Graziano Zangari, 46 anni, operaio. Massacra la convivente, avvolge il corpo nel cellophane
Torre del Lago (Lucca), 27 Luglio 2019
Titoli & Articoli
Chiara, uccisa e nascosta nella roulotte 3 mesi fa (Toscana Media News – 22 novembre 2019)
Risale all’estate scorsa l’omicidio della donna trovata senza vita in una roulotte. Chi è il suo ex fermato a Cosenza per omicidio
E’ stata uccisa più di tre mesi fa con un violento colpo alla testa inferto con un oggetto contundente, forse un sasso, Chiara Corrado, la donna di 40 anni, originaria di Pisa, il cui cadavere è stato ritrovato lunedì scorso in una roulotte, parcheggiata in un terreno a Torre del Lago e chiusa con un lucchetto dall’esterno. Dopo tre giorni di indagini i carabinieri hanno individuato e fermato a San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza, un uomo di 46 anni, Graziano Zangari, operaio edile di origine calabrese che ha lavorato anche a Viareggio e che con la vittima aveva avuto una tormentata relazione.
Interrogato subito dopo il fermo, Zangari avrebbe fatto alcune ammissioni che supportano l’ipotesi degli inquirenti di trovarsi di fronte a un assassinio di natura passionale. L’operaio è accusato non solo di omicidio ma anche di occultamento di cadavere. Quando le forze dell’ordine dell’ordine sono entrate nella roulotte, il corpo, in avanzato stato di decomposizione, era adagiato su una brandina, avvolto in un telo di plastica sigillato con nastro adesivo. L’identificazione della vittima è avvenuta grazie a un tatuaggio.
La donna viveva in provincia di Lucca ma era senza fissa dimora e da tempo non si era fatta più sentire da alcuni familiari che abitano a Pisa. Gli investigatori si sono messi sulle tracce di Zangari dopo che alcuni conoscenti della vittima avevano parlato della relazione fra i due e soprattutto dopo il ritrovamento, in un container per attrezzi edili in uso all’operaio calabrese, di un cuscino intriso di sangue, di vari accessori e abiti femminili, di un sacco, di corde e di guanti molto simili a quelli ritrovati nella roulotte. Gli inquirenti ritengono che l’omicidio sia avvenuto l’estate scorsa, fra l’ultima settimana di luglio e i primi quindici giorni di agosto.
Il cadavere di Chiara Corrado è stato ritrovato per caso dai proprietari del terreno su cui è parcheggiata la roulotte. I due erano andati a dare da mangiare ai loro animali e passando vicino alla roulotte hanno sentito un fortissimo odore provenire dal suo interno. L’allerta è scattata e poco dopo i carabinieri hanno fatto la terribile scoperta.
Lucca, donna trovata morta in una roulotte: arrestato un 46enne (Yahoo – 23 novembre 2019)
I carabinieri hanno arrestato a San Nicola Arcella (Cosenza) Graziano Zangari, 46 anni, operaio edile, accusato di aver ucciso Chiara Corrado, 40 anni, originaria di Pisa. Il cadavere della donna, in avanzato stato di decomposizione, è stato trovato il 18 novembre dentro una roulotte abbandonata in un campo a Torre del Lago (Lucca). L’uomo, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere, è stato portato nel carcere di Paola (Cosenza).
Il 46enne è stato interrogato a lungo dal pm della procura calabrese e avrebbe fatto alcune ammissioni. Il delitto risalirebbe alla scorsa estate, tra la fine di luglio e la metà di agosto. La vittima, della quale da mesi si erano perse le tracce, è stata identificata dai militari del nucleo investigativo del reparto operativo dei carabinieri di Lucca e della compagnia di Viareggio, grazie a un tatuaggio sulla spalla sinistra. Chiara aveva diverse fratture alle ossa del cranio, probabilmente provocate da un corpo contundente, forse un sasso. Gli investigatori sono risaliti al 46enne con cui la vittima aveva una relazione, definita “conflittuale” da chi conosceva la coppia, e che per un certo periodo aveva lavorato per una ditta di Viareggio. I due avrebbero anche convissuto a Lucca. Il delitto sarebbe avvenuto al culmine dell’ennesima lite. Zangari sarebbe rientrato in Calabria dopo l’omicidio e dopo aver occultato il cadavere della donna nella roulotte. Il corpo era stato avvolto in un telo di plastica sigillato con del nastro adesivo e la roulotte era stata poi chiusa dall’esterno. La donna aveva le mani e il collo legati.
Il delitto di Torre del Lago. Le ultime ore di Chiara (La Nazione – 23 novembre 2019)
Il 10 settembre 2009 si era iscritto a un gruppo Facebook: ‘Giornata mondiale contro la violenza sulle donne’. Oggi, dieci anni dopo, proprio quella violenza contro cui aveva dato la sua adesione, lo ha portato dritto nel carcere di Paola, in provincia di Cosenza. DoveGraziano Zangari, operaio 46enne di origini calabresi ma residente a Lucca, da 72 ore è rinchiuso con due accuse pesantissime: aver sfondato a colpi di mazza la testa della compagna Chiara Corrado di 40 anni e averne nascosto il cadavere in una roulotte aTorre del Lago, in un campo tra il cavalcavia Arcobaleno e Bicchio, sull’Aurelia. Il fermo, disposto giovedì dal sostituto procuratore Aldo Ingangi, si è trasformato in arresto.
Entro martedì si terrà l’interrogatorio di garanzia, probabilmente per rogatoria con la procura lucchese, davanti al giudice per le indagini preliminari. Ma in base alle prime ammissioni dell’uomo di fronte a militari e pubblico ministero, sarebbero stati proprio quei 10 anni a condurlo giù, in una spirale di miseria sempre più ripida, legata, secondo gli inquirenti, anche all’uso di stupefacenti. In quel vortice, sarebbe scivolata anche la compagna Chiara Corrado, uccisa in base ai rilievi esterni tra la fine di luglio e metà agosto con una mazzetta da muratore.
È in una di quelle sere nella finestra di 15 giorni invididuata dai carabinieri, che i due avrebbero cenato insieme nel container tra via XX Settembre e via della Ferrovia a Torre del Lago, dove Zangari viveva da qualche mese con la 40enne. Le ultime ore della donna tra le pareti del box sono un puzzle che gli inquirenti ricostruiranno grazie al verdetto dell’autopsia che sarà svolta la prossima settimana dal medico legale Stefano Pierotti. La richiesta dell’esame sarà prima notificata all’imputato che, con i suoi legali, avrà la possibilità di nominare un perito di parte. L’autopsia potrebbe chiarire la data della morte ma soprattutto, tramite i prelievi istologici, far luce su eventuali tracce di sostanze nel corpo di Chiara. E verificare se le affermazioni dell’ex compagno siano vere. I militari al momento credono che a scatenare la lite terminata con l’uccisione della donna, sia stata una discussione legata a motivi di gelosia. Verso eventuali altri partner che la 40enne, secondo l’uomo, avrebbe frequentato. Ma anche maturata in un contesto di disperazione legato al probabile uso di stupefacenti.
La certezza è il cranio di Chiara, ormai saponificato nel cellophane in cui era stato avvolto: trovato con una profonda frattura sul lato temporale destro. I risultati dell’esame necroscopico arriveranno entro 90 giorni sul tavolo del sostituto procuratore Aldo Ingangi che, dopo averli valutati, potrebbe chiedere il giudizio immediato per Graziano Zangari entro 180 giorni dal provvedimento di custodia cautelare. Si tratta di un procedimento speciale che, di fronte a gravi indizi di colpevolezza, permette di saltare la fase dell’udienza preliminare e andare subito a giudizio. I carabinieri che giovedì notte hanno fatto un blitz nella casa di San Nicola Arcella (Cosenza) dove Zangari era ospitato dal fratello, escludono che possano esserci al momento altri indagati. Il 46enne non aveva informato nessuno. Avrebbe invece simulato un’apparente indifferenza con tutti, durnte il suo soggiorno di oltre 2 mesi nel paesino in provincia di Cosenza. Tanto che lo scorso 25 agosto su Facebook, aveva pubblicato la foto di un cagnolino. Intanto il cadavere della 40enne era in decomposizione, fasciato nel cellophane e stretto tra le corde. In quella roulotte diventata la sua tomba.
23 anni all’omicida di Chiara Corrado (Noi Tv – 23 giugno 2021)
Per quel delitto, consumato nel luglio del 2019, la Corte di Assise di Lucca lo ha condannato a 23 anni di reclusione. Si è concluso così il processo a carico di Graziano Zangari, l’operaio calabrese 48enne responsabile della morte della quarantenne Chiara Corrado di San Giuliano Terme.
L’uomo fu arrestato quattro mesi dopo il delitto dai carabinieri che lo rintracciarono in Calabria dove si era rifugiato. Lo Zangari, in aula aveva ammesso le proprie colpe raccontando come si erano svolti i tragici fatti: la lite scoppiata all’interno di un container di un cantiere edile, lite degenerata anche a causa dell’assunzione di cocaina, fino all’uccisione di Chiara, il cui corpo venne avvolto dallo Zangari in alcuni sacchi di plastica e nascosto in un’altra roulotte, per poi fuggire in Calabria. Fu il proprietario della roulotte – ritenuto estraneo ai fatti – ad avvertire le forze dell’ordine del cattivo odore proveniente dal caravan, permettendo così di rinvenire il cadavere della donna.
I giudici hanno disposto anche un risarcimento provvisionale di 50mila euro al figlio minorenne della vittima e di 15mila euro a testa alla madre e al fratello, costituitisi parte civile. I difensori dell’uomo hanno annunciato ricorso in appello contro l’applicazione dell’aggravante della convivenza, per la quale ritengono sia stata applicata una norma che all’epoca del delitto non era ancora in vigore. Una sentenza che ha soddisfatto il Pubblico Ministero Elena Leone (che aveva chiesto 25 anni) e le parti civili. (di Luigi Casentini)