Bilel Ilahi, 28 anni, pregiudicato, padre. Uccide la moglie con una coltellata. Condannato a 30 anni
Novara, 22 Luglio 2016
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Novara, litiga con la moglie e l’accoltella: lei fugge in strada e muore sotto gli occhi dei passanti (la Repubblica – 22 luglio 2016)
Litiga con la moglie e la uccide a coltellate. E’ accaduto oggi pomeriggio nel centro di Novara. I due, lei italiana di 41 anni e lui tunisino di 28, in via di separazione, con i due figli di lei affidati a una comunità e assenti al momento dell’omicidio, hanno cominciato a litigare su una panchina davanti alla loro abitazione, una casa popolare in corso Cavour, poi la situazione è degenerata. Urlando, la coppia ha iniziato a salire le scale del palazzo per rincasare, ma all’improvviso, su un rampa, lui, Bilel Ilahi, ha estratto un coltello e ha colpito lei più volte. La donna, Gisella Purpura, seguita dai servizi sociali, alle spalle una vicenda di truffe informatiche per la quale era finita a gudizio in questi giorni, ha avuto la forza di scendere di nuovo in strada, nell’affollato corso pedonale, per chiedere aiuto. Le ferite, però, erano troppo gravi: la donna, crollata davanti alle vetrine di H&M davanti a decine di passanti che hanno tentato invano di soccorrerla, è morta all’arrivo dell’ambulanza. Sul posto anche la polizia, che ha subito arrestato l’uomo.
Un delitto annunciato: secondo le prime testimonianze raccolte tra i vicini, i due litigavano spesso, anche in modo talmente violento da rendere necessario l’intervento della polizia. “Non passava giorno senza che litigassero – racconta il vicino di casa, al terzo piano di via Cavour – ogni volta era sempre peggio. Le forze dell’ordine sono dovute intervenire spesso per riportare la calma, ma non c’era niente da fare. Ero sicuro che prima o poi sarebbe accaduto qualcosa di grave”. Un quadro reso ancora più difficile, dicono gli investigatori, dall’abuso di droga e alcool. L’uomo, piccoli precedenti penali alle spalle, è stato fermato agli agenti nell’appartamento. A uccidere la moglie, secondo un primo esame medico-legale, è stata una coltellata al torace.
Bilel era stato arrestato la scorsa ed era da poco tornato libero. Qualche giorno fa l’uomo, probabilmente dopo l’ennesimo litigio con la vittima, aveva dato in escandescenze e, direttosi verso la stazione ferroviaria, a poche centinaia di metri dalla casa popolare di corso Cavour della coppia, aveva danneggiato una serie di auto in sosta. Era stato arrestato dagli agenti delle volanti per resistenza, lesioni aggravate a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato e continuato. Poco dopo era però tornato in libertà e, una volta a casa, i litigi con la moglie sono ripresi.
Le indagini sulla truffa informatica in cui era stata coinvolta la vittima erano state condotte dalla polizia postale nel 2010 e avevano portato proprio all’appartamento in cui i due vivevano e in cui oggi è avvenuto l’omicidio. In questi giorni era iniziato il processo. Tutto era partito dopo la denuncia di una delle persone truffate: dal suo conto erano spariti 6500 euro. Dalle indagini si scoprirono molti altri raggiri identici. (di Floriana Rullo)
Omicidio in corso Cavour, i vicini: “litigavano sempre, lui era violento” (Novara Today – 23 luglio 2016)
Gisella Purpura, 41 anni, è stata uccisa ieri a coltellate dal compagno Bilel Ilahi in corso Cavour. La donna è morta in strada sotto gli occhi dei passanti
Gisella Purpura è morta venerdì 22 luglio in corso Cavour, sotto gli occhi di decine di passanti. La donna, 41 anni, è stata uccisa dal compagno, Bilel Ilahi, di origini tunisine, a seguito di una lite. Secondo quanto ricostruito i due stavano discutendo su una panchina di fronte alla loro abitazione di corso Cavour quando sono rientrati nel palazzo. La lite però è continuata anche sulle scale, dove l’uomo ha estratto il coltello e ha colpito la compagna. La donna ha cercato disperatamente aiuto in strada ma non ce l’ha fatta: è morta davanti a decine di persone che hanno cercato invano di aiutarla. Secondo i primi accertamenti sembrerebbe che la donna abbia ricevuto un’unica coltellata al petto.
I due abitavano negli alloggi di residenza sociale e la famiglia era da tempo seguita dai servizi sociali per abuso di alcol e droghe. Due dei tre figli della donna sono in comunità, mentre la terza si trovava dai nonni al momento dell’omicidio. I vicini hanno raccontato dei continui litigi tra la donna e il suo compagno, che spesso sfociavano in botte: più volte era intervenuta la polizia. Ilahi è stato fermato subito dopo il delitto: questa mattina è stato convalidato l’arresto con l’accusa di omicidio volontario.
Omicidio di corso Cavour: condannato a 30 anni l’assassino di Gisella Purpura (Novara Today – 15 marzo 2018)
La donna era morta agonizzando in mezzo alla strada. Giovedì è arrivata la sentenza per Bilel Ilahi
Il caso di Gisella Purpura, morta in mezzo a corso Cavour il 22 luglio del 2016 per una coltellata al petto, aveva destato non poco clamore in città. Giovedì 15 marzo è arrivata la sentenza per il compagno di Gisella, Bilel Ilahi: dovrà scontare 30 anni di carcere per aver ucciso la donna. Numerosi passanti in corso Cavour avevano assistito all’atroce scena che si è consumata in pieno centro in quel caldo pomeriggio di luglio. Una donna era infatti uscita da un portone di corso Cavour e si era accasciata in mezzo alla strada, perdendo molto sangue. Nonostante l’intervento immediato del personale del 118 non c’è stato nulla da fare: Gisella Purpura è morta sotto gli occhi sgomenti dei numerosi novaresi che hanno tentato invano di salvarla.
La polizia aveva fermato immediatamente il compagno della donna, Bilel Ilahi, classe 1988. L’uomo ha sempre sostenuto di aver sì litigato con la donna, ma di non averla accoltellata. Ilahi infatti diceva che sulle scale del palazzo c’era qualcun altro che avrebbe dato una coltellata alla sua compagna e che poi era fuggito. Gli investigatori non hanno mai creduto a questa versione, tanto che il questore Gaetano Todaro aveva spiegato che “Non ci sono dubbi sulla colpevolezza di Bilel Ilahi, la ricostruzione dei fatti è stata precisa ed immediata e l’uomo non è stato in grado di fornire spiegazioni convincenti”.
Ilahi non ha mai ammesso ciò che ha fatto, nonostante le prove schiaccianti fornite dagli esami della polizia scientifica, dall’autopsia sulla corpo della sua compagna e dalle numerose testimonianze dei vicini di casa, che hanno raccontato delle liti violente che sentivano quasi quotidianamente provenire dall’appartamento dei due. Oggi, giovedì 15 marzo, è arrivata la sentenza del gup: Ilahi è stato condannato a 30 anni di carcere per omicidio volontario.