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Francesco Albano, 71 anni, barista, padre. Uccide l’ex moglie a coltellate. Condannato a 30 anni in primo grado, ridotti a 12 anni e 8 mesi in appello

Vigevano (Pavia), 8 Marzo 2014

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Titoli & Articoli

Vigevano, la compagna lo lascia per un altro e lui la uccide a coltellate nel bar che gestivano (la Repubblica – 8 marzo 2014)
L’uomo ha colpito la vittima con due coltellate in pieno giorno dietro al bancone del loro locale. Subito dopo il delitto è andato verso la caserma per costituirsi. La coppia aveva due figlie di 19 e 16 anni
Un nuovo caso di femminicidio sconvolge il Pavese nel giorno della Festa della donna. Francesco Albano ha ucciso la compagna di una vita, Assunta Sicignano, che lo aveva lasciato e da qualche giorno si era trasferita con le due figlie di 19 e 16 anni a casa di un’amica. I due si incontravano ormai solo al bar Psyco Cafè, che gestivano insieme a Vigevano, il luogo del delitto. Settantuno anni lui, 43 lei, ormai avevano rapporti a dir poco tesi. Quando vicino al locale Albano ha visto l’auto del 38enne che l’aveva sostituito nel cuore di Assunta, non ci ha più visto. E’ entrato nel bar e anche se l’uomo più giovane non c’era, o forse proprio perchè lei era sola, l’ha accoltellata più volte dietro al bancone. Poi ha attaccato un cartello con scritto a penna ‘Torno subito’.
Ha sistemato due sedie coperte da una tovaglia in modo che non si riuscisse a vedere l’interno. E’ uscito col pantalone strappato e macchiato di sangue ed è salito in macchina. I carabinieri lo hanno fermato quando era vicino alla caserma, dove probabilmente stava andando per costituirsi, avvisati dai commercianti della zona. “Assunta aveva deciso di fare un’altra vita – ha spiegato un’amica che lavora nell’ufficio a fianco – e lui non lo accettava”. Assunta, Tina per gli amici, era socievole ma al bar – che gestivano dallo scorso ottobre – le cose non erano semplici. Qualcuna delle persone rimaste a fare capannello in corso Cavour, davanti al bar dove i carabinieri hanno fatto tutti i rilievi, ha raccontato di scatti di ira, di tazzine lanciate da Francesco. Qualcuno ha detto di aver evitato il locale quando a servire c’era solo lui. Le figlie erano preoccupate. Tanto da chiamare Marina per chiederle di controllare se tutto andava bene. Alla notizia di quanto successo si sono sentite male e sono state portate in ospedale. Nessuno pare aver sentito le urla di Assunta. Dalla Croce rossa – che ha la sede a pochi metri – gli operatori sono usciti quando li ha allertati la centrale del 118. Ma non c’era assolutamente nulla da fare per lei.

Omicidio al bar di Vigevano L’assassino confessa: è stato un raptus (TgCom24 – 10 marzo 2014)
Francesco Albano, 71 anni, ha ucciso a coltellate la compagna Assunta Sicignano, 43 anni, per gelosia. La donna, dalla quale aveva avuto due figlie, lo aveva lasciato per un altro uomo
Sarebbe stato un raptus improvviso
quello di Francesco Albano, l’uomo che ha ucciso a coltellate Assunta Sicignano, 43 anni, morta nel suo bar, lo Psyco Cafè di Vigevano. Il 71enne è stato ascoltato in Procura per oltre 4 ore e ha confermato la sua confessione. Ora è nel carcere pavese di Torre del Gallo con l’accusa di omicidio volontario aggravato. All’uomo non verrebbe però contestata la premeditazione. Secondo quanto riporta il quotidiano Il Giorno la ricostruzione dell’accaduto sembra ormai chiara e l’autopsia dovrà solo fornire conferme a quanto emerso dalle indagini dei carabinieri e dalla confessione dell’omicida. La vittima, che con l’omicida aveva due figlie di 19 e 15 anni, lo aveva lasciato per un’altra relazione e da qualche giorno si era trasferita a casa di un’amica.
Sabato mattina, quando vicino al locale Albano ha visto l’auto del rivale, un vigilantes 38enne che l’aveva sostituito nel cuore di Assunta, non ci ha più visto. E’ entrato nel bar e, anche se l’uomo più giovane non c’era o forse proprio perché lei era sola, l’ha accoltellata più volte dietro al bancone. Poi ha attaccato un cartello con scritto a penna “Torno subito”. Ha sistemato due sedie coperte da una tovaglia in modo che non si riuscisse a vedere l’interno. E’ uscito, con un gambale strappato e macchie di sangue ed è salito in macchina. I carabinieri lo hanno fermato quando era vicino alla caserma dove probabilmente stava andando per costituirsi, avvisati dai commercianti vicini che qualcosa non andava. Il 71enne era stato intercettato dai militari mentre si stava recando in caserma per costituirsi. Il pm lo ha sentito alla presenza dell’avvocato difensore. L’uomo avrebbe ricostruito l’accaduto nei dettagli, in una versione dei fatti ritenuta attendibile.

 

Detenuto di Marassi positivo al coronavirus: è un 71enne che nel 2014 uccise la moglie per gelosia (Telenord – 4 aprile 2020)
L’anziano detenuto del carcere genovese di Marassi positivo al coronavirus e ricoverato da febbraio all’ospedale San Martino è un settantunenne che nel 2014 uccise la moglie per gelosia a Vigevano.
Un delitto noto perchè avvenne l’8 marzo, festa della donne. L’uomo, Francesco Albano, è ricoverato da febbraio nell’ospedale San Martino per altre patologie. Per questo nessuno degli agenti e dei reclusi di Marassi è stato posto sotto quarantena.
Albano, condannato a 30 anni di reclusione per l’omicidio dell’ex compagna Assunta “Tina” Sicigniano, 43 anni, titolare dello Psyco Cafè di corso Cavour, appunto a Vigevano, nel 2015 si era visto ridurre la pena dalla corte d’appello di Milano a 12 anni e otto mesi.  Albano, molto malato da tempo, già cinque anni fa per motivi di salute non aveva partecipato all’udienza della Corte d’Appello. L’omicidio avvenne l’8 marzo del 2014 nel bar che la coppia gestiva in corso Cavour, a Vigevano, dopo l’ennesima lite. Il settantenne – secondo la difesa – versava da tempo in uno stato di soggezione psicologica, subiva vessazioni quotidiane dalla compagna che non aveva timore a rinfacciargli mancanze, alimentando la sua gelosia. Quel giorno Albano e la Sicignano si erano trovati faccia a faccia nel bar di corso Cavour, la tensione alle stelle perché la donna si era trasferita a vivere altrove insieme alle figlie. L’uomo aveva afferrato un coltello da cucina, con una lama di 18 centimetri, e aveva infierito su di lei con una decina di coltellate, due al cuore, fatali.  Ignoti i motivi per cui Albano era stato poi trasferito nel carcere di Marassi, forse perchè a Genova c’è un moderno centro clinico annesso al carcere dove poter curare il settantenne. A difendere l’uomo è l’avvocato genovese Ruggero Navarra.


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