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Eraldo Marchetti, 54 anni, sottoufficiale dell’aeronautica, padre. Denunciato più volte, uccide la ex moglie a martellate davanti ai bambini e tenta la fuga. Condannato a 27 anni, ridotti a 22 in appello

Segni (Frosinone), 16 Marzo 2014


Titoli & Articoli

Segni, uomo del posto uccide a martellate la moglie Maria Manciocco davanti ai figli (Frosinone Today – 16 marzo 2014)
Giovane insegnante uccisa con 4 colpi di mazzetta alla testa dal marito in preda ad un raptus di pazzia Eraldo Marchetti, 54 anni, maresciallo.
Efferato delitto a Segni. Giovane insegnante uccisa con 4 colpi di mazzetta alla testa dal marito esasperato dal continuo vessamento che subiva. In preda ad un raptus di pazzia Eraldo Marchetti, 54 anni, maresciallo dell’Aeronautica militare in servizio presso l’areoporto di Frosinone, ha ucciso con ben quattro colpi di mazzetta, che aveva trovato nel vicino giardino, la moglie Maria Manciocco, maestra d’asilo nella scuola della vicina Gorga e molto conosciuta in città, durante una lite davanti ai figli gemelli di nove anni e si è poi costituito al commissariato di Colleferro.
L’uomo di 54enne di Colleferro separato dalla donna di 48, dopo aver trascorso la notte in casa, si è alzato alle sei del mattino ed alcuni testimoni l’avrebbero visto agirarsi nei pressi della casa molto nervoso. Rientrato a casa in pieno centro, in Corso Vittorio 14, nelle prime ore del mattino dopo l’ennesima provocazione della donna sarebbe scoppiata una forte lite.
La cronaca dell’omicidio: Dopo qualche ora iniziano a delinearsi i contorni del tremendo omicidio che ha segnato la domenica del 16 marzo a Segni ed in tutta la zona a sud di Roma. La donna è stata uccisa in cucina verso le 8.30 del mattino dopo la lite con il marito che era tornato a casa per riprendersi alcune cose. La lite sarebbe scaturita da qualche parola di troppo che era volata in precedenza. Le urla dei due hanno svegliato i figli che sono scesi dalla camera da letto ed hanno visto l’orrenda scena ed hanno chiamato gli zii. Al fianco della donna con la testa fracassata la mazzetta usata per la violenta aggressione.
La morte di Maria Manciocco è avvenuta all’ospedale di Colleferro verso le 10.15. Arrivato al commissariato scosso l’uomo ha detto ai poliziotti “ho ammazzato mia moglie” e si è consegnato in attesa dell’interrogatorio avvenuto con al fianco il suo avvocato Simona Imperoli. Sul posto il magistrato Strangio di Velletri che sta coordinando le indagini.
La cittadina di Segni è rimasta sconvolta dall’accaduto e verso le 12.30 una signora ha portato vicino casa della Manciocco una rosa bianca con un messaggio con la scritta “riposa in pace e proteggi i tuoi ragazzi”.
“Una notizia bruttissima – ci dice al telefono un’affranta Nadia Cipriani sindaco di Gorga – una di quelle che di solito si sentono in TV e che questa volta ci lascia sconvolti. Maria era una donna sempre molto sorridente e molto contenta del suo lavoro che ogni giorno affrontava con la massima serietà. Faccio ancora fatica a pensare che possa essere vero”.

Omicidio a Segni, uccide la moglie a martellate davanti ai figli di 9 anni (la Repubblica – 16 marzo 2014)
L’uomo, un sottufficiale dell’Aeronautica, ha tentato la fuga, poi si è presentato al commissariato della cittadina alle porte di Roma. A dare l’allarme uno dei gemelli che ha chiamato la zia: “Mamma non si muove. Venite ad aiutarla”. Dietro il delitto l’ennesima lite dopo la separazione. La donna aveva già denunciato i comportamenti violenti del marito
Femminicidio a Segni, in provincia di Roma. Il dramma si è consumato questa mattina intorno alle 9 in corso Vittorio Emanuele 20. Un uomo di 54 anni, Eraldo Marchetti, sottufficiale dell’Aeronautica, ha ucciso a colpi di martello la moglie di 48 anni, dalla quale si era separato. La donna, Maria Manciocco, insegnante, è stata ridotta in fin di vita per i colpi ricevuti alla testa ed è deceduta poco dopo essere stata trasportata in ospedale. In casa, al momento del delitto, erano presenti anche i loro figli, due gemelli di nove anni. Sarebbe stati loro a chiamare, terrorizzati, i parenti che hanno poi allertato il 118. “Mamma non si muove. Venite ad aiutarla”, ha detto terrorizzato e tra le lacrime uno dei due bambini al telefono alla zia in un estremo tentativo di aiutare la mamma. I bimbi sono stati affidati alla zia la quale stamattina ha poi allertato i carabinieri. L’uomo, che si era recato nell’abitazione al centro della cittadina alle porte della capitale per recuperare alcuni oggetti, dopo aver tentato in un primo momento la fuga, si è costituito al commissariato di Colleferro ed è stato arrestato dalla polizia. Ancora in stato confusionale, sarà interrogato al più presto dai magistrati. I due bambini sono stai invece affidati a una zia. L’appartamento nella villetta in cui viveva la famiglia è stato messo sotto sequestro.
Dalle testimonianze raccolte dagli agenti a far scattare il folle gesto del marito è stata una lite, l’ennesima della coppia. I vicini hanno raccontato ai poliziotti che negli ultimi tempi, nonostante la separazione, la situazione in casa era tesissima. “Maria ed Eraldo non andavano d’accordo, ma si erano riconciliati. Poi 7-8 mesi fa avevano deciso di avviare le pratiche per la separazione. Spesso li sentivamo litigare. Lei era una bella donna e lui probabilmente era molto geloso“. Inoltre la donna, più volte, aveva già denunciato tramite il suo avvocato i comportamenti violenti e ossessivi del marito ma ancora nulla si era mosso.
(di Emilio Orlando)


La moglie: “Hai bisogno di una doccia” e lui la uccide: “Mi ha umiliato” (la Repubblica – 17 marzo 2014)

La frase ha scatenato la furia del marito: ha massacrato la donna a martellate davanti ai figli di 9 anni che hanno provato a fermare il padre. “Quella frase mi ha offeso”, ha detto durante l’interrogatorio di garanzia
“Hai bisogno di una doccia”, le aveva detto la moglie prima di essere uccisa. Una frase che ieri, domenica, ha scatenato la furia omicida di Eraldo Marchetti di 53, che con un martello l’ha ammazzata davanti ai figli, due gemelli di nove anni. Per lui, che non aveva accettato la separazione, è stata una frase suonata come un’offesa. “Lei mi umiliava”, avrebbe detto oggi l’uomo durante l’interrogatorio di garanzia. Marchetti non ha saputo spiegare al gip dove ha trovato il martello e il suo racconto è stato pieno di “non ricordo”. Secondo gli investigatori, si era portato dietro il martello e non lo avrebbe trovato in casa ma su questo le indagini sono in corso.
I figli hanno provato a fermare il padre in questi attimi di follia. Lo hanno visto fuori di sè prendere il martello e avventarsi sulla madre. Lo hanno supplicato di non farlo anche aggrappandosi alle sue gambe. I due gemelli di nove anni non solo hanno assistito al delitto della mamma, Maria Maciocco, 47 anni, per mano del padre, ma hanno cercato di difendere la donna come potevano. Poi il maschietto ha dato l’allarme chiamando la zia. I due bimbi ora sono sotto choc.
Dalle indagini intanto emerge che l’uomo era esasperato dalla separazione che non accettava tanto da fare continui dispetti alla donnaPochi giorni prima del delitto aveva persino tagliato e sradicato i fiori che la donna aveva piantato in giardino in previsione della festa per la comunione dei due figli.

 

Due mamme massacrate sotto gli occhi dei figli, una non ce la fa (Lumsa News – 18 marzo 2014)
La furia degli uomini gelosi, possessivi e feriti nell’orgoglio non si placa, nemmeno di fronte a dei bambini. Nei pressi di Roma, altri due ex, decisi a non accettare la fine delle proprie storie, hanno scatenato il proprio rancore sulle loro donne, nonostante i figli fossero spettatori della violenza. A Segni, il cinquantatreenne Eraldo Marchetti, sottufficiale dell’Aeronautica in servizio all’aeroporto Moscardini, ha confessato di aver ucciso la moglie Maria Manciocco a martellate; mentre ad Albano, Marco Mammucari, medico di famiglia a Castel Gandolfo, avrebbe accoltellato e percosso l’ex, sopravvissuta grazie all’intervento dei vicini di casa.
La bellezza di Maria Manciocco sembra aver sempre scatenato la gelosia del marito, ma le frequenti liti, che spesso i vicini erano soliti sentire, erano ormai terminate da 7-8 mesi: Eraldo Marchetti si era infatti trasferito altrove e i due avevano avviato le pratiche per la separazione. Domenica però, quando l’uomo era tornato a casa per raccogliere le ultime cose, si è acceso un nuovo litigio: forse per la gelosia di lui, forse perché l’uomo non si era veramente rassegnato all’idea di lasciare la famiglia.
Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, l’uomo avrebbe colpito Maria alla testa per quattro volte con un martello che si trovava in casa. A questo punto la donna si è accasciata a terra, incosciente. A dare l’allarme sono stati i due gemellini di nove anni della coppia: non è ancora chiaro se abbiano assistito all’omicidio o se siano usciti dalla camera soltanto dopo, trovando la madre in una pozza di sangue. Uno dei bambini ha telefonato alla zia, chiedendole di correre da loro: «Mamma non si muove, vieni ad aiutarla». Mentre Marchettim, con le mani ancora sporche di sangue, andava dai carabinieri a confessare il delitto, Maria Manciocco moriva in ospedale, dove è arrivata in condizioni troppo critiche per qualsiasi intervento. I due gemelli sono ora affidati agli zii che per primi erano arrivati sul luogo dell’omicidio.
Più fortunata è stata invece la donna aggredita dall’ex marito, ad Albano, lunedì sera. La storia è simile: anche in questo caso lei è molto bella, lui da sempre possessivo nei suoi confronti. Anche in questo caso, dopo mesi di separazione, il marito bussa alla porta con la scusa di voler vedere il figlio di sei anni, ma, non appena varcata la soglia di casa, sono iniziate le urla e poi le aggressioni fisiche. Marco Mammucari è un medico di base molto stimato a Pavona, dove da anni ha uno studio, ma da quando si è sposato, la gelosia l’ha reso cieco. Ieri sera, forse per la vergogna e la rabbia della storia finita, si sarebbe avventato contro la moglie rumena, sotto gli occhi del loro bambino: l’avrebbe ferita violentemente e ripetutamente con un coltello da cucina per poi colpirla alla testa con un soprammobile di ferro. Sono stati i vicini a evitare il peggio: preoccupati dalle urla e dai rumori, i condomini del comprensorio, in cui la donna vive, hanno chiamato i carabinieri, intorno alle 19.15, per poi andare davanti all’appartamento e chiedere che si aprisse loro la porta. Alla fine, la rumena e il bambino sono riusciti a uscire. I vicini li hanno accompagnati in strada dove erano appena arrivate le forze dell’ordine. Mammucari, nel frattempo, si è affacciato al balcone, minacciando il suicidio, che l’intervento dei carabinieri è riuscito a sventare dopo una trattativa di venti minuti circa. L’uomo si trova ora alla stazione dei carabinieri con l’accusa di tentato omicidio e lesioni aggravate; la sua ex moglie è invece in ospedale, ricoverata in codice rosso, ma fuori pericolo di vita. Il figlio ha passato la notte da una coppia di vicini, ora in attesa delle disposizioni del Tribunale di Velletri.
(di Corinna Spirito)

Segni, giovedì 20 marzo i funerali di Maria Manciocco in cattedrale. Il taglio delle piante il movente dell’omicidio (Frosinone Today – 18 marzo 2014)
Giovedì 20 marzo alle ore 15 nella cattedrale dell’Assunta di Segni si terranno i funerali di Maria Manciocco, maestra del posto trucidata con quattro colpi di mazzetta da muratore dal marito Eraldo Marchetti maresciallo dell’aeronautica militare in servizio al Moscardini di Frosinone. Mercoledi 19 marzo alle ore 20.30 ci sarà la fiaccolata per MARIA che partirà da Corso Vittorio Emanuale (davanti casa di Maria). “Tutta la comunità si stringe intorno a Maria – si legge in nota del Gruppo Consulta le donne – e al dolore della sua famiglia, dei suoi amici e colleghi attraverso la fiaccolata che si svolgerà a Segni mercoledì 19 marzo, ore 20.30. Una marcia di testimonianza da parte della cittadinanza unita nella volontà di riflettere sulla condizione della donna nella società di oggi. Non Basta dire Basta! Dobbiamo cambiare la cultura del nostro Paese. Dobbiamo abbandonare il silenzio ed affrontare il dramma della violenza contro le donne in ogni luogo, nel piccolo e nel grande mondo del quotidiano, con la parola e il dialogo. Per rendere più evidente il significato della nostra partecipazione portiamo con noi qualcosa di rosso”. Intanto, il medico legale, incaricato dal Magistrato di Velletri dott. Strangio, ha eseguito l’esame autoptico ed esterno sul cadavere della donna presso il reparto di medicina Legale dell’Università di Tor Vergata.
L’imputato di omicidio volontario Eraldo Marchetti ha cambiato il legale nominando come proprio difensore di fiducia l’Avv. Alessandro Randazzo del foro di Roma. Gli psicologi del corpo dell’aereonautica militare si prenderanno momentaneamente cura dei due ragazzi, soprattutto della femminuccia che ha assistito a tutta la tremenda scena dell’uccisione della mamma da parte del papà. Si sta muovendo anche il distretto socio-sanitario di Carpineto Romano che attraverso la sua struttura ed i suoi piscologi è molto vicino ai bambini che al momento sono con una cugina che era molto legata alla povera Maria.
Intanto, a Gorga, dove Maria Manciocco insegnava alle scuole materne, le mamme in accordo con il Sindaco Nadia Cipriani hanno deciso di non mandare a scuola i bambini e spiegare loro le cause dell’assenza della maestra.
Dalle indagini emergono particolari agghiaccianti e da brivido sulla morte della povera Maria che sarebbe stata colpita alle spalle
La mazzetta usata per le percosse avendo il manico corto era facile da nascondere e dopo il primo colpo la donna ha subito altri tre colpi con inaudita violenza. Dopo il primo colpo inferto alla testa Maria ha cercato di tenersi in piedi reggendosi al vicino tavolo della cucina prima di cadere in terra, dove è stata soccorsa dall’ambulanza del 118 chiamata dal fratello che a sua volta era stato avvertito dalla piccola di nove anni. La discussione tra i due coniugi sarebbe partita dal fatto che l’uomo il sabato mattina aveva tagliato le piante del piccolo giardino di casa contrariamente a quanto voleva Maria. La classica goccia che ha fatto traboccare un vaso, probabilmente, troppo pieno di odio. Tutte piste che gli uomini del dott. Antonio Giordano stanno seguendo e analizzando con la massima attenzione.
(di Giancarlo Flavi)


Omicidio premeditato e crudele: il pm chiede l’ergastolo per Marchetti (Ciociaria Oggi – 21 ottobre 2016)
Una requisitoria senza sconti per chiedere il massimo della pena. Ergastolo.
E’ quanto il pubblico ministero ha sollecitato alla Corte d’assise di Frosinone nei confronti del maresciallo dell’Aeronautica militare Eraldo Marchetti, 55 anni. L’uomo, al momento dei fatti in servizio all’aeroporto Moscardini di Frosinone, è accusato dell’omicidio pluriaggravato della moglie, dalla quale si era separato, Maria Manciocco, maestra a Gorga.
L’omicidio si è consumato il 16 marzo 2014 all’interno dell’abitazione familiare, in corso Vittorio Emanuele, nel centro di Segni dove la coppia viveva con due gemelli di nove anni. E il delitto ha avuto come incolpevole spettatrice proprio la figlia. Il pm Giuseppe Strangio della procura di Velletri ha ricordato una frase pronunciate dall’uomo nell’interrogatorio subito dopo il fermo:’«Non voglio essere difeso». Un’espressione che il pm ha ripetuto più volte nella sua requisitoria. Il rappresentante dell’accusa ha rimarcato la lucida ricostruzione dei fatti: «Raramente ho visto una persona che dopo un omicidio è così lucida». Lo stesso pm ha ricordato come «da quella sera Marchetti ha cambiato opinione».
Pur senza sottoporsi all’esame(come è suo diritto) in aula si è difeso. Tanto che due periti lo hanno considerato incapace di intendere e volere al momento dei fatti. Una perizia che il pm nella sua analisi ha sconfessato.
Sono sette i moventi che, secondo l’accusa, hanno portato al delitto: il risentimento nei confronti della donna, il rifiuto per la separazione subita, il timore di perdere i beni, la mancanza di autorità sui figli («l’educazione del figlio doveva essere di tipo militare»), l’odio verso la famiglia di lei, i dubbi sulla paternità dei figli e «il fatto che la persona offesa fosse un ostacolo alla sua libertà sessuale». Per quest’ultimo movente, il pm ha citato l’imputato mentre parla della moglie: «si permette di rimproverarmi per le mie storie», aggiungendo il particolare della moglie che chiama il fidanzato di lei «e mi mette ulteriormente il bastone tra le ruote». Il pm ha precisato: «Moventi che hanno portato negli anni, non in quella mattina, alla convinzione di uccidere chi rappresenta un ostacolo alla sua vita».
Un rancore – per l’accusa – sedimentato negli anni.
Strangio ha citato le testimonianze univoche, la compostezza della famiglia della vittima e il fatto che, ancora prima che venissero sentiti i testimoni, erano stati denunciati dall’imputato per falsa testimonianza in relazione alle dichiarazioni rese durante le indagini. Il pm ha duramente contestato la perizia della difesa che ritiene l”imputato da assolvere perchè«cinque minuti prima e cinque minuti dopo è incapace di intendere e volere». E ha aggiunto che il consulente Ferraguti ha escluso la non imputabilità  perchè sarebbero serviti ben altri elementi, da una terapia severa ai tentativi di suicidio alle prescrizioni farmacologiche. Per il sostituto procuratore «la depressione da separazione non è riconosciuta dalla Cassazione come causa di non imputabilità».
L’accusa ha riferito le dichiarazioni rese dai superiori del sottufficiale secondo i quali una persona con problemi psichiatrici non poteva rimanere in Aeronautica. Quindi ha insistito sul movente della premeditazione (l’uomo dopo mesi, la sera prima dormì in casa) e della crudeltà (l’uso di una mazzetta da carpentire con cui l’uomo ha sfondato il cranio della vittima). Infine ha sottolineato come Marchetti, dopo l’omicidio sia andato a consegnarsi alla polizia, di fatto lasciando i figli davanti a quella tragica scena.
Il risvolto. «Non ha mai chiesto scusa Ha letto un memoriale» E’ uno dei motivi per i quali il pubblico ministero Giuseppe Strangio, ieri mattina, davanti alla Corte d’assise di Frosinone ha chiesto di non riconoscere all’imputato Eraldo Marchetti le attenuanti generiche. ‘«Si sottrae a un esame che era necessario – insiste il rappresentante dell’accusa – e legge un memoriale che si apre con le scuse ai bambini e alla famiglia. Pensa che sincerità!». E’ uno degli ultimi passi della lunga e dura requisitoria del pm Strangio. Questi alla fine del suo intervento ha chiesto ai giudici popolari di emettere una condanna all’ergastolo, ricordando pure come il medico incaricato dell’autopsia ha dichiarato di non aver mai visto un cranio ridotto in quelle condizioni.
Dopo il pm la parola è passata alle parti civili che sono rappresentate dagli avvocati Marco Fagiolo, Irma Conti, Alessandro Cassiani per i figli, la madre, il fratello e il padre della vittima. Parti civili sono anche le associazioni Telefono rosa, Il filo di Arianna e Socialmente donna. Dopo la discussione riservata alla difesa, la corte d’assiste, presieduta dal giudice Marina Stirpe e composta da sei donne e due uomini (tra cui l’altro componente togato il giudice Giuseppe Farinella) entrerà in camera di consiglio.


Uccise la moglie, niente ergastolo (Ciociaria Oggi – 15 novembre 2016)
Ha evitato l’ergastolo, ma non la condanna. E’ ieri sera quando, dopo una lunga camera di consiglio, iniziata nella tarda mattinata, la Corte d’assise di Frosinone pronuncia il verdetto. Eraldo Marchetti, al momento dei fatti in servizio all’aeroporto Moscardini di Frosinone con il grado di maresciallo, è ritenuto colpevole dell’omicidio pluriaggravato della moglie, dalla quale si era separato. La vittima Maria Manciocco, maestra a Gorga, voleva lasciarlo. Questo, secondo l’accusa, sarebbe stato il motivo scatenante del gesto omicida. Il delitto si è consumato il 16 marzo 2014, all’interno dell’abitazione familiare, in corso Vittorio Emanuele, nel centro di Segni dove la coppia viveva con due gemelli di nove anni.
L’udienza di ieri è stata dedicata alle repliche delle parti. A prendere parola per primo è stato il pubblico ministero Giuseppe Strangio che, nella sua requisitoria, aveva parlato di sette moventi per l’uxoricidio. Il rappresentante dell’accusa si è interrogato sull’elemento della provocazione, non trovandolo. Il pm ha ricordato che l’interrogatorio dell’imputato, subito dopo il fatto, è stato pieno di elementi e riferimenti, «tutti episodi riscontrati».
Strangio ha ricordato di aver chiesto a Marchetti di dargli uno spunto per escludere la premeditazione: «Ho fatto 17 domande per chiedere cosa ha scatenato l’omicidio e per 17 volte risponde non c’è stato nessun litigio. E in ben due domande confessa la premeditazione. Non ha accettato che gli sono stati messi contro i bambini e i dubbi sulla paternità».
Per escludere il litigio, quella mattina del delitto, il pm ha chiamato in causa i vicini che non hanno sentito nulla. In polemica con le arringhe difensive, il pm ha sottolineato di non aver di proposito fatto entrare i figli minori della coppia nel processo. Pur ribadendo che la presenza dei bambini sulla scena del delitto «è certa». Poi rivolto a Marchetti ha esclamato: «Il suicidio si sbandiera agli amici, il giorno dopo si uccide la moglie». Infine, il rappresentante dell’accusa ha citato una recente sentenza della sezione unite della Cassazione con la quale si precisano i contorni della crudeltà . Infatti, il pm ha contestato le aggravanti della crudeltà  e della premeditazione per chiedere l’ergastolo.
Sottolineando che per contestare la crudeltà è sufficiente accettare il rischio che la vittima possa soffrire di più. E il riferimento sono i colpi inferti con una mazzetta da carpentire al volto della donna e al fatto che l’accusato non si sia chinato verso di lei per vedere le conseguenze dell’aggressione. Per la condanna hanno insistito le parti civili, in rappresentanza della famiglia della donna, dei figli e delle associazioni, attraverso gli avvocati Simona Simeone, Virma Conti, Alessandro Cassiani, Marco Fagiolo ed Eugenia Scognamiglio. Per la parte civile si è tornasti indietro di 40 anni, ai tempi del delitto del Circeo.
Con altrettanta passione gli avvocati Patrizia Valeri e Saveria Mobrici hanno insistito nel chiedere l’assoluzione dell’imputato per vizio totale di mente. «Non voleva uccidere – hanno insistito i legali della difesa – Tutti hanno visto la sofferenza di quest’uomo. Non c’è correlazione tra arma e imputato. Marchetti stava male, non era in grado di capire quello che è successo. Sbaglia perfino piazzale e suona alla Guardia di finanza. Come poteva sbagliarsi?». Quindi la camera di consiglio e la condanna a 27 anni con una provvisionale di 150 mila euro in favore dei figli.
E l’imputato chiede perdono ai figli. Concluse le repliche, prima che la Corte d’assise entrasse in camera di consiglio, ieri mattina, l’imputato Eraldo Marchetti, maresciallo dell’Aeronautica militare, ha preso parola. Lo ha fatto per chiedere perdono ai suoi figli. Nelle mani portava un foglio, dal quale ha letto alcuni passaggi, con voce bassa, a volte ai limiti del comprensibile anche per la stessa corte. ‘«Dite che sono un assassino, dite quello che volete – ha esordito – ma sull’onestà non transigo». Il militare ha voluto replicare alle accuse della parte civile di non aver voluto contribuire economicamente al sostentamento dei figli. Ha detto che una sua offerta tramite il nipote era stata respinta, così come l’Aeronautica senza una sentenza sull’affidamento non avrebbe inviato soldi ai minori. Poi rivolto ai figli ha detto: «Perdonatemi per il dolore che siete costretti a vivere. Ogni cosa che farò sarà per il vostro benessere. Mi mancate. Purtroppo non mi è stato permesso neanche di scrivermi. Anche chi fa professione di fede non ha potuto o voluto intercedere». Poi, ancora più diretto, ha aggiunto: «Papà  non ha voluto offendere la memoria di vostra madre. Quel giorno non ero in me. Il mio gesto è stato sconsiderato e catastrofico. Speriamo che un giorno mi vogliate perdonare».

27 anni di carcere per Eraldo Marchetti, l’omicida di Segni. La sentenza dopo 7 ore di attesa (Frosinone Today – 15 novembre 2016)
Papà non ha voluto offendere la memoria di vostra madre. Quel giorno non ero in me. Il mio gesto è stato sconsiderato e catastrofico. Speriamo che un giorno mi vogliate perdonare”. Con quest’ultimo appello dell’omicida Eraldo Marchetti, forse ha scongiurato l’ergastolo, ma non 27 i anni di galera. E’ questa la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Frosinone, presieduta dal giudice Stirpe nei confronti dell’omicida di Segni il Maresciallo dell’Aeronautica, in servizio al Moscardini di Frosinone, Eraldo Marchetti. Davanti ai due figli minorenni, la mattina del 16 febbraio 2014, l’uomo colpi con alcune martellate la moglie alla testa Maria Manciocco, insegnante delle materne a Gorga, e poi si andò a costituire al Commissariato della polizia di Colleferro.
Dopo la richiesta dell’ergastolo avanzata dal pubblico ministero, prima che la Corte decidesse ci sono volute sette ore e solamente a tarda serata è uscita la sentenza nella giornata di lunedì scorso. In precedenza c’erano state le repliche degli avvocati e solo per ultimo il maresciallo ha preso la parola. Lo ha fatto per chiedere perdono ai loro figli, nelle mani portava un foglio dal quale ha letto alcuni passaggi con voce troppo bassa, ai limiti del comprensibile anche alla corte “Dite che sono un assassino, dite quello che volete ma sull’onestà non transigo”. L’uomo ha voluto replicare alle accuse della parte civile di non aver voluto contribuire economicamente al sostegno dei figli ed ha riferito che una sua offerta tramite il nipote è stata respinta, così come l’aeronautica senza una sentenza sull’affidamento non avrebbe inviato soldi ai minori. Poi rivolto ai figli ha detto: “Perdonatemi per il dolore in cui siete costretti a vivere. Ogni cosa che farò sarà per il vostro benessere. Mi mancate. Purtroppo non mi è stato permesso neanche di scrivervi. Anche chi fa professione di fede non ha potuto o voluto intercedere”.
Nelle fasi finali del processo il PM Strangio ha ricordato che tutto era stato riscontrato ed ha chiesto a Marchetti di dargli uno spunto per escludere la premeditazione “Ho fatto 17 domande – ha affermatp il pm – per capire cosa ha scatenato l’omicidio e per 17 volte mi ha risposto che non c’è stato nessun litigio. Non ha accettato che gli sono stati messi contro i due bambini e i dubbi sulla paternità. Il pm ha esclamato: “Il suicidio si sbandierava agli amici ma il giorno dopo uccide la moglie” contestandogli l’aggravante della crudeltà per chiedere l’ergastolo. Ovviamente, per la condanna hanno insistito le parti civili, in rappresentanza della famiglia della donna, dei figli e delle associazioni attraverso gli avvocati Simona Simeone, Alessandro Cassiani, Wirma Conti, Marco Fagiolo e Eugenia Scognamiglio. Con altrettanta passione gli avvocati Patrizia Valeri e Saveria Mobrici hanno insistito nel chiedere l’assoluzione dell’imputato “per vizio totale di mente”- “ Non voleva uccidere. Tutti hanno visto la sofferenza di quest’uomo. Non c’è correlazione tra arma è imputato. Marchetti stava male non era in grado di capire quello che è successo sbaglia perfino piazzale e suona alla Guardia di Finanza. Come poteva sbagliarsi”? Quindi, c’è stato, l’intervento dell’imputato, dopo sette ore di Camera di Consiglio, il tribunale presieduto dalla Dott.ssa Marina Stirpe a latere Farinella ed i giudici popolari, ha emesso la pesante condanna a 27 anni di reclusione con una provvisionale di 150 mila Euro in favore dei Figli e condanna delle spese legali .

Uccise la moglie a martellate davanti ai figli: condannato a 22 anni in appello (FanPage – 12 gennaio 2018)
Segni, uccise la moglie a martellate: condannato in appello a 22 anni
La prima Corte d’Assise d’appello di Roma ha condannato a 22 anni di reclusione Eraldo Marchetti, l’ex maresciallo dell’Aeronautica che nel 2014 a Segni (Frosinone) uccise a martellate la moglie. In primo grado l’uomo era stato condannato a 27 anni di carcere.
La prima Corte d’Assise d’appello di Roma ha condannato a 22 anni di reclusione Eraldo Marchetti, l’ex maresciallo dell’Aeronautica che nel 2014 uccise a martellate la moglie. I giudici hanno deciso di ridurre leggermente la pena per l’uomo, riconoscendo l’equivalenza delle attenuanti generiche già concesse in primo grado con l’aggravante dell’uxoricidio. Marchetti in primo grado era stato condannato a 27 anni di carcere dalla Corte d’Assise di Frosinone per omicidio volontario aggravato. Il tremendo delitto avvenne nel marzo del 2014 a Segni, proprio in provincia di Frosinone: al termine di un violento litigio tra l’uomo – all’epoca 54enne – e la moglie, Maria Manciocco, l’ex maresciallo dell’Aeronautica prese un martello e colpì ripetutamente la donna, fino a sfondarle il cranio. Poi uscì e andò a costituirsi, lasciando la moglie in un lago di sangue: si presentò in stato confusionale in commissariato.
L’omicidio nell’abitazione della coppia. Il delitto avvenne nell’abitazione della coppia: tra marito e moglie era in corso una separazione consensuale. In casa c’erano anche i due figli, due gemelli di 9 anni. Sarebbe stato proprio uno di loro ad avvertire del delitto una zia. Entro 30 giorni dalla sentenza si conosceranno le motivazioni che hanno portato la prima Corte d’assise d’appello a ridurre la condanna per Marchetti, per il quale la pubblica accusa aveva chiesto l’ergastolo, contestandogli l’aggravante della crudeltà che non è stata riconosciuta dai giudici d’appello.

 

 


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