Loading

Elpidio D’Ambra, 31 anni. Spacciatore. Separato, pregiudicato per furto, rapina e violenze in famiglia, tenta di violentare una vicina di casa e la strangola

Grumo Nevano (Napoli), 1 Febbraio 2022

Non è più mio figlio. Ne facciano quello che vogliono, io sono pronta anche a testimoniare contro di lui”, le poche parole dette ai cronisti dalla madre di D’Ambra.


Titoli & Articoli

 

Omicidio Rosa Alfieri, l’assassino in aula: «Le voci mi dicevano di uccidere»
«Le voci mi dicevano di uccidere. Altrimenti mi avrebbero ucciso loro». È questa la linea di difesa di Elpidio D’Ambra, reo confesso dell’assassinio di Rosa Alfieri , la ventiduenne di Grumo Nevano strangolata nell’abitazione dell’uomo nel pomeriggio del 1 febbraio dello scorso anno.
Le dichiarazioni dell’imputato sono state rese nel corso della sesta udienza del processo in corte d’assise di Napoli (presidente Concetta Cristiano, giudice a latere Paola Scandone) dov’è in corso il processo per il barbaro omicidio della povera Rosa. L’imputato ha chiesto scusa alla famiglia affermando di rendersi conto di cosa possa provare un padre a cui viene tolta la figlia, ma nel contempo ha cercato di giustificarsi imputando il suo comportamento all’uso smodato di sostanze stupefacenti.
Una linea difensiva inframmezzata da tantissimi non ricordo. Soprattutto per la ricostruzione delle fasi del delitto. L’uomo, nel corso della sua testimonianza ha anche mimato il gesto con il quale quel tragico pomeriggio afferrò alle spalle la vittima trascinandola poi nella sua abitazione, ubicata nello stesso cortile dove abitava la vittima. Incalzato dalle domande del pubblico ministero Rossana Esposito, sostituto della procura di Napoli nord, ad un certo punto ha sbottato in dialetto: “Ma questa che vuole, non mi lascia mai parlare“, espressione che ha sollevato le proteste dell’avvocato di parte civile Carmine Busiello, che ha chiesto e ottenuto, dalla presidente della Corte, un richiamo all’imputato.
Elpidio D’Ambra ha anche lanciato accuse agli investigatori affermando che la scena del crimine era stata corrotta dagli inquirenti e anche dai familiari della ragazza. Sulle fasi finali del delitto, ha detto di non ricordare nulla se non quando, una volta rientrato in sé, si è reso conto che stringeva le mani intorno al collo della vittima.
La pubblica accusa anche dimostrato che quando l’uomo si trovava in Spagna, detenuto per furto e rapina, era stato condannato anche a 30 giorni di servizi sociali per maltrattamenti in famiglia. Ha respinto anche la prova evidente che in quel pomeriggio, Rosa si era difesa strenuamente nella colluttazione, graffiando il suo carnefice al torace al collo e agli avambracci. Una circostanza questa che l’imputato ha respinto affermando di non aver mai visto le foto dei graffi riprese dai carabinieri della compagnia di Giugliano dopo il suo fermo. La prossima udienza il 29 marzo prossimo, con la chiusura dell’istruttoria e la requisitoria del pubblico ministero, intenzionata a chiedere l’ergastolo per l’assassino di Rosa Alfieri.

L’omicidio di Rosa Alfieri, ergastolo per il vicino di casa Elpidio D’Ambra
La 23enne è stata strangolata per essersi ribellata a un tentativo di violenza sessuale. L’uomo ha confessato, ma ha sempre detto di avere agito per colpa di “voci nella testa”
Ergastolo. Questa la condanna decisa oggi 12 aprile per Elpidio D’Ambra, il 32enne che ha confessato l’omicidio di Rosa Alfieri, la 23enne uccisa il 1° febbraio 2022 a Grumo Nevano (Napoli). La sentenza è stata pronunciata dalla Corte d’Assise di Napoli.
Rosa è stata strangolata, secondo quanto ricostruito dalle indagini, per essersi ribellata a un tentativo di violenza sessuale da parte di D’Ambra, che era suo vicino di casa. Il 32enne ha poi confessato di aver commesso l’omicidio ma ha sempre detto di avere agito perché sentiva delle “voci nella testa”. La Procura aveva chiesto l’ergastolo per l’uomo, richiesta accolta dalla Corte d’Assise di Napoli. “Ha vinto la giustizia. Oggi è il primo giorno dopo un anno che viviamo un attimo di serenità sapendo che chi si è portato via Rosa, resterà chiuso in carcere senza poter fare ancora del male. Questa sentenza ci rende giustizia ma non colma il vuoto della perdita di una figlia”, le parole di Vincenzo Alfieri, padre di Rosa.
Rosa strangolata e trovata in casa di Elpidio D’Ambra. Rosa lavorava nella tabaccheria del fidanzato, il 1° febbraio 2022 viene trovata priva di vita nell’appartamento del vicino di casa in via Risorgimento. Lui è Elpidio D’Ambra, 31 anni. Sembra però sparito nel nulla. C’è solo il cadavere della ragazza sul letto. Nessuna ferita visibile ma – diranno poi i medici – segni di strangolamento. D’Ambra viene rintracciato e arrestato il giorno dopo. Confessa. Dalle indagini emerge che abitava in quell’appartamento da pochi giorni, lo aveva preso in affitto da un parente della ragazza. La palazzina intera è della famiglia Alfieri.
Il reo confesso ha sempre detto di avere agito per delle “voci nella testa”. Durissima è stata da subito la reazione della sua stessa famiglia. Non è più mio figlio. Ne facciano quello che vogliono, io sono pronta anche a testimoniare contro di lui”, le poche parole dette ai cronisti dalla madre di D’Ambra.

“Il mio viaggio in taxi con l’assassino di Rosa Alfieri: era calmo, voleva andare al Bingo e trovare qualche ragazza”
Parla il tassista che ha accompagnato l’autore del femminicidio di Grumo Nevano: “Puzzava di alcol. Abbiamo parlato, poi all’improvviso ha detto: basta”. Ieri l’autopsia sul corpo di Rosa, oggi i funerali con lutto cittadino
“Quando si è avvicinato, ero fermo al posteggio della Stazione Centrale. “È libero? Devo andare al Rione Traiano”, mi ha chiesto. Gli ho fatto cenno di salire. Si è seduto accanto al lato guida e ha aggiunto: “Prima mi deve accompagnare a comprare degli abiti qui vicino”. E siamo partiti”. Piazza Garibaldi, cinque minuti alle 18 di martedì primo febbraio…


Link