Anacleto Roncalli, 65 anni, idraulico, padre. Uccide l’ex moglie e l’amica a coltellate. Ergastolo
Villa d’Adda e Locatello (Bergamo), 17 Settembre 2008
Titoli & Articoli
Due ucraine uccise nel Bergamasco. Si è costituito l’assassino (Corriere della Sera – 17 settembre 2008)
I corpi erano stati ritrovati a due ore di distanza, uno a Villa d’Adda e l’altro a Locatello
Anacleto Roncalli, 65 anni, ex marito di una delle due vittime, si è consegnato alle forze dell’ordine e ha confessato
L’assassino delle due badanti ucraine uccise, Anacleto Roncalli, 65 anni, pensionato di Villa d’Adda, si è costituito presso i carabinieri dopo una mattinata di caccia condotta anche con l’elicottero. L’uomo ha confessato il duplice omicidio. Roncalli è l’ex marito di una delle vittime, Natalia Holouko, 43 anni, assassinata a coltellate nel garage di casa a Villa d’Adda dopo una violenta discussione con l’uomo. La donna viveva con uno dei due figli avuti da un precedente matrimonio ucraino: Nikita, 16 anni, che era al lavoro a Milano. Un secondo figlio, Alexander, 21 anni è sposato e vive in Ucraina. Natalia Holouko e la seconda vittima, Alla Smirnova, 42 anni, trovata uccisa a Locatello, erano amiche, e pare che fossero state entrambe ripetutamente minacciate da Roncalli.
CONTINUE LITI – Roncalli aveva conosciuto Natalia Holouko diversi anni fa a Milano; il loro matrimonio, secondo le prime indiscrezioni, aveva avuto un andamento molto burrascoso a causa della morbosa gelosia dell’uomo. E dopo anni di scenate e litigi si era arrivati alla separazione. Ma l’uomo non si era rassegnato, continuava a controllare la vita della ex moglie. Tanto che nella prima mattinata di mercoledì era andato a casa della donna ed era scoppiato l’ennesimo violento litigio. Sono state le urla a spingere una vicina di casa a scendere a controllare cosa stesse succedendo, vedendo i piedi della vittima spuntare dal garage. Quanto alla seconda donna assassinata, Alla Smirnova, 42 anni, da qualche anno viveva a Locatello in Valle Imagna. Il suo cadavere, con una coltellata al collo e una all’addome, è stato trovato all’interno di una Lupo Volkswagen rossa ferma al lato della provinciale che da Locatello va a Fuipiano.
«Sono l’assassino, Fede mi intervisti» Ma nessuno ci crede lui se ne va (Corriere della Sera – 18 settembre 2008)
Anacleto Roncalli, prima di essere fermato, era andato alla redazione del Tg4. Ha ucciso due donne ucraine
Prima ha ucciso due donne, due badanti ucraine, poi voleva andarlo a raccontare in tv. Anacleto Roncalli non ha cercato di nascondersi dopo i due delitti nel Bergamasco, anzi ha raccontato da più parti di aver ucciso due donne senza essere creduto. Nel corso della conferenza stampa del procuratore Galizzi, è infatti emerso che Roncalli, dopo aver ucciso a coltellate l’ex moglie ucraina Nataliya e l’amica russa Alla Smirnova, e prima di decidere di costituirsi in carcere, è andato alla redazione del Tg4 cercando di farsi intervistare dal direttore Emilio Fede e raccontando di aver assassinato due donne. Ma non è riuscito nel suo intento, allontanandosi senza essere creduto.
LA DICHIARAZIONE ALL’INTERNO DI UN BAR – Poi è entrato in un bar e, dopo aver visto in tv un servizio che parlava dell’omicidio di una delle donne, lui stesso ha detto ad alta voce di averne ammazzate due, ma anche in questo caso nessuno gli avrebbe creduto. Nella tarda mattinata di mercoledì l’uomo è stato poi fermato dai carabinieri e, dopo la confessione davanti al pm, portato in carcere, dove stava entrando quando è stato bloccato. Del resto lì lo stavano aspettando: aveva lasciato anche un biglietto «ci vediamo in via Gleno». Via Gleno è quella in cui si trova il carcere bergamasco.
«Mi ha lasciato per un’altra»: le uccide tutte e due (il Giornale – 18 settembre 2008)
Il perché in tante brutte copie di quella che avrebbe dovuto essere una lettera. Una confessione stracciata, incompiuta, scritta in notti d’ossessione, spese a provare a spiegare l’incubo che lo stava trasformando in assassino. Righe accartocciate, lasciate sul tavolo.
Ieri mattina lo ha fatto. Due delitti nel giro di mezz’ora. Due donne ammazzate a coltellate: la sua ex moglie e l’amica di lei.
Lui, Anacleto Roncalli, 67 anni, idraulico in pensione con una vita già segnata dal lutto e i capelli troppo bianchi per pensare di ricominciare daccapo, è uscito di casa all’alba. Armato di gelosia e di un coltello da cucina. Doveva spezzare i fili di quel destino che lo aveva lasciato solo, convinto che quella sua giovane, bella donna lo avesse abbandonato per un amore omosessuale.
Nataliya Holovko, 43 anni, badante ucraina con due figli grandi avuti da un precedente matrimonio, se l’è visto comparire mentre usciva dal garage di casa in via Ca’ de Passeri, a Villa d’Adda. L’ultimo tentativo di riaverla, la lite, parole urlate con disprezzo, gli insulti. Poi il coltello che affonda. Due, tre forse più fendenti al ventre. Erano le sette e mezzo. È stata una vicina di casa a dare l’allarme. Mentre lui, l’idraulico, era già partito per la sua prossima missione di morte. Trenta chilometri di strada, sulla sua Punto blu per arrivare a Locatello. Qui lungo la strada per Fuipiano Imagna (la provinciale principale della Valle) ha intercettato la persona che considerava la causa del suo divorzio: Alla Smirnova, 42 anni, anche lei badante, russa, convivente con un carpentiere della zona. L’assassino l’ha bloccata mentre era in macchina, su una Volkswagen Lupo. Attimi. Dopo aver aperto lo sportello l’ha accoltellata diverse volte finendola con un colpo alla gola.
Epilogo tragico di un caso già chiuso.
Roncalli, vedovo e padre di due figli avuti dalla prima moglie, aveva già deciso cosa fare. Proprio come quando spediva lettere minatorie alla sua giovane ex o le imbrattava i muri di casa con scritte minacciose. Sapeva che non avrebbe potuto andare lontano. Così dopo qualche ora si è diretto verso il carcere bergamasco di via Gleno.
Una pattuglia dei carabinieri lo ha bloccato verso mezzogiorno mentre andava a costituirsi. In auto aveva ancora il coltello sporco di sangue, docile si è lasciato portare in caserma. E qui, davanti al magistrato, ha raccontato la storia della sua vita finita.
Anacleto Roncalli e Nataliya si erano sposati sei anni fa. Per lui una seconda giovinezza. L’illusione di una storia vera con una donna che provava a ricostruirsi un futuro, due figli da mantenere, Nikita, 16 anni, e Alexander, di 21, lui lasciato nel Paese d’origine. Un’unione che non funzionò fin da subito. Lei giovane e attraente, lui geloso e possessivo. Era la sua ultima occasione di felicità. Ma un anno e mezzo fa la separazione, la scelta d’andarsene da parte di lei.
L’idraulico non si era rassegnato. Continuava a cercarla, a seguirla, a minacciarla. Voleva trovare una spiegazione al fallimento, un colpevole. Fino a quando la sua paranoia omicida ne ha disegnato uno: Alla, l’amica del cuore di Nataliya. Il suo compagno, stava lavorando in cantiere quando ha saputo. E disperato piange: «Non posso crederci, non ne troverò mai più un’altra come lei».
Uccise moglie ucraina e amica per gelosia/ “Non provai niente, dovevo vendicarmi” (il Sussidiario – 24 giugno 2023)
Uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie ucraina e dell’amica: “dovevo vendicarmi perché non ce la facevo più”
Anacleto Roncalli nel 2008 si macchiò dell’omicidio della moglie, di nazionalità ucraina, e dell’amica russa di lei accecato, a suo dire, dalla gelosia. Nel 2009 arriva la condanna all’ergastolo e oggi, a quasi quindici anni di distanza, l’uomo ha accettato di raccontare il suo atroce gesto nel corso della trasmissione Quarto Grado, in onda su Rete 4. Tutto inizia dopo la morte della prima moglie dell’uomo, deceduta in seguito a un tumore al seno. Da quel momento, Anacleto Roncalli cerca una badante e si circonda di donne di nazionalità ucraina.
“Ero un pensionato con tante donne ma tutte ucraine. Una mi si è attaccata subito addosso, usciamo per un mese ma lei vai in Ucraina perché è successo qualcosa ai suoi figli – inizia a raccontare l’uomo, ripercorrendo la storia sfociata con il terribile omicidio della moglie – Allora mi presenta una sua amica, Natasha. Era un figurino e aveva 25 anni meno di me, nel giro di un mese dà le dimissioni dove lavorava per venire a vivere con me. Io ero pazzo, pazzo di felicità, ho iniziato a convivere con lei per tre anni. Non volevo sposarla, dalla mia povera moglie prendevo tre pensioni al mese”.
Fin quando dichiara che “il suo era il comportamento di un’artista perfetta, tutto quello che fa non è vero ma tu ci credi. Io la sposo, nel giro di 4 o 5 mesi trova lavoro ma non va. Non è più andata a lavorare e da lì sono cominciate ad andare male le cose” in quanto “io dovevo mantenerla nonostante fosse così giovane”. Poi “a un certo punto arriva una sua amica, viene da noi tante volte e io le chiedo perché sia sempre a casa nostra. Lei mi dice che il suo compagno era andato in carcere e io le chiedo se adesso devo mantenere tutt’e due. Uscivano e io ero diventato un burattino nelle loro mani”. E poi l’omicidio, per cui sta scontando l’ergastolo.
Ergastolo per l’omicidio della moglie ucraina e dell’amica: “ero un’altra persona”
La trasmissione Quarto Grado di Rete 4 ha raccolto il racconto di un uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie ucraina e l’amica di lei, avvenuto nel 2008, additando la gelosia come movente principale. Secondo l’uomo, di nome Anacleto Roncalli, le cose iniziano a precipitare quando “una sera io torno da lavorare e lei non c’è più. È andata ad abitare a 200 metri da casa mia”. E “una volta arrivo alle 3 o 4 di mattina e vedo che lei stava con un mio grande amico, quando l’ho vista io sono andato fuori, non ne potevo più perché era una sofferenza continua”. E dichiara che “quando ho fatto l’omicidio è come se stessi giocando. Non so chi ero, ero un’altra persona, senza un minimo di emozione. Perché se mi veniva un minimo di emozione non l’avrei neanche fatto. Era solo cattiveria, dovevo per forza vendicarmi perché non ce la facevo più. Io volevo ancora parlare e lei si è messa a gridare”.
Poi, dopo l’omicidio della moglie, Anacleto Roncalli percorre chilometri per raggiungere e uccidere anche l’amica di lei. “Qualcuno le ha telefonato che avevo ammazzato Natasha. Vedo che con la macchina lei si ferma e mi chiede cosa voglio. Le ho dato quattro o cinque coltellate (in seguito sarà accertato che furono tredici, ndr) e lei non si è più mossa”. L’uomo, ora all’ergastolo, dichiara che “per un certo periodo non ci ho neanche pensato a quello che ho fatto. Non si può fare quello che ho fatto io, oltretutto come cristiano. Però dopo tanti anni non so se chiamarlo purgatorio, sto pagando per quello che ho fatto”.
Anacleto Roncalli ex idraulico della bergamasca quattro giorni la settimana esce dal carcere di Bollate per andare a fare il “custode” nella chiesa di San Vittore a Rho
Uccise moglie e ex amica: ora fa il «custode» a Rho, nella chiesa di San Vittore. E’ una nuova vita quella che sta vivendo Anacleto Roncalli ex idraulico della bergamasca che nel 2008 uccisa la moglie e l’ex amica e poi si costituì nel carcere di Bergamo.
Quattro giorni la settimana l’uomo esce dal carcere di Bollate e raggiunge la chiesa centrale di Rho dove si occupa delle pulizie, di posizionare le sedie e di controllare i ceri. L’uomo si occupa di diverse cose, di pulire la basilica, di controllare che i ceri posizionati davanti all’altare della Madonna siano in ordine e nelle giornate di venerdì di preparare la chiesa per le funzioni religiose posizionando le sedie. «Ormai da diverso tempo la Chiesa è la mia seconda casa – ha affermato Anacleto Roncalli alla giornalista della trasmissione Quarto Grado – Ogni giorno chiedo perdono a Dio per il male che ho fatto. Un lavoro che mi permette di passare il tempo, chiedendo perdono per quello che ho fatto: è una cosa meravigliosa».
Nel mese di maggio del 2009 Anacleto Roncalli è stato condannato alla pena dell’ergastolo, (ritenuto autore di duplice omicidio volontario premeditato e aggravato ndr) senza isolamento diurno in carcere e trasferito a Bollate. Dall’istituto di pena bollatese, alcuni giorni alla settimana l’ex idraulico della bergamasca esce e raggiunge il centro di Rho per collaborare con i responsabili della parrocchia di San Vittore.
Il carcere di Bollate per me non è un carcere è una grande famiglia Roncalli a Quarto Grado ha poi parlato di come si trova nel carcere di Bollate. «Per me non è un carcere, è una grande famiglia – ha detto l’ex idraulico della bergamasca – Qui mi vogliono bene tutti». Per quanto riguarda il processo, oltre all’ergastolo, il gup nel giudizio abbreviato ha accolto la richiesta di condanna del pubblico ministero. Al figlio della moglie (nato dal primo matrimonio), Roncalli dovrà versare anche 150mila euro.