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Angelo Sfuggiti, 70 anni, pizzaiolo in pensione, padre. Strangola la moglie e tenta il suicidio. Ricoverato in psichiatria

Fano (Pesaro Urbino), 21 Novembre 2023


Titoli & Articoli

Rita uccisa dal marito, il figlio della coppia: “Noi lasciati soli in balìa della malattia” (Il Resto del Carlino – 21 novembre 2023)
Fano, l’uomo ha strangolato la moglie e ha tentato il suicidio. “Il disturbo psichico ha distrutto mia madre, istituzioni assenti”
È stata fissata per questo pomeriggio alle 13.45 l’autopsia sul corpo di Rita Talamelli, la 66enne fanese con problemi psichici strangolata dal marito lunedì sera al termine dell’ennesimo diverbio. Il marito, il noto pizzaiolo Angelo Sfuggiti, una volta resosi conto di quanto aveva fatto, ha coperto il corpo della moglie con un telo e poi ha ingerito dei barbiturici nell’intento di farla finita. Ma portato in ospedale in tempo, benché gravemente intossicato, è stato giudicato fuori pericolo. Non è però ancora in grado di parlare e per questo non sarà presente all’interrogatorio di convalida del suo arresto, previsto per oggi in tribunale alla sola presenza del legale che gli è stato assegnato d’ufficio. Sfuggiti è accusato di omicidio volontario, aggravato dal vincolo familiare. Per chi conosceva bene la situazione familiare, quest’epilogo non è stata una sorpresa. In primis per il figlio Luca, che alle 20.30 di lunedì ha lanciando l’allarme. Mamma Rita però era già morta, presumibilmente da cinque ore. “Non provo niente. Né rabbia, né dolore per la morte di mia madre – ci ha detto il 48enne, un uomo provato dalla vita –. Soffro solo per l’arresto di mio padre, perché quella donna non era più mia madre da un sacco di tempo, era un’altra persona… Nessuno però ci ha mai creduto, ascoltato, aiutato”. Parla della madre in modo freddo e distaccato. “Provo solo un gran senso di vuoto – prosegue Luca – perché io e mio fratello ce l’aspettavamo che finiva così. Le vere vittime siamo noi, io mio padre e mio fratello, che da più di 15 anni vivevamo nel terrore delle manie ossessivo compulsive di mia madre che con noi era anche molto violenta. La sua malattia ha rovinato la nostra famiglia e ha condotto mio padre alla pazzia”.
Ieri Luca ha letto online molti commenti contro il padre, nei siti che raccontavano dell’uccisione della madre. “La gente non lo sa… Ma mio padre la trattava con i guanti di seta. Però più le davi, più lei voleva. E se non l’accontentavi, ti aggrediva. Se le capitava una cosa per le mani durante una crisi, te la scagliava contro. Mi sono ritrovato un coltello conficcato nella mano per questo. Non l’ho denunciata. Lei invece mi denunciò quando la schiaffeggiai per farla tornare in sé”.
“Non chiamatelo femminicidio. Non c’è ego, né possessione in questo omicidio. Solo un immenso dramma della solitudine”,
 dicono Luca Navacchia e Marco Cascioli, amici fraterni dell’omicida, sconvolti ma non completamente sorpresi. “Una tragedia annunciata – proseguono – Angelo era la persona più buona di questo mondo. Se ti poteva aiutare ti aiutava, nonostante i problemi che la sua famiglia ha sempre avuto. Negli ultimi mesi però era arrivato al limite, era così depresso che aveva già tentato il suicidio coi barbiturici. Ma dopo un ricovero lampo, era stato rimandato a casa e non si era più visto nessuno: né un medico né i servizi sociali….”.

 

Rita Talamelli, lunedì i funerali. Il fratello: “Angelo ci diceva: ’Sono già morto dentro’” (il Resto del Carlino – 24 novembre 2023)
Drammatica testimonianza di Marziano Sfuggiti: “Lui e Rita, sono vittime tutti e due. Spero che prima di metterlo in cella lo tirino un po’ su”
Si svolgeranno lunedì 27 novembre alle 15 nella chiesa di San Pio X i funerali di Rita Talamelli, la 66enne strangolata con un foulard dal marito Angelo Sfuggiti, il noto pizzaiolo fanese che ora è piantonato in ospedale con l’accusa di omicidio aggravato dai vincoli di parentela. Anche nella morte, però, quella burocrazia che le aveva impedito di essere presa in carico da una struttura psichiatrica, ha ostacolato la realizzazione della sua ultima volontà. Avrebbe voluto essere cremata, Rita, per consentire alle sue ceneri di riposare accanto a quelle della mamma al cimitero centrale. “Invece non abbiamo potuto farla cremare perché per questo tipo di autorizzazione non bastava la richiesta dei figli – ci racconta Marziano Sfuggiti, fratello di Angelo -, il Comune voleva quella del marito. Ma lui è ricoverato in Psichiatria a Muraglia e non può darla. Allora ci hanno chiesto un foglio in cui lo psichiatra dichiarava che lui non era in grado di farlo. Ma per fare tutto ci sarebbe voluto un sacco di tempo e allora abbiamo optato per il funerale normale”.
Sono due famiglie dilaniate dal dolore quelle degli Sfuggiti e dei Talamelli. Rita era infatti figlia unica e senza più i genitori, ma aveva ancora tre cugine di primo grado. “Stiamo cercando tutti di sopravvivere a tutto questo – dice sconsolato Marziano -. Rita è stata vittima della sua malattia e dell’omicidio. Ma anche Angelo è una vittima. E noi tutti siamo divisi a metà tra l’uno e l’altra. Perché noi Rita la conoscevamo da 50 anni e per 40 abbiamo lavorato insieme. Ricordo ancora quando Angelo ce l’ha portata a casa. Lavorava nel negozio di scarpe Marchegiani davanti ai Gabuccini. Si sono conosciuti lì. Poi lei è venuta a lavorare con noi… era una sorella per noi. Almeno fino a due anni fa. Poi non è stata più lei, ma le volevamo bene perché non era colpa sua. Era la malattia che la rendeva così. Aveva una doppia personalità, era ormai due persone diverse”.
Una malattia mentale che durava da vent’anni e di cui Angelo si è fatto carico da solo, finché la follia non si è impossessata anche della sua di mente. “Per com’erano entrambi negli ultimi mesi ci pensavamo che alla fine succedeva qualcosa – dice -. Non siamo riusciti a portar via Angelo perché lui non si sentiva di lasciarla sola. Ma ogni giorno la situazione era sempre più dura, per lui e per i figli“. Marziano ora ha paura che Angelo tenti il suicidio ancora una volta e che questa volta ci riesca. “Prima di andare in carcere, non dico che dovrebbero farlo tornare normale, ma almeno fargli riprendere un po’ di strada. Perché lui ultimamente non parlava, non voleva uscire, diceva sempre: ‘se la faccio finita non ho più problemi, tanto son già morto dentro’. Qualche settimana fa ha tentato il suicidio. Era un sabato. Mi telefona e mi dice che aveva preso dei barbiturici e che si era infilato l’aria nelle vene. Che però si era pentito e aveva chiamato il 118. All’ospedale lo hanno mandato a casa dopo 12 ore, che ancora non stava in piedi….”


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