Giuseppe Milazzo, 38 anni, operaio tessile, padre. Uccide la moglie a coltellate e si suicida mentre in casa c’è la figlia di 4 anni
Prato, 6 Maggio 2011
Titoli & Articoli
A distanza di tredici anni altre due vittime nella “casa maledetta” (il Tirreno – 7 maggio 2011)
Gli abitanti del quartiere la chiamano “casa maledetta”. Se lo fanno, c’è un motivo. C’è una storia triste che si nasconde in quelle mura domestiche macchiate di sangue in via Firenze 123. Un destino che, senza scomodare troppo la superstizione, sembra volere male a chi mette piede in quella palazzina già balzata agli onori della cronaca il primo settembre 1998. La maledizione stavolta ha colpito la coppia Desiré Zumia e Giuseppe Milazzo, vittime di un omicidio-suicidio dal movente probabilmente passionale. E due morti si contarono anche 13 anni fa: niente lame di coltelli infilzati, ma un mucchio di macerie per l’esplosione dello stesso edificio. Allora il crollo costò la vita nel sonno a Roberto Bonaiuti che abitava al primo piano e a Domenico Iannetta, l’attentatore che appiccò il fuoco alla “Latteria Rosa” del piano terra. Fu un colpo violentissimo che svegliò mezza Prato: un piccolo giallo che si risolse in un batter d’occhio quando si capì subito che in realtà il molisano Iannetta, esecutore materiale dell’attentato, aveva orchestrato tutto con il giovane titolare della latteria, Raffael Persechino, nel tentativo di truffare l’assicurazione. La famiglia infatti navigava in brutte acque dal punto di vista economico: tant’è vero che nel 1999 Cariprato chiederà al condannato Persechino 35 milioni di lire per debiti contratti verso l’istituto di credito. Ma qualcosa del piano non avrebbe funzionato e Iannetta non avrebbe fatto in tempo ad innescare la miccia. La vicenda ebbe numerosi echi dal punto di vista giudiziario. Iniziamente la pena per i due responsabili dell’incendio doloso di via Firenze, Raffael Persechino e Fernando Notte (un altro complice), doveva essere di 10 anni e 4 mesi e 6 anni e 8 mesi di reclusione. Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione e alla fine la condanna fu portata a 18 anni per Persechino e 12 per Notte. La palazzina incendiata venne ricostruita successivamente e lì prese poi casa la coppia siciliana. Una curiosità: nonostante i guai con le banche, Persechino era riuscito a comprarsi un’Harley Davidson da 40 milioni di lire. Sembra che anche Giuseppe Milazzo, l’omicida-suicida di Desiré, avesse un debole per lo stesso modello di motocicletta.
Prato: uccide moglie a coltellate e si toglie la vita, su tavola pronta la colazione (Libero Quotidiano – 8 maggio 2011)
Si chiamavano Giuseppe Milazzo, 38 anni, e Desiree Zumia, 34 anni, i due coniugi trovati morti stamane poco dopo le 8 nella loro abitazione di via Firenze 123, a Prato. Per gli inquirenti si tratta di un caso di omicidio-suicidio. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, coordinati dal pm Roberta Pieri, tra i due sarebbe scoppiato un litigio improvviso in cucina, dove e’ stata trovata la tavola apparecchiata per la prima colazione. Il marito avrebbe afferrato un coltello da cucina e poi e’ andato al piano di sopra. Qui, in camera da letto, ha pugnalato a morte la moglie. Poi ha allertato il 118, e infine ha rivolto l’arma contro di se’, togliendosi la vita. In casa c’era la figlia della coppia, una bambina di 4 anni, che non avrebbe assistito alla scena, in quanto si trovava al piano terra. Quando sul posto sono arrivati carabinieri, vigili del fuoco e ambulanza, la piccola e’ riuscita con difficolta’ ad aprire la porta, aiutata dai vigili del fuoco. La bambina e’ stata presa in consegna da un pompiere, che l’ha portata via e l’ha affidata a una donna carabiniere, che ha cercato di distrarla. La bimba e’ sotto shock: pur non avendo assistito alla scena, avrebbe visto il padre sporco di sangue. I sanitari hanno tentato di rianimare l’uomo, che era ancora agonizzante, ma Milazzo e’ deceduto poco dopo; la moglie era invece gia’ deceduta. Varie le ferite di arma da taglio rinvenute sui due corpi. Il pm ha disposto l’autopsia. Il coltello e’ stato sequestrato e repertato. La bambina verra’ affidata a dei parenti. La casa in cui e’ avvenuta la tragedia era stata costruita al posto di una palazzina distrutta da un’esplosione nel 1998, in cui morirono due persone.