Francesco Baingio Douglas Fadda detto Big Jim, 45 anni. Pluripregiudicato per truffe e maltrattamenti, già denunciato e con obbligo di distanza, uccide l’ex compagna a coltellate davanti alle figlie di lei, poi le rapisce e scappa. Ergastolo confermato in Appello
Sorso (Sassari), 15 Febbraio 2020
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FRANCESCO, DETTO “BIG JIM”, UOMO VIOLENTO E POSSESSIVO: COSÌ HA UCCISO LA SUA DONNA CON UNA COLTELLATA (Sardegna Live – 16 febbraio 2020)
Appassionato di culturismo, l’uomo già in passato era già finito nei guai per maltrattamenti in famiglia. L’orrore ieri notte a Ossi.
L’ennesima lite con l’ex compagno, la cieca e morbosa gelosia di lui, appassionato di culturismo, amante della bella vita e dei soldi facili e conosciuto col soprannome di “Big Jim”, la coltellata inferta senza pietà alla sua ex, Zdenka Krejcikova, 41enne originaria della Repubblica Ceca, davanti agli occhi delle due figliolette, terrorizzate.
Poi, la fuga, in auto, a bordo della sua potente Bmw: Francesco Fadda, 45 anni, pregiudicato, già noto alle forze dell’ordine, (alle spalle, tra l’altro, numerose truffe ai danni di ignari commercianti), è stato braccato dai Carabinieri che da ieri notte gli davano la caccia. Ennesimo femminicidio in Sardegna, nel Sassarese, dove ancora una volta, protagonista della furia omicida, è la violenza contro una donna e di riflesso, la cattiveria di chi ha agito senza scrupolo. I militari del Comando Provinciale di Sassari lo hanno arrestato questa mattina, nei pressi del parcheggio dell’Auchan, a Sassari, dopo una precipitosa e rocambolesca fuga: a bordo della sua auto, c’erano le due piccole, due gemelline di 11 anni, terrorizzate, mentre il coltello adoperato per uccidere Zdenka era stato già recuperato nel bar di Ossi dove è avvenuta l’aggressione e dove la donna si era rifugiata per cercare aiuto. Fadda è in stato di fermo per omicidio volontario, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, mentre per il corpo della donna sarà disposta l’autopsia presso l’istituto Forense.
I fatti sono abbastanza noti, erano da poco trascorse le 20 e 30 di ieri sera quando i Carabinieri di Sorso sono stati avvisati da alcuni clienti di un bar di Ossi: un uomo aveva accoltellato una donna poi l’aveva caricata a bordo di una potente Bmw, dove sedevano anche le figlie di lei, due gemelline, ed era fuggito a grande velocità. Fadda è scappato in direzione Sassari, ha raggiunto l’abitazione di un amico nei pressi della guardia medica e, nella speranza di trovare aiuto, si è introdotto in casa con il corpo massacrato della donna, abbandonandolo nella sala e poi scappando di nuovo con le due bambine in auto. I medici del 118 non hanno potuto far altro che constatare la morte della povera donna.
Accoltellata e uccisa a Sassari, l’ex compagno si difende: “Aveva lei l’arma” (la Repubblica – 18 febbraio 2020)
L’accoltellamento nel bar sotto casa, dove Zdenka aveva cercato rifugio. L’uomo si è difeso dicendo che è stata la sua ex ad aggredirlo.
Mercoledì una fiaccolata per ricordare la vittimaPotrebbe slittare sino a giovedì 20 l’interrogatorio di garanzia diFrancesco Baingio Douglas Fadda, il 45enne sassarese che da domenica si trova nel carcere di Bancali con l’accusa di aver ucciso la sera prima la sua ex compagna, la 41enne di nazionalità ceca Zdenka Krjcikova.
L’omicidio è stato commesso al British Cafè di via Tiziano, a Sorso, il paese in cui la donna viveva da tempo insieme alle due figlie gemelle di 11 anni. Dopo un litigio nato dentro l’abitazione di lei, l’accoltellamento nel bar sotto casa, in cui la vittima aveva cercato rifugio. Alcuni testimoni hanno riferito di una sola coltellata, un colpo secco inferto al petto da Fadda, prima di caricare Zdenka e le sue bambine in auto e tentare la fuga.
Se sia stata effettivamente quell’unica coltellata ad uccidere la donna lo stabilirà l’autopsia, affidata dal sostituto procuratore di Sassari, Maurizio Musco, al medico legale Salvatore Lorenzoni: l’esame è tuttora in corso. Intanto, dopo la difesa d’ufficio dei legali Ettore Licheri e Carlo Foddai, il presunto assassino sarà assistito dall’avvocato Lorenzo Galisai. Ai carabinieri e al pm che lo hanno interrogato a lungo dopo il fermo, l’uomo si è difeso dicendo che è stata la sua ex ad aggredirlo con un coltello e di essere rimasto lui stesso ferito alle gambe. I tagli sono stati comparati con l’arma usata per uccidere la 41enne: l’obiettivo è quello di capire se le ferite siano compatibili con la ricostruzione di Fadda. Non è escluso, infatti, che le lesioni siano riconducibili all’incidente avuto dall’uomo il giorno prima dell’omicidio. Nel frattempo, secondo quanto ricostruito da La Nuova Sardegna, 24 ore prima del delitto, la vittima aveva difeso e perdonato il suo ex davanti al giudice di Sassari in occasione di un’udienza del processo per maltrattamenti sulla donna. E’ successo la mattina del 14 febbraio.
La comunità di Sorso è ancora sotto shock. Il Comune, la scuola frequentata dalle due gemelle e la parrocchia di San Pantaleo hanno deciso per mercoledì 19, alle 18.30, di dedicare alla donna uccisa una messa di suffragio e una fiaccolata.
Per Fadda omicidio premeditato e 4 aggravanti. Lui: “Non volevo farlo” (L’Unione Sarda – 20 febbraio 2020)
L’uomo ha spiegato di non averla portata al pronto soccorso per paura di essere arrestato, è andato alla guardia medica di Ossi ma era chiusa. Ha ammesso di aver ucciso Zdenka Krejcikova e ha chiesto scusa.
Francesco Baingio Douglas Fadda, 45enne sassarese, ha fatto una dichiarazione spontanea durante l’interrogatorio di garanzia con il gip di Sassari Michele Contini, che ha convalidato l’arresto dell’uomo. Dichiarazione riferita dal suo difensore, l’avvocato Lorenzo Galisai: “Non la volevo uccidere, sono molto dispiaciuto, chiedo scusa alla famiglia e alle due gemelline che ho sempre trattato come delle figlie”, ha detto. Fadda è accusato dell’omicidio della 41enne ceca che da anni viveva a Sorso – dove sono stati celebrati i suoi funerali – accoltellata nel bar in cui aveva cercato riparo dopo essere stata picchiata dall’uomo nel suo appartamento.
La supplica disperata della figlia 11enne di Zdenka, uccisa da una coltellata
Novità sulla dinamica. Nuovi sconcertanti dettagli emergono sulla dinamica dell’omicidio del 15 febbraio. Sono circa le 20.30 quando la quarantenne della Repubblica ceca entra nel locale sotto casa. Tiene in braccio una delle due gemelle, con problemi fisici, e in preda al terrore – o forse per non farsi sentire dall’uomo dal quale si sente minacciata – riesce a dire sottovoce: «Aiutatemi». Una richiesta appena sussurrata. Ma subito dopo sono le grida disperate della piccola a richiamare l’attenzione dei pochi avventori presenti. Poi entra lui, Fadda, con un coltello in mano. Zdenka, arrivata all’altezza del bancone, scivola e cade insieme alla bambina che tiene in braccio. E in quel momento Fadda si inchina e le sferra la coltellata, poi fa cadere l’arma a terra ed esce per tornare poco dopo con una Bmw bianca che parcheggia fuori dal bar lasciandola con il motore acceso. Rientra nel locale, prende in braccio la donna ferita, la mette in macchina e rientra una seconda volta per prendere la bambina malata e sistemare anche lei dentro l’auto, mentre l’altra gemella lo segue. A quel punto va via a tutta velocità.
La scelta della fuga a Ossi.Più volte ci si è chiesti per quale ragione Francesco Fadda abbia abbandonato la donna in quell’abitazione di Ossi. In realtà da Pietro Ippolito, suo conoscente da vent’anni, il 45enne era già stato nel primo pomeriggio dello stesso giorno per fargli vedere la Bmw, dicendogli che era un nuovo acquisto (ma quell’auto l’aveva presa a noleggio). Ippolito non è in casa quando Fadda arriva. È al bar e torna dopo circa un quarto d’ora. Varcato il portone di casa vede sul pianerottolo Fadda inginocchiato che tiene in braccio la compagna e chiede aiuto. Quando Pietro Ippolito gli domanda spaventato dove stia portando la donna in quelle condizioni si sente rispondere che Zdenka si era accoltellata da sola.
Ultimi istanti di vita di Zdenka. Mentre l’indagato si toglie la camicia intrisa di sangue e ne indossa una pulita dell’amico, arriva la guardia medica il cui ambulatorio è lì di fronte. La chiama proprio Pietro Ippolito, anche se Fadda è contrario e addirittura per impedirgli di farlo lo colpisce con un pugno al petto. Quando il medico entra nell’appartamento, sul divano del salotto sono sedute le due bambine. Sulla sinistra c’è Zdenka, esanime, e accanto a lei il compagno che l’ha accoltellata poco prima. La donna non parla, rantola e accenna solo piccoli movimenti con la testa. Alla vista della dottoressa, Francesco Fadda si agita, prende entrambe le bambine e si allontana dall’abitazione di via Spinoza.
Le due tappe al bar di Usini.Nel bar “Monster” di Usini dove Francesco Fadda va dopo l’omicidio insieme a una delle due gemelle (l’altra la lascerà dentro la macchina) l’indagato era già stato alle 19.30, prima quindi del delitto. E c’era andato proprio con Zdenka. Nel locale entra da solo e ordina un campari e chiede a una delle bariste di portare un crodino in macchina dove c’è la sua compagna assieme alle due bambine. Paga e mentre sta uscendo dal locale rivolge qualche apprezzamento a un gruppo di ragazze: «Siete tutte così belle a Usini?». Non ottiene risposte e mentre entra in macchina si rivolge a Zdenka con queste parole: «Mì che oggi te ne vai in pullman».Segnale, questo, del fatto che la coppia aveva con molta probabilità litigato durante la giornata o che comunque il rapporto tra i due era particolarmente teso.
«Ho pugnalato uno al cuore». Nello stesso bar Fadda torna dopo l’omicidio e mentre sta riparando una carta di credito con dello scotch, a voce alta dice: «Ho litigato con uno che mi ha rotto i coglioni e l’ho pugnalato al cuore». E poi si rivolge a una ragazza: «Ma secondo lei me li danno dieci anni per aver accoltellato al cuore una persona con un coltello da cucina?». Una frase che lascia tutti basiti, ma l’uomo è esuberante e non danno particolare importanza a quelle parole decisamente infelici. Scopriranno solo dopo cosa è successo.
La fuga notturna a Marritza. Fadda a quel punto si allontana con la Bmw e fa perdere le tracce per una notte intera. «Ho portato le bambine al mare a Marritza per mangiare» dirà nella sua fantasiosa ricostruzione. A mangiare «barrette di cioccolato e patatine comprate al bar di Usini». L’ennesima bugia.
A quasi un anno dal femminicidio di Zdenka Krejcikova, uccisa davanti alle figliolette e lasciata soffocare nel suo sangue, a Sassari il medico legale ha illustrato, in aula, l’agghiacciante dinamica dell’assassinio della giovane madre. La donna è stata pugnalata con tale violenza dall’ex, Francesco Fadda, che ‘il coltello si è piegato’.
A quasi un anno dal femminicidio di Zdenka Krejcikova, uccisa davanti alle figliolette e lasciata soffocare nel suo sangue, il medico legale ha illustrato in aula l’agghiacciante dinamica della morte della giovane madre. Nella deposizione al processo a carico di Francesco Baingio Douglas Fadda, femminicida, il medico legale Salvatore Lorenzoni ha ricostruita l’agonia di Zdenka davanti alla Corte d’Assise di Sassari. Secondo il medico legale, sul corpo della vittima, oltre alle lesioni mortali, vi erano numerose ecchimosi, lividi lasciati sulla pelle da precedenti aggressioni riconducibili a maltrattamenti che la 40enne subiva dal suo ex. Zdenka Krejcikova, infatti, aveva già denunciato Fadda, salvo poi ‘perdonarlo’ davanti al giudice due giorni prima del delitto, forse per paura di ritorsioni.
Ritorsioni che ci sono state. La sera del 15 febbraio Francesco Fadda, alias Big Jim, ha raggiunto Zdenka a casa, aggredendola. Lei ha cercato rifugio nel bar sotto casa, portando con sé le figliolette di 11 anni, gemelle. Lui l’ha seguita, l’ha accoltellata al petto e poi, morente, l’ha caricata in auto insieme alle bambine per lasciarla ad agonizzare sul pavimento del salotto di un amico e darsi alla fuga con le bambine.
Secondo il medico legale avrebbe pugnalato la quarantenne così violentemente da piegare la lama del coltello. La morte è sopraggiunta poco dopo, quando, per asfissia in seguito a collasso polmonare. Zdenka è rimasta soffocata dal suo stesso sangue. Il processo andrà avanti nelle prossime udienze con la testimonianza delle due neuropsichiatre che si sono prese cura delle figliolette della vittima dopo l’arresto di Fadda. Le bambine, insieme con la famiglia di Zdenka, sono parti civili contro l’imputato. Fadda è accusato di omicidio volontario premeditato e i reati di sequestro di persona, porto di coltello, resistenza a pubblico ufficiale e, infine, tortura – per aver fatto assistere le due figlie della vittima.
Uccise la fidanzata davanti alle figlie: condannato all’ergastolo (il Giornale – 15 marzo 2022)
Francesco Douglas Fadda è stato condannato all’ergastolo per il femminicidio della compagna, Zdenka Krejcikova, accoltellata sotto gli occhi delle figlie di 11 anni in un bar.
La Corte d’Assise di Sassari ha condannato all’ergastolo Francesco Douglas Fadda, il 46enne che nel febbraio del 2020 uccise con una coltellata in un bar di Sorso la compagna, Zdenka Krejcikova, 41enne di nazionalità ceca nonché madre di due gemelle. Le bimbe, di cui una affetta da tetraplegia spastica, assisterono loro malgrado al femminicidio. L’imputato è stato condannato anche al pagamento di una provvisionale di 200mila euro a testa per le parti civili coinvolte e all’isolamento diurno per 1 anno.
Il femminicidio. Ifatti risalgono al 15 febbraio del 2020 in un locale di Sorso, cittadina del Sassarese. Secondo la ricostuzione degli iquirenti quel pomeriggio Zdenka, dopo un litigio furente col compagno, avrebbe lasciato l’abitazione di via Tiziano per rifugiarsi in un bar sotto casa. Fadda l’aveva raggiunta armato di coltello da cucina, a quanto pare, con l’intenzione di colpirla. Dunque aveva caricato la 41enne, quasi esanime per la coltellata ricevuta, a bordo della propria vettura salvo poi abbandonarla agonizzante in un appartamento di Ossi, in prossimità della guardia medica. Ma nononostante l’intervento tempestivo dei sanitari, i tentativi di salvarle erano stati vani. Fadda si era dato alla fuga con le figlie della vittima, oggi tredicenni, che avrebbero assistito all’omicidio della loro mamma.
L’ergastolo. Carcere a vita per l’imputato. Questa mattina, dopo le repliche del pm, dell’avvocata Pes e del legale della difesa, Lorenzo Galisai, la Corte d’Assise di Sassari ha condannato all’ergastolo Francesco Douglas Fadda. Il 46enne è stato ritenuto responsabile di omicidio volontario aggravato da premeditazione, commesso con crudeltà nei confronti di una persona alla quale l’autore era legato da una relazione, nonché di resistenza, tortura, porto abusivo di coltello e sequestro di persona. Fadda dovrà provvedere anche al pagamento di una provvisionale, del valore di 200mila euro, nei confronti delle parti civili coinvolte.
La reazione. Fadda si è sempre professato incolpevole. “Sono in carcere da innocente“, ha ribadito nel corso delle udienze precedenti. Secondo la sua versione dei fatti, la findanzata era entrata nel bar impugnando un coltello e si sarebbe ferita da sola scivolando. Ma i giudici della Suprema Corte non gli hanno creduto imponendogli la pena massima per il femminicidio. “Sono molte le contraddizioni emerse nelle prove testimoniali. – ha commentato il difensore del 46 – Fadda amava Zdenka e non le avrebbe mai fatto del male“. Entro 90 giorni saranno rese note le motivazioni della sentenza.
Femminicidio di Sorso, confermato l’ergastolo per Fadda: ha ucciso la ex compagna Zdenka Krejcikova (l’Unione Sarda – 19 febbraio 2023)
La decisione della Corte d’appello di Sassari, la donna era stata accoltellata in un bar il 15 gennaio 2020
Anche la Corte d’Appello di Sassari considera Francesco Baingio Douglas Fadda responsabile dell’omicidio della sua compagna, Zednka Krejcikova, 48enne di origine ceca. Per l’uomo, 47 anni, è stato confermato l’ergastolo inflitto dai giudici nella sentenza di primo grado che risale al 15 marzo 2022.
La donna era stata accoltellata in un bar di Sorso il il 15 gennaio 2020 e lasciata morire in una casa di Ossi dove Fadda l’aveva abbandonata in fin di vita prima di fuggire con le figlie della vittima, due gemelline di 11 anni. L’uomo, difeso dal penalista Lorenzo Galisai, era presente in aula. Si è sempre dichiarato innocente, sostenendo la solita tesi, ovvero che la compagna si sia ferita da sola scivolando e cadendo sul coltello che lei stessa impugnava mentre lui cercava di disarmarla. Il suo legale ha definito «illogica» la sentenza di primo grado. «Sono mancati – ha detto annunciando ricorso in Cassazione – i dovuti accertamenti, ancor più necessari in caso di una sentenza di ergastolo».
I giudici, accogliendo la richiesta del carcere a vita sollecitata dalla procuratrice generale Francesca Pischedda e dagli avvocati di parte civile, hanno disposto l’ergastolo con una sentenza che ricalca in tutto e per tutto quella di primo grado: omicidio aggravato da premeditazione, commesso con crudeltà nei confronti di una persona alla quale Fadda era legato sentimentalmente, nonché resistenza, sequestro di persona, tortura e porto abusivo di coltello.