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Andrea Tringali, 33 anni, agente funebre. Uccide l’ex fidanzata con un colpo di pistola e si ammazza

Roccalumera (Messina), 7 Maggio 2015

andrea ardì


Titoli & Articoli

Due ragazzi morti a Roccalumera: “E’ omicidio-suicidio per gelosia” (Today – 8 maggio 2015)
Andrea Tringali avrebbe ucciso la ex Stefania Ardì per gelosia: non si era rassegnato alla fine della loro storia d’amore
Sarebbe la gelosia il movente dell’omicidio che ha sconvolto la comunità di Roccalumera. Andrea Tringali avrebbe ucciso l’ex fidanzata Stefania Ardì e poi si sarebbe tolto la vita. A confermarlo sono i carabinieri, che hanno ritrovato l’arma del delitto, una pistola, incastrata tra il sedile e il freno a mano della macchina di Tringali.
Il ragazzo, 33 anni, pare non avesse accettato la fine della relazione con la giovane, secondo quanto riferito da alcuni testimoni. Come ricostruisce il Corriere del Mezzogiorno, Tringali avrebbe dato appuntamento a Stefania “per chiarire i suoi sentimenti ma al suo rifiuto ha estratto la pistola e ha fatto fuoco. La ragazza è stata colpita mentre era alla guida della sua auto e stava andando via”. Il 33enne avrebbe poi rivolto l’arma contro se stesso per suicidarsi. A dare l’allarme sono stati dei residenti, che hanno sentito delle grida e poi il rumore degli spari e hanno poi trovato i due cadaveri nelle due automobili, in un lago di sangue.
Uno dei parenti di Andrea Tringali, giunto sul posto, ha raccontato di aver parlato proprio il giorno prima con il ragazzo. Avendolo visto molto turbato, gli aveva consigliato di lasciare perdere la storia con Stefania, ma Tringali sembrava perso nei propri pensieri e intenzionato a riconquistare la ragazza. “Sono addolorato per quello che è accaduto, conoscevo molto bene Andrea che era un ragazzo mite e proveniva da una famiglia per bene, deve essere stato un momento di follia. Mi spiace molto per lui e la giovane”, ha detto Gaetano Argiroffi, sindaco di Roccalumera. “Il ragazzo lavorava in un’agenzia di pompe funebri con il cugino. Da quello che mi è stato riferito ha preso la pistola che il padre deteneva regolarmente in un cassetto ed è andato dall’ex fidanzata con l’intento di un incontro chiarificatore”. Il sindaco ha poi raccontato: “Da circa un mese si erano lasciati e lui stesso mi ha riferito che i genitori di lei erano contrari per la differenza di età in quanto lui ha 33 anni e lei 21. Lui però non si era arreso all’idea di perderla e ogni tanto si sentivano ancora. Oggi dovevano vedersi per parlare, ma a quanto mi hanno raccontato i testimoni, Tringali ha sparato alla ragazza perché non lei non voleva tornare con lui ed è salita nella sua auto e stava andando via”.Nei prossimi giorni sarà effettuata l’autopsia sui corpi dei giovani, mentre le due auto sono a disposizione del Ris di Messina per gli esami.

 

 

Per la morte di Stefania e Andrea, dall’avv. Interdonato legale della famiglia Tringali, riceviamo e pubblichiamo (Gazzetta Joinica – 8 maggio 2015)
Per la morte di Stefania ed Andrea, dall’avv. Interdonato legale della famiglia Tringali, riceviamo:
“Preg.mo Direttore, quale legale della famiglia Tringali la invito a rivedere quanto scritto nell’articolo pubblicato sul suo giornale web in merito alla vicenda del presunto omicidio/ suicidio che ha visto  coinvolti i due giovani aliesi Tringali Andrea e Stefania Ardì. In particolare la Famiglia Tringali trova alquanto azzardate ed al momento prive di riscontro ipotesi formulate e rivolte nei confronti del Sig. Tringali Andrea, non è infatti al momento assolutamente dimostrato che lo stesso abbia usato metodi persecutori nei confronti dell’altra vittima.
Sarebbe, pertanto, doveroso da parte del suo giornale usare,  quanto meno, dei toni prudenziali nei confronti della drammatica vicenda mostrando rispetto per entrambe le parti. Le evidenzio altresì che l’automobile sulla quale è stato trovato il corpo esamine del sig. Tringali, non era una Renault ma una lancia Libra. Sperando con questa mail di rendere un po’ di giustizia ad un amico oltre che ad un mio ex assistito la invito a correggere ed usare toni più prudenziali nei confronti dell’intera vicenda, che tra l’altro è ancora al vaglio degli  inquirenti.
Cordialità
Avv. Letterio Interdonato

Gentile avvocato, comprendiamo il dolore della famiglia, che è anche nostro perché siamo legati  da sincera amicizia. Per quanto riguarda il contenuto della sua lettera, le confermiamo che abbiano esercitato esclusivamente il nostro diritto di cronaca, riportando quanto comunicato dai carabinieri. Ed è la risultante che tutti i giornali, locali, regionali e nazionali, oltre le agenzie di stampa, hanno riportato, per cui non comprendiamo l’accanimento  nei confronti della nostra testata, la prima a darne notizia e limitandosi solo a riportare i fatti. .

Il mite ragazzo con la pistola (il ricciocorno schiattoso – 8 maggio 2015)
I cadaveri di un ragazzo e una ragazza  Stefania Ardì, 20 anni, e Andrea Tringali, 33, sono stati ritrovati in un parcheggio del Messinese, in due automobili diverse. Gli investigatori sospettano che si tratti di un omicidio-suicidio.
Da Leggo:

leggoMite: di persona che ha carattere dolce e umano, disposto alla pazienza e all’indulgenza.

Tipico di una persona “mite”, a quanto pare, è preoccuparsi di avere con un sé una pistola (detenuta regolarmente, stiamo parlando di gente “per bene”, gente che rispetta le regole!) per recarsi ad un incontro “chiarificatore”.

Chi non esce di casa con un’arma da fuoco quando ha una questione da chiarire?

Un delitto premeditato? Certo che no: un “momento di follia“.

Ma cosa c’era da “chiarire” fra Stefania e Andrea?

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I genitori di lei, ci dice il Sindaco, erano contrari per la differenza d’età.

Se indaghiamo su questa questione, scopriamo sulla Gazzetta del Sud che quando Andrea e Stefania hanno iniziato a frequentarsi “lei aveva appena 14 anni, e lui 27″.

Vi consiglio la lettura dell’articolo sulla Gazzetta del Sud, che la pistola di Andrea non la nomina nemmeno. Neanche la la parola “omicidio” è mai nominata.

gazzettadelsud

Invece la vicenda è definita “una tragedia” – un evento luttuoso, come un terremoto, un’inondazione – che ha spezzato le vite di due “bravi ragazzi, benvoluti nel paese, senza grilli per la testa“, che si amavano tanto e che “avevano un sogno, quello di vivere insieme, di mettere su famiglia” (lo avevano tutti e due, anche lei, che nel frattempo si era fidanzata con un altro…).

“Una relazione che non era mai stata accettata dai genitori di Stefania e che ieri, in un afoso pomeriggio d’inizio estate, è finita nel sangue con la mano follemente armata di Andrea.”

La tragedia non è che due ragazzi sono morti, ma che “la relazione è finita nel sangue”. E’ finita da sola, non c’è complemento d’agente, non c’è pistola, c’è solo tanto sangue.

Eppure la relazione era finita molto prima del sangue, era finita in marzo, perché Stefania aveva lasciato Andrea.

Insieme al sangue c’è “la mano follemente armata di Andrea“, e non Andrea Tringali tutto intero. Solo la mano, armata chissà da chi.

A leggere questo articolo verrebbe quasi da pensare che ad uccidere questi sfortunati amanti siano stati quei crudeli genitori che non avevano visto di buon occhio un ventisettenne che ha una relazione sentimentale con una ragazzina che non ha ancora la licenza media.

Il giornalista non sa cosa si siano detti questi due ragazzi negli ultimi due mesi (lo scrive lui stesso), però dà per scontato che “il cuore” di Stefania “continuava a battere solo per Andrea.” Perché se un uomo ti tempesta di sms e telefonate dopo che lo hai piantato, non è neanche da valutare la possibilità che si tratti di stalking, molto più probabilmente è una grande storia d’amore.
Non c’era nessun “sogno“, caro il mio Shakespeare “de noantri”, nessuna “storia tormentata” (o meglio, quella era finita a marzo). Invece c’è stato l’ennesimo femminicidio:

femminicidio

“Solo il 5% delle persone imputate di omicidio sono dichiarate inferme di mente, il restante 95% sono capaci di intendere e volere ed esprimono in maniera prevaricante e prepotente la loro sopraffazione o intolleranza nel non riuscire a possedere il proprio ‘oggetto’ di amore, aggravate da aspetti di insensibilità nei confronti dell’altro, di ipocrisia e di menzogna.
Si tratta, il più delle volte, di individui con personalità antisociale e con una storia personale di comportamenti violenti che nulla hanno a che fare con problematiche o disturbi mentali.
Sempre più donne sono preda della furia maschile perché la spettacolarizzazione e il compiacimento che oggi ruota attorno al gesto violento e aggressivo porta all’emulazione crescente e all’acquisizione di comportamenti negativi, intesi come legittimati dalla collettività. Questo modello va stroncato, perché enfatizzare l’aspetto eroico o esibito significa invitare al compimento di atti lesivi gravi in maniera sempre maggiore.
Alla base, però, vi è anche un problema educativo, di ordine sociologico, di una intera generazione: soprattutto giovani non più abituati a tollerare alcun tipo di frustrazione, specie se viene disattesa la soddisfazione immediata dei propri bisogni. (Claudio Mencacci, Psichiatra)


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