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Alfonso Diletto, 69 anni, padre. Pregiudicato. Dopo una vita di violenze, uccide l’ex moglie sparandole attraverso la porta finestra. Ergastolo

San Leonardo di Cutro (Crotone), 8 Marzo 2022


Titoli & Articoli

Femminicidio a Cutro, l’ex marito ha sparato da dietro una porta finestra (Corriere della Calabria – 9 marzo 2022)
La vittima non gli avrebbe aperto e lui avrebbe estratto la pistola. La versione di Diletto: «Non volevo ucciderla». Ma i dubbi sono molti
Vincenza Ribecco, la donna uccisa ieri sera dall’ex marito, Alfonso Diletto, a San Leonardo di Cutro, non ha aperto all’uomo quando questi ha suonato il campanello, come si era ipotizzato in un primo tempo, ma è stata assassinata con un colpo di pistola che Diletto ha sparato da dietro la porta finestra dell’abitazione, provocando la morte pressoché istantanea della donna, raggiunta dal proiettile al cuore.
Quando il figlio della coppia, che viveva con la madre, è arrivato a casa, ha visto la donna riversa sul pavimento e, dopo avere aperto la porta, ha tentato di soccorrerla. Una volta constatato che la donna non rispondeva, il giovane ha telefonato al 118. Il personale sanitario, nel momento in cui è arrivato sul posto, ha constatato però che la donna era già deceduta.
La versione di Diletto: «Non volevo ucciderla»

Diletto ha collaborato con i carabinieri, ma ha detto che non aveva alcuna intenzione di uccidere. La versione fornita dall’uomo è adesso al vaglio dei carabinieri, che dubitano, comunque, della sua veridicità e ritengono che l’uomo, in realtà, abbia agito con premeditazione, tanto da contestargli, nel momento del fermo, l’aggravante specifica.
Ipotesi avvalorata dal fatto che Diletto si è presentato all’incontro che aveva concordato con l’ex moglie per discutere alcune questioni legate alla loro separazione, che risaliva ad un anno e mezzo fa, portando con sé una pistola che, peraltro, deteneva illegalmente. Diletto, nell’ambito della sua collaborazione, ha anche fornito ai carabinieri le indicazioni per trovare la pistola che aveva utilizzato per uccidere l’ex moglie e che aveva lanciato in un dirupo allontanandosi dalla casa di Vincenza Ribecco.
Ex marito geloso, voleva tornare con lei
Secondo quanto appreso, Diletto era geloso dell’ex moglie, sospettando che avesse una nuova relazione, non riscontrata comunque dai carabinieri, e voleva riprendere il rapporto con lei. Una situazione che, secondo quanto è emerso dalle indagini, aveva provocato nella donna uno stato d’ansia anche per la sua incolumità. Diletto, nel corso dell’interrogatorio cui è stato sottoposto, ha detto di essersi recato nell’abitazione dell’ex moglie «per dialogare con lei» e che la donna lo ha «aggredito verbalmente». L’uomo ha aggiunto di avere sparato «accidentalmente», nel tentativo di entrare in casa, il colpo di pistola che ha provocato la morte dell’ex moglie.

La 60enne di Cutro uccisa dall’ex marito: l’uomo convinto che lei avesse un altro (Gazzetta del Sud – 13 marzo 2022)
Alfonso Diletto, la sera dell’8 marzo, ha ucciso con un colpo di pistola al cuore l’ex moglie Vincenza Ribecco «allo scopo di punire» la 60enne, perchè la riteneva colpevole «di intrattenere una relazione con un presunto amante».
È scritto nero su bianco dal giudice per le indagini del Tribunale di Crotone,Michele Ciociola, nell’ordinanza con la quale ieri, dopo la convalida del fermo, lo stesso gip ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere per l’assassino di 69 anni, reo confesso del delitto che s’è consumato nella casa dell’ex consorte, nella frazione di San Leonardo di Cutro.
Diletto, accusato di omicidio volontario aggravato, porto abusivo d’arma e ricettazione, durante l’interrogatorio di garanzia che s’è svolto alla presenza del suo difensore, l’avvocato Luigi Colacino, ha fatto scena muta davanti al gip. Il quale, nel ritenere fondato il movente della gelosia, ha scritto che l’uomo ha coltivato «motivi di eccezionale acredine verso questo terzo amante, reale o putativo che sia», che l’avrebbero indotto a commettere «l’insano gesto» costato la vita a Vincenza. La 60enne e Diletto s’erano separati giudiziariamente ad aprile scorso.

Ha ucciso l’ex moglie a Cutro, i figli chiedono di cambiare cognome (Gazzetta del Sud – 4 aprile 2022)
«Ci vergogniamo del nostro cognome. Vogliamo cambiarlo con quello di nostra madre»: Lo hanno detto Rosaria e Domenico Diletto, figli di Alfonso, il 69enne che l’8 marzo scorso a Cutro, nel crotonese, ha ucciso con alcuni colpi di pistola l’ex moglie, Vincenza Ribecco, di 61, detta «Cecè». L’istanza per il cambio di cognome é stata presentata al prefetto di Mantova perché i due giovani sono nati nella città lombarda, dove i genitori si erano trasferiti per motivi di lavoro facendo poi rientro, a distanza di alcuni anni, a Cutro.
«Il cognome di una persona – ha detto ancoraRosaria Diletto – deriva dal fatto di avere lo stesso sangue, e quindi lo stesso cuore, del padre. Ma io e mio fratello non abbiamo nulla in comune con quell’uomo e tutto ciò che siamo lo dobbiamo soltanto a nostra madre. Che non si dica – ha detto ancora Rosaria – che Alfonso Diletto ha due figli ed una nipote. Il suo cognome non deve andare avanti. Mio fratello non deve essere costretto a dare lo stesso cognome ai suoi figli. Tutti devono sapere che siamo figli di un’unica persona, nostra madre».

Cutro, il femminicidio dell’8 marzo: i figli di Vincenza parte civile contro il padre (il Quotidiano del Sud – 4 novembre 2022)
In aula, dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro, alla prima udienza del processo col rito immediato per il femminicidio dello scorso 8 marzo, dove, nella frazione San Leonardo, piccolo borgo di meno di mille anime, in una casetta in pieno centro, in via dei Gesuiti, fu uccisa Vincenza Ribecco, ci sono i figli della donna. Rosaria e Domenico sono lì per costituirsi parte civile contro il loro padre, Alfonso Diletto, ex marito della vittima, il quale deve rispondere anche di atteggiamenti persecutori.
In aula c’è anche Diletto, impassibile, anche quando il figlio gli urla contro qualcosa. Si sono costituiti parte civile, Rosaria e Domenico, che quel cognome non vogliono più portarlo. Si sono costituiti insieme ad altri familiari, assistiti dagli avvocati Luigi Falcone, Tiziano Saporito, Antonella Cannistrà e Carmine Borelli. Parte civile si è costituita anche l’associazione “Al posto tuo”, con sede a Torino. Il processo si celebra nelle forme del rito immediato essendo stata accolta dal gip del Tribunale di Crotone la richiesta del sostituto procuratore Andrea Corvino che riteneva di avere in mano prove evidenti per poter bypassare l’udienza preliminare.
Prove evidenti contro quell’uomo che, come ha confermato nel corso dell’inchiesta anche la dottoressa di famiglia Giovanna Vitaliano, la ossessionava con la sua gelosia morbosa. Il difensore, l’avvocato Luigi Colacino, ha formulato un’eccezione di legittimità costituzionale sull’inapplicabilità del rito abbreviato ai delitti puniti con l’ergastolo e i giudici si sono riservati.
Riprenderà il prossimo 24 gennaio il processo per fare luce sulla morte di quella donna che temeva di ritrovarsi nei pressi di casa il suo ex e che questi potesse ucciderla. Così è stato, alla fine. Diletto, secondo la ricostruzione accusatoria, il pomeriggio dell’8 marzo si presentò a casa dell’ex moglie con in tasca una pistola calibro 7.65 illegalmente detenuta e sparò appena fuori dalla porta-finestra un colpo che trapassò il vetro raggiungendo al cuore la vittima.
Al pm Corvino, durante l’interrogatorio in cui a un certo punto crollò dopo aver prima negato di sapere che l’ex moglie fosse morta, Diletto aveva detto di essersi armato perché temeva di trovare a casa il presunto – più che mai – amante di lei.
Soltanto una volta messo alle strette, dopo che i carabinieri gli fecero sapere di essere al corrente del fatto che a suo fratello, che vive nel Mantovano, subito dopo il delitto aveva detto di aver «perso la testa» commettendo qualcosa di “brutto” riferito all’ex moglie, Diletto ammise di aver sparato. Quindi fece ritrovare l’arma, di cui s’era liberato al rientro, da San Leonardo a Cutro, gettandola in un dirupo.
Ma vengono contestati anche gli atti persecutori, tant’è che i timori della vittima erano risaputi dai suoi parenti, anzi, da tutta la piccola comunità di San Leonardo. Forse, “Cecè”, come era chiamata la donna in paese, si sarebbe potuta salvare.

 

Cutro, uccise la moglie l’8 Marzo: ergastolo per il 70enne pensionato Alfonso Diletto (Gazzetta del Sud – 7 novembre 2023)
La Corte d’assise di Catanzaro ha inflitto la condanna all’ergastolo ad Alfonso Diletto, il pensionato 70enne di Cutro, nel crotonese, che l’8 marzo del 2022 ha ucciso l’ex moglie, Vincenzina Ribecco. L’uomo non si era rassegnato alla separazione decisa dalla vittima dopo anni di continue vessazioni, delle quali si era spesso lamentata con i parenti ma senza aver mai presentato una denuncia per violenze o stalking. Alfonso Diletto e Vincenzina Ribecco si erano separati circa un anno e mezzo prima del delitto per le troppe incomprensioni tra i due. L’uomo – che ha precedenti penali per reati contro il patrimonio e le persone – se n’era andato ad abitare a Cutro, mentre Vincenzina – che lavorava come operaia stagionale nei villaggi turistici della zona – era rimasta nella frazione San Leonardo di Cutro dove viveva con il figlio.
L’8 marzo del 2022, giorno della donna, Alfonso Diletto si e’ presentato per l’ennesima volta a casa di Vincenzina Ribecco. Ha suonato il campanello, ha chiesto di poter entrare ma la donna non gli ha aperto pregandolo di andarsene. Lui a quel punto ha estratto la pistola, un’arma clandestina che portava in tasca, ed ha sparato da dietro la porta finestra colpendo la donna al cuore ed uccidendola all’istante. L’arma, su indicazione dello stesso Diletto, e’ stata rinvenuta dai carabinieri il giorno dopo in un fosso lungo la strada che conduce da San Leonardo a Cutro. I giudici hanno accolto integralmente la richiesta di condanna al carcere a vita avanzata dal pubblico ministero Pasquale Festa e hanno sottoposto l’uomo anche a due mesi di isolamento diurno.


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