Christian Rigucci, 28 anni, ex militare, disoccupato. Va a casa dell’ex fidanzata e quando lei apre la porta la uccide a colpi di pistola, poi si suicida
San Giustino Umbro (Perugia), 15 Ottobre 2013
Un passato nell’esercito, attualmente disoccupato e orfano di padre, deteneva regolarmente l’arma per uso sportivo. Non aveva mai accettato la fine della relazione.
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Femminicidio Perugia, uccide ex fidanzata e si uccide. “Senza lei mai” (il Fatto Quotidiano – 15 ottobre 2013)
Tre colpi di pistola, uno alla testa e due al torace. Così Christian Rigucci ha ucciso Alexandra Buffetti, 26 anni, che lo aveva lasciato da due mesi. Un rifiuto che il 28enne non era mai riuscito a superare così come spiega nel testo di addio lasciato sul luogo del delitto
Una ragazza di 26 anni, Alexandra Buffetti, è stata uccisa con tre colpi di pistola dall’ex fidanzato, Christian Rigucci, che poi ha rivolto l’arma contro se stesso. L’uomo, 28 anni, è morto in ambulanza mentre gli operatori del 118 tentavano di rianimarlo. Il fatto è accaduto a San Giustino Umbro, Comune della provincia di Perugia.
La ragazza aveva lasciato il 28enne da due mesi, ma lui non aveva mai accettato la fine della loro relazione. In una delirante lettera di addio lasciata sul luogo del delitto, l’assassino annuncia quello che avrebbe fatto e perché. Poi, ha preso la pistola (una calibro nove semi automatica regolarmente detenuta per tiro sportivo), ma prima di andare nell’abitazione dell’ex ha inviato alcuni messaggi agli amici senza però specificare le sue vere intenzioni. E proprio gli amici nella notte hanno telefonato ai carabinieri, preoccupati dallo “strano” contenuto di quegli sms. Così parenti, amici e carabinieri si sono messi alla ricerca dell’auto del giovane, localizzata sotto l’appartamento dove la 26enne viveva da sola. Colpita alla testa e al torace, la donna è morta sul colpo. Quando i sanitari del 118 sono arrivati, allertati dai carabinieri, hanno trovato il suo corpo esanime all’ingresso dell’appartamento al primo piano di una palazzina e l’ex fidanzato, poco lontano. Lui, un passato nell’esercito, attualmente disoccupato e orfano di padre, viveva insieme alla madre e alla sorella. Lei, figlia di mamma francese e padre italiano, lavorava come cameriera in un pub nella zona di Sansepolcro dopo aver lasciato la scuola di interpreti e traduttori di Forlì.
“Questo ennesimo episodio di femminicidio come esito di una relazione amorosa che si conclude, oltre a essere il segno di un’innegabile fragilità maschile negata con l’uccisione del femminile è anche il segno di un’epoca come la nostra, così tragicamente segnata da eventi di perdita”, ha commentato Antonino Minervino, vicepresidente della Società italiana di medicina e psicoterapia e direttore del dipartimento di salute mentale dell’Azienda istituti ospitaleri di Cremona. E di femminicidio si discuterà durante la “Giornata nazionale di lotta allo stigma” in programma sabato 19 ottobre, a Genova, per affrontare il tema della discriminazione non solo in relazione alla malattia mentale ma anche ai fenomeni sociali più ricorrenti come il femminicidio e la povertà.
I genitori di Alexandra: “Lui l’ha perseguitata da quando era stato lasciato” (La Nazione – 15 ottobre 2013)
“Da quando l’aveva lasciato, per lui Alexandra era diventa un’ossessione”. L’hanno raccontato stamani in una conferenza stampa nello studio dell’avvocato Zaganelli i genitori, il fratello e gli amici della ragazza uccisa dall’ex fidanzato.
“Era riuscito ad entrare nel profilo Facebook di mia figlia e di alcune sue amiche, racconta il padre, così poteva continuare a sapere tutto di lei. E’ successo che si facesse trovare agli appuntamenti che Alexandra si era data con le sue amiche. Cristian non si era mai rassegnato”. Si sono riuniti stamani, nello studio del loro legale, il padre, la madre e il fratello. Quello che rimane della famiglia Buffetti, già divisa da tempo, legalmente e geograficamente, la mamma in Francia, il fratello in Inghilterra. Hanno parlato con i giornalisti della loro Alexandra. In questo uniti, profondamente in un dolore lacerante.
Dai loro racconti, e da quelli delle amiche della giovane, si può parlare di stalking a tutti gli effetti, persecuzione della quale però Alexandra non aveva mai fatto denuncia alle forze dell’ordine, solo qualche confidenza alle amiche del cuore, niente più. Come poteva immaginare, come poteva anche minimamente pensare che dietro a quei comportamenti, certo fastidiosi, si potesse celare tanta follia. Che il ragazzo con il quale aveva condiviso per due anni la sua vita, la sua giovane esistenza, potesse farle del male? E invece.
“Se non posso avere Alexandra la porto via con me“. Lo avrebbe scritto Cristian in una lettera che è stata ritrovata in casa sua dopo la tragedia. Parole agghiaccianti, che adesso sono al vaglio degli inquirenti. Quel foglio di carta potrebbe essere stato l’annuncio della tragedia. Del femminicidio che stanotte ha sconvolto San Giustino Umbro. Una ragazza di 26 anni, Alexandra Buffetti, e’ stata trovata morta e, accanto a lei, l’ex fidanzato, Cristian Rigucci, di 28 anni ancora in fin di vita, prima di morire. Lasciato dalla fidanzata non aveva accettato che quel rapporto fosse finito, cosi’ Christian Rigucci ha prima tentato di riallacciare la relazione poi, la scorsa notte, ha ucciso la sua ex, Alexandra Buffetti con due colpi di pistola. Un terzo colpo se lo e’ sparato alla testa ed e’ morto mentre veniva trasportato in ospedale. Un omicidio-suicidio avvenuto nella casa della giovane, alla periferia di San Giustino, e scoperto dopo che i carabinieri avevano trovato nell’abitazione di lui una lettera d’addio con riferimenti alla fine del fidanzamento. Eppure finora nulla aveva lasciato ipotizzare un tale epilogo. Sembra che negli ultimi tempi la Buffetti si fosse talvolta lamentata con le amiche per il comportamento dell’ex fidanzato diventato “pressante”. Ma senza sporgere alcuna denuncia. Nel piccolo centro conoscevano Alexandra come una “brava ragazza”. Lavorava come cameriera nel pub Don Chisciotte e viveva da sola in una palazzina nuova ai margini della campagna di San Giustino. Incensurato Rigucci, un passato nell’esercito anche se ora non aveva un impiego fisso. “Una persona tranquilla” lo descrivono. Da poco aveva acquistatouna pistola semiautomatica calibro 9 che deteneva regolarmente con un permesso di tiro sportivo.
Cosa sia successo la scorsa notte e’ ancora al vaglio dei carabinieri. Verso mezzanotte Rigucci si e’ recato dalla fidanzata che lo aveva lasciato due o tre mesi fa, e i due sono entrati in casa, al primo dei tre piani di una palazzina moderna. E’ possibile che abbiano discusso anche se gli altri condomini hanno spiegato agli investigatori di non avere sentito urla o altri rumori. Nemmeno gli spari.
Sempre intorno a mezzanotte, pero’, i carabinieri sono stati contattati da alcuni amici del giovane che, allarmati da alcuni suoi sms, temevano un suicidio del ventottenne. Subito dopo hanno cosi’ trovato la lettera d’addio nella casa dove viveva con la madre. Militari, amici e parenti si sono messi alla sua ricerca individuando rapidamente l’auto nei pressi dell’ abitazione della ex fidanzata. Dopo avere suonato il campanello senza ottenere risposta, il personale dell’Arma ha forzato una finestra entrando in casa.
I due corpi erano in soggiorno, vicini e con accanto la pistola. Alexandra gia’ morta mentre Rigucci, ferito, e’ stato soccorso da un’ambulanza del 118, ma e’ deceduto mentre veniva trasportato in ospedale. Entrambi colpiti alla testa dai proiettili sparati dalla semiautomatica. Sulla porta d’ingresso o sulle finestre nessun segno d’effrazione. Come prassi in questi casi le indagini sono ancora in corso ma i carabinieri non hanno alcun dubbio che si sia trattato di un omicidio-suicidio. In attesa dei riscontri dell’autopsia, gli i primi esami medico-legali hanno portato gli inquirenti a ritenere che il giovane abbia sparato per uccidere. Prima la sua ex fidanzata e poi se stesso.
Femminicidio, Christian ha premeditato tutto: ha aspettato il giorno libero di Alexandra (Perugia Today – 16 ottobre 2013)
La ricostruzione dei Carabinieri propende ad un massacro pensato e portato avanti con lucida freddezza anche dopo le chiamate e gli sms degli amici che nella notte hanno cercato di rintracciarlo e fermarlo
Tutti gli elementi, raccolti dai Carabinieri, portano ad un lucido e folle progetto pensato da giorni: Christian Rigucci ha aspettato lunedì sera – 14 ottobre – per “portare via con sé” la povera Alexandra Buffetti. Una premeditazione che emerge da tre elementi su tutti: il caricatore della pistola rigorosamente carico, la lettera alla famiglia con una spiegazione di quello che accadrà ritrovata dalla madre del killer alle 22,30 e l’azione decisa proprio di lunedì. Christian sapeva che era il giorno libero di Alexandra che lavorava in un pub a San Sepolcro. Non è stato dunque un litigio finito in tragedia ma un’azione decisa e terribile. Un chiaro femminicidio in piena regola.
Si parla di un litigio intorno alle 20 del giorno del massacro tra i due ex fidanzati: forse Alexandra, aprendo la porta dell’abitazione, era convinta che Christian era arrivata da lei per chiarire: al massimo per chiederle ancora una volta di ritornare insieme. Ma invece la pistola è spuntata nel soggiorno: tre colpi contro la povera 26enne e poi il proiettile alla testa del killer. Oggi – il 16 ottobre – sarà effettuata l’autopsia per confermare una ricostruzione che ormai sembra chiara.