Loading

Francesco Garritano, 56 anni, imprenditore edile. Uccide la compagna colpendola violentemente alla testa, la infila in un sacco e abbandona il corpo nel bagagliaio di un’auto. Fugge per un mese tra i boschi ma viene catturato. Considerato parzialmente incapace di intendere e di volere, viene condannato a 12 anni

Fiumefreddo (Cosenza), 7 Ottobre 2014


Titoli & Articoli

Uccise la compagna, catturato dopo un mese dai carabinieri (Gazzetta del Sud – 15 novembre 2014)
E’ stato scovato nelle campagne di Fiumefreddo il presunto assassino di Maria Vommaro, la donna uccisa il sette ottobre scorso e il cui cadavere era stato abbandonato nel cofano della sua auto. Francesco Garritano, il convivente della donna, sospettato di essere l’assassino e scomparso il giorno dell’omicidio, è stato rintracciato dai carabinieri di Cosenza dopo una lunga caccia all’uomo.
E’ apparso in condizioni di estremo disagio, ha vagato per le montagne mangiando quello che è riuscito a trovare. L’uomo secondo gli inquirenti avrebbe ucciso la donna al termine di un litigio, poi avrebbe messo il cadavere in un sacco di plastica, rinchiuso nel bagagliaio della sua auto, abbandonata nelle campagne di Fiumefreddo dove è stata ritrovata dai carabinieri. Stamani un brigadiere della locale stazione ha intercettato l’uomo nei pressi del casolare dove era stata rinvenuto il cadavere della Vommaro. Arrivati i rinforzi lo hanno bloccato. In questi giorni ha vissuto allo stato brado in queste montagne. Soddisfatto il comandante provinciale dell’Arma il col. Brancati: “Abbiamo lavorato incessantemente per catturarlo, indagini serrate, controllo capillare del territorio. Sapevamo che non poteva essere andato lontano. E infatti, lo abbiamo trovato qui, dove ha un terreno di proprietà”.

Omicidio Vommaro, confermati 12 anni di carcere per Garritano (infOpinione – 30 ottobre 2018)
 Omicidio Vommaro, il giudice per le udienze preliminari Rosamaria Misiti ha confermato i 12 anni di carcere per Franco Garritano. Il processo – ricordiamo – è tornato a Paola dopo essere approdato in Cassazione. Gli ermellini avevano chiesto di motivare a riguardo della parziale incapacità di intendere e volere dell’imputato. La prima sentenza per rito abbreviato risalente al 2016 era stata impugnata dai giudici della capitale limitatamente all’applicazione dell’articolo 89: vizio parziale di mente. Il procedimento è quindi tornato in tribunale dove parti civili e pubblico ministero hanno chiesto 18 anni di condanna e il non riconoscimento della parziale incapacità decretata dal perito del giudice, il professore Crisci. Il giudice, dopo aver rinviato l’udienza disponendo l’audizione di Crisci, ieri ha constatato che lo stesso consulente non avrebbe più potuto deporre per gravi motivi di salute. Ha quindi invitato le parti a discutere e confermato la sentenza di primo grado. Sentenza che andrà in ogni caso motivata diversamente (tra 45 giorni) in merito alla diminuente dell’incapacità.
A Franco Garritano, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere, dopo le perizie psichiatriche dei consulenti tecnici, era stato diagnosticato un disturbo di personalità grazie al quale gli è stata riconosciuta la parziale infermità mentale ed il conseguente sconto di pena. Il pm aveva chiesto inizialmente l’ergastolo.
Franco Garritano ha ucciso Maria Vommaro, la donna con la quale conviveva, il 6 ottobre 2014. Ha poi preso il cadavere e lo ha occultato nella sua autovettura. Si è dato subito dopo alla fuga rendendosi irreperibile. Si era nascosto nei boschi dellAppennino Paolano, cibandosi di erba e di bacche. Una lunga fuga senza pressoché nessun contatto. I carabinieri della stazione di Fiumefreddo agli ordini di Mimmo Lio che non avevano però mai smesso di cercarlo lo hanno beccato dopo circa un mese dopo aver battuto ogni centimetro di quella catena lussureggiante e fitta.
L’autopsia ha chiarito che Maria Vommaro sarebbe morta per i colpi ricevuti alla testa e non a causa di una caduta. Il fattore della spinta era invece stato sostenuto da Garritano. Ma poi le sue testimonianze sono state tutte smontate dagli esiti autoptici.
I figli della donna sono stati rappresentati dagli avvocati Massimo Zicarelli e Patrizia Longo, mentre Garritano dall’avvocato Francesco Sapone.


Link