Giovanni Baiada, 80 anni, agricoltore in pensione, padre. Dopo anni di violenze, la moglie viene trovata morta sul pavimento, dopo inennarabili sevizie e una lunga agonia. Lui muore prima della condanna
Villagrazia di Carini (Palermo), 15 Luglio 2016
Titoli & Articoli
Palermo, pensionato uccide la moglie: arrestato (Si24 – 16 luglio 2016)
Tragedia familiare la notte scorsa a Villagrazia di Carini, in provincia di Palermo. Giovanni Baiada, 80 anni, pensionato ha ucciso la moglie, 70 anni, ed è stato arrestato dai carabinieri. Ieri, secondo quanto ricostruito dai militari, nel corso dell’ ennesima lite con la moglie, l’uomo avrebbe colpito alla testa Maria Licari, con un oggetto contundente per due volte, uccidendola. Il pensionato prima di chiamare i carabinieri avrebbe fatto passare del tempo. Secondo gli inquirenti Baiada avrebbe fatto sparire l’oggetto con cui avrebbe colpito la moglie e avrebbe tentato di cancellare le tracce di sangue sul pavimento. Dalle testimonianze raccolte è emerso che la donna spesso veniva picchiata dal marito. Quest’ultimo è stato rinchiuso nel carcere di Pagliarelli. (di Denise Marfia)
Carini. Donna uccisa, resta in carcere il marito (Teleoccidente – 20 luglio 2016)
Maltrattamenti aggravati dal decesso, rischia una pena dai 12 ai 24 anni Giovanni Baiada, il pensionato di Villagrazia di Carini sospettato di aver provocato la morte dalla moglie, Maria Licari 70 anni. Il gip Fabrizio La Cascia non ha convalidato il fermo perché non ha ritenuto sussistente il pericolo di fuga, ma ha disposto la custodia cautelare in carcere ipotizzando appunto il reato di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla morte. Il pm Piero Padova aveva contestato anche l’omicidio volontario. Intanto si continua ad indagare e si attende l’esito dell’autopsia che chiarirà cause e ora del decesso. Secondo la Procura, Maria Licari sarebbe stata uccisa dal marito al culmine dell’ennesima lite. Figli, vicini di casa e conoscenti avrebbero raccontato ai carabinieri che Giovanni Baiada da anni picchiava e vessava la moglie che però non l’ha mai denunciato.
Lui, interrogato dal gip ha negato ogni responsabilità, ribadendo di aver trovato la donna morta rientrando a casa. Una versione che non ha mai convinto gli investigatori. I rilievi dei Ris avrebbero confermato la presenza di tracce di sangue sul pavimento dell’abitazione di cortile Giglio, dove è stato ritrovato il corpo senza vita della donna. Sangue che l’ottantenne avrebbe cercato di far sparire e apparso grazie al luminor. Baiada nega di ripulito la casa ma sarebbe stato proprio lui a dire alla figlia di aver dato «una ripulita al sangue» e in più sarebbero stati ritrovati alcuni stracci in lavatrice. L’arma con la quale sarebbe stata uccisa Maria Licari non è stata ancora ritrovata, si ipotizza possa trattarsi di un cacciavite o un punteruolo. La donna avrebbe due profonde ferite all’altezza di una tempia.
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In memoria di
Villagrazia di Carini, testimonianze choc al processo sulla morte di Maria Licari (Teleoccidente – 10 marzo 2018)
Testimonianze choc al processo contro Giovanni Baida, l’81enne di Villagrazia di Carini che, secondo la Procura di Palermo, nel luglio del 2016 ha ucciso la moglie Maria Licari. Il loro figlio, Vincenzo Baiada, ha raccontato in aula le aggressioni subite negli anni dalla madre, tra le mura domestiche e mai denunciate. «Il giorno prima che mia madre morisse – ha dichiarato – sono andato a casa sua perché aveva una ferita in testa. Ho visto il suo bastone vicino a mio padre e gli ho chiesto perché non fosse vicino alla mamma. Mi ha detto: ‘Lascialo qui perché so io quello che devo fare’. Il giorno dopo mia madre è morta. Aveva un taglio alla testa diverso da quello del giorno prima».
La settantenne Maria Licari, il 16 luglio del 2016 venne trovata morta dai carabinieri, nell’abitazione di Cortile Giglio, a Villagrazia di Carini, dove la donna viveva insieme al marito. Fu lo stesso coniuge a chiamare i militari a cui raccontò di essere uscito e di aver trovato al ritorno la moglie senza vita nella sala d’ingresso della loro abitazione. Una versione che non convinse gli investigatori che fecero scattare il fermo nei suoi confronti. Dalle indagini coordinate dal sostituto Procuratore Pierangelo Padova è emerso che l’uomo avrebbe picchiato la vittima con un bastone alla testa, provocando le fratture anche agli arti e al torace; inoltre l’avrebbe presa a calci, torcendole anche gli avambracci fino a provocarne la rottura. Poi avrebbe anche ripulito casa ed atteso diverse ore prima di chiamare i carabinieri.
«Mia madre – ha proseguito Vincenzo Baiada – mi diceva che mio padre la picchiava. Anche la mattina prima di morire mi disse che era stato lui. Tante volte le ho consigliato di denunciarlo, ma lei aveva paura di ulteriori ritorsioni e così faceva finta di niente, mettendosi pantaloni lunghi e maglie per non fare vedere i lividi. Solo una volta ho visto che aveva gli occhi neri». Anche altri parenti hanno confermato le violenze alla donna. «Aveva messo i lucchetti al frigorifero – ha detto un nipote – perché non voleva che lei mangiasse i wurstel. Preferiva darli al cane. Le era proibito vedere la tv, telefonare. Più volte ho visto ematomi sulle sue mani».
Per la Procura non ci sono dubbi, sarebbe stato lui ad uccidere la moglie al culmine dell’ennesima lite. Oggi il pm ha anche chiesto nei confronti di Giovanni Baiada le aggravanti dei maltrattamenti in famiglia e dei futili motivi, che possono determinare la pena massima all’ergastolo.
L’omicidio di Maria Licari resterà un mistero per sempre: morto il marito imputato (Palermo Today – 13 febbraio 2019)
Giovanni Baiada è stato stroncato da un infarto. Era stato arrestato il 16 luglio 2016 a Villagrazia di Carini con l’accusa di avere ucciso la moglie a bastonate. Salvo clamorosi sviluppi il caso si concluderà senza un colpevoleL’omicidio di Maria Licari resterà un mistero per sempre.
Il marito, Giovanni Baiada, arrestato il 16 luglio 2016 fa con l’accusa di uxoricidio, è morto per un arresto cardiocircolatorio. La vicenda della settantenne trovata morta nella sua abitazione a Villagrazia di Carini è dunque chiusa. Reato dichiarato estinto. Salvo clamorosi sviluppi il caso si concluderà senza un colpevole. Giovanni Baiada, agricoltore, aveva 83 anni. Nell’ultimo periodo le sue condizioni fisiche erano peggiorate. L’uomo era agli arresti domiciliari in una residenza sanitaria assistita. Nel corso del dibattimento il suo avvocato aveva chiesto una perizia per valutare se il suo assistito fosse o meno in grado di affrontare il processo. Baiada doveva rispondere di omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia e finora tutti gli indizi avevano portato a ipotizzare la sua responsabilità.
L’agricoltore era stato fermato la notte stessa dell’omicidio dai carabinieri, con l’accusa di aver ucciso la moglie, Maria Licari, dopo averla colpita in testa al culmine dell’ennesima lite. I carabinieri scavarono subito nel passato della coppia, scoprendo i rapporti non sempre sereni intercorsi tra i due, protagonisti di frequenti e accese discussioni. “Sembrerebbe che in altre occasioni la donna abbia subito la violenza del marito, pur decidendo di non denunciarlo mai”, dissero subito gli investigatori.
Maria Licari era stata seviziata. Dall’autopsia è poi emerso che la vittima sarebbe stata colpita con un bastone alla testa, che avrebbe provocato fatture anche al torace. L’assassino avrebbe preso a calci la vittima, torcendole anche gli avambracci fino a provocare la frattura delle ossa. Poche anche le tracce di sangue riscontrate con l’uso del luminol, come se l’omicida avesse ripulito la scena del delitto. La donna era morta dopo ore di agonia, e fu trovata stesa sul pavimento. Sin da subito la versione di Baiada non convinse i carabinieri che decisero di far scattare il fermo a poche ore dal delitto e l’uomo fu portato al Pagliarelli.