristina Domaneschi. Il difensore, l’avvocato Alberto Bosio, ha annunciato ricorso in Cassazione.


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