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Francesco Quinci, 36 anni, operaio, padre. Uccide la moglie soffocandola, massacrandola di botte e infine la getta in un burrone, poi ne denuncia la scomparsa e la cerca a Chi l’ha visto. Condannato a 18 anni e 8 mesi con rito abbreviato

Massarosa (Lucca), 31 Dicembre 2010


Titoli & Articoli

Lucca, donna scomparsa Il marito ha confessato: “Io ho nascosto il corpo” (il Giornale – 8 gennaio 2011)
Francesco Quinci ha confessato in caserma. La moglie, Rajmonda Zefi, è caduta dalle scale di casa dopo una lite il 31 dicembre. Il marito ha gettato il cadavere da un dirupo. La procura lo accusa di omicidio volontario
Rajmonda Zefi, la donna albanese di cui è stato trovato stamane il cadavere in un bosco dell’Alta Versilia, sarebbe morta cadendo accidentalmente e battendo la testa sui gradini della scala, nel suo appartamento di Stasia, durante una lite con il marito Francesco Quinci. È questa, riferisce il legale di Quinci, Carlo Alberto Antongiovanni, la versione fornita ai carabinieri dall’uomo durante il lungo interrogatorio della notte. Quinci avrebbe poi avvolto il cadavere in un telo, l’avrebbe caricato in auto per portarlo a Stazzema e abbandonarlo in un dirupo.
Il litigio La lite, secondo quanto Quinci avrebbe raccontato ai carabinieri, era scoppiata la mattina del 31 dicembre, intorno alle 9,30, dopo che Rajmonda Zefi, 30 anni, albanese, madre di due bambini, aveva ricevuto una telefonata da un connazionale il quale sarebbe passato a prenderla poco dopo. Il fatto che la moglie uscisse di casa, nel quadro di un rapporto di coppia ormai logorato, è stata la scintilla per una nuova lite.
La testimone La circostanza della lite coinciderebbe con quanto raccontato da una vicina di casa della coppia. “Non ho dato troppo peso alla cosa – ha detto la vicina, Alice Mengali – anche se devo dire che mi sembrava di avere sentito urlare la donna. Volevo chiamare i carabinieri, avevo già composto il 112, ma ho buttato giù, perché ho sentito silenzio come se tutto fosse tornato nella normalità. Poi sono andata al lavoro, nel ristorante a Pietrasanta che gestisco insieme al mio compagno, e successivamente sono partita per la montagna fino al 3 gennaio. Quando siamo tornati, i carabinieri ci hanno convocato in caserma come avevano fatto con gli altri vicini di casa per sentire la mia testimonianza visto che Rajmonda era scomparsa”.

Uccise la moglie: condanna a 18 anni e 8 mesi per Quinci (La Nazione – 9 maggio 2012)
A distanza di un anno e mezzo Francesco Quinci è stato condannato dal tribunale di Lucca per aver ucciso nel dicembre 2011 la moglie Rajmonda Zefi (nella foto) e averne nascosto il cadavere facendo credere che fosse scomparsa. La condanna è di 18 anni e 8 mesi oltre ai 320 mila euro di risarcimento. Durante il processo nel tribunale di Lucca il pm Sara Polino ha chiesto l’ergastolo. Il legale difensore di Quinci, Carlo Alberto Antongiovanni, ha risposto presentando una perizia psichiatrica per dimostrare che il suo assistito non era in grado di intendere e di volere al momento del gesto, ma non è bastata a evitargli il carcere.
L’omicidio avvenne il 31 dicembre 2010 nella casa dei coniugi a Stiava, frazione di Massarosa. Rajmonda Zefi era albanese e madre di due figli. Per giorni Francesco Quinci aveva finto che fosse scomparsa fino al ritrovamento del corpo da parte dei carabinieri di Viareggio in un bosco in località Colle dello Scopeti, presso Stazzema. A quel punto Francesco Quinci confessò l’omicidio. Nella notte del 7 gennaio 2011 al termine di un lungo interrogatorio nella caserma dei carabinieri, l’uomo crollò e ammise di aver ucciso la moglie dopo una lite dovuta al fatto che da qualche tempo la loro relazione aveva incontrato alcuni problemi.


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